Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
L'equilibrio finanziario Pag. 1 L'equilibrio finanziario Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
L'equilibrio finanziario Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

EQUILIBRIO ECONOMICO

Quali possono essere le possibili configurazioni dell’equilibrio economico?

Presenza utile necessaria ma non sufficiente per l’equilibrio economico, in quanto

mancano costi che non originano uscite finanziare ovvero i cosiddetti oneri

figurativi.

Per oneri figurativi si intendono costi non finanziari che sostengono i promotori

dell’impresa. Sono associati ad una serie di rinunce decise dai promotori: sono

definiti anche costi-opportunità.

Non sono immediatamente visibili (costi fantasma) in quanto non producono uscite

monetarie.

1) Salario direzionale: soprattutto nelle imprese individuali e nelle società di

persone accade che coloro che conferiscono il capitale impiegano il proprio tempo nel

lavoro imprenditoriale, rinunciando a svolgere un’altra attività lavorativa per la

quale avrebbero percepito un compenso lo stipendio direzionale rappresenta un

costo-opportunità che deve essere adeguatamente remunerato.

2) Fitti figurativi: se l’attività è svolta all’interno di locali di proprietà di coloro che

conferiscono il capitale di rischio, occorre considerare quanto quest’ultimo avrebbe

potuto incassare in un esercizio se avesse concesso in locazione a terzi tali locali (fitti

attivi) i fitti figurativi rappresentano un costo-opportunità che deve essere

adeguatamente remunerato.

3) Remunerazione del puro capitale: coloro che conferiscono il capitale di rischio

hanno investito nell’impresa un certo capitale monetario che avrebbero potuto

investire in attività redditizie e prive di rischio, come i titoli di uno stato sovrano di

sicura solvibilità “affinché il gioco valga la candela” occorre tenere conto del costo-

opportunità rappresentato dalla mancata remunerazione del puro capitale

4) Premio per il rischio: investendo nell’impresa invece che in titoli di stato, non

solo perde un’opportunità di guadagno alternativa, ma si rinuncia ad un guadagno

sicuro per un guadagno carico di rischi “affinché il gioco valga la candela”

occorre anche remunerare il rischio sopportato.

I principali rischi da considerare sono quelli:

1) operativo: legato al dove e come l’impresa svolge la propria attività:

-settore: competere in un mercato caratterizzato da forte concorrenza e da una

domanda volatile comporta rischi maggiori.

-struttura dei costi: una struttura produttiva rigida amplifica le condizioni di

rischio operativo presenti sul mercato (elevato numero di costi fissi che non variano in

funzione dei volumi di produzione di vendita)

In caso di contrazione l’utile di un’azienda con struttura flessibile sarà più alto rispetto

ad un’azienda con una struttura rigida.

2) finanziario: legato alle modalità con cui un’impresa sceglie di finanziare la propria

attività e quindi al rapporto tra mezzi propri e mezzi di terzi.

Oneri finanziari sono legati al capitale preso a prestito. Le scelte di finanziamento

incidono su redditività impresa.

Rischio operativo e finanziario vanno a configurare il rischio complessivo a cui è

sottoposta l’impresa.

Nel secondo esempio una maggiore contrazione è dovuta all’effetto esercitato dagli

interessi passivi, che legati ai debiti dell’impresa, non si sono adeguati alla riduzione

del risultato operativo.

Il reddito da prendere di riferimento è quello ordinario, in quanto non tiene conto

di valori derivanti da fenomeni straordinari di gestione (casuali e occasionali e

quindi non si prospettano come ripetibili nel tempo).

Inoltre, redditi operativi negativi esprimono una forte incongruenza nella formula

imprenditoriale adottata.

Il costo (atteso) del capitale proprio

È il tasso di rendimento minimo che un capitale deve fruttare per compensare il

puro impiego del capitale e il rischio sostenuto nel momento in cui si sceglie di

investire nell’attività di impresa.

Costo del capitale proprio = tasso risk-free + premio per il rischio

Tasso risk-free remunera il puro impiego capitale: è il rendimento offerto da

investimenti privi di rischio.

Viene determinato facendo riferimento al rendimento di titoli di stato sovrani (il

quale presento un tasso di rischio vicino al nullo).

Premio per il rischio: rendimento necessario per spostarsi da risk-free ad attività

rischiosa. Per stimarlo consideriamo:

-Differenziale di rendimento del mercato: differenza tra rendimento medio

mercato azionario e rendimento investimento risk-free. (R – R )

m f

Indice azionario riflette rendimento medio del mercato azionario.

Il differenziale non tiene conto però del rischio specifico dell’attività di impresa.

- “Correttivo” al rischio specifico: il B (beta) è un valore che tiene conto che ogni

impresa è caratterizzata da condizioni finanziare ed economiche che generano un

rischio proprio.

0 < B < 1 titolo meno rischioso del mercato

B = 1 titolo impresa rischioso come il mercato

B > 1 titolo più rischioso del mercato

Rischio medio del mercato (R – R ) * rischio specifico dell’azienda (B)

m f

K = R + B * (R – R ) --> costo atteso del capitale proprio (tasso di redditività

e f m f

minima attesa) segna la linea del confine fra disequilibrio ed equilibrio economico.

Esempio:

Tasso rendimento BOT: 3% (Rf)

Tasso di rendimento medio del mercato (Rm): 5%

Beta impresa: 0.8

Ke= 4,6%

Se ipotizziamo che l’investitore abbai investito 1200 si attende che il rendimento

minimo è pari a capitale investito * K = 1200 * 4,6% = 55.2

e

Tipologie di equilibri economici:

- Squilibrio economico assoluto: ricavi < costi (ricchezza creata inferiore e quella

consumata)

- Equilibrio contabile: ricavi = costi (ricchezza recuperata uguale a quella

consumata)

- Squilibrio economico relativo: ricavi < costi + oneri figurativi (non sono stati

remunerati gli oneri la gestione potrebbe aver prodotto un utile ma essendo esso

inferiore agli oneri figurativi da remunerare siamo in squilibrio relativo)

-Equilibrio economico oggettivo: ricavi = costi + oneri figurativi (condizione di

indifferenza per imprenditore, tutti i fattori produttivi compresi oneri sono stati

remunerati ma la gestione non offre nulla di più)

-Equilibrio economico soggettivo: ricavi ≥ costi + oneri figurativi + extra-profitto

(vi è un surplus di guadagno prodotto con la gestione che dipende anche

dall’avversione al rischio dell’imprenditore)

Si passa dal valore assoluto del reddito a una misura di redditività (Return on equity)

Redditività del capitale netto: rendimento effettivo del capitale netto (ROE =

reddito netto al tempo t/ capitale netto al tempo t-1)

Reddito netto a fine esercizio (t) e capitale netto a inizio esercizio (t-1)

ROE = 100(utile)/1000(capitale netto) = 10%

- Squilibrio economico assoluto: ROE < 0 (al numeratore numero negativo)

- Equilibrio contabile: ROE = 0 (ricavi = costi e utile = 0)

- Squilibrio economico relativo: 0 < ROE (rendimento effettivo) < K (rendimento

e

atteso)

-Equilibrio economico oggettivo: ROE = Ke (ricavi = costi + oneri figurativi)

-Equilibrio economico soggettivo: ROE > Ke (capitale ha reso più del capitale

minimo, la differenza tra tasso di rendimento effettivo ROE e atteso Ke rappresenta

l’extra-profitto)

L’equilibrio economico a valere nel tempo

-la gestione è un sistema di processi elementari collegati nel tempo e nello spazio,

ognuno dei quali è influenzato dai processi che lo hanno preceduto ed influenza a sua

volta quelli successivi.

-la gestione procede per tempi economici e non amministrativi: il reddito di ogni

esercizio è idealmente collegato ai redditi degli esercizi precedenti e futuri il

reddito del singolo esercizio non è indicativo delle condizioni di vita

dell’impresa

Il ciclo di vita del prodotto: all’inizio nella fase di introduzione sul mercato le

vendite sono lente, in seguito aumentano molto nella fase di sviluppo, raggiungere

picco nella fase maturità e discendere nella fase di declino. Alle diverse fasi del ciclo

della vita del prodotto si collegano diverse redditività.

4 fasi prodotto: nascita, sviluppo, maturità, declino (in cui il volume delle vendite

cambia)

Nella fase iniziale è fisiologico che non vi sia un profitto (dovuto alle campagne di

marketing e ricerca e sviluppo, oltre ad una scarsa esperienza nella produzione) è

normale avere una perdita. In seguito, si procede vendendo anche a prezzi contenuti

per conquistare quote di mercato. Man mano che le vendite crescono, si assiste ad

una riduzione dei costi unitari dovuta anche all’effetto esperienza, mentre restano alti i

costi di marketing (fase maturità). Infine, mercato si avvia alla saturazione e i prezzi

cominciano a flettere per la competizione intensa.

Deve destare preoccupazione il manifestarsi di perdite nei momenti più favorevoli

(maturità) oppure risultati decisamente positivi nelle fasi di introduzione nel mercato

(ad. Esempio scarsi investimenti per sostenere la crescita possono pregiudica le future

possibilità di sviluppo.

La valutazione dell’equilibrio economico:

- deve prendere come riferimento il lungo-medio periodo (che si estenda su più

periodi amministrativi)

- deve essere globale

- deve prendere in considerazione il reddito ordinario e soprattutto il reddito

operativo: che rappresenta il vero motore dell’attività d’impresa.

La matrice BGC: serve per fare considerazioni su ASA delle imprese multi-

business. Ci permette di evidenziare ciclo di vita del prodotto legata alla redditività.

Risulta utile quando si ha a che fare con imprese multi-business, colloca le ASA in uno

dei quattro quadranti che identificano 4 possibili situazioni diverse che vogliamo

legare al ciclo di vita del prodotto (si inquadra ogni ASA secondo due coordinate: il

potenziale di crescita e la forza competitiva che l’impresa è capace di esercitare).

La capacità dell’impresa di equilibrare nel tempo i risultati economici è legata alla

strategia di portafoglio adottata, ossia alle scelte concernenti le aree strategiche

d’affari nelle quali competere (ASA): che definisce ASA su cui continuare a impegnarsi,

nuove ASA in cui investire e ASA da abbandonare.

Question marks: nuovi prodotti R<0 (ASA in fase embrionale le cui prospettive di

sviluppo sono notevoli forti investimenti)

Stars: R > 0 prodotti in crescita (ASA che impresa ha spinto oltre la fase embrionale

significative opportunità di sviluppo)

Cash cows: Prodotti maturi – redditività fortemente positiva R>

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lombafra di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Maleci Laura.