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PESTE SUINA AFRICANA
In Italia la malattia è stata descritta soltanto in ambito selvatico. È una grave malattia infettiva virale e
contagiosa del suino domestico e selvatico trasmessa da zecche è caratterizzata da febbre e coinvolgimento
sistemico dell’organismo dando luogo a delle emorragie.
È altamente contagiosa e letale (100%) e i suini tendono a morire manifestando una sintomatologia referibile
ad una febbre emorragica. Ha un impatto economico importante dovuto al blocco della movimentazione
degli animali.
È una malattia che colpisce anche le zecche cioè dei vettori attivi della malattia.
Agente eziologico
ASFV (African swine Fever and related viruses) è l’unico membro del genere Asfivirus e della famiglia
Asfaviridae (all’interno di questa famiglia sono inclusi dei virus che colpiscono soprattutto gli insetti). È un
virus a DNA bicatenario di elevate dimensioni (200 nm),provvisto di envelope lipoproteico e con simmetria
icosaedrica.
È l’unico virus a DNA che può definirsi arbovirus in quanto è in grado di replicare negli insetti e in
particolare nelle zecche.
Essendo un virus di grandi dimensioni, provvisto di envelope e caratterizzato da un genoma a DNA
bicatenario era stato inserito nella famiglia poxviridae.
Virulenza
Anche se possiamo riconoscere un unico sierotipo, dal punto di vista genetico possiamo distinguere diversi
genotipi (ad esempio in Italia si è riscontrato il “genotipo 2”). Le diversi caratteristiche genotipica possiamo
influenzare la virulenza dei ceppi che possono essere differenziati in:
• Altamente virulenti: 10-100% di letalità 7-10 giorni dopo l’infezione
• Moderatamente virulenti: nella forma acuta un’elevata % di animali sopravvivono
• Bassa virulenza: solo siero-conversione 49
Malattie infettive II
La diversa virulenza dipende sia dalle caratteristiche genetiche ma anche dalla recettivita dell’animale, per
questo motivo che in una zona indenne come l’Italia avremo sicuramente dei ceppi altamente virulenti che
potrebbero indurre anche il 100% della letalità. In seguito a questa fase “esplosiva” si avrà una minore gravità
della malattia fino ad arrivare ad un equilibrio tra il virus e l’organismo dovuta a dei ceppi a bassa virulenza
che sono visibili soltanto tramite la siero-conversione.
Resistenza nell’ambiente
Oltre alla famiglia Poxviridae, anche questo virus presenta un’elevata resistenza nell’ambiente esterno
nonostante sia provvisto di envelope.
Tende a conservare la sua infettività per 15 settimane nella carne refrigerata o conservata sottovuoto
mentre resiste fino a 5-6 mesi nei prosciutti. Inoltre resiste:
• 11gg nelle feci a temperatura ambiente
• 1 mese nelle deiezioni
• 70gg nel sangue secco
• 15 settimane nel sangue putrefatto
• 18 mesi nel sangue a +4 gradi
Per questo motivo che ad esempio il prosciutto di Parma che prevede almeno 180gg di stagionatura non
potrebbe essere a norma, di conseguenza per esportare all’estero in presenza di focolai bisogna
dimostrare che è stato sottoposto ad una stagionatura di almeno 360gg poiché il virus può sopravvivere sia
nella muscolatura ma anche nel midollo
È un virus stabile a pH 4-13 per cui dobbiamo utilizzare dei disinfettanti che vanno ad acidificare il sistema
Spettro d’ospite
Le zecche del genere Ornithodoros sono considerate l’ospite primario che poi riconoscono i suini domestici
e selvatici come ospiti accidentali (virus degli insetti che è stato in grado di effettuare il salto di specie). In
Sardegna possiamo riconoscere una specie che prende il nome di Ornithodoros erraticus.
Quindi il suino domestico e selvatico è l’unica specie recettiva a questa infezione. In Europa si ha il cinghiale
mentre in Africa possiamo trovare il facocero, ilocero e il potamocero che possono essere colpiti da questa
malattia. Il cinghiale dal collare bianco (Javelina o pecari) presente negli Stati Uniti non è considerato
recettivo nei confronti di questa infezione
Trasmissione
Il virus è presente in tutte le escrezioni e secrezioni. La malattia può diffondere tramite:
• Contagio diretto: soprattutto all’interno degli allevamenti (= open air) in cui il suino/cinghiale infetto
viene a contatto con un animale non infetto
• Contagio indiretto tramite le persone, veicoli e cibo contaminato essendo un virus altamente
resistente nell’ambiente esterno
• Suini serbatoio (“selvatico”): il suino domestico non può essere un serbatoio della malattia e fonte
di infezione poiché nel momento in cui all’interno dell’allevamento manifesta la malattia verrà
abbattuto
I suini con forme cliniche blande possono eliminare il virus per 30gg ma a volte anche per un anno, per questo
motivo che si è deciso di mettere in atto l’abbattimento dei soggetti infetti, sospetti infetti e sospetti di
contaminazione.
Patogenesi
Penetra per via oro-nasale, replicazione all’interno delle cellule del sistema immunitario (soprattutto a livello
dei macrofagi e monociti) per poi indurre la viremia che gli permette di distribuirsi all’interno di tutti i tessuti
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Malattie infettive II
ed essere eliminato attraverso tutti gli escreti/secreti. Il bersaglio finale dei virus è rappresentato dagli
endoteli basali che comporta la rottura dei vasi e la comparsa di emoraggie ma al tempo stesso sarà in grado
di replicare anche all’interno dei megacariotici portando ad emorragie a causa di trombocitopenia.
Sintomatologia
Il periodo di incubazione è molto breve cioè intorno a 2-4 giorni. In seguito ad inoculazione per via oro-nasale
i suini manifestano i primi segni di malattia dopo 48-72 ore, in seguito alla puntura della zecca dopo meno
di 5gg mentre in seguito al contatto con i suini infetti dopo 5-15gg. In particolare, dopo 2gg i suini iniziano a
sviluppare:
• Febbre elevata che rappresenta il primo sintomo evidente
• Anoressia
• Leucopenia (anche se negli allevamenti non si fanno delle analisi di controllo del sangue)
• Huddling
• Colorazione rossa dove la cute è più sottile (orecchie, coda e arti) a causa di emoraggie, per questo
motivo che dal punto di vista clinico è sovrapponibile alla peste suina classica con l’unica differenza
che abbiamo una % di letalità differente che in questo caso sarà molto elevata
• Presenta un decorso molto rapido, infatti la maggior parte muiono dopo 7-10 giorni ma talvolta si
osservano soggetti morire improvvisamente (non accade nella peste suina classica)
• Non causa aborto
• Alcuni suini potrebbero sviluppare diarrea ma non è un effetto diretto del virus
• Trombocitopenia e coagulopatia
Questi segni possomo essere influenzati dalla virulenza del ceppo e dallo status fisiologico come età,
gravidanza ecc…
Lesioni anatomo-patologiche (reale differenza con la peste suina classica)
• Milza ingrossata (splenomegalia) da rosso scuro a nera e di consistenza friabile
• Linfonodi gastroepatici ingrossati ed emorragici
• Linfonodi renali ingrossati ed emorragici
• Rene completamente emorragico
Diagnosi
• Per quanto riguarda la raccolta dei dati anamnestici sarà necessario controllare la movimentazione
(di animali e del personale), verificare il tipo di allevamento se open air o chiuso, mangime, quanti
animali presentano i sintomi, presenza di focolai o la situazione epidemiologica attuale (per la peste
suina classica è importante prendere in considerazione anche l’età dei soggetti)
• Per quanto riguarda la raccolta dei dati clinici sicuramente possiamo notare huddling, febbre
elevata (>39,5-40), arrossamento della cute dove è sottile, presenza di animali abbattuti all’interno
dell’allevamento. In presenza di questi segni clinici, l’allevatore sarà obbligato a chiamare il servizio
veterinario di Area A (ASL) che poi dovrà raccogliere i campioni come il sangue intero o in caso di
animale morto tutti i tessuti ricchi di virus (milza, linfonodi ecc….)
• Per quanto riguarda la diagnosi di laboratorio si possono effettuare:
Isolamento virale su cellule si origine suina. In particolare il test di emadsorbimento su
v culture di leucociti (gold standard)
Ricerca antigene tramite immunofluorescenza diretta
v Ricerca DNA tramite la PCR
v Sierologia: viene usata solo per monitorare la diffusione della malattia
v
N.B: in caso di focolaio sarà necessario abbattere e distruggere gli animali infetti, sospetti infetti e sospetti
di contaminazione 51
Malattie infettive II
MAL ROSSINO = erysipela o skim diamond disease
È una malattia infettiva contagiosa e soggetta a denuncia che colpisce il suino e altre specie animali. Può
presentare un decorso acuto, sub-acuto o cronico ed è caratterizzata da fenomeni setticemici,
manifestazioni esantematiche, lesioni endocardiche e articolari (zoppia) a carattere proliferativo.
È una malattia diffusa in tutto il mondo, in particolare in Italia è endemica ma è difficile da identificare negli
allevamenti intensivi.
È una zoonosi poiché può colpire anche l’uomo dove provoca la Erisipeloide caratterizzata da lesione
infiammatoria cutanea che solitamente colpisce mani ed avambracci. In particolare, è una malattia
professionale per il personale a contatto con gli animali, addetti alla lavorazione delle carni e alla
manipolazione dei prodotti di origine alimentare.
È causata da Erysipelothrix rhusiopathiae cioè un agente patogeno per il suino, l’ovino e il tacchino (specie
estremamente recettivo e sensibile). È stato isolato anche in numerosi mammiferi domestici e selvatici,
rettili, anfibi e anche delfini.
• Cocco-bacillo Gram +, non mobile, non sporigeno e non capsulato
• Aerobio facoltativo
• Viene coltivato sui comuni terreni di coltura, in particolare su agar sangue non induce l’emolisi e
possiamo osservare la formazione di colonie biancastre. Inoltre è in grado di produrre idrogeno
solforato (H2S)
• Ad oggi sono riconosciuti 28 differenti sierotipi, rappresentano un problema per la vaccinazione. In
Italia sono presenti soprattutto il sierotipo 1 e 2
Epidemiologia
• È una malattia presente nel nostro territorio, soprattutto all’interno degli allevamenti rurali.
Nonostante sia una malattia denunciabile, non si procede con l’abbattimento degli animali infetti ma
con la terapia e la chiusura dell’allevamento fino a quando la sintomatologia clinica non scompare.
• È un germe abbastanza resistente nell’ambiente esterno, infatti in condizioni di bassa temperatura
ed elevata umidità può resistere