Linguistica e semantica: comprensione delle relazioni tra lessemi e fonetica
Relazioni tra i lessemi
Star sveglio se dormi non sei sveglio, se sei sveglio non dormi. L’ultimo rapporto tra i lessemi è l’inversione, la quale si basa su quei lessemi che esprimono la stessa relazione vista da due prospettive diverse: dare - ricevere, entrare - uscire, marito - moglie, genitore - figlio, comprare - vendere, fare lezione - seguire lezione, insegnare - apprendere, parlare - ascoltare.
Rapporti tra i lessemi (generici)
- Traslati o spostamenti di significati, vale a dire quei significati che si allontanano dal significato originario (metafore, metonimie, meccanismi semantici che operano sul significato). Esempio: piove a catinelle.
Gli elementi di semantica frasale
Si definisce enunciato una frase considerata dentro una situazione comunicativa, come un segmento all’interno di un atto discorsivo. Gli elementi cruciali per interpretare il valore degli enunciati (dunque il loro significato) sono i connettivi: le congiunzioni coordinanti e subordinanti. Altri connettivi che hanno il valore di operatori logici, che ci aiutano a comprendere logicamente il senso del discorso: benché, malgrado, sebbene, come, etc.
Produrre un enunciato equivale a compiere 3 atti distinti. Il primo tra questi è l’atto locutivo o locutorio, che consiste nel formare una frase in una data lingua, utilizzando la sua struttura grammaticale e fonetica. Il secondo atto è l’atto illocutivo o illocutorio, che consiste nell’intenzione con cui pronunciamo l’enunciato. Si va dunque a pronunciare ogni enunciato con una intenzione. Infine, l’ultimo atto è quello perlocutivo o perlocutorio, che consiste nell’effetto che si provoca nel destinatario del messaggio.
Un altro concetto importante della semantica frasale è la presupposizione, il concetto più rilevante dei significati non detti.
Esercizio di semantica
Trova tutte le relazioni possibili tra le seguenti parole. Leggero, cibo, lieve, pesante, frutta.
- Leggero-pesante: antonimia
- Leggero-lieve: sinonimia
- Frutta-cibo: iponimia
- Cibo-leggero: solidarietà semantica
- Cibo-pesante: solidarietà semantica
- Lieve-pesante: antonimia
La fonetica
In precedenza abbiamo parlato di significante, il cui mezzo fisico primario è quello fonico-acustico. La fonetica presa in esame ha a che fare con la fonetica articolatoria, per quanto esistano anche la fonetica acustica e la fonetica uditiva. Tuttavia, per comprendere il meccanismo fonetico è necessario il primo schema visibile nella scheda che segue, che illustra la struttura anatomica e organica. I suoni generalmente vengono emessi espirando l’aria, dunque il flusso d’aria è egressivo, noi pronunciamo i cosiddetti atti di fonazione, dunque i suoni linguistici.
Questo aspetto più anatomico viene usato anche dai cantanti, i quali producono le diplophonie, una emissione di un suono doppio, di due note diverse contemporaneamente. Questi suoni sono prodotti da cicli molto rapidi di chiusure e aperture delle corde vocali, facendole vibrare. Nel primo disegno grafico, sono descritti alcuni elementi che hanno a che fare coi luoghi che usiamo per produrre suoni diversi (lingua, laringe, glottide, palato, denti, ecc.). In buona sostanza, vi sono luoghi dell’apparato fonatorio che sono specifici per l’emissione dei suoni (consonanti velari, che si producono attraverso velo, ad esempio).
Noi produciamo suoni e, oltre ad impegnare luoghi dell’apparato fonatorio, applichiamo determinati modi per produrre dei suoni. I suoni che produciamo sono di due tipi: vocali e consonanti. Quando emettiamo delle vocali, ad esempio, non mettiamo ostacoli interni al flusso dell’aria, all’egressione del suono, nulla ostacola l’aria ad uscire. Le consonanti, invece, sono caratterizzate dal fatto che per essere prodotte si frappone un ostacolo al passaggio dell’aria. A seconda dell’ostacolo completo o meno, noi dividiamo le consonanti in occlusive e fricative. Vi è dunque un luogo e un modo.
Per quanto riguarda le vocali, essendo suoni prodotti senza ostacoli, non interviene il modo in cui le pronunciamo, ma la conformazione che la nostra cavità orale assume per produrre il suono (vedi secondo schema del trapezio vocalico che fa riferimento alla posizione della lingua avanzata o arretrata). Le vocali si differenziano in base al movimento della lingua nella cavità orale. Ulteriore parametro per le vocali è la posizione delle labbra per l’emissione di un suono. Inoltre, oltre a consonante e vocale, esiste una terza categoria nel paesaggio fonetico: la semi vocale o la semi consonante, dei suoni intermedi tra la vocale e la consonante, in entrambe vi è una parziale occlusione (c’è quindi un piccolo ostacolo nella fuoriuscita dell’aria).
Tabella 3.1 della scheda
Poiché ci sono diversi sistemi di culture delle lingue, i linguisti hanno individuato un codice comune a tutte le lingue europee, con una grafia stabilita per identificare i suoni e catalogarli, riunendoli nell’alfabeto fonetico internazionale. Questa tabella riporta i suoni che compaiono nell’italiano standard. Innanzitutto, la tabella ha nella colonna verticale i modi di articolazione. Al contrario, nella colonna orizzontale ha i luoghi di articolazione. SR e SN stanno per sorda o sonora.
Tabella 3.2 della scheda
Le occlusive
- Occlusiva sorda bilabiale p: panino, pesce, pirata.
- Occlusiva sonora bilabiale b: bocca, bello.
- Occlusiva sorda dentale t: topografia, topolino.
- Occlusiva sonora dentale d: dito, deuteronomio.
- Occlusiva velare sorda k: cane, casa.
- Occlusiva velare sonora g: ghepardo, goal.
- Occlusiva uvulare sorda q: Iraq.
Le fricative
- Fricative bilabiale sorda: tipo (pronuncia toscana).
- Fricativa bilabiale sonora: come la B in spagnolo (cabeza).
- Fricativa labiodentale sorda f: filosofo.
- Fricativa labiodentale sonora v: vino, vano.
- Fricativa dentale sorda: corrisponde al suono “th” in inglese (think).
- Fricativa dentale sonora: corrisponde al suono “th” (that).
- Fricativa dentale sorda s: sasso, sano, salute.
- Fricativa dentale sonora s: sbaglio, sbadigliare.
- Fricativa palatale sorda: sciare, sciocco.
- Fricativa palatale sonora: è il suono di “je” in francese.
- Fricativa velare sorda: corrisponde allo spagnolo della “jota” (Javier).
- Fricativa velare sonora: corrisponde allo spagnolo della parola “hijo”.
- Fricativa uvulare sorda: heich (sceicco in arabo).
- Fricativa uvulare sonora: r del francese (jour).
- Fricativa faringale sonora: è la I di Iraq.
- Fricativa glottidale sorda h: il suono del verbo avere in inglese (have).
Le affricate
- Affricata labiodentale sorda pf: suono pf del tedesco.
- Affricata dentale sorda ts: zucchero.
- Affricata dentale sonora dz: zona.
- Affricata palatale sorda: corrisponde C (cibo).
- Affricata palatale sonora: corrisponde al suono CG (gelo).
Le nasali
- Nasale bilabiale m: mano.
- Nasale labiodentale sonora: invito, indovinare.
- Nasale dentale sonora n: nave, nome.
- Nasale palatale sonora: il suono gn (gnocco).
- Nasale velare sonora: fango, rango.
Le laterali
- Laterale dentale sonora L: luminare.
- Laterale palatale sonora: aglio.
Le vibranti
- Vibrante dentale sonora r: riva, rima.
- Vibrante uvulare sorda R: rose in francese.
Vocali e semivocali
Semivocale anteriore palatale: J corrisponde al suono di piano.
Semivocale posteriore velare: W corrisponde al suono di uomo.
Vocale alta chiusa anteriore: è la i di vino.
Vocale alta chiusa anteriore: la I senza il punto, come in inglese "bit".
Vocale medio alta anteriore chiusa: è la e di meno.
Vocale medio bassa anteriore: è la E aperta.
Vocale bassa anteriore aperta: AE, il suono di bad in inglese.
Vocale alta anteriore: è la Y tra parentesi quadre, come in "mure" in francese.
Vocale medio alta anteriore: la O sbarrata, come in "peu" in francese.
Vocale bassa anteriore: la OE, come in "peur" in francese.
Vocale centrale alta: la E rovesciata, come la E di "je" in francese.
Vocale centrale bassa: la A, come in "mano".
Vocale posteriore alta: la u minuscola, come in "muro".
Vocale posteriore medio alta: la U maiuscola, come in "full" in inglese.
Vocale posteriore alta chiusa: la O piena, come in "sono".
Vocale posteriore medio bassa aperta: la O con un pezzo mancante, come in "cuore".
Vocale posteriore medio bassa: la V al contrario, come in "but" in inglese.
Vocale posteriore bassa: è l’alba, come la A di "car" in inglese.
La trascrizione fonetica del prolungato o delle doppie si indicherà con i “:”.
Fono e fonema
Ogni suono che noi produciamo e che è trascrivibile con un simbolo dell’alfabeto rappresenta un suono del linguaggio che in linguistica si chiama fono. Fono: è la realizzazione completa di un qualunque suono del linguaggio. Quando un fono all’interno di una data lingua ha un valore distintivo che vuol dire che si utilizza nel performare le parole, a quel punto funziona da fonema, quindi i fonemi sono quei foni che in una data lingua formano le parole. Il fonema è l’unità minima di seconda articolazione del sistema linguistico e i fonemi sono questa classe astratta di foni che hanno un valore distintivo. Tra i fonemi troviamo gli allofoni, due o più allofoni sono tra loro tali quando sono foneticamente diversi ma non hanno un valore distintivo in una lingua specifica.
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