Anteprima
Vedrai una selezione di 20 pagine su 93
Macroeconomia Pag. 1 Macroeconomia Pag. 2
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 6
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 11
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 16
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 21
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 26
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 31
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 36
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 41
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 46
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 51
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 56
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 61
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 66
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 71
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 76
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 81
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 86
Anteprima di 20 pagg. su 93.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia Pag. 91
1 su 93
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

A B

-minore disoccupazione, ma maggiore inflazione

- minore inflazione, ma maggiore disoccupazione

La riformulazione: il ruolo del tasso atteso di inflazione (caso 1995-2013, posso far variare qualsiasi tasso di

disoccupazione ma l’inflazione non cambia non abbiamo più trade off.

La curva di Phillips si sposta?

Tuttavia, dal 1970 in poi il trade-off fra tasso di inflazione e tasso di disoccupazione scomparve.

Perché la curva di Phillips originaria è scomparsa? La risposta a questa domanda è: Perché coloro che fissano i salari

hanno cambiato il modo di formulare le aspettative sull’inflazione.

A sua volta, questo cambiamento fu il risultato di un cambiamento nel comportamento dell’inflazione. Il tasso di

inflazione divenne più persistente, cioè un anno di inflazione elevata sarebbe stato seguito da un altro anno di

inflazione ancora elevata.

Con il linguaggio della macroeconomia le aspettative di inflazione, che fino a quel momento erano rimaste

sostanzialmente costanti, perdettero l’ancoraggio.

Un «trade-off» apparente e la sua scomparsa.

Supponiamo che le aspettative si formino in base alla relazione seguente:

A parole: l’inflazione attesa quest’anno dipende in parte da un valore costante, , con peso (1 – θ) , e in parte

dall’inflazione effettivamente realizzata l’anno precedente, che denoteremo con πt – 1 , con peso θ.

Quanto maggiore è il valore di θ, tanto più l’inflazione passata spinge i lavoratori e le imprese a rivedere le proprie

aspettative sull’inflazione futura. Un aumento dell’inflazione nell’anno t – 1 comporta un aumento (con un peso θ)

dell’inflazione attesa nell’anno t.

θ→ tetra

0<θ<0 (valore compreso tra 0 e 1) ?

Aspettative e Curva di Phillips.

NAIRU (non accelerating inflation rate of an employment)

Inflazione e disoccupazione negli Stati Uniti, 1996-2018. Dalla metà degli anni Novanta, la curva di Phillips negli Stati

Uniti ha preso la forma di una relazione tra tasso di inflazione e tasso di disoccupazione.

Indicizzazione salariale

L’indicizzazione dei salari, un meccanismo che adegua automaticamente i salari all’inflazione, diventa una condizione

imprescindibile.

Questi cambiamenti a loro volta inducono una risposta più forte dell’inflazione alla disoccupazione. Per vederlo,

ricorriamo a un esempio basato sull’indicizzazione salariale.

Consideriamo un’economia con due tipi di contratti di lavoro. Una proporzione λ di contratti è indicizzata: i salari

nominali si muovono nella stessa misura dei prezzi. Una proporzione (1 – λ) di contratti non è indicizzata: i salari

nominali sono fissati sulla base dell’inflazione attesa.

IL MODELLO IS-LM-PC: IL MEDIO PERIODO

Dal Breve al Medio Periodo. Vicino al modello IS-LM mettiamo la Curva di Phillips (PC).

̅

IS: C=in funzione del reddito disponibile =tax interesse reale inteso come target- usato come policy x= premio per il

+ ( − )

rischio. 0 1

LM: r=i- →

PC: (u- ) dipende dalla distanza, tale distanza determina la dinamica dei prezzi scritta come NAIRU

→Così scritto il sistema non è molto chiaro perché nella IS si ha il PIL e nella PC abbiamo il tasso di disoccupazione

 

Se PIL allora u

 

Se PIL allora u

Riscriviamo la curva di Phillips nella forma che esprime la relazione tra tasso di inflazione e produzione Y.

Y=N (funzione di produzione)

N= numero di persone che sono occupate

L=forza lavoro

(1-u) = percentuale degli occupati

Y= F (K, N)*A (l’effetto della produttivo della produzione dipende anche dal livello della tecnologia (A)

Y=K*N*A questi sono 3 fattori che si moltiplicano tra loro

A=1 K=1 otteniamo Y=N

PASSAGGI: date le varie trasformazioni riscriviamo IS-LM-PC

Perciò il sistema IS-LM-PC può essere riscritto come: inflazione sta crescendo

inflazione si riduce

(y- ) è una retta crescente

se y fosse maggiore di allora c’è pressione

sulle risorse e si riflette in aumento dei prezzi

∆ > 0 →deflazione

∆ < 0

se y< allora

Produzione e inflazione

Riquadro superiore: un minor tasso reale porta a una maggior produzione. Riquadro inferiore: una maggior

produzione porta a un’inflazione più elevata.

rappresentazione dell’equazione 9.1 tra produzione Y e tasso reale r, fissato il livello delle

imposte T, il premio per il rischio x e la spesa pubblica G. La relazione IS, che ha pendenza negativa, e riportata nel

riquadro superiore della figura 9.1. Quanto minore è il tasso reale r, tanto è maggiore il livello della produzione.

Quindi un minor tasso di interesse reale aumenta l’investimento, che a sua volta aumenta la domanda, che a sua

volta aumenta la produzione. L’aumento della produzione, a sua volta, aumenta ulteriormente il consumo e

l’investimento, portando a un ulteriore aumento della domanda e così via.

Figura 9.1

(1) Una politica Monetaria restrittiva (dal breve al medio periodo): dal disequilibrio all’equilibrio

Figura 9.2

La banca centrale risponderà all’output gap positivo aumentando il tasso reale per eliminare la pressione

sull’inflazione e per riportare la produzione al suo livello potenziale. Il processo di aggiustamento e l’equilibrio di

breve periodo sono rappresentati dalla figura 9.2. Supponiamo che l’equilibrio iniziale, sia nel riquadro superiore che

in quello inferiore della figura si trovi in corrispondenza del punto A. Se la banca centrale aumenta dopo un certo

periodo di tempo il tasso reale, l’economia si muoverà lungo la curva IS, dal punto A al punto A’. La produzione

diminuisce. Per quanto riguarda il riquadro inferiore, man a mano che la produzione diminuisce e l’output gap si

riduce: l’economia si sposta lungo la curva PC, da A a A’.

In corrispondenza del punto A’, l’economia raggiunge il suo equilibrio di medio periodo. Nel medio periodo, la

produzione torna al suo livello naturale: Y=Yn. Allo stesso modo, la disoccupazione torna al tasso naturale di

disoccupazione: U=Un. Con una disoccupazione al tasso naturale, il tasso di inflazione torna al tasso obbiettivo

= ̅.

Ricorda che nel mercato Monetario la LM è:

Quindi a destra ho un valore costante. Quindi anche a sinistra devo avere un valore costante.

Questo implica che se l’inflazione cresce in una certa proporzione anche l’offerta di moneta deve crescere nello

stesso ammontare.

, π

̅ π

Se indichiamo con = ∆M/ = ∆/ allora in equilibrio = perchè deve essere verificato che =

ℎ .

= +

Tale risultato implica che nel medio periodo la politica monetaria non influenza le variabili reali. Neutralità della

moneta.

- Politica Monetaria e medio periodo: Neutralità.

(Si suppone di essere nell’equilibrio A

Siamo in un livello di produzione a destra di (prod. potenziale) nel MP è possibile che i prezzi si aggiustino e si è in

una situazione di surriscaldamento economico

-mercato del lavoro otre Un

-sistema economico cresce velocemente

→La BCE aumenta i tassi di interesse applica una politica monetaria restrittiva.

Se proietto y nello schema dato incontro PC dove però registro un’accelerazione dell’inflazione.

  allora  →

se r LM va verso l’alto q? si sposta in delta’se r l Y demoltiplicazione dell’economia) ???????

pezzo ale

Lo zero lower bound e le spirali deflazionistiche.

Consideriamo ora il caso, rappresentato nella figura successiva, in cui l’economia si trova in recessione. Dato il tasso

reale r e la posizione della curva IS, l’equilibrio è nel punto A.

La produzione è pari a Y, al di sotto del suo livello naturale Yn , per cui l’output gap è negativo, e l’inflazione è

inferiore all’obiettivo.

Se l’output gap è molto grande e pertanto l’inflazione è molto al di sotto dell’obiettivo, questo può significare che

l’inflazione è negativa, cioè che l’economia si trova in deflazione.

Figura 9.3 la spirale deflazionistica Per tornare a Yn il tasso reale di interesse

.

dovrebbe essere ridotto fino a

• Notiamo che con forte recessione il tasso

reale di interesse potrebbe essere negativo

• Figura 9.3 del testo Blanchard.

Figura 9.3 Se lo zero lower bound impedisce alla politica monetaria di riportare la produzione al livello potenziale, il

risultato piò essere una spirale deflazionistica. Via via che l’inflazione diviene più negativa il tasso reale aumenta, che

a sua volta porta a una minore produzione e a una maggiore deflazione.

-Lo zero lower bound potrebbe rendere impossibile per la banca centrale raggiungere un tasso reale negativo,

perché il tasso nominale più basso possibile è un tasso dello 0%. Se però c’è deflazione, il tasso reale più basso che la

politica monetaria può raggiungere in termini reali è in realtà positivo e pari al tasso di deflazione.

Ciò significa che la banca centrale potrebbe non essere in grado di ridurre il tasso reale in misura sufficiente da

riportare la produzione al potenziale.

Supponiamo ad esempio che il tasso nominale sia pari a zero e l’inflazione sia pari a – 2%. In questo caso il tasso

reale r = i – π è r = 0% – (– 2%) = 2%!!

-Supponiamo che la banca centrale non possa diminuire il tasso reale al di sotto di r (oppure che possa diminuire il

tasso reale in qualche misura, ma non fino a rn) Che cosa succede allora?

Spirale deflazionistica

Questo scenario non è solo una congettura teorica. È uno scenario che rappresenta bene ciò che avvenne durante la

Grande Depressione. Come mostriamo nell’Approfondimento «La deflazione durante la Grande Depressione», dal

1929 al 1933 l’inflazione si trasformò in una sempre più elevata deflazione, portando ad un costante aumento del

tasso reale e facendo diminuire la spesa e la produzione, fino a quando non vennero adottate altre misure di politica

economica e l’economia invertì la sua rotta.

(2) Consolidamento fiscale. Una rivisitazione della politica fiscale restrittiva

In questo paragrafo esaminiamo di nuovo il consolidamento fiscale (ossia una manovra fiscale restrittiva) mettendo

alla prova il modello IS-LM-PC. Analizziamo però non solo gli effetti di breve periodo, ma anche quelli di medio

periodo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
93 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LauraBo44 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Travaglini Roberto.