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ESEMPIO:
Immaginiamo un’economia in forte disavanzo commerciale, per cui l’obiettivo del governo è quello di
eliminare questo disavanzo commerciale ma mantenere il livello di reddito inalterato al livello
iniziale. In corrispondenza del punto A (equilibrio nel mercato dei
beni) si ha un disavanzo commerciale (NX < 0). Il governo
vuole mantenere il reddito invariato al livello iniziale Y, ma
ridurre il disavanzo commerciale.
Si potrebbe attuare una politica del tasso di cambio riducendo il tasso di cambio reale (), in modo
tale da poter stimolare le esportazioni e ridurre le
importazioni con conseguente aumento dell’equilibrio
della bilancia commerciale (NX = 0). In questo modo però
aumenterebbe anche ZZ e quindi di conseguenza anche il
reddito (Y)
Attuando invece una politica fiscale restrittiva (es:
riduzione della spesa pubblica G), andrebbe a garantire
l’equilibrio della bilancia commerciale (NX = 0) ma si
andrebbe a ridurre il reddito.
Pertanto, è necessario una combinazione di queste due politiche.
Infatti, una riduzione della spesa pubblica (G), causato
dalla politica fiscale restrittiva, fa ridurre il reddito e di
conseguenza si riduce anche ZZ. Questa riduzione
dev’essere tale da riportare ZZ al livello iniziale, in questo
modo il reddito rimane invariato al livello iniziali Y.
La NX non si sposta perché la politica fiscale va ad
impattare sul reddito (Y) e basta. La riduzione del reddito
(Y) però comporta una riduzione delle importazioni e
quindi un aumento delle esportazioni nette (NX), ci si
muove verso sx lungo la retta NX’.
A seconda delle condizioni iniziali del Paese in analisi bisognerà attuare determinate combinazioni di
politiche fiscali e politiche del tasso di cambio: (1) (2)
(3) (4)
• [Caso 1] Se il paese è inizialmente caratterizzato da bassa produzione e da un avanzo
− > 0):
commerciale (NX > 0, per cui per aumentare il livello di reddito dovrà essere attuata
una politica fiscale espansiva (es. aumento della spesa pubblica G) in modo tale da aumentare ZZ,
invece, per stabilire l’equilibrio della bilancia commerciale potrebbe essere attuato sia un
deprezzamento reale che un apprezzamento reale. La scelta di quest’ultimo dipende dall’impatto
della politica fiscale sul livello di reddito, perché:
- se ad esempio la politica fiscale genera un incremento di reddito sufficientemente elevato da
comportare un notevole incremento delle importazioni allora si potrebbe generare un
disavanzo commerciale (NX < 0), in tal caso sarà necessario una politica del tasso di cambio
tramite un deprezzamento reale per stimolare le esportazioni e ridurre le importazioni
cercando di riportare la bilancia commerciale in equilibrio (NX = 0).
- può generarsi anche un aumento del reddito che genera una riduzione dell’avanzo
commerciale, ma ci si trova sempre in una situazione di avanzo commerciale, per cui non è
necessario un deprezzamento reale.
• [Caso 2] Se il paese è inizialmente caratterizzato da bassa produzione e da un disavanzo
− < 0):
commerciale (NX < 0, per cui in questo caso si dovrà attuare sicuramente una
politica del tasso di cambio del tipo deprezzamento reale, invece, è ambiguo l’impatto della
politica fiscale. In particolar modo: Il punto A è il punto di equilibrio.
Se NX < 0 (disavanzo comm.) allora Z < D. Da ricordare che
nel punto in cui si ha l’equilibrio della bilancia commerciale la
DD interseca la ZZ.
Questo vuol dire che in A si ha che DD > ZZ. )
Bisognerà attuare un deprezzamento reale (riduzione di in
modo tale da aumentare le esportazioni e ridurre le
importazioni per permettere un aumento della bilancia
commerciale (NX). Così facendo la retta NX aumenta (trasla
verso l’alto) e si verifica un aumento anche della retta ZZ
(trasla verso l’alto). In corrispondenza del nuovo punto A’ ci
si trova in disavanzo commerciale (NX < 0).
A questo punto quindi sarà necessaria una politica fiscale
restrittiva (es. riduzione della spesa pubblica G) per far traslare
la ZZ verso il basso (ZZ’’) in modo tale da portare il reddito al
punto B che corrisponde con il punto di equilibrio della bilancia
commerciale ( ).
Nella tabella iniziale viene messo il punto interrogativo sulla
politica fiscale (G?) perché non è detto che nel momento in cui
viene attuato il deprezzamento reale si vada a generare un
disavanzo commerciale. Ad esempio, in corrispondenza del nuovo
punto di equilibrio si può generare un avanzo commerciale, come
mostrato dal cerchio arancione nel grafico a destra.
In questo caso di avanzo commerciale per riportare la bilancia
commerciale in equilibrio sarà necessaria un ulteriore politica
fiscale, ma questa volta di tipo espansivo (es. aumento spesa
pubblica G) per aumentare il livello di reddito ed ottenere il
punto B sulla nuova curva ZZ’’.
Uno sguardo alla dinamica: la curva J
Fino ad ora abbiamo ipotizzato che ad una qualsiasi variazione del tasso di cambio reale ()
corrispondesse una variazione immediata delle esportazioni e delle importazioni. In realtà queste non
si aggiustano immediatamente, ma ci vuole del tempo prima che i consumatori e le imprese
aggiustino le proprie scelte al variare del tasso di cambio reale (). ):
Analizziamo ora cosa succede nel tempo a seguito di un deprezzamento reale (riduzione di
- I beni nazionali diventano relativamente più convenienti rispetto ai beni esteri e questo
comporta un aumento delle esportazioni ed una riduzione delle importazioni. Questa
variazione di X e non avverrà subito nella fase iniziale, ma ci vorrà del tempo. Perciò
′
< )
all’inizio, a seguito di una riduzione di (con e col fatto che le esportazioni e le
− < −
importazioni non varino ci si può aspettare che , ovvero, una riduzione delle
′
.
esportazioni nette (NX) causata proprio dalla riduzione di
- Con il passare del tempo gli agenti economici rivedono le proprie scelte e quindi avverrà un
incremento delle esportazioni ed una riduzione delle importazioni a seguito del
),
deprezzamento reale (riduzione di questo comporta un aumento delle esportazioni nette
(NX). Immaginiamo che inizialmente l’economia si
trovi in disavanzo commerciale (NX < 0) e che
il deprezzamento reale si verifichi nel periodo
′
(̃ ̃ <
). Al tempo si verifica e quindi
̃ − < − che comporta una riduzione
′
) delle esportazioni nette (NX). Con il tempo le
quantità si aggiustano, e in una seconda fase
avverrà un incremento delle esportazioni ed
una riduzione delle importazioni e questo
significa che nel tempo si ha un graduale
incremento delle esportazioni nette (NX).
La curva rappresentata in figura viene chiamata curva J.
Fino ad ora abbiamo sempre parlato del tasso di cambio bilaterale, cioè quello che riguarda due
paesi.
Il tasso di cambio multilaterale e il tasso di cambio tra molti paesi. Si indica sempre con ed è:
Dove:
P = è il livello generale dei prezzi del paese che si prende in considerazione.
∗
= è il livello generale dei prezzi dei vari paesi (i) che commercializzano con il paese in questione.
= è il tasso di cambio nominale del paese preso in considerazione con il paese i (es. è il tasso di
1
cambio del paese 1 con il paese in questione)
= è la frazione di importazioni ed esportazioni del paese in questione con il paese i. In altre parole,
indica il peso che un determinato paese ha negli scambi commerciali con il paese in questione.
Modello IS-LM in economia aperta (modello Mundell-Fleming)
Finora abbiamo considerato il tasso di cambio come uno strumento controllato completamente dal
governo. In realtà non è direttamente controllato dal governo.
➢ L’equilibrio sul mercato dei beni (curva IS) si ha sempre quando la produzione (Y) è uguale alla
→ →
domanda aggregata (Z) Y = Z
Dove:
Il modello IS-LM caratterizza l’equilibrio macroeconomico nel breve periodo. L’ipotesi fondamentale
del breve periodo, a differenza del medio e del lungo periodo, è che il livello generale dei prezzi
nazionale (P) ed estero (P*) viene considerato costante. Se ipotizziamo poi che il livello generale dei
prezzi del paese in questione sia esattamente uguale a quello del paese estero allora questo significa
∗
= = .
che P = P* e di conseguenza Perciò si ottiene che il tasso di cambio reale () è
= .
esattamente uguale al tasso di cambio nominale (E), ovvero quando P = P* si ha che
Inoltre, visto che nel breve periodo il livello generale dei prezzi è considerato costante significa che il
tasso di inflazione () ed il tasso di inflazione atteso ( ) sono pari a 0. Quindi si avrà che il tasso di
→ = − = − 0 =
interesse reale (r) sarà pari al tasso di interesse nominale (i) perciò .
= = ,
Per cui, se ed allora possiamo riscrivere l’equazione IS come segue:
➢ L’equilibrio nei mercati finanziari (curva LM):
In economia chiusa abbiamo ipotizzato che gli agenti economici potessero scegliere solo tra due
attività finanziarie, cioè moneta e titoli. In economia aperta però bisogna considerare la possibilità
per gli agenti economici di poter acquistare titoli sia titoli nazionali che esteri. La condizione di non
arbitraggio implica l’uguaglianza tra il rendimento dei titoli nazionali ed il rendimento dei titoli esteri,
se così non fosse non vi sarebbe l’equilibrio sui mercati finanziari.
Riprendendo la condizione di non arbitraggio:
Affinché sia conveniente detenere titoli sia nazionali che esteri devono avere lo stesso tasso di
rendimento atteso, cioè deve valere la condizione di non arbitraggio.
∗
(1+ )
→
1 + =
Ovvero deve valere la parità dei tassi di interesse , cioè che il rendimento atteso
+1
+
dei titoli nazionali in valuta nazionale (1 ) deve essere uguale al rendimento atteso dei titoli esteri
∗
(1+ )
in termini di valuta nazionale ( ).
+1
∗
(1+ )
1 + >
Se si verifica