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Il rapporto tra giornalismo e letteratura

Quindi l'obiettivo del giornalismo è quello di liberarsi dalle catene della letteratura classica, anche se alcuni giornalisti tornarono nel mondo della letteratura per poter pubblicare le loro storie, che erano pubblicate a puntate nei giornali, in volumi.

Il rapporto instaurato tra giornalismo e letteratura è di tipo strumentale in cui anche il giornale cerca di sfruttare la fama della letteratura, intervistando grandi autori letterari, per incrementare le vendite.

Il connubio tra giornalismo e letteratura è dato anche dalla terza pagina (1901), una sezione del giornale che si dedica esclusivamente alla cultura, fenomeno partito da "Il giornale d'Italia", con l'obiettivo di sostituire la letteratura e di essere accessibile anche a quelle persone che non potevano acquistare libri oppure andare a teatro.

La terza pagina è composta da 4 parti:

  1. Elzeviro: è la parte della terza pagina dedicata ad argomenti di carattere letterario, artistico,

contaglio critico. Così chiamato dal carattere tipografico in cui un tempo era stampato

  1. Taglio:

    • Articoli di viaggio
    • Inchieste
  2. Reportages:

La terza pagina si configura come un collegamento con la contemporaneità, senza essere staccata da ciò che sta succedendo, perché dimostra come la cultura non sia estranea alla storia e che non sia inutile. Anzi con la terza pagina la cultura e la letteratura sono parti fondamentali del giornale, perché permettono una formazione migliore del pubblico, purché abbiano un legame con la contemporaneità.

La terza pagina, in questo senso, ha un ruolo formativo perché vuole formare i lettori attraverso una lettura piacevole di contenuti anche forti.

Lingua italiana nella comunicazione letteraria e giornalismo

Gabriele d'Annunzio (1863-1938)

Gabriele d'Annunzio è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo

celebre figura della prima guerra mondiale. Dal punto di vista storico d'Annunzio nacque nel 1863, a Pescara, da una famiglia borghese benestante dal quale ebbe immediatamente un carattere ambizioso e un obiettivo di tale portata, ovvero quello di fare della sua vita un'opera d'arte; questo lo si nota anche nella sua produzione, in cui ricerca il verso perfetto solo per il piacere estetico, dimostrando così di seguire l'arte solo per un piacere personale e per salvaguardare il bello. Questa idea si presenta anche nei suoi interventi giornalistici: infatti per d'Annunzio l'attività giornalistica era una fonte di guadagno enorme non solo a livello economico e lavorativo (diventando direttore di varie riviste) ma anche a livello sociale, in quanto poteva avere maggior possibilità di attrarre ulteriori lettori. Dal punto di vista letterario, già al liceo, sotto la guida di Giosuè Carducci, scriveva poesie. In particolare d'Annunzio,

finanziato dal padre, pubblicò la sua prima opera giovanile “Primo Vere”(1879), una raccolta di poesie che lo rese celebre e che fu recensita su “La Tribuna”, una rivista romana nel quale diventerà collaboratore; tale opera divenne famosa anche per un escamotage attuato dallo stesso autore, cioè la notizia di essere morto a causa di una caduta da cavallo. La notizia ebbe l'effetto di richiamare l'attenzione del pubblico romano su di lui per far parlare di sè. Lo stesso D'Annunzio poi smentì la falsa notizia.

Gli anni 1881-1891 furono decisivi per la formazione di d'Annunzio, in un particolare ambiente culturale e mondano di Roma (divenuta da poco capitale del Regno), dove cominciò a sviluppare il suo stile raffinato e comunicativo e la sua visione del mondo. La buona accoglienza che trovò fu favorita soprattutto dalla presenza di un gruppo intellettuali caratterizzati da una cultura provinciale e

Vitalistica; tale gusto appariva al pubblico romano, chiuso in un ambiente ristretto e soffocante, una novità che d'Annunzio seppe sfruttare e consolidare con il suo stile giornalistico e raffinato.

Nella sua vita letteraria e giornalistica non si occupò subito di cultura ma ci arrivò scrivendo dei primi articoli che riguardano le mode romane, usando lo pseudonimo di "Duca Minimo"; il grande successo letterario arrivò con la pubblicazione del suo primo romanzo, "Il piacere" (1889), a Milano, presso l'editore Treves.

Dopo ulteriori periodi (napoletano e fiorentino), d'Annunzio entrò nel mondo della politica nel 1897 in modo bizzarro: eletto deputato dell'estrema destra, nel 1900 passò all'estrema sinistra per protestare contro Pelloux e le sue leggi liberticide.

Ricordo che rese d'Annunzio celebre fu la sua esperienza di Fiume: nel settembre 1919 d'Annunzio, alleatosi con un gruppo paramilitare,

guidò una spedizione militare per l'occupazione della città di Fiume, che le potenze alleate vincitrici non avevano assegnato all'Italia a seguito della Prima Guerra Mondiale. Dopo un anno e la mediazione tra i governi italiano e jugoslavo, d'Annunzio si ritirò in esilio nel 1921, nella sua villa, fino al 1938, anno della sua morte. Opere 1) "Nella galleria borghese" Ha paragonato villa borghese a un ambiente spirituale. Si rivolge al lettore con il voi. Critica di altre ville romane che vengono visitate. Di quello che vede offre sempre un giudizio molte volte con aggettivi ricercati che fanno una certa impressione. Quest'opera si caratterizza per grazia e malinconia unendo impressioni molto diverse tra loro. Cerca di andare incontro sia al lettore che ha un po' di conoscenze artistiche ma anche a coloro che sono meno esperti, spiegando come mai un quadro di Botticelli può piacere di più rispetto a un altro quadro. Una

particolarità non solo di questo articolo, ma anche di altri, è che si firma con lo pseudonimo "Il Duca Minimo", anche se lui non era un nobile.

"Nel cimitero inglese" (1887)

Nel giornale "Tribuna", egli fonda una rubrica che si chiama "Alla fine di giugno" (alla fine del 1887) in cui incomincia a rammaricarsi per coloro che vivono in città in estate e decide di descrivere tutte le bellezze che si possono visitare a Roma con l'obiettivo è quello di contrastare le critiche da parte dell'élite.

All'interno dell'articolo, descrive una puntata del "cimitero inglese" perché ha letto un libro di un autore inglese e, con una serie di richiami, decide di recarsi sulla tomba di un altro autore inglese.

Una particolarità è che d'Annunzio, nel testo, inserisce dei termini in lingua originale per mostrare che stia leggendo quest'opera di Percy Shelley.

("A summer-evening churchyard"). Il tema che si presenta, sia in d'Annunzio che nel libro, è quella delle tombe e del cimitero (tipico dell'inizio dell'Ottocento e del romanticismo) in cui d'Annunzio voleva recuperare degli elementi che erano stati marginati per parlare con i nostalgici del romanticismo e ottenere la loro benevolenza. Dopo aver tradotto tutta la poesia di Shelley, d'Annunzio incomincia a commentare il frammento, facendo notare l'importanza del ritmo e dei suoni delle frasi per mostrare la duttilità e non il possibile significato. Il termine "arborato" (r.) è molto alto, che rimanda allo stile aulico del romanticismo. "cipressi funebri" (r.) non vuol dire nulla ma serve solo per dare ulteriore atmosfera tenebrosa. Nell'articolo si presenta l'antropomorfizzazione degli elementi naturali, un effetto tipicamente d'annunziano in cui le piante producono suoni e compiono delle

azioni; questo proviene da un'opera importantissima e famosissima, ovvero la "Pioggia nel pineto", in quanto d'Annunzio inserisce una serie di piante che si comportano come umani. Conclude con una lunga citazione in inglese.

3) Frammento de "Il piacere"

Si tratta di un romanzo che narra di aspetti di vita legati alla bellezza e al piacere umano (ovvero quelli amorosi) ma, essendo esteta, vive tutto all'estremo. Il protagonista è un giovane nobile, Andrea Sperelli (alter ego di d'Annunzio) che frequentava l'élite della aristocrazia romana e passava il proprio tempo con diverse amanti.

Una particolarità del frammento è che, rispetto all'articolo precedente, non è presente la firma "Duca minimo" ma si autocita per far notare ai suoi lettori che tutti gli articoli sono suoi; questa scelta di non usare il suo vero nome era esclusivamente economica, in cui poteva guadagnare di più usando

Nomi fasulli, e ottenere anche ulteriore pubblico con altre opere nel momento in cui i lettori gradiscono i suoi articoli. L'opera venne scritta in 6 mesi, un tempo breve perché è un collage di tutti i suoi articoli scritti precedentemente, avendo quindi un'opera completa. "Il piacere" è ambientato nella Roma dell'Ottocento, una città che si stava trasformando sulle orme di Parigi, assumendo una posizione critica a ciò che il ministero tentava di fare ma senza avvisaglie (in quanto l'unico tema che emerge è quello dell'amore dell'élite romana). Le vere critiche si sfogano in un articolo della "tribuna" del 1886, in cui descrive Roma come la "città delle demolizioni" (r.1), usando un tono ironico e ciò lo si nota da diversi termini ed espressioni: 1) "Mostro" (r.6): l'obiettivo di d'Annunzio è quello di far stridere questo termine.

con gli aggettivi positivi per mostrare come l'idea di rifare Roma sia terribile.2) "La nuova Roma, nitida, spaziosa" (r. 3).3) "Ma dalle rovine risorgerà" (rr.2-3): d'Annunzio fa riferimento a Cartagine.4) "Caserma degli impiegati" (r.6): viene usata per indicare ironicamente il ministero ma anche per criticare la mentalità volta esclusivamente all'utile nei confronti della bellezza. Quindi sostiene che l'architettura di Roma sarà rivolta esclusivamente all'utile, prevaricando sulla bellezza della città. Con il tono ironico, lo stile di d'Annunzio si abbassa ulteriormente anche grazie a termini come:1) "Brutto" (r. 9): d'Annunzio indica non solo il suo sdegno nei confronti di questa idea ma anche da un punto di vista comunicativo per arrivare direttamente ai suoi lettori.2) "Razza ingorda" (r.11): d'Annunzio indica con disprezzo gli architetti e i

politici che pensavano solo al denaro.

“Cattiva calce” e “Cattivi mattoni” (r. 12).

Dettagli
A.A. 2022-2023
54 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Simone-Murdaca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua italiana nella comunicazione letteraria e giornalistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Bisi Monica.