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Perforazioni oceaniche
Andiamo a vedere la storia delle grandi perforazioni oceaniche e iniziamo a parlare dei grandi
proge5 internazionali, che si chiamano IODP, ma sono par;; chiamandosi Project MoHole. La MoHo
è una discon;nuità del crosta-mantello, che si provava a raggiungere con un carotaggio. Quindi
questo progeGo è iniziato alla fine degli anni 50 con questo scopo: perforare la crosta oceanica fino
ad arrivare al mantello, cosa che poi non è stata faGa. Questo progeGo è par;to come progeGo
americano e poi si è esteso ed è diventato il DSDP, Deep Sea Drilling Project, e poi si è trasformato
nel Ocean Drilling Program, che è diventato un progeGo internazionale, che ha coinvolto mol; paesi.
Negli anni ha sempre cambiato nome e ora si chiama il Ocean Discovery Program.
Tu5 ques; proge5 sono stato perforate per cen;naia di metri tu5 i fondali oceanici. Grazie a
questo progeGo si ha avuto un avanzamento enorme delle conoscenze della geologia marina e
microbiologia. Per fare i campionamen; e le perforazioni, si sono u;lizzate le navi da perforazione.
Sono navi di lunghe dimensioni, oltre i 100 m di lunghezza, e hanno un Derrick per sostenere e
ver;calizzare le aste di perforazione. Ci sono varie navi: la Cuss 1, la Glomar Challenger, la JOIDES
Resolu;on e la Chikyu.
Questa nave ha il Munpull, che è quel buco aGraverso la chiglia, che permeGe di far passare una
serie di aste. Ha il Derrick che è la torre di perforazione all’interno della quale c’è una gru che serve
a sostenere il peso delle aste, che servono per perforare il fondo. Quindi dalla nave vengono calate
una serie di aste di 10 metri in 10 minu;, che possono operare a qualunque profondità.
Abbiamo visto dei video fa5 a bordo della JOIDES Resolu;on, che documentano un po' come
avvengono queste operazioni di perforazione e abbiamo visto tu5 i passaggi che vengono fa5 fino
a oGenere le carote e a cosa ci servono le carote.
L’inizio del campionamento: la testa di perforazione è visibile sul ponte di coperta e c’è dentro il
caro;ere, al cui interno c’è un tubo di plas;ca che campionerà il sistema. La gru deve sostenere il
peso di tuGe le aste che poi vengono calate in acqua. Questo procedimento si ripete n volte fino ad
arrivare al fondo del mare; è un processo semiautoma;co, cioè ci sono delle par; faGe delle
macchine e gli operatori manualmente avvitano. L'asta viene sollevata, un carrellino la porta avan;
e l'asta viene portata fino all’altra asta già immersa e la si aggancia e stringe. E questa cosa va avan;
per ore, perché questa nave lavora sulle 24 ore. Quando si arriva alla profondità, per esempio, di 4
metri dal fondale si inserisce il caro;ere. Il pistone viene calato insieme al caro;ere. Quando il
caro;ere arriva sul fondo, il pistone fa l’effeGo risucchio.
Quindi il pistone viene inserito nelle aste di perforazione ed è come un sistema che corre all’interno,
ci sono dei cavi che lo sostengono. Quindi prima si infila il pistone (10 m), poi si cala giù e poi si
aGacca il caro;ere (diametro circa di 10 cm). Il caro;ere è d’acciaio con una punta tagliente perché
deve penetrare e al suo interno c'è un tubo di plas;ca, che è quello dove effe5vamente il sedimento
verrà raccolto. Il caro;ere e il pistone poi scendono con il pistone dentro al caro;ere e quando poi il
carrozziere arriva al fondo, il pistone viene tenuto in tensione e fa questo effeGo di risucchio.
Quando il caro;ere risale con i suoi 10 m di sedimento raccolto, bisogna aprire le aste per estrarre il
caro;ere. Prima si toglie il pistone e poi si toglie la carota, che viene lasciata in un tubo di 10 m. Nel
fraGempo si manda giù un’altra carota. In questo modo si scende 10 m dopo 10 m a campionare il
sedimento. La parte tagliente della carota viene tolta e viene portata a studiare da quelli che
studiano i microfossili, per dare un’età al sedimento. Il curatore sarà colui che si annota in quante
par; viene divisa la carota e poi ques; da; vengono messi in un database. Solitamente si taglia ogni
1.50 m.
Dopodiché si portano in laboratorio e grazie ad uno strumento, chiamato laser kiGy, si incidono i
nomi delle carote e poi si meGe anche un’e;cheGa. I sedimentologi descriveranno le carote cm per
cm. AGraverso un altro strumento si scannerizza la carota per avere le colorazioni in formato digitale
per avere la foto della carota e annotare di fianco le osservazioni. La carota viene analizzata anche
ai raggi x per analizzare la struGura delle componen; interne che magari non si vedono. Si misurano
anche le proprietà magne;che della carota (susce5vità magne;ca e la polarità del campo
magne;co, si possono vedere le inversioni del campo magne;co). I sedimen; vengono data; con la
biostra;grafia, analizzando le specie presen; di plancton, e le inversioni del campo magne;co. TuGe
le carote dell’oceano Pacifico vengono portate in un deposito refrigerato in Texas.
Metodi di carotaggio
1) Hydraulic piston corer (HPC)
Parliamo di un caro;ere con la testa affilata e che entra nel sedimento. Possiamo vedere
dall’immagine come funziona il conceGo del pistone: il caro;ere entra nel sedimento insieme alle
aste e si crea un effeGo risucchio, come se fosse una siringa, e aiuta il caro;ere a penetrare per 10
m. Questo sistema viene indicato come HPC e viene usato per sedimen; soffici, i fanghi inconsolida;.
Si riesce a campionare anche 150 m.
2) Extended core barrel (XCB)
Quando il sedimento diventa più duro e consolidato, non si riesce a penetrare nel sedimento e si
usa un altro metodo: XCB. È un sistema simile al precedente, ma il caro;ere stesso ha una punta
tagliente e quindi va giù ruotando insieme alle aste di perforazione.
3) Rotary core barrel (RCB)
Quando il sedimento diventa ancora più duro. Questo metodo consiste nella rotazione di tuGo lo
strumento: il tubo carotatore ruota con le aste. Viene usato per entrare nelle rocce. Ogni carota
viene divisa in sezioni da 1 m e mezzo, ma tra una sezione e un’altra non si riesce a campionare del
tuGo, c’è un disturbo. Può esserci sedimento che non viene campionato.
Quindi per riuscire a campionare tuGo per ogni sito si fanno almeno due carotaggi, in modo da poter
analizzare anche la parte mancante, facendo delle sezioni di dimensioni diverse. E alla fine si fa una
ricostruzione della carota completa, che si chiama Splice, che con;ene un pezzo di A e uno di B, per
evitare tu5 i disturbi. La Splice è la carota virtualmente con;nua, che con;ene la sedimentazione
che è avvenuta in quel luogo da oggi indietro nel tempo.
Paleocenografia
La paleoceanografia è lo studio della storia degli oceani e comprende lo studio di diversi aspe5:
- Circolazione oceanica
- Clima
- Biologia
- Chimica
- Geologia
La paleoceanografia si basa sui da; che noi ricaviamo dagli archivi, che con;ene delle informazioni.
Un sedimento, per esempio, è un archivio dal quale possiamo ricavare delle informazioni. Le
principali fon; di informazione della paleoceanografia si trovano negli oceani stessi e sono:
- Sedimen; marini (sia terrigeni che biogenici)
- Biocostruzioni: coralli tropicali e alghe calcaree
Importan; informazioni si possono ricavare però anche da terra. Quindi non parliamo più di archivi
marini, ma di archivi con;nentali, come:
- Da; sulla linea di costa, es. terrazzi indicano il paleo-livello del mare
- Da; glaciologici, da; indire5 sul livello del mare
Possiamo dire che c’è uno streGo legame tra paleoceanografia e paleoclimatologia, poiché l’oceano
ha un ruolo importante nel sistema clima;co. Infa5 immagazzina e trasporta energia; funge da
serbatoio per alcuni gas-serra, stoccaggio di CO2.
Quindi possiamo andare a ricostruire il clima del passato aGraverso la paleoceanografia. Una ;pica
ricostruzione paleoceanografica comprende diversi passaggi:
a) Iden;ficare l’archivio adaGo, che dev’essere campionabile, buona risoluzione, intervallo di tempo
di interesse;
b) Datarlo in modo accurato, per capire in che tempo collocarlo;
c) Misurare il proxy adaGo per la ricostruzione da effeGuare (il proxy deve essere calibrato).
Ques; rappresentano alcuni degli ARCHIVI dai quali si possono estrarre da; indire5, chiama;
PROXY. È un dato che non è misurabile, ma che può essere ricostruito.
PROXY = da; indire5
Una quan;tà che è conservata in un archivio, che si può misurare e che permeGe di ricostruire in
modo quan;ta;vo un parametro che nell’ambiente aGuale si può misurare in modo direGo (con
sensori monta; sulla CTD o con misure direGe).
Se nell’ambiente aGuale noi possiamo andare con una sonda a misurare la temperatura, abbiamo
dei da; indire5 che ci permeGono di ricostruire la temperatura. Per esempio, se troviamo uno
scheletro di un foraminifero planctonico di una certa specie che è indicatrice di acque calde,
studiando tuGa la associazione della specie posso trovare una formula che mi permeGe di risalire
alla temperatura. La cosa difficile dei Proxy è che vanno studia; nell’ambiente aGuale secondo il
principio dell’aGualismo (il presente è la chiave per passato), ovvero osservo una situazione
nell’aGuale e la trasferisco nel passato. Per esempio, stessa associazione, stessa temperatura.
Condizione necessaria: i faGori che regolano il rapporto tra il dato indireGo e il parametro non sono
cambia; nel tempo > Il presente è la chiave del passato.
Paleotemperature
Ora vediamo alcuni Proxy importan;, come gli isotopi dell’ossigeno. Gli isotopi dell’ossigeno
vengono usa; come strumento per ricostruire le paleotemperature. Gli isotopi di un elemento sono
atomi con un diverso numero di neutroni e quindi diverso numero di massa.
Gli isotopi dell’ossigeno sono presen; nelle seguen; percentuali:
16 O=99.76%
17 O=0.04%
18 O=0.2%
Su cosa si basa l’uGlizzo di quesG isotopi per fare ricostruzioni del paleoclima?
Si basa sul faGo che l’ossigeno e i suoi isotopi sono conserva; con un certo rapporto all’interno degli
scheletri di carbonato di calcio. Il mo;vo per cui viene usato come Proxy è che gli isotopi possono
essere separa; in base alla loro massa aGraverso processi fisici o biologici.
Frazionamento
Questo procedimento si chiama frazionamento, ovvero la separazione parziale degli isotopi di due
sostanze dovuto alla loro massa. Il frazionamento viene espresso con il simbolo della delta (δ) ed è
il rapporto isotopico tra isotopo pesante e isotopo leggero in un campione meno lo stesso rapporto
ma di un campione standard, e questo valore ci dice quanto il rapporto isotopico del nostro
campione differisce rispeGo ad un valore standard:
Esistono due valori standard: il valore medio del rapporto isotopico nell’acqua (S