S
Trasformazione 2-3: dQ=0 e ds=0 (isoentropica)
Trasformazione 3-4: T = cost, con T < T
i i s
Trasformazione 4-1: dQ=0 e ds=0 (isoentropica)
Per realizzare il ciclo di Carnot in pratica si potrebbe considerare la trasformazione di una sostanza pura al
di sotto della curva limite di saturazione, solo in questo modo è possibile eseguire una somministrazione
di calore che sia isobara e isoterma al tempo stesso. La trasformazione 1-2 si può realizzare
somministrando calore e portando la sostanza da liquido saturo a vapore saturo. Analogamente la
trasformazione 3-4 può essere eseguita sottraendo calore ad una miscela di liquido e vapore a titolo
elevato causando una condensazione che riduce il titolo del vapore nelle condizioni finali. Il principale
ostacolo derivante dall'operare con sistemi bifasici è costituito dalla massima temperatura raggiungibile
nel ciclo, la quale deve necessariamente essere inferiore a quella del punto critico.
L'espansione adiabatica 2-3 può essere realizzata impiegando una turbina (ovvero un dispositivo
costituito da eliche rotanti nelle quali entra il gas a pressione alta che, passando in sezioni via via più
grandi, diminuisce trasformando l'energia iniziale in lavoro utile). Il principale inconveniente è
rappresentato dalla graduale diminuzione del titolo durante questa espansione e, quindi, dalla comparsa
della fase liquida. La presenza delle goccioline di liquido può essere dannosa perchè può portare ad una
ossidazione delle parti metalliche o perchè, impattando con le pale che girano ad alta velocità, può
danneggiarle.
Analogamente la compressione adiabatica 4-1 è ugualmente resa difficile dalla presenza iniziale delle due
fasi nonchè dalla difficoltà di arrestare il processo di condensazione 3-4 esattamente nel punto 4.
Il ciclo Rankine
Il ciclo Rankine è il ciclo reale che meglio approssima il ciclo di Carnot ideale e prevede l'uso dell'acqua
come fluido evolvente. Esso consente di superare tutti gli ostacoli visti in precedenza, ovviamente a
scapito del rendimento globale.
La principale differenza consiste nell'estendere la somministrazione di calore anche alla fase gassosa,
portando cioè il fluido che entra in turbina allo stato di vapore surriscaldato (pertanto al disopra della
curva limite la temperatura aumenterà, mentre la pressione rimane costante). In tal modo la fase di
espansione isoentropica ha luogo quasi integralmente nel campo dei vapori surriscaldati e solo nella parte
terminale vede la comparsa della fase liquida, la quale, peraltro, deve rimanere assai contenuta.
Similmente la fase di condensazione viene estesa fino a raggiungere lo stato di liquido saturo, in tal modo
la successiva compressione adiabatica può essere fatta avvenire in una pompa (che tratta solo liquidi)
anzichè in un compressore (che tratta i gas) con notevole risparmio in termini di lavoro speso. Il liquido
infatti è sostanzialmente incompressibile e quindi il suo volume specifico varia di pochissimo,
consentendo di ridurre il lavoro. All'uscita dalla pompa il fluido si trova così nelle condizioni di liquido
sottoraffreddato, alla stessa pressione alla quale avverrà la somministrazione di calore successiva, ma a
temperatura più bassa rispetto alla corrispondente temperatura di saturazione. Pertanto la
somministrazione di calore inizia con una temperatura bassa, poi, raggiunta la temperatura di
saturazione, rimane costante durante tutto il cambiamento di stato e poi aumenta ancora.
Componenti fisici del ciclo Rankine e rappresentazione del ciclo Rankine semplice ideale
Le suddette trasformazioni avvengono all'interno di quattro dispositivi, tutti assimilabili a sistemi aperti a
flusso stazionario:
1-2: pompa, compressione isoentropica
2-3: caldaia, somministrazione di calore isobara e, in parte, isoterma
3-4: turbina, espansione isoentropica
4-1: condensatore, sottrazione di calore a pressione e temperatura costante
Per ciascuno di questi dispositivi a flusso stazionario è possibile scrivere l'equazione del primo principio
(con riferimento all'unità di massa di fluido evolvente) in modo da compiere l'analisi energetica delle
diverse trasformazioni. Tenendo conto che durante le trasformazioni isoentropiche non c'è scambio di
calore e che durante le somministrazioni di calore il lavoro si azzera perchè non ci sono parti mobili, e
trascurando le variazioni di energia cinetica e potenziale, si ha:
pompa:
caldaia:
turbina:
condensatore:
pertanto il rendimento termico del ciclo Rankine è dato da:
e tenendo conto che il lavoro di pompa è spesso trascurabile si può altresì scrivere:
Per poter aumentare il rendimento del ciclo Rankine sono state elaborate diverse possibili soluzioni, fra
cui l'abbassamento della pressione di condensazione, l'aumento della temperatura di surriscaldamento
del vapore, l'aumento della pressione in caldaia, il risurriscaldamento e la rigenerazione. In tutti i casi il
calore ceduto all'ambiente mediante il condensatore rappresenta una sorta di "scarto" ceduto a pozzi
termici come i mari, i fiumi o l'atmosfera. In molti casi però questo calore di scarto può essere
convenientemente riutilizzato per far funzionare dispositivi industriali che necessitano di temperature più
basse (150-200°C) oppure per alimentare sistemi di tele-riscaldamento. In questi casi si parla di
cogenerazione.
VIDEO ESERCITAZIONE SULLE PROPRIETA’ DELLE MISCELE L-V
Macchine a ciclo inverso a compressione di
vapore
In maniera analoga a quanto si è visto per il ciclo di Carnot diretto, anche quello inverso potrebbe essere
realizzato praticamente soltanto all'interno della zona delle miscele sature di liquido e vapore di un
refrigerante.
La trasformazione 1-2 in cui si preleva calore dalla sorgente fredda può essere eseguita in un evaporatore
che opera a temperatura e pressione costante in virtù del cambiamento di fase. La compressione
isoentropica 2-3 dovendo trattare una miscela di liquido e vapore richiederebbe un dispositivo
(compressore) in grado di trattare entrambe le fasi contemporaneamente, il che è di difficile realizzazione
pratica. La cessione di calore a temperatura costante 3-4 può essere realizzata abbastanza facilmente in
un condensatore il quale opera a pressione e temperatura cosatante portando il fluido da vapore saturo a
liquido saturo. L'ultima trasformazione, l'espansione isoentropica 4-1, è anch'essa difficile da realizzare
per la complessità di effettuare un'espansione in presenza di un elevato contenuto di fase liquida.
Pertanto, come per il ciclo diretto, anche il ciclo indiretto non può essere approssimato in maniera
adeguata.
Le difficoltà che si incontrano nella realizzazione pratica del ciclo inverso di Carnot possono essere
superate con la realizzazione del ciclo inverso a compressione di vapore ideale, nel quale l'assorbimento
di calore viene fatto proseguire fino al raggiungimento della condizione di vapore saturo secco in modo
che la successiva compressione isoentropica possa avvenire nella zona dei vapori surriscaldati. Ciò
comporta evidentemente che la successiva cessione di calore, iniziando nella zona dei vapori
surriscaldati, non possa più essere isoterma ma lo sarà nel solo tratto al disotto della curva limite.
Raggiunto lo stato di liquido saturo la successiva espansione viene fatta avvenire in una valvola di
laminazione, un dispositivo assai semplice costituito da una strozzatura nella quale avviene una
trasformazione irreversibile caratterizzata da entalpia iniziale e finale costante. In tal modo non si
recupera alcun lavoro (cosa che potrebbe essere ottenuta impiegando una turbina), ma date le difficoltà
insite nell'espansione bi-fasica e il costo di un simile dispositivo si preferisce rinunciare in favore della
semplicità di realizzazione della valvola di laminazione.
In sintesi le trasformazioni che avvengono sono dunque le seguenti:
1-2 compressione isoentropica in un compressore,
2-3 cessione di calore a pressione costante in un condensatore,
3-4 laminazione in una valvola o in un tubo capillare,
4-1 assorbimento di calore a pressione costante in un evaporatore.
Il refrigerante entra nel compressore come vapore saturo nello stato 1 e viene compresso
isoentropicamente fino alla pressione del condensatore. La sua temperatura aumenta ad un valore
superiore a quello del pozzo termico. Il refrigerante entra nel condensatore come vapore surriscaldato
nello stato 2 ed esce, a seguito della cessione di calore verso il pozzo termico, come liquido saturo nello
stato 3. Il refrigerante viene laminato fino alla pressione dell'evaporatore passando attraverso una valvola
o un tubo capillare. La sua temperatura scende al di sotto dell'ambiente refrigerato. Il refrigerante entra
nell'evaporatore nello stato 4, come miscela satura di liquido e vapore a basso titolo ed evapora
completamente assorbendo calore dall'ambiente refrigerato. Infine il refrigerante che esce
dall'evaporatore come vapore saturo torna nel compressore per ripetere il ciclo.
Il ciclo inverso a compressione di vapore ideale non è un ciclo completamente reversibile poichè il
processo di laminazione è irreversibile. L'equazione del primo principio per i sistemi aperti a flusso
stazionario, riferita all'unità di massa si riduce all'espressione:
e tenendo conto che, come nel caso precedente, sia le quantità di calore scambiato sia il lavoro possono
essere espresse in funzione delle variazioni di entalpia, ne consegue che il coefficiente di prestazione COP
può essere scritto come segue, a seconda che si tratti di un ciclo frigorifero:
o di una pompa di calore:
VIDEO ESERCITAZIONE SUI CICLI INVERSI_
VIDEO ESERCITAZIONE SULLE POMPE DI CALORE_
Macchine a ciclo inverso ad assorbimento
Le macchine frigorifere trattate in precedenza richiedono per il loro funzionamento l'assorbimento di
energia meccanica per la compressione del vapore o del gas. Tuttavia, poichè tale energia meccanica è
normalmente il risultato dell'utilizzo di motori elettrici e l'energia elettrica è ricavata da impianti che
convertono energia termica, sembrerebbe più logico e auspicabile riuscire ad alimentare un ciclo
frigorifero direttamente con energia termica. Una possibilità di questo tipo è offerta dalle macchine
frigorifere ad assorbimento.
Queste si basano sull'impiego di due fluidi in grado di formare una miscela omogenea in fase liquida: uno
a più alta tensione di vapore (il soluto) che fa da fluido frigorigeno, e uno a tensione di vapore più bassa
che fa da solvente. Coppie usuali sono quelle composte da NH (soluto) e H O (solvente) o H O (soluto) e
3 2 2
LiBr (solvente). Lo schema di funzionamento &e
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Macchine Termiche e il Secondo Principio della Termodinamica
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Macchine
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Macchine termiche, ciclo di Carnot
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Macchine e sistemi energetici