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Le crisi economiche e finanziarie: fenomeni macroeconomici interpretazione e soluzioni attraverso i principi classici, keynesiani (= interventismo statale) e neoclassici.
Crisi del 2008 che inizia da un settore specifico, del subprime= prodotti e mutuo ad alto rischio, disegnati per una clientela con alti livello di studio e prospettiva di crescita esponenziale del reddito (redditi molto bassi all'inizio: universitari) queste famiglie si possono concedere di pagare dei mutui con delle rate basse all'inizio ma crescenti nel tempo (destinati a guadagnare di più). Questi mutui però sono stati collocati sulla clientela più povera in maniera inoculata (responsabilità giudiziarie), incentivata a sottoscrivere questi mutui perché aveva delle rate iniziali molto basse ma poi le rate si alzavano e si è creata una bolla nel settore immobiliare e quando è scoppiata questa bolla sono scesi i prezzi.
degli immobili e rimanevano tante rate da pagare, quindi nessuno soddisfava le obbligazioni (default).
Stima di quanto è crollato in termini di GDP mondiale(5% è elevatissimo): la ricchezza è stata bruciata. In bluviene indicato di quanto sono crollate le borse (circa 25%).
Crisi che inizia da un mercato piccolo, di nicchia si èpropagata all'intera economia (dalla parte finanziaria aquella reale= la produzione scende, aumenta ladisoccupazione).
Ci si chiede se questo fenomeno fosse inatteso o se c'erano degli strumenti finanziari per prevedere un evento simile?
C'era un precedente analogo: NYSE 1929= crollo del mercato immobiliare a New York con la stessa bolla speculativache ha portato alla propagazione a tutta l'economia reale (no mutui subprime).
Da Adam Smith in poi (Prima guerra mondiale inclusa) tutto andava bene: i mercati si autoregolavano (mano invisibile),le istituzioni non erano molto coinvolte nella vita economica dei
paesi “I mercati tendono all’equilibrio”, ovvero:aggregando i comportamenti individuali si ottengono risultati prevedibili ed auspicabili => LAISSEZ FAIRE (Adam Smith,1798) fin quando non ci fu la crisi del 1929: economia complicata, serve un intervento esterno.
Policy maker= chi intraprende le azioni di politica economica: lo Stato e la Banca Centrale (regolamentazione: alla basec’è il Parlamento, che è l’entità più importante). Funzione di politica monetaria è affidata alla Banca centrale ma hauna delega parlamentaria (indipendente= imparzialità), diverso dagli Stati Uniti. Alle spalle dei policy maker c’è ancheuna costituzione, sono legittimati dalla Legge.
23/11/2021Interviene la Teoria generale di Keynes (nascita della macroeconomia moderna) nel 1936 (momento di grandeinflazione) in seguito alla Grande depressione del ’29 con conseguente recessione e disoccupazione:
proponel'intervento dello Stato (pensa a un intervento dei governi, non delle banche), che si deve fare carico della ripresa con politiche pubbliche (esempio: cassa integrazione, sussidi di disoccupazione). Idea che il governo intervenga, attraverso i soldi delle tasse, a favore e sostegno dell'economia; nei periodi floridi i governi dovrebbero accumulare risorse (è implicito). Esiste un ciclo politico: il mandato di un governo è relativamente breve rispetto a quello della Banca centrale ma essendo così breve i governi non agiscono secondo i precetti di accumulo, vogliono essere rieletti quindi l'idea è quella di spendere vicino alle elezioni (per ottenere voti). Le politiche di Keynes (interventismo) erano giuste per quel periodo ma poi sono state applicate nei momenti sbagliati: alcuni leader politici hanno cercato di spingere sulla leva della crescita per scopi politici ed elettorali. Esempio della politica di John Fitzgerald Kennedy (inizioAnni '60: non era un grande politico o economista; utilizzò politiche keynesiane nel momento in cui l'economia galoppava, era un momento di crescita e aspettative positive e la spesa pubblica cresce moltissimo (48%), la disoccupazione diminuisce (1,2%) ma cresce il debito pubblico (pecca): questo perché aveva degli obiettivi politici.
Nel 1972, alla vigilia delle elezioni c'è stato un episodio simile ad opera di Nixon, il quale non ha speso risorse pubbliche (tasse) ma ha usato la leva della crescita della moneta (se si ha molta moneta o liquidità in circolazione aumenta il rischio di inflazione). Ancora oggi si parla di pericolo inflazione: perché ora sta iniziando la ripresa (rebound) Nixon ha fatto lo stesso, ovvero ha iniettato liquidità quando non serviva che ha dato vantaggi nell'immediato ma poi nell'anno successivo è partita l'inflazione.
Negli anni '70 però ci fu uno shock
inflazione e più libertà economica.probabili i risultati inattesi ed indesiderabili meno incertezze sui mercati, che si sono stabilizzati e prendonopiede le banche centrali. Forte oscillazione nell’andamento dell’indice dei prezzi= varianza elevata. Piano piano i prezzi scendono e si stabilizzano. Tutto prosegue secondo i nuovi precetti della macroeconomia classica fino al 2007-08, quando emerge uno dei segnali più significativi, ovvero il crollo del settore immobiliare= fenomeno devastante (mercato subprime) porta a un effetto domino (meccanismi circolari e di trasmissione). Non basta il crollo del settore immobiliare perché dietro c’era un apparato di innovazione finanziaria (tecnologia) ma la finanza è privata (profitti elevati) mentre il controllore e regolatore è pubblico (risorse limitate). Questo ha portato a una sistematica sottostima del rischio e la storia si è ripetuta: ritorno alle politiche keynesiane, da cui non ci si scosta più la nuova.macroeconomia neoclassica si accosta a quella keynesiana. Viene meno il conflitto.- Nel breve periodo: politica diKeynes.- Nel medio-lungo periodo: politicaneoclassica (meno interventismo).
Capitolo 2 = Contabilità nazionale
Misura del PIL e calcolo del tasso d’inflazione.
Il tenore di vita e il costo di vita sono correlate (se il tenore è alto, anche il costo lo sarà). Il tenore di vita è sinonimodi benessere e si misura attraverso il PIL, che è correlato ad altre misure indicative del benessere (salute). Il costo dellavita invece indica a parità di bene, questo può costare di più o di meno a seconda dei luoghi (costa di più dove il tenore,→ovvero il PIL pro capite, è più alto si sfrutta la capacità d’acquisto dei compratori).
PRODUZIONE AGGREGATA (PIL= prodotto interno lordo): valore dei beni e servizi prodotti in un’economia (es.nazione, provincia, ecc.) in un dato arco temporale
(può essere un anno, tre mesi, ecc.).→Idea produzione all'interno di un dato confine geografico= indipendentemente dalla nazionalità di chi si trova in quei confini geografici. Questa è l'idea che distingue il PIL dal PNL (= prodotto nazionale lordo) che consiste nel valore dei beni e servizi prodotti dai residenti in un'economia, ovunque essi si trovino. Il PNL fa riferimento alla nazionalità delle persone.
Esempio: cittadino italiano che produce in Francia sta producendo PNL italiano ma PIL francese (confini geografici francesi).
PIL: 3 metodi di calcolo (stesso risultato ma procedimenti diversi)
- Valore dei beni e servizi finali prodotti nell'economia in t (arco temporale)
Finale= si elimina la contabilizzazione della produzione di beni intermedi, solo quelli che sono venduti ai consumatori➔ vendite al pubblico comprendono anche esportazioni a qualsiasi stadio – importazioni materie prime o beni intermedi.
Si devono togliere
i costi di materie prime o beni intermedi perché si deve imputare alla produzione nazionale solo ciò che è effettivamente prodotto in quei confini (si fa riferimento solo alle risorse del paese); al contrario i beni esportati sono gli unici contabilizzati, anche se sono intermedi.
2. Somma del valore aggiunto dell'economia in t (usata anche dall'ISTAT, prendendo anche i bilanci aziendali)
Valore aggiunto dalle persone: si deve prendere il valore di ciò che esce da un'impresa e il valore di ciò che entra (ricavi di vendita), togliendo gli stipendi che riguardano le persone
➔ ricavi incluse esportazioni a qualsiasi stadio produttivo - costo materie prime e/o beni comprendendo anche importazioni di materie prime e/o beni intermedi ad eccezione degli stipendi
3. Somma dei redditi (incluse le imposte) dell'economia in t
Metodo 1 e 3 sono speculari= anziché calcolare i ricavi - i costi delle cose si calcola il valore del contributo
delle persone (profitti, salari, stipendi, tasse). Tasse = imposte sulle imprese, da trattare come le remunerazioni: sono i profitti dello Stato.
1. vs. 3.: ecco perché si parla indifferentemente di reddito o prodotto! PRODUZIONE = REDDITO = OUTPUT = BENESSERE (scambiabili)
26/11/2021
Esempio con applicazione delle definizioni precedenti per calcolare il PIL:
Due sole aziende: impresa A (estrattiva) e impresa B (automobilistica); analisi semplificata: non ci sono esportazioni e importazioni e nemmeno le tasse; inoltre contiene anche i profitti (di solito non ci sono, vanno calcolati). I bilanci devono bilanciare = le colonne ricavi e costi devono ammontare allo stesso valore (= in pareggio). Se non c'è il profitto → si calcola ed è uguale a profitto = ricavi - costi: può essere anche negativo, impresa in perdita.
Dati che si ricavano dal bilancio - ricavi di vendita dell'impresa B = 210 (vendita dei prodotti finali); costi = 70 (salari) + 100 (acquisto
dall'impresa A) + 40 (profitti);- ricavi di vendita dell'impresa A= 100; costi= 80 (salari) + 20 (profitti)
Metodo 1- L'impresa A produce solo beni interm