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DOSAGGIO DELLA LATTICO DEIDROGENASI IN FLUIDI BIOLOGICI

Il dosaggio della LDH è un test non specifico che tuttavia può essere usato nella valutazione di una

serie di patologie e condizioni, perché l’enzima viene rilasciato nella frazione liquida del sangue

(siero o plasma) quando le cellule sono danneggiate o vanno incontro a lisi.

Perciò la LDH è un indicatore generale di danno tissutale e cellulare.

La concentrazione di LDH può inoltre aumentare in altri tipi di liquidi biologici (es. liquor, liquido

pleurico, ecc.) in presenza di alcune patologie.

1. Dosaggio nel siero:

indicatore generale della presenza e della gravità di un danno tissutale acuto o cronico;

• determinazione e monitoraggio di malattie progressive (es. anemie) o infezioni gravi;

• stadiazione, determinazione della prognosi e/o monitoraggio del trattamento (es.

• chemioterapia) di alcuni tumori (es. linfoma, leucemia,melanoma, neuroblastoma).

2. Dosaggio nel liquor:

es. distinzione tra meningite batterica o virale: un aumento di LDH indica che la meningite è

• probabilmente di origine batterica, mentre concentrazioni normali o basse indicano la

probabile origine virale.

DIAGNOSI INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIO

La diagnosi di infarto acuto del miocardio si basa sui criteri elaborati dall'OMS e cioè sulla

presenza contemporanea di almeno due dei seguenti tre elementi:

Variazione della concentrazione ematica di indicatori biochimici (sensibili, specifici,

• semplici e poco costosi da dosare)

Alterazioni caratteristiche dell'elettrocardiogramma

• Dolore toracico tipico

MORTALITÀ PER INFARTO DEL MIOCARDIO IN RAPPORTO AL TEMPO DI

INTERVENTO

Il grafico mostra come varia la mortalità per infarto del miocardio in rapporto al tempo di

intervento:

terapia entro 2 ore: 4,2%

• terapia entro 2-4 ore: 7,9%

• terapia entro 6 ore: 8%

Il grafico mostra come varia la mortalità per l'infarto miocardico negli anni '60-80.

FATTORI CHE INFLUENZANO L’AUMENTO O LA DIMINUZIONE NEL PLASMA

DELL’ATTIVITÀ DI ENZIMI NON-PLASMA SPECIFICI

Gli enzimi non plasma-specifici possono avere:

attività presente: essi sono coinvolti in:

1. normale turnover dei tessuti

2. aumento della permeabilità di membrana

3. necrosi dei tessuti

4. aumento della sintesi

attività assente: essi possono:

1. inattivazione intravascolare (diluizione, mancanza di substrati e coenzimi, inibitori e

proteinasi)

2. rimozione da parte del sistema reticolo-endoteliale

3. escrezione nell'urina (di enzimi a basso PM)

Attività presente

A volte anche forme lievi e reversibili di danno cellulare (ipossia, iperattività cellulare, alterazione

del pH, ecc.) possono ridurre l’efficienza della membrana.

Incremento della sintesi enzimatica: può aver luogo per induzione o riattivazione genica del

meccanismo di sintesi, oppure per abnorme proliferazione di cellule nelle quali l’enzima viene

sintetizzato.

colestasi

• abuso di bevande alcoliche

• assunzione di determinati farmaci

• iperplasie e/o neoplasie (riattivazionegenica)

Attività assente

Cellule di origine monocitica ingrossate per diventare macrofagi tessutali.

Cellule linfocitarie, migranti nei tessuti o intrappolate in particolari tessuti linfatici.

Complesso di elementi cellulari differenti (essenzialmente monociti e macrofagi tessutali) e

localizzati in diverse parti dell’organismo, in cui rivestono alcuni vasi sanguigni e linfatici.

Ha un’importanza considerevole nei processi di difesa ed eliminazione di cellule morte, detriti

cellulari e sostanze estranee o nocive all’organismo, e nella regolazione della risposta immunitaria.

ENZIMI PLASMATICI

Il plasma contiene numerosi enzimi, la cui attività è molto costante in un soggetto sano,

probabilmente per un equilibrio DINAMICO tra l’entrata in circolo di nuove molecole

enzimatiche dalle cellule e l’inattivazione e/o allontanamento di quelle preesistenti attraversoil filtro

renale o il sistema reticolo-endoteliale.

La concentrazione degli enzimi nel plasma è notevolmente inferiore a quella riscontrabile nelle

cellule.

L’elevato gradiente di concentrazione è dovuto all’efficienza dei meccanismi di membrana.

Se questa efficienza diminuisce (per ipossia, azioni di sostanze tossiche, ecc.) può verificarsi un

passaggio di enzimi dalle cellule al plasma e le attivita’ enzimatiche in quest’ultimo

compartimento possono modificarsi in modo tanto caratteristico da poter indicare con una certa

esattezza l’organo da cui gli enzimi stessi provengono.

Dall’insieme degli ambiti fisiologici dei principali enzimi è possibile costruire un profilo

enzimatico plasmatico, che è un importante parametro di riferimento per qualsiasi valutazione

diagnostica e costituisce lo standard contro cui valutare le reali situazioni cliniche.

Si valutano:

tipo di enzimi coinvolti

• entità della loro alterazione

• evoluzione nel tempo dell'alterazione

La conoscenza di questi profili caratteristici permette di adeguare la richiesta di esami al sospetto

diagnostico avanzato in base ai dati clinici.

I DOSAGGI ENZIMATICI NELLA PRATICA CLINICA

La quantità di un enzima presente in un fluido biologico è in genere estremamente bassa e viene

comunemente descritta in termini di ATTIVITA' CATALITICA.

Unità Internazionale (I.U., mmol/min) = quantità di enzima in grado di catalizzare la formazione di

1 mmol di prodotto al minuto in condizionistandard

VELOCITA' DI CATALISI

La velocità di catalasi (V0) rappresenta il numero di moli di prodotto formato al minuto.

Determinazione della velocità di catalisi V0

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
7 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/10 Biochimica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher laurafavarin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biochimica applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Costantini Paola.