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GLOSSARIO MICROECONOMIA
Elasticità della domanda e dell’offerta
• Bene di lusso o superiore: ha un’elasticità domanda-reddito positiva e maggiore di 1. A un
reddito maggiore, la quantità consumata di tali beni aumenta più che proporzionalmente.
• Bene inferiore o povero: ha un’elasticità domanda-reddito negativa. A un reddito maggiore la
quantità domandata del bene diminuisce.
• Bene necessario: ha un’elasticità domanda-reddito positiva, ma minore di 1.
• Beni normali: beni che non sono inferiori e presentano un’elasticità della domanda incrociata
al reddito positiva.
• Breve periodo: le possibilità di sostituzione sono limitate. L’elasticità della domanda aumenta
con il protrarsi del tempo e della capacità di adattamento alle variazioni di prezzo. Il tempo di
adattamento varia da bene a bene.
• Carico di imposta: si riferisce a chi sostiene effettivamente il suo onere. Poiché le imposte
inducono variazioni nel prezzo e nella quantità di equilibrio di un mercato, i governi devono
stare molto attenti nel valutare chi esattamente sostenga il maggiore onere tributario.
• Domanda elastica: se la sua elasticità al prezzo è superiore a 1. Variazioni negative del prezzo
determinano un incremento più che proporzionale della spesa totale.
• Domanda inelastica: se l’elasticità è compresa tra 0 e 1. Variazioni negative del prezzo
riducono la spesa totale.
• Elasticità della domanda: reattività della quantità domandata alle variazioni del prezzo dello
→
stesso bene, a parità del prezzo di altri beni e del reddito. Dipende da quanto tempo i
consumatori ci mettono ad adattarsi alle variazioni di prezzo.
• Elasticità dell’offerta del bene: si misura attraverso un coefficiente calcolato come rapporto
tra la variazione percentuale della quantità offerta e la variazione percentuale del prezzo che
l’ha provocata. Poiché la pendenza della curva di offerta è positiva, l’elasticità dell’offerta è
positiva. 2
• Errore di composizione: consiste nel pensare che ciò che vale per un individuo valga per tutti
gli individui considerati come insieme e viceversa.
• Imposta ad valorem: l’elasticità della domanda e quella dell’offerta sono rilevanti. In ogni caso
chi risulta meno sensibile alle variazioni di prezzo, sosterrà il maggior carico dell’imposta.
• Quota di bilancio del bene: peso percentuale del bene nella spesa totale dei consumatori.
Teoria della scelta del consumatore e della domanda
• Curva d’indifferenza: rappresenta i panieri di beni e servizi di consumo che un consumatore
considera indifferenti e ai quali attribuisce quindi un’identica utilità. Lungo le curve di
indifferenza l’utilità è costante. Curve più a destra/in alto nel piano cartesiano (quadrante
positivo) sono preferite a curve più a sinistra/in basso. Poiché il consumatore preferisce
sempre avere di più che di meno, le curve di indifferenza sono generalmente decrescenti. Per
mantenere un medesimo livello di utilità totale, aumenti nella quantità preferita (e
consumata) di un bene sono controbilanciati da riduzione nella quantità preferita (e
consumata) di un altro bene. Le curve di indifferenza sono caratterizzate da un tasso
marginale di sostituzione decrescente. Più sono piatte più ci si muove lungo le stesse verso
destra. Per mantenere un dato livello di utilità, i consumatori sostituiscono quantità via via
inferiori di un bene rispetto a un altro.
• Domanda di mercato: somma orizzontale delle domande individuali di tutti gli acquirenti che
operano nel mercato di un bene o servizio.
• Effetto reddito: cambiamento nella quantità domanda di un bene attribuibile alla variazione
di reddito reale provocata dal cambiamento del prezzo relativo del bene. L’effetto reddito
dell’aumento del prezzo di un bene determina una riduzione della quantità consumata di
entrambi i beni, se questi sono normali.
• Effetto sostituzione: cambiamento nella quantità domandata di un bene attribuibile
esclusivamente al cambiamento del suo prezzo relativo. L’effetto sostituzione determina la
sostituzione del bene il cui prezzo è aumentato con quello il cui prezzo è rimasto invariato.
• Paniere ottimo per il consumatore: paniere che massimizza la sua utilità compatibilmente con
il vincolo di bilancio. È il punto in cui la pendenza della linea di bilancio e della curva
→
d’indifferenza a essa tangente coincidono. è il paniere in corrispondenza del quale il tasso
di scambio dei due beni è uguale al loro tasso marginale di sostituzione.
• Paniere ottimo intertemporale: combinazione per la quale il prezzo relativo e il tasso
marginale di preferenza intertemporale si eguagliano. Il consumatore massimizza l’utilità
ripartendo la somma a disposizione tra impiego presente (liquidità) e futuro.
• Retta di bilancio: mostra tutte le quantità massime acquistabili di un bene data la quantità di
un altro bene. La posizione nel piano della linea di bilancio è determinata dal reddito e dai
prezzi dei due beni. La sua pendenza è il prezzo relativo.
• Scelta intertemporale: modello nel quale il consumatore sceglie tra consumo corrente e
consumo futuro. 3
• Tasso marginale di preferenza intertemporale: misura quanto il consumatore è disposto a
rinunciare in termini di consumo futuro a favore del consumo presente e viceversa.
• Tasso marginale di sostituzione: rapporto nel quale un consumatore è disposto a rinunciare a
una certa quantità di un bene in cambio di un’unità addizionale dell’altro, senza che questa
sostituzione modifichi la sua utilità.
• Vincolo di bilancio del consumatore: insieme dei panieri di beni e servizi che quest’ultimo è in
grado di acquistare. la teoria del consumo parte dal presupposto che il consumatore cerchi di
massimizzare la sua utilità.
• Vincolo di bilancio intertemporale: rappresenta come il consumatore ripartisce le sue
possibilità di spesa tra panieri di consumo presente e consumo futuro, data una determinata
somma a disposizione.
Teoria dell’offerta
• Capitale fisico: di un’impresa è costituito dagli impianti, dalle macchine e immobili utilizzati
per la produzione e la vendita.
• Controllo d’impresa: esercitato dal soggetto individuale o collettivo che assume le decisioni
strategiche in differenti situazioni ambientali.
• Costo-opportunità: dell’uso di una risorsa è la stima o il valore (rendimento) del migliore
impiego alternativo.
• Costo totale (CT): di un’impresa è il valore monetario delle spese che essa sostiene per
produrre e vendere i beni e servizi un dato periodo di tempo.
• Deprezzamento nel capitale fisico: perdita di valore di quest’ultimo derivante dal suo uso
produttivo in un dato periodo.
• Extra-profitto: di un’impresa è il profitto economico che il proprietario e/o i proprietari
ricavano in eccedenza dal rendimento che avrebbero potuto ottenere con un impiego
alternativo delle proprie risorse.
• Finanza aziendale: si occupa del reperimento di capitale finanziario da parte delle imprese
attraverso fonti o canali diversi, come il profitto non distribuito a proprietari e azionisti,
l’emissione di nuove azioni e/o obbligazioni, l’accensione di prestiti.
• Flussi: variabili la cui dimensione è necessariamente riferita a un definito periodo di tempo.
• Flusso di cassa cashflow: di un’impresa è l’ammontare netto di liquidità effettivamente
incassata in un periodo di tempo, ossia la differenza tra incassi e pagamenti effettuati nel
periodo.
• Impresa individuale: impresa in cui proprietà e gestione fanno capo a un’unica persona fisica.
• Mercato di concorrenza perfetta: caratterizzato da assoluta libertà di entrata e di uscita,
frammentazione della domanda e dell’offerta tra molti piccoli acquirenti e venditori,
omogeneità (assenza di differenziazione) del bene o servizio scambiato e perfetta
trasparenza. 4
• Mercato monopolio perfetto: caratterizzato da barriere all’entrata id nuovi concorrenti e
assoluta libertà di uscita, concentrazione dell’offerta in un’unica impresa e frammentazione
della domanda, assenza di sostituti del bene o servizio offerto e perfetta trasparenza.
• Profitto reinvestito: autofinanziamento proprio. Parte del profitto di un’impresa, al netto delle
imposte, che viene reinvestito nell’impresa anziché distribuito ai proprietari-azionisti sotto
forma di dividenti.
• Profitto totale: differenza tra il ricavo e il costo totale dell’impresa in un 1 anno.
• Responsabilità limitata: gli azionisti-proprietari di una società di capitali possono subire una
perdita pari al reddito speso per acquistare le azioni della società.
• Ricavo totale (RT): di un’impresa è il valore monetario totale delle entrate derivanti dalla
vendita di beni e servizi in un dato periodo di tempo, ad es. 1 anno.
• Scorte: stock di beni che l’impresa costituisce per far fronte a vendite future.
• Società di capitali: organizzazione la cui proprietà è distribuita tra soci, apportatori di capitale,
che hanno diritto alla ripartizione del profitto in proporzione alla quota di capitale apportata.
La responsabilità del socio è limitata alla quota di capitale apportata.
• Società di persone: impresa la cui proprietà fa capo a due o più persone fisiche che hanno alla
spartizione del profitto e sono illimitatamente e solidalmente responsabili di eventuali
perdite.
• Stock: o fondi sono variabili misurabili in riferimento a un istante o a una data.
• Struttura del mercato: insieme dei caratteri della domanda e dell’offerta del mercato,
caratteri che influenzano il comportamento dei consumatori e le performance dei venditori.
Tecnologia e costi
• Costo marginale: costo di una unità (minima quantità) addizionale di prodotto. Quando è
inferiore al costo medio, il costo medio è destinato a diminuire. Quando il costo marginale è
superiore al costo medio, il costo medio è destinato ad aumentare. Costo medio e costo
marginale si eguagliano nel minimo del costo medio.
• Costo marginale di breve periodo: riflette la variazione del prodotto marginale del fattore
produttivo variabile, gli altri fattori sono supposti costanti. Se il capitale è un input fisso,
quantità vi