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M M
verso destra e l’equilibrio si sposta dal A iniziale in A’ e il tasso aumenta
da i a i’. Questo significa che un aumento del reddito nominale provoca un
incremento del tasso di interesse. La ragione è chiara: in corrispondenza del
tasso di interesse iniziale, la domanda di moneta eccede l’offerta di moneta.
CAPITOLO 3. MERCATO DEI TITOLI E DETERMINAZIONE DEL TASSO DI
13 INTERESSE DI EQUILIBRIO
Figura 3.3: Aumento di e
Y
Per indurre gli individui a tenere una quantità inferiore di moneta, e ristabilire
l’equilibrio, è necessario che il tasso di interesse aumenti;
• su i. L’equilibrio iniziale è nel punto A, con un tasso di interesse pari a
s
↑ M ′
i. Un aumento dell’offerta di moneta, da a , sposta verso
′
s s
M = M M = M
destra la curva di offerta . L’equilibrio si sposta da A in A’ e il tasso di
s
M
interesse scende da i a i’. Quindi possiamo dire che un aumento dell’offerta
di moneta provoca una riduzione del tasso di interesse. La riduzione del tasso
di interesse fa aumentare la domanda di moneta, in modo da uguagliare la
nuova offerta di moneta.
CAPITOLO 3. MERCATO DEI TITOLI E DETERMINAZIONE DEL TASSO DI
14 INTERESSE DI EQUILIBRIO
Figura 3.4: aumento dell’offerta di moneta
Capitolo 4
Curva dei rendimenti
La curva dei rendimento è un grafico lineare che illustra il rapporto tra rendimento
alla scadenza e la vita residua di un paniere di obbligazioni. Le obbligazioni devono
appartenere alla stessa classe di attivo e avere stessa qualità creditizia. La curva
dei rendimenti mostra la differenza a livello di rendimento tra obbligazioni diverse
esclusivamente rispetto alla loro scadenza. La relazione tra rendimenti a scadenza
è denominata dei tassi di interesse. La forma della curva
struttura a termine
dei rendimenti ci dice se in base alla previsioni, i tassi di interesse saliranno o
scenderanno. L’inclinazione della curva può rappresentare un buon indicatore del
clima economico in quanto esprime le aspettative degli investitori in merito al
futuro andamento dei tassi e, dunque, alle prospettive dell’economia. Tra forme
comuni della curva dei rendimento sono:
1. Curva dei rendimento normale: la forma normale della curva dei rendimenti
tende verso l’alto, da sinistra verso destra. Questo tipo di curva indica che
i rendimenti sono più elevati per le obbligazioni con scadenza più lunga. In
genere, una curva dei rendimenti con questa forma si ottiene durante le fasi
di espansione, quando l’economia è in crescita. In una fase espansionistica,
gli investitori chiedono rendimenti più elevati sulle obbligazioni con scadenza
più lunga per compensare l’inflazione e i futuri aumenti dei tassi.
2. Curva dei rendimenti piatta: una curva dei rendimenti piatta si determina
quando l’economia è in una fase di transazione dalla crescita a una di rallen-
tamento e viceversa. Nella maggior parte dei casi, la curva dei rendimenti
assume un andamento piatto quando le banche centrali innalzano i tassi di
interesse per contenere un’economia in rapida crescita. In questo caso, i
tassi a breve termine registrano un aumento che rispecchia l’avvenuto rial-
zo, mentre quelli a lungo termine scendono poiché le aspettative in materia
di inflazione si fanno più moderate.
3. Curva dei rendimenti invertita: talvolta, la curva dei rendimenti inverte la
propria inclinazione, puntando verso il basso. Questo significa che i ren-
dimenti sono inferiori sulle obbligazioni con scadenza più lunga. La forma
invertita non è comune e in genere è associata a periodi di recessione quan-
do i tasso di interesse e l’inflazione sono ridotti o in calo. Storicamente, la
15
16 CAPITOLO 4. CURVA DEI RENDIMENTI
Figura 4.1: Curva dei rendimenti normale
Figura 4.2: Curva dei rendimenti piatta
curva dei rendimenti assume la posizione invertita circa 12-18 mesi prima
che inizia una fase di recessione.
17 CAPITOLO 4. CURVA DEI RENDIMENTI
Figura 4.3: Curva dei rendimenti invertita
18 CAPITOLO 4. CURVA DEI RENDIMENTI
Capitolo 5
Operazioni di mercato aperto
Le banche centrali controllano la quantità di moneta presenti nel sistema finan-
ziario attraverso operazioni di mercato aperto, distinguiamo tra due tipologie di
operazioni:
1. in questa operazione, la banca
Operazioni espansive di mercato aperto:
centrale acquista titoli pagandoli emettendo nuova moneta. Poiché acquista
titoli, la banca centrale fa aumentare la domanda di titoli e quindi aumenta
il prezzo dei titoli, come visto in precedenza tanto più è alto il prezzo tanto
minore sarà il tasso di interesse. Notiamo anche che comprando titoli attra-
verso l’emissione di nuova moneta, la banca centrale aumenta portando
s
M
quindi ad un abbassamento del tasso di interesse i;
2. la banca centrale riduce l’offerta
Operazioni restrittive di mercato aperto:
di moneta vendendo titoli. Questo provoca un aumento dell’offerta di titoli
e quindi una diminuzione del prezzo degli stessi, che sappiamo porta ad
un innalzamento dei tassi di interesse. Notiamo che vendendo titoli alle
famiglie e ricevendo in cambio moneta la banca centrale diminuisce l’offerta
di moneta determinando un aumento dei tassi.
Con queste operazioni capiamo come la politica monetaria influenza il tasso di
interesse. In effetti ad oggi le banche centrali decidono prima un tasso di interesse
"obiettivo2 e di conseguenza regolano l’offerta di moneta per raggiungerlo.
e
−
r i mbor so a scadenza P T
i = e
P T
r i mbor so a scadenza
e
P =
T 1+ i
Se allora e è inferiore al valore di rimborso.
i > 0 P T 19
20 CAPITOLO 5. OPERAZIONI DI MERCATO APERTO
Capitolo 6
Differenza tra base monetaria
e moneta
Sappiamo che la moneta è un aggregato di attività ad elevato livello di liquidità ba-
sata su un rapporto di fiducia che coinvolgono i comportamenti di diversi operatori
e il funzionamento di differenti mercati. La banca centrale ha il compito di offrire
alla moneta garanzie di fiducia e liquidità. Assolve a questo compito fornendo la
BM (base monetaria) della quale risponde direttamente registrandola al passivo del
proprio bilancio. Solo una parte della BM viene stampata sotto forma di moneta
e immessa nei mercati come circolante. La BM prende originariamente forma di
liquidità bancaria accreditata nei conti correnti di gestione che le banche hanno
presso la banca centrale. Attraverso questi conti le banche assolvono all’obbligo
di riserva sui depositi e regolano i pagamenti tra banche sia per conto loro che
per conto della clientela. In tal modo svolgono il compito di distribuire la BM su
mercati monetari e finanziari. Relazione di equilibrio della BM:
BM + BM = BM
EC B BI
Il primo termine indica la base monetaria dell’economia, che aggrega famiglie e
le imprese, il secondo termine è la base monetaria bancaria, mentre l’ultimo si
configura come base monetaria della banca d’Italia (banca centrale). La domanda
di moneta della banca centrale e la relativa quantità di moneta emessa dalla banca
centrale è chiamata base monetaria. E ha due componenti domanda di moneta da
parte dell’economia e da parte delle banche. Non tutta la BM che viene emessa
dalla banca centrale viene stampata sotto forma di moneta, intesa come circolante,
ma una parte va a formare la riserva obbligatoria della banca.
21
22 CAPITOLO 6. DIFFERENZA TRA BASE MONETARIA E MONETA
Capitolo 7
Definizione aggregati
monetari
Partiamo con una diversificazione fondamentale per introdurre il concetto di liqui-
dità. Distinguiamo:
• Liquidità primaria: mezzi di pagamento utilizzabili direttamente negli scambi,
rientrano nella prima categoria la ovvero monete e banconote e anche
BM
EC
depositi bancari in conto corrente.
• Liquidità secondaria: attività monetarie ad alto grado di liquidità, ma non
direttamente utilizzabili come mezzo di pagamento, per svolgere questa fun-
zione devono essere trasformate in liquidità primaria con costi di conversione
che ne riducono la liquidità, ne rientrano: i depositi vincolanti, ovvero de-
positi con scadenza fino a due ani e quelli rimborsabili con preavviso fino a
tre mesi, i titoli monetari e le quote monetarie. Il loro grado di liquidità si
abbassa poiché i loro costi e tempi di trasferimento sono maggiori.
Noi utilizziamo gli aggregati monetari per misurare la quantità di moneta e di atti-
vità rapidamente liquidabili presenti in un sistema economico in un dato momento.
Gli aggregati monetari sono tre e hanno un grado di liquidità decrescente:
• + Depositi bancari in c.c
M1: BM
EC
• M1 + Depositi vincolati
M2:
• M2 + TM (titoli monetari) + QM (quote monetarie)
M3: 23
24 CAPITOLO 7. DEFINIZIONE AGGREGATI MONETARI
Capitolo 8
Manovre monetarie
espansive/restrittive nel
modello IS-LM
8.1 Curva IS
La IS è data dalla seguente relazione:
−
Y = C(Y T ) + I(Y, i ) + G
Ci dice che per un dato valore di interesse i, la domanda è una funzione crescente
dalla produzione. Un aumento del tasso di interesse riduce l’investimento ciò
porta a sua volta ad una riduzione del consumo e l’investimento. Un maggior
tasso è associato a un livello inferiore di produzione. Questa relazione fra Y e i è
rappresentata dalla IS. La curva IS descrive il livello di equilibrio della produzione
per dati valori di i. Essa è disegnata per dati valori "I" imposte e spesa pubblica
"G". Consideriamo un aumento delle imposte, ciò porta ad una riduzione del
reddito e quindi a una riduzione del consumo in fine ciò porta a una riduzione
della domanda e della produzione. Ciò si traduce in uno spostamento verso la
sinistra della IS. In generale, per ogni dato livello di i, ogni fattore che fa diminuire
l’equilibrio nella produzione sposta la IS sinistra, mentre ad ogni fattore che fa
aumentare l’equilibrio nella produzione sposta la IS a destra.
8.2 Curva LM
L’equazione e ∗
M = Y L(i )
stabilisce una relazione tra moneta, reddito nominale e tasso di interesse. Riscri-
viamo la relazione in termini reali, dividendo tutto per P:
M ∗
= Y L(i )
P 25
CAPITOLO 8. MANOVRE MONETARIE ESPANSIVE/RESTRITTIVE NEL
26 MODELLO IS-LM
Figura 8.1: Curva IS
dove il primo termine indica l’offerta reale di moneta, mentre il secondo il reddito
reale moltiplicato per la funzione decrescente del tasso di interesse. Questa rela-
zione e