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IL CASO: "JEFFREY DAHMER"
Jeffrey Lionel Dahmer nacque nel 1960 a Milwaukee, nel Wisconsin, da Lionel Herbert Dahmer e Joyce Annette Flint. Visse, malgrado alcuni problemi di salute dovuti ad un'ernia inguinale, un'infanzia tranquilla fino all'età di sei anni, quando la sua famiglia si trasferì in Ohio.
A partire da quell'età, Dahmer sviluppò un carattere chiuso e apatico, sia per l'eccessiva lontananza di suo padre Lionel a causa dei continui impegni accademici, sia per la grave forma di depressione di cui soffriva la madre Joyce, già ipocondriaca da tempo, motivo per cui richiedeva cure costanti e passava gran parte delle sue giornate a letto.
Di conseguenza, nessuno dei due genitori dedicò molto tempo al figlio, che in seguito ricordò di essersi sentito "incerto sulla solidità della famiglia" fin dalla tenera età, ricordando peraltro le numerose liti tra i suoi genitori.
durante i suoi primi anni. Quando Joyce partorì per la seconda volta, a dicembre, lasciò che fosse Jeffrey a scegliere il nome del suo fratellino, che fu chiamato David. Dall'età di 8 anni, il piccolo Jeffrey cominciò a collezionare resti di animali morti che usava seppellire nel bosco situato dietro l'abitazione dei genitori. Due anni più tardi chiese al padre cosa sarebbe successo alle ossa di pollo qualora fossero state immerse nella candeggina e il padre, orgoglioso di quella che credeva essere una semplice curiosità scientifica del figlio, gli mostrò come sbiancare e conservare ottimamente gli scheletri di animali. Per fare un esempio, nel 1975, Jeffrey decapitò la carcassa di un cane che era stato investito da un'auto per poi inchiodarne il corpo a un albero e impalarne il teschio su un bastone nel bosco dietro casa sua. All'età di 13 anni cominciò inoltre a coltivare fantasie sessuali in cuiL'oggetto del suo desiderio erano persone morte e a subire bullismo a scuola. A partire dai 16 anni iniziò a consumare regolarmente grandi quantità di alcolici nelle ore diurne, spesso nascondendo le bottiglie di scotch all'interno della giacca che indossava a scuola, dove era generalmente visto come uno studente educato e molto intelligente malgrado fosse piuttosto silenzioso durante le lezioni. In più, sempre intorno a quell'età, Dahmer capì di essere gay, ma scelse tuttavia di non dirlo ai suoi genitori. Nel 1977, dopo aver scoperto che la moglie lo tradiva con un altro uomo, Lionel e Jeffrey lasciarono la famiglia per stabilirsi provvisoriamente in un motel poco distante, mentre Joyce e David andarono ad abitare a Chippewa Falls. Jeffrey a quel punto era appena 17enne e l'anno successivo, a 18 anni, decise di fare ritorno nella vecchia casa di famiglia in Ohio. Il 18 giugno 1978, subito dopo il divorzio dei genitori e in seguito al...
conseguimento del diploma della scuola superiore, Dahmer mise in atto il suo primo omicidio. La sua prima vittima fu Steven Hicks, un autostoppista di 19 anni. In quell'occasione, l'assassino invitò il giovane nella casa dei genitori rimasta vuota, gli offrì una birra, gli fece ascoltare della musica e finì per ucciderlo, colpendolo con un manubrio di 4,5 kg e soffocandolo. Successivamente, gli tolse via i vestiti, gli si mise a cavalcioni, vi si masturbò sopra e smembrò il cadavere. Dapprima disciolse nell'acido alcuni pezzi di carne per gettarli nel gabinetto, successivamente frantumò le ossa con una mazza da baseball e, infine, le nascose in sacchi per l'immondizia che seppellì nel bosco situato dietro casa. Subito dopo il delitto, Dahmer si iscrisse all'Università statale dell'Ohio, che però abbandonò dopo soli tre mesi, a causa della scarsa frequenza alle lezioni e dell'alcolismo. NelGennaio dell'anno successivo, non volendo cercare un lavoro, fu sollecitato dal padre ad arruolarsi volontario nell'esercito, addestrandosi come specialista medico. Il 13 luglio dello stesso riuscì ad arruolarsi con l'incarico di soccorritore militare ma dopo due anni di servizio, durante i quali scomparvero due persone, fu dimesso per via del suo sempre più grave alcolismo. Egli ricevette tuttavia un congedo onorevole, dato che i suoi superiori ritenevano che i problemi che Dahmer aveva nell'esercito non sarebbero stati applicabili alla vita civile. Tornato negli Stati Uniti, Dahmer fu spedito nella base militare di Fort Jackson, ma successivamente si stabilì a Miami Beach, dove lavorò in una banca del sangue presso un ospedale.
Nel 1981 il padre lo mandò a vivere a casa di sua nonna Catherine a West Allis. La donna era infatti l'unico membro della famiglia a cui mostrava affetto e, sotto la sua influenza, il padre sperava che Jeffrey
smettesse di bere, trovasse un lavoro e iniziasse a vivere in modo responsabile. Inizialmente, tale sistemazione con la nonna sembrò proseguire nel migliore dei modi: il giovane la accompagnava in chiesa, svolgeva volentieri le faccende domestiche e fu assunto come flebotomo presso il Milwaukee Blood Plasma Center per 10 mesi, prima di essere licenziato.
A quel punto rimase disoccupato per oltre 2 anni, spendendo quei pochi soldi che gli dava la nonna in alcolici e sigarette.
Durante questo periodo, Dahmer continuò a coltivare le proprie passioni sciogliendo nell'acido scoiattoli morti e custodendo manichini rubati nell'armadio.
Nel 1985, mentre era seduto a leggere alla Biblioteca di West Allis, un ragazzo gli lanciò un bigliettino nel quale si offriva di praticargli una fellatio e sebbene Dahmer non abbia mai risposto al messaggio, quell'evento contribuì a far risvegliare in lui le sue fantasie di dominio e sopraffazione, portandolo a frequentare
sempre con maggior insistenza i bar gay della città e passare tempi prolungati nei bagni degli uomini. Proprio in un bar gay, il 20 settembre 1987, Dahmer incontrò Steven Tuomi, un ragazzo con origini finlandesi di 25 anni. Dopo aver assunto consistenti quantità di alcolici, Jeffrey uccise la propria vittima in una stanza di albergo all'Ambassador Hotel di Milwaukee, ne chiuse il cadavere in una valigia acquistata per l'occasione e lo portò nella cantina della casa di sua nonna dove ebbe rapporti sessuali con esso. Infine, il cadavere fu smembrato e i resti gettati tra i rifiuti.
Sette mesi più tardi uccise Jamie Doxtator, un 14enne di origini nativo-americane che frequentava i locali gay della città in cerca di una relazione. Dopo averlo attirato con un'offerta di $50 per posare per una foto di nudo, Dahmer lo strangolò sul pavimento della cantina per poi gettare i resti nella spazzatura.
Il 24 marzo 1988 Dahmer massacrò
Richard Guerrero, un ragazzo bisessuale di 22 anni di origini messicane, anch'egli incontrato in un bar gay (anche se la famiglia della vittima ribadì più volte la sua estraneità a tale ambiente). Egli, ancora una volta, prima lo drogò con una massiccia dose di sonniferi e poi lo soffocò con un cinturino di pelle, finendo con lo sbarazzarsi del corpo.
Nel settembre del 1988 fu allontanato da casa della nonna a causa del suo comportamento erratico, dei continui rumori molesti e dei terribili odori provenienti dalla cantina. Si trasferì quindi in un appartamento di Milwaukee situato vicino alla fabbrica di cioccolata in cui lavorava.
In quello stesso mese adescò Somsak Sinthasomphone, un ragazzo asiatico di 13 anni, promettendo ancora una volta dei soldi per un servizio fotografico. In questo caso però la vittima riuscì a sfuggire all'aggressore e a denunciarne le violenze. Grazie alla denuncia, Dahmer fu arrestato e accusato.
di violenza sessuale. La corte lo condannò a 10 mesi di ospedale psichiatrico, nonostante l'accusa avesse chiesto l'incarcerazione. Una volta ottenuta la libertà vigilata, nel 1990, Dahmer massacrò Anthony Sears, incontrato in un circolo gay: anche in questo caso la vittima fu drogata, strangolata e in seguito violentata. Nello stesso periodo tornò a vivere a casa della nonna, portando con sé la testa mummificata e i genitali di Sears. Da questo momento in poi intensificò la propria attività omicida uccidendo, in poco più di un anno, 12 persone con lo stesso modus operandi. In questo periodo non fu mai scoperto né dai vicini di casa (i quali comunque lamentavano strani rumori e odori nauseabondi), né dalla polizia che era pure riuscita ad entrare nell'appartamento in seguito a un tentativo di fuga da parte della futura vittima, Konerak Sinthasomphone (fratello minore di Somsak). Il ragazzo era riuscito aliberarsi e a ricevere soccorso da parte di due donne che chiamarono la polizia ma Dahmer riuscì a convincere gli agenti che il ragazzo (nel frattempo pesantemente intossicato da alcol e droghe) fosse il suo fidanzato, allontanatosi in seguito a una banale lite. Quando gli agenti se ne andarono, Dahmer uccise, violentò, smembrò e mangiò parzialmente la vittima. Gli agenti furono successivamente molto criticati per non aver prestato ascolto alle donne e per aver ignorato le telefonate in cui queste aggiungevano dettagli e chiedevano ulteriori informazioni, per aver fatto commenti razzisti verso la vittima (emersi dalle registrazioni fra la centrale e la pattuglia) e non aver condotto ricerche nell'appartamento di Dahmer, dove nella camera era ancora riverso uno dei cadaveri delle vittime. In seguito a