La prestazione diventa automatizzata e interiorizzata.
Il bambino è ormai in grado di svolgere il compito da solo, senza aiuto esterno.
L’abilità è diventata parte stabile e autonoma del suo repertorio cognitivo.
Questo passaggio, chiamato interiorizzazione, è il cuore dello sviluppo
cognitivo.
Perché la ZSP è importante
Secondo Vygotskij:
Ogni individuo possiede un potenziale cognitivo che può essere
sviluppato e ampliato grazie all’interazione con persone più competenti.
La Zona di Sviluppo Prossimale rappresenta proprio quello spazio di
interazione in cui l’apprendimento può avvenire in modo più efficace.
All’interno della ZSP, il bambino non solo consolida ciò che già sa, ma
acquisisce nuove forme di conoscenza e di pensiero.
Scaffolding
Il contributo di Jerome Bruner: lo
1. Origine e significato del concetto
Il termine Scaffolding, introdotto da Jerome Bruner nel 1976, significa
impalcatura struttura di sostegno.
letteralmente o
Si tratta di una strategia educativa che descrive come l’adulto può sostenere
l’apprendimento del bambino all’interno della Zona di Sviluppo
Prossimale (ZSP), cioè in quello spazio in cui il bambino non è ancora
completamente autonomo ma può imparare con aiuto.
2. Cos’è lo Scaffolding
Lo Scaffolding è un supporto temporaneo fornito dall’adulto durante il
processo di apprendimento.
Questo sostegno può avvenire attraverso:
spiegazioni e comandi vocali,
indizi e suggerimenti,
esempi pratici,
incoraggiamento e motivazione,
collaborazione diretta nel compito.
All’inizio l’aiuto dell’adulto è più strutturato e presente, ma viene
progressivamente ridotto man mano che il bambino acquisisce autonomia,
fino a scomparire del tutto.
In questo modo l’adulto favorisce l’interiorizzazione del processo di
apprendimento.
3. Quando funziona lo Scaffolding
Lo Scaffolding è efficace solo per le abilità che si trovano nella ZSP, cioè
per quelle che il bambino sta imparando ma non padroneggia ancora
pienamente.
Non funziona invece per:
abilità già acquisite (perché non richiedono più supporto);
abilità troppo lontane dal livello attuale del bambino (perché l’aiuto non
sarebbe comprensibile o utile).
4. Perché lo Scaffolding è utile
Offrire una “struttura di sostegno” permette di colmare il divario tra:
le abilità richieste per affrontare un compito, e
le capacità effettive possedute dal bambino in quel momento.
In questo modo, l’adulto compensa temporaneamente le difficoltà del bambino
e gli permette di raggiungere livelli di competenza più elevati.
5. Come si realizza lo Scaffolding
Bruner ha individuato cinque modalità operative attraverso le quali l’adulto
può sostenere l’apprendimento:
1. Reclutamento
Catturare l’interesse del bambino e motivarlo a mettersi alla prova.
2. Riduzione dei gradi di libertà
Semplificare il compito, riducendo il numero di passaggi o di scelte
necessarie per arrivare alla soluzione.
3. Guida e incoraggiamento
Mantenere alta la motivazione e far percepire al bambino che può
riuscire.
4. Indicazione dei punti critici
Evidenziare gli aspetti più importanti del compito, aiutando il bambino a
riconoscere gli errori e le differenze tra ciò che sta facendo e ciò che
dovrebbe fare.
5. Dimostrazione
Mostrare concretamente come si esegue un’azione o come si risolve un
problema, così che il bambino possa osservare, imitare e migliorarsi
gradualmente.
Quali funzioni cognitive si sviluppano
Lo sviluppo cognitivo durante l’infanzia e l’adolescenza comporta un
progressivo aumento delle capacità e della velocità di elaborazione
delle informazioni.
Tali cambiamenti sono resi possibili dalle trasformazioni cerebrali che
avvengono in queste fasi, le quali forniscono la base strutturale per
l’evoluzione delle funzioni cognitive.
1. Capacità e velocità di elaborazione
Capacità: con l’età, bambini e adolescenti riescono a gestire un numero
maggiore di informazioni contemporaneamente e a cogliere più aspetti di
uno stesso argomento.
Velocità di elaborazione: cresce in modo continuo durante l’infanzia e
prosegue fino alla prima adolescenza, permettendo una maggiore
rapidità di ragionamento, memoria e risposta.
2. Attenzione e Multitasking
Con l’aumento della capacità attentiva, emerge la possibilità di attenzione
divisa, cioè la gestione simultanea di più compiti: il cosiddetto multitasking.
Tuttavia, nonostante la tecnologia sembri facilitarlo, il multitasking può avere
effetti negativi.
Secondo Uncapher (2017), nei soggetti adolescenti il multitasking tecnologico
è associato a:
memoria più debole;
maggiore impulsività;
riduzione del volume della corteccia cerebrale.
Ulteriori ricerche (Lopez et al., 2020) confermano che il multitasking,
soprattutto nei compiti complessi, può compromettere le prestazioni
cognitive, riducendo la concentrazione e l’efficacia dell’apprendimento.
3. Memoria
La memoria è la capacità di conservare nel tempo le informazioni apprese e di
recuperarle quando necessario.
Non è un deposito statico, ma un processo dinamico che si articola in tre fasi:
1. Codifica: trasformazione dell’informazione in una forma utilizzabile;
2. Mantenimento: conservazione temporanea o duratura
dell’informazione;
3. Recupero: richiamo e utilizzo dell’informazione al momento opportuno.
Senza la memoria, l’apprendimento stesso non sarebbe possibile.
4. I tre sistemi di memoria
a. Memoria a breve termine (MBT)
È un magazzino con capacità limitata.
Trattiene le informazioni per un massimo di circa 30 secondi, a meno
che non vengano applicate strategie di memorizzazione.
La capacità della MBT si amplia progressivamente dall’infanzia
all’adolescenza, migliorando l’efficacia nel trattenere e gestire
informazioni a breve termine.
b. Memoria di lavoro (ML)
È il “banco di lavoro” della mente, dove le informazioni vengono non
solo conservate, ma anche elaborate e manipolate attivamente.
È essenziale per attività cognitive complesse come:
la risoluzione di problemi;
o la presa di decisioni;
o
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