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II. Enti pubblici economici -> disciplina prossima a quella delle imprese private,
abbiano per oggetto esclusivo o principale un’attività commerciale, sono
obbligati a iscriversi al registro delle imprese Ma sono esonerati dal fallimento.
Impresa collettiva, esercizio di impresa da parte di associazioni e fondazioni:
L’impresa collettiva può essere gestita da un’associazione, ovvero da un ente di diritto
privato che nasce da un contratto associativo.
Quindi un’associazione può essere titolare di un’impresa, sia come attività accessoria
alle finalità ideali dell’ente, sia come attività principale.
Nel primo caso l’associazione non è imprenditore pur essendo titolare dell’impresa.
Nel secondo caso invece diventa imprenditore.
In entrambi i casi lente dovrà considerarsi titolare di impresa e sarà applicabile il
relativo statuto dell’imprenditore e procedure concorsuali, se eserciti un’attività
commerciale.
Analoghe considerazioni possono essere effettuate anche attività d’impresa effettuata
da fondazioni
LEZIONI
Parte prima del libro
Lezione 3 - 29/09
Tutte imprese di qualsiasi tipo possono accedere a procedure concorsuale in caso di
crisi, ovvero in caso di insolvenza.
1942 -> Prima le piccole imprese non erano soggette a fallimento, anche le impese
agricole non erano soggette a procedure concorsuali; mentre per impresa
commerciale non piccola se era in crisi l’ordinamento predisponeva 3 procedure, se
un’impresa è in una procedura concorsuale è in concorso l’impresa cercando di
ricavare il più possibile dai beni per pagare i creditori.
Il fallimento è considerato un elemento di disonore.
liquidazione giudiziale,
Oggi non esiste più il fallimento, ma è chiamato oggi vi è l’idea
che le cose possono andar male, l’impresa è un rischio.
Oggi si favorisce la prima occasione -> che favorisce la ripresa dell’azienda con degli
aiuti; e la seconda occasione -> occasione di ripartire da zero con l’esdebitazione, tutti
i debiti vengono abbonati
Oggi ci sono numerosissime misure per intercettare in modo anticipato la crisi.
Tutte queste procedure si applicano a qualunque impresa: le imprese agricole, piccole
imprese, commerciali ed alcune procedure sono anche destinati alle persone.
Capire quando inizia e quando finisce l’impresa
Importante sapere se chi ha fatto la proposta è un imprenditore o no, perché l’impresa
va avanti anche senza l’imprenditore.
il venir meno dell’imprenditore non annulla la proposta dell’impresa.
Quando si comincia ad essere imprenditore bisogna dividere tra società ed impresa
individuale
Se l’imprenditore è una persona fisica persona diventa imprenditore quando
comincia ad esercitare l’attività.
Bisogna vedere caso per caso quale sia la reale azione che determina l’inizio
dell’imprenditore,
Se l’imprenditore è un ente (società) si diventa imprenditore nel momento in cui
si iscrive al registro delle imprese, finche non è iscritta non può fare l’attività (<-
criterio formale)
Quando si cessa ad essere imprenditore bisogna sempre fare la distinzione:
Per imprenditore persona fisica, quando cessa l’attività
Per le società vale il discorso formale, non è più imprenditore quando si cancella
dal registro delle imprese, vi sono le regole concorsuali che valgono fino a 12
mesi dalla fine di imprenditore
Non vi sono limiti all’essere imprenditore, qualunque persona fisica può essere
imprenditore, ma il problema si pone se la persona interessata non è nella condizione
di capacità di agire -> vi sono 4 situazioni: incapace, interdetto, inabilitato,
amministratore di sostegno, minore emancipato, possono fare o continuare a fare
l’imprenditore?
Se stava già esercitando l’attività di impresa è consentito proseguire (con il supporto
di una persona), se invece non era imprenditore non può iniziare da zero l’attività di
impresa (il minore può diventare imprenditore se eredita/donata l’impresa, l’unico caso
in cui può diventare imprenditore, continuando l’attività) <- questo vale per l’impresa
commerciale, per le attività agricole non vi sono regole anche se spesso vengono
applicate le regole dell’attività commerciale.
Sarà la persona incapace sottoposto alle procedure concorsuali, non la persona che la
affianca.
L’azienda
L’impresa è l’attività mentre l’azienda è il complesso di beni.
Le norme dell’azienda riguardano l’azienda non come elemento statico ma come
elemento dinamico, ovvero quando viene trasferita a qual altro.
Trasferire l’azienda = qualunque operazione che abbia come effetto una modifica della
titolarità dell’azienda, trasferimento che si fa con vendita, affitto, usufrutto, comodato,
donazione, conferimento.
Ogni qualvolta vi sia una modifica della titolarità dell’azienda applichiamo queste
regole.
Il trasferimento dell’azienda non può essere legittima causa di licenziamento.
Concetto di ramo d’azienda, parte dell’azienda che permette a chi acquista il ramo di
esercitare l’attività d’impresa, vendita di strumenti e beni per l’attività di impresa vale
sempre la regola che non può licenziare.
Se all’interno della mia azienda ho un bene che richiede la forma scritta per il
trasferimento, il trasferimento deve anch’esso fatto in forma scritta causa pena di
nullità del trasferimento.
Oggi -> il contratto di trasferimento di azienda deve essere in forma scritta, con il
notaio, perché tanto devo iscriverlo al registro delle imprese
Lezione 4 - 30/09
Cosa succede nel momento in cui l’azienda viene trasferita? Cosa succede ai
componenti dell’azienda?
Cosa sono i beni di un’azienda? beni = qualunque elemento che possa servire ed
essere strumentale all’attività di impresa -> beni mobili e beni immobili, beni
immateriali, la forza lavoro, tutti i contratti che ha in essere (dipendenti, fornitori,
clienti, distributori), quello che è l’effetto di un contatto (credito e debito)
Se un bene è collegato alla partita iva allora è dell’impresa, se è collegata al codice
fiscale non è dell’impresa <- ma bisogna capire se è realmente usato per l’azienda.
Regole sul trasferimento di alcuni beni aziendali , tutte regole che introducono una
trasferimento
deroga (eccezioni) alle disposizioni genarli per il di questi 4:
Contratti in generale: quando l’imprenditore trasferisce l’impresa e vi sono dei
contratti, non ce bisogno che l’altra parte sia d’accordo, solo se i contratti non
hanno carattere personale; quelli di carattere personale non si trasferiscono in
automatico (contratto che è caratterizzato da elementi di fiducia tra
l’imprenditore e l’altra parte)
Per una tutela del terzo, è una tutela successiva ovvero, non chiedo il consenso
prima ma diamo la possibilità dopo che sia avvenuto il trasferimento di recedere
dal contratto (solo in 3 mesi e solo se c’è una giusta causa, un motivo oggettivo
che autorizza il terzo a sciogliersi dal contratto)
(regola in generale->i contratti possono essere ceduti se con il consenso di tutte
e due le parti)
Contratti di lavoro: in caso di trasferimento l’apporto di lavoro continua ed il
lavoratore conserva i diritti, regole inderogabile, imprenditore deve trasferire
tutti i contratti e non può stabilire una regola con chi acquista; sia chi vende che
chi acquista sono obbligati per tutti i crediti del lavoratore, il lavoratore ha
diritto a mantenere la stessa qualifica e le stesse condizioni di lavoro, possono
esserci cambiamenti in meglio ma non in peggio. Se vi sono modifiche
sostanziali del contratto può dimettersi ed ha dei vantaggi.
Crediti: in caso di trasferimento dell’azienda al posto della comunicazione
individuale che bisogna mandare ad ogni singolo debitore è sufficiente
l’iscrizione al registro delle imprese del trasferimento dell’azienda, l’iscrizione
ha efficacia dichiarativa, il debitore se non si informa del trasferimento e paga al
precedente imprenditore sbaglia a pagare quindi potrà essere obbligato a
pagare due volte.
(regola in generale->è possibile cedere un credito, il creditore può trasferire un
credito e non deve chiedere il consenso del debitore però è obbligato a
comunicare al debitore che ha trasferito il debito)
Debiti: i debiti non si trasferiscono, chiunque abbia un debito risponde per
sempre del debito
Se l’impresa è commerciale e viene trasferita ed i debiti sono nelle scritture contabili
allora anche chi compra l’azienda è responsabile dei debiti
usufrutto affitto
Due casi di trasferimento dell’azienda: ed
Usufrutto -> diritto reale che permette ad una parte (usufruttuario) di usare un bene
che però rimane di proprietà di un'altra persona (persona a nudo), l’usufrutto non è
eterno ha un termine di tempo;
- l’usufruttuario dell’azienda deve esercitarla sotto la ditta (=nome commerciale)
che la distingue dato che l’azienda non è sua,
- non può modificare la destinazione dell’azienda,
- deve conservare l’efficienza della conservazione degli impianti e le normali
dotazioni di scorte
Affitto -> regole uguali all’usufrutto
Divieto di concorrenza nel trasferimento dell’azienda, due imprenditori firmano un
impegno che fino a massimo 5 anni non effettuano attività che siano in concorrenza, di
solto vi è libertà ma essa può essere con un accordo limitata dalle parti. Ha l’obiettivo
di preservare i valori.
Importante quando l’impresa ha successo grazie alla persona, e non per i beni
materiali, in questa situazione la clientela seguirebbe l’imprenditore <- per evitare
questo la legge ha previsto che automaticamente la cessione dell’azienda comporti un
divieto di concorrenza.
Se le parti scrivono che il patto durerà più di 5 anni la regola impone che il patto si
riduce a 5 anni.
In caso di usufrutto e affitto il divieto di concorrenza vale per il periodo dell’usufrutto o
affitto
Parte seconda del libro
LA SOCIETÀ DI PERSONE
La società è un mezzo per esercitare l’impresa, prima era un metodo per mettere
insieme più persone ed esercitare l’azienda.
Oggi, dagli anni 90, è consentito che le società siano create da una persona sola; oggi
una persona può decidere se fare un imprenditore ind