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X ESAME:
non serve la quota di volo precisa al mm, ma dev’essere in m
Nitidezza dell’ottica e risoluzione del sensore
Risoluzione massima teorica: due entità devono essere separate da
una distanza minima di 2 pixel per essere distinte tra loro. Questo si
verifica solo in condizioni di forte contrasto e di perfetta nitidezza
della lente obiettivo.
La risoluzione dell’immagine non è la quota di campionamento.
Risoluzione dell’immagine Quattro lunghezze focali canon, quattro diverse nitidezze
(valore che va d 0 a 10).
Standard quality factor = valore di nitidezza
universalmente accettato.
Per diaframmi molto chiusi o molto aperti, abbiamo una nitidezza un po’ più bassa. Per un rilevamento col drone, gli
si dà una quota di volo ed esso in automatico calcola la distanza di campionamento, e viceversa.
- Quale risoluzione necessaria?
Calcolo della quota di volo
Stimiamo la quota di volo necessaria per la produzione di un’ortofotoalla scala 1:200, utilizzando un drone DJI
equipaggiato di camera FC300X e sensore Sony EXMOR R
• Dimensioni del sensore 4000x3000 pixel
6.16x4.62 mm
• Dimensione del pixel 1.54 mm
• Lunghezza focale 3.61 mm
• Ipotizziamo SQF = 5, tenendo conto di una lente di media qualità e del disturbo atmosferico.
• Ipotizziamo una qualità fotografica dell’ortofotodi 150 dpi (dot per inches / pixel per pollice), ovvero
quindi un pixel stampato misurerà 0.16 mm, che alla scala 1:200 corrispondono a GSD = 32 mm. Si noti che tale
condizione rispetta l’errore di graficismodi 0.2 mm, corrispondente a 5 punti/mm.
Abbracciamento del fotogramma e ricoprimento
- Abbracciamento
dove
• L lato del fotogramma a terra
• l lato del sensore
• h quota di volo
• c distanza focale
- Ricoprimento μ
• Ricoprimento longitudinale
ε
• Ricoprimento trasversale
μ ε
Terreno pianeggiante = 80% = 60% μ ε
Terreno montuoso, densamente edificato o foreste = 90% = 80%
Fotogrammetria aerea da drone
Richiami normativi
Regolamento ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) v.3, in vigore dal 15/12/2019
• Condizioni critiche
- volare sopra o a meno di 150 metri dalle aree congestionate, in ambienti urbani, vicino a infrastrutture sensibili o a
meno di 50 metri da persone non informate delle vostre operazioni di volo.
• Condizioni non critiche
- Tutte le altre condizioni
• Condizioni VLOS (Visual Line Of Sight)
- controllo visivo diretto, cioè senza aiuti di binocoli, lenti in generale o visori di Realtà Aumentata (che invece si
usano in condizioni BVLOS).
• Condizioni EVLOS (ExtendedVisual Line Of Sight):
- il Pilota Remoto fa affidamento su uno o più Osservatori lontani, che trasmettono informazioni di volo critiche via
radio e assistono il Pilota Remoto nel mantenere una netta separazione da altri aerei.
• Condizioni BVLOS (BeyondVisual Line Of Sight):
- Oltre la linea visibile o visibile estesa, molto spesso cioè oltre l’orizzonte o ostacoli come alberi o colline. Il pilota
deve adottare metodi alternativi per mantenere il controllo del volo. Obbligo di richiedere l’autorizzazione
all’ENAC anche riservandosi uno spazio aereo riservato.
• Assicurazione obbligatoria per tutti, anche per droni ad uso ricreativo.
- Visita medica non più richiesta.
• Attestato di pilota APR in condizioni VLOS
- per operazioni non critiche: seguendo corso online e sostenendo un esame online con 40 domande a risposta
multipla (obbligatorio dal 1/7/2020).
- per operazioni critiche: Corso formativo presso un Centro di Addestramento riconosciuto, esame composto da 30
domande a risposta multipla, corso pratico con esame finale.
- condizioni considerate sempre Non Critiche con i SAPR sotto i 0,3Kg ovvero droni dal peso inferiore a 300
grammi. Occorre essere in possesso di Attestato
• Operazioni Critiche in condizioni BVLOS/EVLOS (Beyond/Extended Visual Line Of Sight):
a) Attestato di Pilota per Operazioni Critiche in condizioni VLOS
b) il completamento di un apposito corso di formazione presso un Centro di Addestramento APR autorizzato
Regolamento ENAV in vigore dal 1/7/2020
Sostituirà il regolamento ENAC
0.13 Fotogrammetria parte sesta
Produzione di elaborati nella fotogrammetria terrestre
Elaborazione di sezioni
Editing architettonico
La Regola dellicinque ordini d'architettura è un trattato dell'architetto
rinascimentale Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573). Ebbe larghissima diffusione
in tutta l'Europa fino all'Ottocento.
L'opera è una sorta di prontuario che non si limita a sintetizzare e codificare il lessico
architettonico classico, ma propone un sistema di calcolo - il modulo e i suoi
sottomultipli, i minuti - per agevolare il compito dei costruttori nel progettare le loro
opere secondo i cinque ordini architettonici.
Il modulo, ossia la misura da assegnare al semidiametro della colonna, attraverso i
cui sottomultipli è possibile calcolare le dimensioni degli altri elementi architettonici,
indipendentemente dalle unità di misura.
Tale calcolo modulare rispondeva alle esigenze di un'architettura razionale, basata su
relazioni geometriche ben determinate.
Alla Tav. I sono descritti in sintesi i cinque ordini.
Il tuscanico o toscano è un ordine architettonico proprio dell'architettura etrusca,
utilizzato poi in quella romana, ripreso ed elaborato in quella rinascimentale italiana
fino al neoclassico passando per il barocco.
- Base presente: il tipo propriamente tuscanico è costituito da un semplice toro, o
modanatura con profilo a semicerchio convesso.
- Fusto come nell'ordine dorico, oppure liscio.
- Capitello più grosso rispetto all'ordine dorico e con abaco più grande ed echino
più schiacciato ma più rigonfio.
- Architrave teoricamente come nell'ordine dorico.
- Fregio teoricamente come nell'ordine dorico.
- Cornice teoricamente come nell'ordine dorico.
Alla Tavola II sono disegnate le modanature e la loro costruzione geometrica.
L’ordine Toscano è decritto nel dettaglio nelle Tavole da III a X:
III. Piedistallo e base
IV. Trabeazione e capitello
V. Rastremazione della colonna ed intercolonnio
VI. Intercolonniocon arco senza piedistallo
VII. Intercolonniocon arco e piedistallo
VIII. Costruzione del frontone o frontespizio
IX. Applicazione dell’intercolonnioe del frontone
X. Porta rustica
0.14 Cartografia parte prima
Introduzione alla cartografia e storia della cartografia antica
«La CARTOGRAFIA è l’insieme degli studi, delle operazioni scientifiche, artistiche e tecniche che si svolgono a
partire dai risultati delle osservazioni dirette o dalla utilizzazione di una documentazione al fine di elaborare ed
allestire carte, piante, …» UNESCO 1966
«La CARTA è la figura resa in proiezione orizzontale, rimpicciolita, semplificata, completata nel contenuto e
dichiarata nei suoi segni, della superficie terrestre o di una sua parte» E. IMHOF
- La carta è lo strumento che rappresenta in geometricamente la forma e le dimensioni della superficie terrestre.
- In una carta tutti i punti sono definiti da 2 o 3 coordinate che rappresentano la posizione del punto in uno
specifico sistema di riferimento.
- Le coordinatenon sono misurate direttamente, ma calcolate a partire da un insieme di misure di distanze ed
angoli.
Breve storia della cartografia
Preistoria. La pietra di Jebel Amud, Giordania, 3000 a.C.
Scoperta dal paleontologo Edoardo Borzattivon Lowenstern
dell'Università di Firenze nel 1978, risale all'età del bronzo ed è la
testimonianza più antica della capacità di rappresentare un'astrazione,
l'immagine d'insieme delle distanze. La mappa riproduce su un masso
di 5 m una superficie di 2500 kmq alla scala di circa 1:16.000.
Anassimandro di Mileto (Mileto, 610 a.C. circa –546 a.C. circa)
La cosmologia di Anassimandro si basa su spiegazioni naturalistiche anziché mitico-religiose, a
differenza dei precedenti autori, come Esiodo.
Concepisce un modello meccanico del mondo, in cui la Terra galleggia immobile nello spazio,
senza essere appoggiata a nulla. Se per Talete la Terra è un disco piatto che si regge sull'acqua,
conformemente alla sua dottrina dell'acqua come principio o substantiadelle cose ("che sta
sotto"), per Anassimandro la Terra ha la curiosa forma di un disco cilindrico, di altezza un terzo del diametro.
Comprendere che la Terra galleggia libera nello spazio senza bisogno di essere sostenuta da qualcosa è la prima grande
rivoluzione cosmologica, e una delle sorgenti del pensiero scientifico. Il modello di Anassimandro permette ai corpi
celesti di passare sotto la Terra, e apre la via alla grande astronomia greca dei secoli successivi. A lui viene
tradizionalmente attribuita la prima carta geografica.
Ecateo di Mileto (Mileto, 550 a.C. –476 a.C.)
Geografo e storico greco, tra i primi di quella cultura a trasmettere in prosa le proprie
conoscenze.
Tra le sue opere, giunta a noi solo in frammenti, la Periegesi (Περιηγήσις) o Giro della Terra,
un’opera geografica in due libri, riguardanti l’Europa il primo, l’Asia e l’Africa il secondo,
frutto in parte dei suoi viaggi e in parte di resoconti altrui e fonti scritte, comprendente una descrizione dei luoghi
visitati, con l’indicazione delle distanze e l’aggiunta di osservazioni etnografiche, come usi e costumi e curiosità, il tutto
corredato (ci dice Erodoto) da una carta geografica disegnata da lui stesso, che rappresentava il mondo allora
conosciuto come un disco rotondo circondato dall’oceano, concezione che ha ripreso da autori precedenti.
Dicearcoda Messina (Messana, 350 a.C. –290 a.C.)
Filosofo e geografo greco. Tra le sue opere geografiche si ricorda soprattutto l’Itinerario intorno al
mondo(Γῆςπερίοδος), in cui si ritrova per la prima volta la suddivisione della Terra in meridianie paralleli, il sistema di
coordinate sferiche in uso ancora oggi, con cui già allora era possibile individuare con precisione qualunque punto sulla
superficie terrestre.
Le altre opere geografiche sono Sui Monti del Peloponneso, una misura dei monti con un sistema di triangolazione, e
τῆς Ἑλλάδος),
una Descrizione della Grecia(Ἀναγραφὴ un’opera poetica in trimetri giambici probabilmente male
attribuita.
Aristarco di Samo (Samo, 310 a.C. –230 a.C. circa)
Fu astronomo famoso soprattutto per avere introdotto la teoria secondo la quale il Sole e le stelle sono immobili
mentre la Terra ruota a