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SISTEMA ENDOCRINO DIFFUSO
Si hanno singole cellule che sparse in modo anatomicamente non prevedibile e non
riconoscibile hanno azione endocrina. È particolarmente rappresentato nell’intestino, ma
elementi endocrini sono stati ritrovati nel cuore, nei reni, nel sistema respiratorio e nel
tessuto adiposo bianco. 38
A volte si parla anche di sistema neuroendocrino diffuso, perché le molecole prodotte
da queste cellule hanno azione paracrina; quindi, agiscono in prossimità del sito di
rilascio e tendono ad essere molecole, in altri contesti tissutali, che fungono da
neurotrasmettitori. Non si chiamano neurotrasmettitori perché i neurotrasmettitori sono
considerati come molecole prodotte dal tessuto nervoso, un segnale prodotto da un
neurone.
Sembra che ogni componente del corpo abbia una sua componente di regolazione
endocrina autonomo, che a livello istologico non si distingue facilmente, con queste
piccole cellule ad azione endocrina poco distinguibili a livello istologico.
Esse hanno funzioni che svolgono solo loro (endocrine), ma non è accertato che
svolgano una sola funzione.
Per questo non sono categorizzate come ghiandole unicellulari, la funzione di queste
ultime è esclusivamente di produrre un certo secreto, inoltre sono cellule con funzione
esocrina.
GHIANDOLE INTERSTIZIALI, distinte dal sistema endocrino diffuso, perché si raggruppano
a livello gonadico (organi che producono i gameti), mentre il sistema endocrino diffuso.
Ad esempio, a livello dei testicoli abbiamo le cellule di Leydig che producono ormoni
androgeni.
IL TESSUTO CONNETTIVO
Tipicamente classificato in funzione dell’aspetto, della consistenza e della forma della
sua sostanza intercellulare (elemento fondamentale di tutti i tessuti connettivi), che può
essere molto diversa. La derivazione dei tessuti connettivi è di tipo mesodermico, che dà
origine a un particolare tessuto embrionale, il mesenchima (tessuto connettivo proprio
dell’embrione) che darà origine a tutti i tessuti connettivi che troviamo nell’adulto.
Il mesenchima è un tessuto estremamente semplice in cui abbiamo numerose cellule
mesenchimali (pluripotenti, possono dare origine a diverse altre cellule specializzate) e
abbondante sostanza intercellulare. Queste cellule che vi originano si trovano in vari tipi
di tessuti connettivi. 39
Sono detti connettivi perché una delle loro funzioni principali è proprio quella di riempire,
connettere, gli spazi fra gli organi, che non sono sospesi nel vuoto, il corpo è pieno, ma in
modo ordinato. Per i primi anatomisti erano tessuti banali, che servivano a tenere
insieme il tutto (ruolo strutturale).
In realtà sono tessuti anche di sostegno e forniscono un supporto non solo meccanico
ma anche metabolico per tessuti e organi di tutto il corpo. Sono largamente distribuiti in
nell’organismo, è grazie ai connettivi che arriva il nutrimento, che arrivano le molecole
segnale, che si possono rimuovere le sostanze di rifiuto. Alcuni svolgono la funzione di
tessuti di riserva (es. tessuto adiposo) e di difesa immunitaria di base, in cui troviamo
cellule macrofagiche. Sono tessuti parecchio diversificati.
Costituiti da cellule (che possono essere residenti o migranti) e matrice extracellulare
o sostanza intercellulare che è costituita da due componenti:
sostanza amorfa o fondamentale: non ha forma, non è osservabile al microscopio,
• seppur può essere una componente molto importante; normalmente è fluida,
senza una specifica composizione, che nella maggiore è rimossa durante la
preparazione istologica.
componente fibrillare
•
La sostanza intercellulare può essere totalmente liquida, come nel caso del sangue in
cui la matrice extracellulare è il plasma.
Può essere gelatinosa, più o meno fluida come nei connettivi propriamente detti, con
funzione di connettere i vari organi. Può essere anche gelificata in modo consistente
come avviene nelle cartilagini o può essere un elemento rigido meccanicamente, come
nel tessuto osseo.
Connettivo trofico→ sangue. Serve
a far vivere tutti gli organi, ma
meccanicamente non ha valore,
non tiene insieme gli organi, al
massimo dal punto di vista
metabolico.
40
Tessuti connettivi propriamente detti
Oltre ad essi abbiamo anche tessuti connettivi specializzati.
Sono tessuti vascolarizzati, ad esempio nei tessuti epiteliali ghiandolari come il pancreas
la componente vascolare è necessaria ma vi arriva portata dal connettivo, che si insinua
nelle ghiandole, isolando l’epitelio. L’epitelio non è vascolarizzato.
La funzione-aspetto è proprio quello di un tessuto che si interpone tra gli organi.
Le cellule non sono fittamente stipate, fra di loro si trova la sostanza amorfa, che nel
vetrino non si vede ma c’è.
Si dividono in:
cellule residenti: cellule che troviamo solo nel connettivo propriamente detto.
• Fibroblasto→ la cellula tipica residente del connettivo propriamente detto. Come
le altre deriva dalla cellula mesenchimale. Sono responsabili della produzione di
molecole che servono a costruire la sostanza intercellulare (sia la componente
fibrillare che amorfa), hanno un compito strutturale, servono a costruire il
connettivo. Sono ancora in grado di replicare. Quando entrano dal punto di vista
mitotico in una forma di quiescenza, si chiamano fibrociti, che però possono
tornare nello stato di fibroblasti replicando di nuovo. La loro capacità replicativa
è molto marcata.
Non esistono descrizioni precise per queste cellule, hanno forme irregolari,
tendono a differenziarsi assumendo un aspetto allungato. presentano un
→
aspetto polimorfo, hanno diverse morfologie possibili.
Hanno un’intensa attività proteosintetica, quindi si colorano abbastanza bene,
hanno un RER marcato, avendo un intenso metabolismo hanno numerosi
mitocondri e sono abbastanza voluminosi. Il citoplasma è ben colorabile.
Il nucleolo è spesso evidente, hanno necessità di cambiare i ribosomi, per
l’intensa attività proteosintetica. 41
L’attività non è riconducibile ad attività ghiandolare, si tratta della produzione di
elementi che vengono esocitati dalla cellula e lì rimangono, funzione strutturale.
Anche gli adipociti possono essere cellule residenti, anche se si accumulano
nell’adiposo.
cellule non residenti: cellule che possiamo trovare o non trovare nei connettivi
• propriamente detti, perché transitano attraverso di essi senza doversi per forza
fermare all’interno della sostanza extracellulare. Il loro ruolo non è strutturale, ma
hanno un ruolo fondamentale per garantire che il connettivo sia privo di patogeni
e per conferire al connettivo una funzione di difesa.
La maggioranza sono cellule immunitarie, il tessuto connettivo è infatti
vascolarizzato, se non fosse protetto i patogeni potrebbero distribuirsi ovunque
nell’organismo. Queste eliminano anche le cellule morte del tessuto
Macrofagi
Sono le cellule più numerose del connettivo lasso dopo i fibroblasti. Derivano dalle
cellule del sangue, lasciano i vasi ed entrano nel connettivo. Lo fanno
fisiologicamente, ancora di più quando si ha un’infiammazione. Aumenta il
numero di cellule ematiche che escono e vanno nel tessuto connettivo. Tutti i
macrofagi si muovono se arriva lo stimolo. Migrano e si spostano grazie alla
presenza del tessuto connettivo, se dovesse ad esempio insinuarsi in un epitelio
dovrebbe rompere i legami fra le cellule danneggiandolo. In realtà quindi le
cellule macrofagiche che troviamo dappertutto arrivano o rimangono in quegli
organi, in virtù della quantità e della presenza di connettivo.
Possono avere due stati funzionali:
fissi da non confondere con le cellule residenti, in quel momento è fermo
→
o se non stimolato. Presi in sezione hanno un aspetto regolare.
migranti→ il macrofago fisso, se stimolato diventa migrante. Hanno un
o aspetto di cellule in movimento, allungato, con pseudopodi e movimento
ameboide. 42
Mastociti
Efficaci nell’avviare processi infiammatori. Rilasciano i granuli contenuti nel
citoplasma che contengono eparina (proteoglicano solforato, anticoagulante),
istamina (vasodilatatore) e proteasi che hanno azione infiammatoria. Non hanno
azione fagocitica, che spetta ai macrofagi. I granuli hanno azione paracrina molto
intensa. Aiutano il sistema infiammatorio ad essere allertato dei danni in fase
molto precoce. mediano la risposta infiammatoria.
→
Si ritrovano preferenzialmente nel connettivo associato al sistema digerente e al
respiratorio (distretti in cui è più probabile l’ingresso di antigeni).
Simili per aspetto ai granulociti basofili (un tipo di leucocita), non derivanti da essi
ma da un tipo di cellula staminale midollare diversa da quella da cui derivano i
basofili.
Sono cellule grandi, contengono granuli basofili e metacromatici, ossia assumono
una colorazione diversa da quella del colorante utilizzato.
Sono frequenti nei connettivi propriamente detti, soprattutto in prossimità dei vasi
sanguigni.
I mastociti si ritrovano preferenzialmente nel connettivo associato al sistema
digerente e sistema respiratorio (più probabile l’ingresso degli di antigeni).
Es. mi punge una zanzara e la cute si arrossa
Plasmacellule
Derivano dai linfociti B e sono le cellule che producono gli anticorpi.
Adipociti
Accumulano trigliceridi, oltre a costituire il tessuto adiposo con funzione di riserva.
Hanno anche funzione endocrina, metabolicamente attivo. La presenza o meno
di tessuto adiposo cambia parecchio lo stato di un paziente. Dobbiamo usare
43
coloranti oleosi per poter vedere il materiale lipidico, congelando prima di
tagliarlo.
17/11/2023 Ven
La matrice extracellulare è fatta di fibre e sostanza fondamentale (o amorfa) termini
→
non strettamente sinonimi, ciò indica che non si sa che forma abbia ma è basilare per
la struttura del connettivo. Tutte le sue componenti vivono strettamente insieme,
connesse.
La sostanza fondamentale contiene acqua, proteoglicani, proteine solubili, sali, gas,
glicosamminoglicani (GAG). Le sue componenti, assemblandosi in modo diverso,
possono andare a costituire sostanze fondamentali molto differenti tra di loro.
I GAG sono molecole glucidiche, che formano catene di disaccaridi che si ripetono.
I proteoglicani sono molecole a prevalenza glucidica (80/90 %) con anche una
componente proteica. Hanno un core proteico, ovvero una struttura centrale a base
proteica (catene di amminoacidi) su cui si innestano le catene di glicosamminoglicani.
Le glicoproteine hanno anche esse un core proteico su cui si innestano delle catene
oligosaccaridiche (poca componente glucidica)