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Critiche al primato della storia politica

Dalla seconda metà dell'800, critiche al primato della storia politica anche dalla sociologia. Auguste Comte propone una "storia senza nomi", in cui gli eventi politici sono considerati apparenza, non sostanza, di una nazione. Nel 1900, le critiche alla storia politica continuano. Lamprecht contrappone alla storia politica (storia di individui) quella culturale ed economica (storia di popoli). In America, viene proposta la Nuova Storia di Robinson, che tiene conto di ogni traccia lasciata dall'uomo fin dalla sua origine. Questa nuova storia è interdisciplinare, coinvolgendo antropologia, economia, psicologia e sociologia. La storiografia francese nel 1900 non è completamente indirizzata al modello politico. Lavisse scrive una storia della Francia in dieci volumi in cui, nonostante l'evidente interesse per una storia politica, compaiono contributi di altre discipline come geografia, storia della cultura, arte e politica della cultura. François Simiand.→ tre idoli da abbattere:
  • Idolo politico (preoccupazione per storia politica, guerre…);
  • Idolo individuale (insistenza su grandi uomini);
  • Idolo cronologico (insistenza nel ricostruire la genesi di ogni fenomeno studiato)
Simiand critica l'introduzione allo studio della storia di Seignobos (quest ultimo era interessato al rapporto storia-scienze sociali, visto in chiave diversa da quella di Febvre) nella rivista (Revue de Synthèse Historique) fondata da Henri Berr nel 1900 → invito agli storici nel collaborare con altre discipline (psicologia e sociologia). La psicologia storica da realizzare tramite interdisciplinarietà, teorizzata da Berr, influenzò molto Bloch e Febvre, che scrivevano peraltro nella sua rivista. NASCONO ANNALES → dopo la Grande Guerra Bloch vuole scrivere una rivista internazionale di storia economica, diretta da Henri Pirenne. Non se ne fece di niente. Nel 1928 Bloch recupera l'idea, sostenendo che la rivistaavrebbe dovuto essere francese. Funziona! Pirenne, però, si rifiuta di codirigere la rivista, che passa nelle mani di Febvre e Bloch. Inizialmente "Annales d'histoire économique et sociale" (dalle "Annales de géographie" di Vidal dela Blache) → rivista nuova, di storia economica e sociale (nuovo approccio interdisciplinare alla storia → collaboravano per la rivista anche un geografo, un sociologo, un economista e uno studioso di problemi politici). I primi contributi di Pirenne sui mercanti medievali, di Heckscher sul mercantilismo e di Hamilton sul tesoro americano e la rivoluzione dei prezzi in Spagna avvicinano la rivista a quella inglese "Economic History Review" → ma le Annales si vogliono interessare alla storia sociale (poco studiata). Insistenza sulla storia economica suggerisce che, nei primissimi anni, fu Bloch a prevalere, ma non avrebbe senso chiedersi chi – tra i due – abbia maggiormente

Contribuito allo sviluppo della rivista. Prima generazione di annalisti → Lucien Febvre (specialista del Cinquecento) e Marc Bloch (medievista). Febvre entrò all’Ecole Normale Supérieure nel 1897 → staccata da Università di Parigi → modellodella public school britannica → seminari tenuti da illustri professori → accettava pochi studentil’anno. Febvre qui conosce, tra i tanti:

  • Pierre Vidal de la Blache (geografo) → Annales de géographie (1891);
  • Lucien Lévy-Bruhl (filosofo-antropologo) → pensiero pre-logico / mentalità primitiva;
  • Émile Mâle (storico dell’arte) → storia delle immagini (iconologia) → 1898 pubblica libro sull’arte religiosa del XIII secolo;
  • Antoine Meillet (linguista) → aspetti sociali del linguaggio

Febvre ammirò l’opera di Michelet; riconobbe Burckhardt come maestro, insieme allo storico dell’arte Louis Courajod; anche

influenza di studi economico-sociali di Jean Jaurès. L'influenza di Jaurès è visibile nella tesi di Febvre "Philippe II et la Franche-Comté" in cui si parla non solo di politica, ma anche di storia sociale e culturale. Non si tratta solo della rivolta dei Paesi Bassi e dell'affermazione dell'assolutismo, ma anche della lotta tra due classi sociali, la nobiltà in declino e la borghesia in ascesa. La lotta tra classi non è descritta solo in termini economici, ma anche attraverso "idee e sentimenti". Febvre era interessato alla geografia e ha subito influenze da "La Méditerranée" di Braudel e "La terre et l'évolution humaine", uno studio di geografia storica del 1922. Quest'ultimo saggio riprendeva le idee di Pierre Vidal de la Blache. Ratzel, pioniere della geografia umana, a differenza di Vidal, sosteneva che l'ambiente fisico esercitasse un'influenza sul destino dell'uomo. Febvre sostiene

Il possibilismo geografico di Vidal (es. di un fiume, considerato come barriera da una società o come via di comunicazione da un'altra. A decidere non è l'ambiente fisico, ma i comportamenti e i modi di vivere degli uomini).

Febvre su Rinascimento e Riforma → dopo interessi di geografia storica, Febvre si dedica ad atteggiamenti collettivi ("psicologia storica") → studi su storia del Rinascimento e della Riforma:

  • Le lezioni sul Rinascimento → spiegazione sociale → importanza dell'ascesa della borghesia → smentisce spiegazioni tradizionali di storici dell'arte e letteratura su nascita di questo movimento;
  • L'articolo sulle origini della Riforma → Febvre critica storici ecclesiastici per aver esaltato "abusi" istituzionali della Riforma e non averla considerata come "profonda rivoluzione del sentire religioso", dovuta - ancora una volta - all'ascesa della borghesia,

Che aveva bisogno di una religione chiara, ragionevolmente umana e dolcemente fraterna;

La biografia storica di Martin Lutero → no semplice biografia, ma analisi del rapporto individuo-collettività / personalità-necessità sociale → di nuovo borghesia come gruppo sociale emergente seguace di Lutero e delle sue idee → Lutero non ridotto a espressione degli interessi della borghesia;

Febvre sostiene che le idee dei singoli non sempre si adattano al contesto sociale in cui vivono (per i seguaci di Lutero fu uno sforzo adattarle ai bisogni e mentalità della borghesia);

Sintesi: Analisi del rapporto grandi personalità individuali e il loro rapporto con la collettività;

Storia sociale della religione senza ridurre gli atteggiamenti e i valori spirituali a mere espressioni dei mutamenti dell'economia e della società;

Febvre: "Le problème de l'incroyance au XVI siècle: la religion de Rabelais"

  • → Febvre nel Dopoguerra dirige da solo la rivista → inizia studi su singoli (Margherita di Navarra e Rabelais, umanista francese autore del Pantagruel) → Febvre cerca di smentire la visione di Lefranc (Rabelais come anti-cristiano) → Febvre ritiene anacronistica questa visione, in quanto attribuisce a Rabelais pensieri che nel Cinquecento non erano pensabili → Febvre studia il concetto della parola "ateo" nel Cinquecento (Rabelais accusato di ateismo dai contemporanei), considerato insulto generico e non con significato odierno
  • → Febvre spiega perché gli uomini del Cinquecento non mettessero in dubbio l'esistenza di Dio (l'apparato concettuale dell'epoca non permetteva l'incredulità)
  • La psicologia storica → per Febvre nella visione cinquecentesca del mondo c'è un'assenza significativa (nessuno allora aveva il senso dell'impossibile) → no criteri generalmente accettati di ciò che

Era impossibile (di conseguenza, ciò che chiamiamo scienza era nel '500 impensabile);

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucabeagle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della storiografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Labianca Nicola.