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Piccolo virus a RNA monocatenario provvisto di envelope per cui poco resistente in ambiente esterno quindi per
permanere all’interno della popolazione ha sviluppato una strategia ossia la comparsa di animali immunotolleranti che
eliminano il virus per tutta la vita.
Per mettere in evidenza un animale immunotollerante si deve cercare il patogeno tramite campione di sangue intero,
viene separato il buffycoat per cercare antigene, bisogna poi distinguere se positivo da un animale con un’infezione
acuta nel momento e per farlo si fa un altro prelievo a distanza di 2-3 settimane perché un animale immunotollerante
elimina virus tutta la vita.
Inoltre, animali immunotolleranti saranno sieronegativi, i sieropositivi invece avendo prodotto anticorpi non sono
immunotolleranti.
Dopo il 2 c’è il tipo 3 (H). oggi sono considerate specie a sé stante.
I vaccini oggi per la BVD tendono a contenere quanto meno il tipo 1 e tipo 2 proprio per permettere una migliore
copertura per gli animali.
Si conoscono tre genotipi del virus:
- 1 si riscontra regolarmente, in Europa è responsabile di quasi tutte le forme cliniche osservabili
- 2 associata a sindrome emorragica circola anche in Europa ma non è mai stato associato qui a sindrome
emorragica che invece causano in USA e Canada, probabilmente per una predisposizione genetica degli
animali dell’America Settentrionale
- 3 sostiene malattia respiratoria e aborto ma la diffusione è molto bassa
Cresce su monostrati di origine bovina, di qualsiasi tipo e dà effetto citopatico ossia comparsa di vacuoli nella cellula
con distruzione totale del monostrato, distruggendo le cellule.
Epidemiologia
Ha una diffusione cosmopolita, la prevalenza all’interno di un allevamento può essere molto elevata, prevalenza intesa
come sierologica, circa 60-70%. Di quelli sieronegativi circa 1-2% possono essere immunotolleranti, il restante sono
soggetti mai venuti a contatto con il virus, è importante il controllo.
Costi economici
Le infezioni spesso non sono clinicamente manifeste, sono infezioni silente, si cerca di mettere in evidenza
l’immunodepressione e questo si osserva per infezioni ricorrenti di altro tipo. Inoltre, la forma acuta sostenuta da un
ceppo altamente patogeno può:
● Determinare il decesso del 25-40% degli animali infetti;
● Causare diminuzione della produzione lattea e perdita di peso;
(diarrea è 13 e poi senso orario)
Uno dei problemi più importanti che si riscontra nell’allevamento bovino è la perdita dei vitelli sia per morte neonatale
che aborto, il BVD è in grado di dare problemi:
● ipofecondità,
● nascita di soggetti malformati,
● ritorni in calore,
● aborti,
●
nascita di vitelli persistentemente infetti si ha in quanto virus essendo piccolo è in grado di superare la
barriera transplacentare arrivando al feto. Questi sono la più importante sorgente di danni economici.
Gli animali PI sono circa 1-2% in un allevamento e la maggior parte sono vitelli.
C’è viremia quindi il virus viene eliminato da tutti gli escreti e secreti.
Forme cliniche
Si distingue in due gruppi:
●
postnatale è una forma che colpisce gli animali immunocompetenti e che è caratterizzata dal fatto che gli
animali possono presentare forme respiratorie o enteriche non legate direttamente al virus ma
all’immunodepressione.
Si può inserire anche la malattia delle mucose perché anche se avviene durante la gestazione questi animali
manifestano la malattia delle mucose dopo il parto. Non è da confondere con l’immunotolleranza, solo alcuni
animali immunotolleranti sviluppano malattia delle mucose quando questi vengono infettati da un ceppo non
citopatico che poi diventerà citopatica determinando la comparsa della malattia.
È normalmente subclinica ma questo virus comunque dà immunodepressione – transitoria – quindi ci si può
accorgere della presenza di forme gastroenterica o respiratorie che non si riescono a curare.
●
prenatale si osserva entro i 150gg di gravidanza della bovina (circa 5 mese), se l’infezione avviene dpo il 5
mese è diversa la situazione.
Sindrome emorragica
● infezione postnatale di animali sieronegativi e immunocompetenti
● descritta in USA e Canada
● sostenuta da alcuni ceppi di BVDV2 ncp
● i ceppi isolati in europa non sotengono HS
● febbre emorragie (bocca, occhi), epistassi, diarrea, disidratazione
● trombocitopenia severa, spesso leucopenia
● letalità variabile
Infezione prenatale
La BVD può facilmente attraversale la placenta ed infettare l’embrione, viene agevolato dal fatto che la bovina è
sieronegativa. Per proteggere la vacca è necessario vaccinare!
A seconda del periodo in cui la bovina si infetta si possono avere situazioni diverse:
● prima dei 4 mesi si ha la manifestazione con morte embrionale, lo si può notare con la mancata gravidanza
della vacca;
● 100-125gg di gravidanza si può avere la nascita di soggetti immunotolleranti;
● infezione intorno al 3-5 mese si può avere la nascita di soggetti con difetti congeniti;
● aborti si ha soprattutto se l’infezione è avvenuta tra il 4-7 mese
● dopo il 6-7 mese di gravidanza i vitelli nascono normali, il virus non è in grado di dare alcun problema.
In un allevamento bovino la riproduzione ha un ruolo fondamentale.
Malformazioni congenite:
Campanello di allarme per circolazione di questo virus che è la sindrome oculo-cerebellare: animali ciechi che non
riescono a mantenere la stazione quadrupedale; si ha riduzione della grandezza del cervelletto.
Nascita di soggetti PI
Intorno al 3-4 mese di gravidanza. Accade quando la bovina non ha anticorpi per cui il virus attraversa facilmente la
barriera placentare, avviene in questo periodo perché si ha lo sviluppo del SI ossia il riconoscimento del self; quindi,
se sta circolando il virus il feto riconoscerà il virus come self.
La caratteristica del soggetto immunotollerante è quello di eliminare grandi quantità di virus in assenza di una risposta
immunitaria quindi senza anticorpi.
Saranno sempre sottoposti ad un’azione replicativa del virus, quindi, saranno soggetti immunodepressi anche se
immunotolleranti quindi avranno più spesso forme respiratorie e gastroenteriche con accrescimento ponderale
inferiore.
Solo il 50% degli animali PI mostrerà segni clinici.
Possiamo avere la comparsa della malattia delle mucose e si osserva nel momento in cui questi animali subiscono una
modificazione del virus che li infetta da non citopatico a citopatico. Nell’ipotesi in cui questo virus non si modifichi
non mostrerà sintomi clinici.
Un animale con malattia delle mucose si presenterà:
● erosioni nelle mucose, mai vescicole con scialorrea e rumore di bacio. Si differenziano dall’afta epizootica per
la quantità di animali infetti (prevalenza) e dalla mancanza di lesioni sulla lingua;
● dolore addominale, l’animale si mostra con schiena inarcata e difficoltà di movimento;
● necrosi a carico delle placche del Peyer.
Diagnosi
Malattia che dà viremia quindi il toro con lo sperma può infettare le bovine.
Anamnesi: prevalenza, movimentazioni, stato vaccinale…
Dal punto di vita clinico: aborti, nascita di soggetti malformati, malattie ricorrenti, presenza di malattia delle mucose.
Laboratorio: Sangue intero in EDTA, feto abortito. In animale morto si porta milza, fegato, linfonodi.
Diagnosi di laboratorio
Isolamento virale (colture cellulare), test ELISA capture (si mette campione e nella provetta ci sono anticorpi che
legheranno gli antigeni, si capisce se il virus si è legato, si mette poi un altro anticorpo marcato, poi si aggiunge
substrato se è presente la reazione si sviluppa il colore), RT-PCR.
Controllo
Ricerca di animali immunotolleranti e non si introduce la vaccinazione con ottime misure igieniche e di management
con lo scopo di allevamenti BVD free quindi no virus e no anticorpi.
Un’atra opzione è la vaccinazione ma prima di tutto è necessario fare l’identificazione e allontanamento di animali PI,
quindi lo scopo è allevamenti BVD indenni, no virus ma sì anticorpi.
Esistono tanti vaccini: inattivati quindi sicuri solito problema di immunità di breve durata quindi in ogni ciclo
riproduttivo si deve ripetere; i ceppi attenuati danno una risposta immunitaria più lunga ma possono determinare
leucopenia transitoria e rischio di eliminazione del virus vaccinale.
Sono stati introdotti vaccini termosensibili, quindi, non possono andare in circolo e bisogna somministrarli per via
nasale.
Blue tongue
Febbre catarrale degli ovini, sono infezioni da poxvirus.
Ectima contagiosa in alcune forme può essere confusa con blue tongue, attualmente presente in Italia; il vaiolo ovino è
una malattia esotica non presente in Europa (ultimo focolaio in Italia è nel 70).
Storia
La blue tongue è una malattia non presente in Italia fino agli anni 2000, attualmente lo è da circa quindi 23 anni. I
primi focolai sono comparsi in Sardegna in estate, prima era presente in Africa. Quando una malattia nuova arriva in
un territorio gli animali sono estremamente recettivi perché il loro SI non ha mai sviluppato un’immunità naturale per
cui questo virus non solo si è propagato velocemente in Sardegna ma si è anche manifestata nella forma più grave, ci
sono stati numerosissimi focolai legati a questo virus per poi risalire verso il nord Italia. Quando appare una malattia
esotica la cosa da fare è abbattere infetti, sospetti infetti e sospetti contaminati.
La vaccinazione è stata introdotta perché non si riusciva a contenere l’infezione. Ad oggi si può considerare una
malattia endemica, attualmente sono fatti i programmi di vaccinazione degli animali e quindi a seconda della
situazione epidemiologica il ministero della salute emette le prerogative su dove vaccinare e come, dipende appunto
dalla situazione epidemiologica.
È diventata endemica perché si trasmette tramite vettori che sono attivi non essendo quindi impossibile da eradicare.
Partita dall’Africa non riusciva a espandersi a nord (sopra il 40° parallelo) ma con il cambiamento climatico e
l’innalzamento delle temperature ha permesso a questi insetti vettori di arrivare a colonizzare anche aree prima più
fredde.
Non è ancora chiaro come sia arrivata la malattia in Italia, sembra difficile che sia arrivata tramite animali infetti o
seme infetto, ma l’ipotesi avanzata è l’arrivo di venti con sabbia dall’Africa abbia portato insetti infetti nel territorio.
Uno dei problemi oltre alla presenza di insetti quindi la capacità del virus di endemizzare, i