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Abbiamo individuato la parola, siamo passati dal
concetto alla parola: 70 ms dopo abbiamo trovato la
sua codifica morfologica, cioè abbiamo trovato i
MORFEMI che compongono la parola(nel caso di
cane, la radice CAN e la marca morfologica E). quindi
una volta trovato il lemma, dobbiamo accedere alla
forma che vogliamo produrre, a come la vogliamo
flessa(con il suffisso). In questo caso si attiva
un’area diversa ma contigua: la zona inferiore
frontale, la cosiddetta area di Broca, l’area relativa
alla produzione del linguaggio. È un’area che è
legata alla nostra Working Memory.
Il passo successivo è la codifica fonologica di quella
parola: abbiamo un lessico fonologico che ci
consente tale azione.
L’ultimo passo è quello articolatorio, che ci fa
pronunciare il LEMMA. L’intero compito richiede circa
600 ms.
1 CONCETTO-2 CODIFICA MORFOLOGICA-3 CODIFICA
FONOLOGICA-4 COMANDO ARTICOLATORIO
Si passa dal concetto alla produzione. Il compito di
riconoscimento prevede lo stesso processo della
produzione, ma all’inverso: dalla produzione al
concetto, alla visualizzazione mentale del lemma.
Esiste una sorta di feedback interno(a volte
inconsapevole) che ci permette di verificare cosa
stiamo dicendo mentre lo stiamo dicendo. Se
all’immagine cane avessi detto gatto, si attiva
questo meccanismo di FEEDBACK INTERNO per farmi
correggere.
I passaggi di riconoscimento e produzione sono
collegate, e non isolate totalmente. Con un
esperimento, è stato mostrato un’immagine di un
cane ma con una parola diversa: in questo modo
capiamo se lo sforzo di produzione è inibito da uno
stimolo acustico che differisce dall’immagine. Se
interferiscono questi stimoli, vuol dire che c’è un
passaggio da una catena all’altra(produzione e
riconoscimento). Se diamo una parola scollegata
facilitiamo il compito di produzione. Se invece
mettiamo una parola correlata l’interferenza è
ancora maggiore, e la risposta è ancora più
facilitata. È un protocollo simile a quello di PRIMING,
la parola innesco. La differenza è che ora PRIMING e
TARGET sono presentati simultaneamente. Un
compito che richiede l’attivazione di queste funzioni
è quello della LETTURA, cioè di vedere una data
parola, essere in grado di tradurre quei tratti in
lettere(codifica ortografica), poi associare la codifica
ortografica ad una morfologica ed infine a
selezionare il lemma corrispondente a quella forma.
In ultimo arriviamo al concetto che esprime quel
lemma. Questo processo può innescarsi nelle altre
catene: se tipo leggiamo ad altra voce, aggiungiamo
anche la codifica fonologica, e poi dei tratti
articolatori.
Ma leggiamo davvero carattere per carattere?
Assolutamente no. Quando leggiamo siamo in grado
di proiettare la sequenza nel lessico ortografico(ove
abbiamo forma scritta) e di arrivare alla produzione
di quella parola. Riconosciamo subito la sequenza
senza elaborare singolarmente, siamo in grado
quindi di accedere al lessico, e a quel punto
possiamo codificarla fonologicamente
correttamente.
Un bambino che impara a leggere, raramente
riconosce quella parola: riconosce le singole sillabe,
e poi dopo che impara le sequenze di sillabe
riconosce le parole. Il riconoscimento della parola è
quindi SUCCESSIVO ALLA PRODUZIONE DELLA
PAROLA STESSA(nei bambini). Poi la catena si evolve
costantemente con la nostra esperienza e la nostra
facoltà, e può essere diverso. Quindi possiamo
concludere che il processo dipende dalla nostra
facoltà.
Tutto ciò non è indipendente dalla lingua: più è
complesso un sistema linguistico più la durata di un
compito linguistico come la lettura è lunga. In
inglese, ad esempio, una parola può essere scritta
nello stesso modo ma pronunciata in modo
diverso(read vs read(leggere vs letto)). Attraverso le
sillabe però si possono individuare delle
corrispondenze che portano a un processo evolutivo
più rapido.
Come accediamo alle parole nel lessico mentale? IL
LESSICO MENTALE: definizione funzionale astratta,
un contenitore di informazioni lessicali,
caratterizzato da essere un’area di memoria a lungo
termine. Non è localizzata in una sola area, il
cervello si è adattato funzionalmente alla percezione
degli stimoli che li circonda. Quindi le informazioni
relative a una parola non le troviamo in una sola
area, ma in più aree.
Architettura possibile del lessico mentale: dal basso
verso l’alto si attiva in risposta a uno stimolo:
prima che uno stimolo arrivi ad attivare un’info del
lessico mentale, deve essere elaborata. Per
elaborarla prima di tutto abbiamo bisogno di un’area
di lavoro, una memoria a breve termine dove
teniamo l’info per pochi secondi, chiamata MEMORIA
DI LAVORO. È quella attivata durante il
riconoscimento, ad esempio, di un numero di
cellulare, che ci consente di memorizzare ad
esempio il prefisso di un numero di cellulare. se
dovessimo ricordare sequenze non ordinate con cui
non abbiamo familiarità la memoria di lavoro
aumenta.
Memorizziamo questi suoni e poi li proiettiamo nel
lessico mentale. Un primo livello è costituito dalle
UNITA DI ACCESSO DEL LESSICO MENTALE. Ci
possono essere 2 forme, usate magari in contesti