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TEST DELL’ONDA QUADRA
Al fine di valutare il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio arterioso, si può effettuare
il test dell’onda quadra. Si esegue un flush del circuito, quindi si tira la levetta e poi si rilascia, e si
andranno a valutare le oscillazioni dell’onda. Se queste oscillazioni sono fra 1,5 e 2, i valori saranno
ottimali: se sono più di 2, i valori saranno sovrastimati; se sono meno di 1,5, i valori saranno
sottostimati. A volte si ha un valore falsato perché il catetere arterioso viene posizionato in
prossimità di un restringimento vasale.
LEGGE DI BERNOULLI
Secondo questa legge, l’aumento di un lume vasale
riduce la velocità di transito del fluido ma aumenta la
pressione; se il lume del vaso diminuisce, aumenta la
velocità del flusso e diminuisce la pressione.
Ad esempio, in caso di aneurisma (dilatazione del
vaso), la pressione andrà ad aumentare e la velocità
del flusso si ridurrà; c’è il rischio, quindi, che il vaso si
rompa. Fondamentale diventa monitorare la pressione
ed eventualmente intervenire.
L’utilizzo dell’incanulazione dell’arteria, co
monitoraggio della pressione cruenta, è molto importante in area critica per tutti i suoi vantaggi:
• misurazione costante della pressione sanguigna
• possibilità di eseguire dei prelievi arteriosi in qualsiasi momento, tipo l’ega
• valutare la presenza di aritmie
• valutare la volemia del pz. grazie all’ampiezza dell’onda
• valutare se il pz. è in arresto cardiaco
CATETERE DI SWAN-GANZ
Il dato certo della volemia della pressione centrale si riferisce alla parte destra del cuore.
Quindi il precarico della parte destra del cuore avrà come riflesso una gittata ventricolare
destra, la quale si riferisce alla gittata del'’arteria polmonare, che si traduce in sistolica e diastolica.
Invece, se si vuole valutare il precarico dell’atrio sinistro e la gittata del lato sinistro, spesso
differenti rispetto al lato destro del cuore nei pazienti critici, si misura la LAP (left atrial pressure).
La si misura indirettamente grazie ad un device, il catetere di Swan-ganz, lungo 110 cm, che viene
inserito attraverso un vaso venoso centrale (femorale, succlavia, giugulare interna). La punta del
catetere attraversa l’atrio, il ventricolo e raggiunge l’arteria polmonare. Andrà a leggere la pressione
polmonare sistolica e diastolica.
Lo swan-ganz misura la pressione atriale sinistra indirettamente, grazie alla pressione di
incuneamento: il catetere distalmente presenta un palloncino, il quale si gonfia con aria (1,5 ml)
tramite una siringa. Gonfiando il palloncino si esclude dalla lettura tutta la parte destra del cuore e
si evince la pressione dell'arteria polmonare, di riflesso anche le pressioni atriali di sinistra
(pressione di incuneamento o wedge).
Tramite monitor possiamo valutare come, il catetere in atrio destro, si comporti come la PVC; nel
ventricolo destro si presenta con onde alte e strette (se il catetere dovesse permanere in questa
camera potrebbero verificarsi extra-sistole); nell’arteria polmonare, invece, si noteranno onde simili
per forma alla PVC.
Il catetere per poter avanzare dall'atrio dx al ventricolo dx, fino all’arteria polmonare ha bisogno del
palloncino gonfio, in quanto le pressioni basse farebbero sbattere il catetere contro le pareti. Il
palloncino gonfio, quindi, fa “l’effetto vela” (si fa guidare dalla corrente). Dopo l’inserimento del
catetere in arteria polmonare, l’onda è finalmente un'onda arteriosa, infatti è possibile valutare nel
tracciato il punto diacrotico. La differenza del tracciato tra atrio dx e arteria polmonare si basa sulla
pressione, infatti l’atrio dx ha una pressione di partenza più alta, ma la
forma d’onda è uguale.
Dopo aver preso la pressione di incuneamento va sgonfiato altrimenti si va incontro ad infarto
polmonare.
Una volta introdotto il catetere, si inseriscono i dati nel monitor ovvero: pressione media sistolica,
pressione centrale, pressione polmonare, pvc e wedge (ovvero la LAP), il peso e l’altezza del paziente.
Il monitor, che può essere staccato o un tutt'uno col monitoraggio avanzato, calcola la gittata
cardiaca indicizzata (l/min) e le resistenze dx e sn del cuore .
Il catetere di Swan-Ganz valuta:
- Gittata cardiaca (destra e sinistra)
- Resistenze (polmonari e ventricolari sinistre)
- Precarico e Postcarico (destro e sinistro)
Indicazioni per il catetere di Swan-Ganz:
• Volemia alterata (quindi sapere se aumentare o ridurre i liquidi corporei; es. se un paziente è
ipovolemico per vasodilatazione eccessiva, vanno somministrati vasocostrittori; se si riducono le
resistenze e si presenta vasocostrizione, vanno somministrati i vasodilatatori ad infusione continua
per evitare un eccessivo sforzo ventricolare)
• Shock cardiogeni gravi
• Ipertensione arteriosa polmonare
• Pazienti esposti a chirurgia rischiosa
Lo Swan-Ganz è composto da:
• una siringa apposita, situata nel kit del device
• i cavi elettrici, che trasmettono al monitor tutti i valori
• diversi port attraverso cui possiamo infondere farmaci, in quanto rappresentano dei cateteri
centrali a tutti gli effetti: il port blu rappresenta la PVC ed ha un foro a livello prossimale quindi ha
lo sbocco in atrio, il port giallo rappresenta la pressione polmonare ed ha un foro distale, il port
bianco ha il foro mediale
Gli indici di pre-carico a livello cardiaco sono:
• RAP/CVP: 2-6 mmHg
• PAD: 8-15 mmHg (pressione arteriosa diastolica)
• PAW/LAP (wedge): 6-12 mmHg
• RVEDV: 100-160 ml (right ventricle end diastolic volume= volume di fine diastole di riempimento del
ventricolo dx).
Gli indici di post-carico sono:
• PVR, pulmonary vascular resistance (resistenze dx), importanti per valutare l’ipertensione
polmonare. L'ipertensione polmonare, spesso non diagnosticata, viene misurata tramite lo Swan-
Ganz, e, se non trattata, influisce sulla sopravvivenza del pz. Va somministrato un vasodilatatore
polmonare, i più famosi sono le prostaglandine, l’ossido nitrico (iniettato direttamente tramite
ventilatore meccanico agisce sugli alveoli) e il sildenafil (viagra). PVR <250 dyne/sec/cm2.
• SVR (resistenze sx) dagli 800 ai 1200 dyne/sec/cm2, se inferiore occorre vasocostringere, se
superiore si vasodilata.
La gittata cardiaca viene calcolata tramite volume e frequenza cardiaca.
Fattori che inficiano sul volume sono: grandezza del cuore, genere, contrattilità, durata della
contrazione, precarico e post-carico (resistenze).
Fattori che inficiano sulla frequenza cardiaca sono: innervazione autonoma, ormoni (catecolammine),
grado di allenamento fisico ed età.
Lezione 5.
IMPORTANZA DI SAPER INTERPRETARE L’ECG
Saper interpretare l’ECG è necessario per poter comprendere se, l’instabilità del paziente, deriva da
un malfunzionamento cardiaco. Il ritmo cardiaco è, infatti, fondamentale: se il paziente diventa
aritmico, andrà a compromettere l’emodinamica determinando uno stato di instabilità.
Inoltre, saper individuare sul monitor un’aritmia grave è fondamentale per poter agire in tempo,
evitando un eventuale arresto cardiaco del paziente.
I motivi dell’arresto cardiaco possono essere differenti, ad esempio ischemia o infarto del miocardio.
PERFUSIONE E PROBLEMATICHE RELATIVE ALLE CORONARIE CARDIACHE
L'approvvigionamento energetico del cuore avviene mediante le arterie coronarie.
La circolazione coronarica avviene principalmente durante la fase diastolica. La diastole è
direttamente proporzionale al tempo cardiaco, in termini di frequenza. Per cui, un cuore tachicardico
o tachi-aritmico fa più fatica a perfondersi, perché richiede un aumento del consumo di ossigeno da
parte del miocardio e quindi un dispendio maggiore di energia, inoltre i tempi di diastole sono ridotti
quindi anche la perfusione coronarica.
In fase sistolica, il sangue viene eiettato dal ventricolo sinistro verso i vari distretti ad una pressione
abbastanza elevata, di conseguenza aumenta anche la pressione media; mentre, in fase diastolica, le
cavità cardiache si rilassano e si riempiono di sangue.
Al di sotto dei valori di 90 mmHg per la sistolica e al di sotto di 65 mmHg di pressione media si deve
agire per non fare scendere ulteriormente questi valori.
Il cuore può manifestare segni di ischemia a coronarie libere/indenni. Solitamente, l’infarto del
miocardio avviene quando vi è una trombosi coronarica, ovvero quando si ha la rottura
della placca che va ad ostruire la coronaria determinando l’insorgenza di stemi o nstemi, ma può
avvenire anche per anemia o per uno stato di ipotensione che permane per molto tempo.
Il valore soglia dell’emoglobina (cut-off) per l’indicazione alla trasfusione, in particolare di emazie
concentrate, è generalmente di 8-9 g/dl.
Le coronarie (destra e sinistra) traggono origine all’inizio dell’aorta, il grande vaso arterioso del corpo
umano che nasce dal ventricolo sinistro del cuore.
La coronaria destra si ramifica in: discendente posteriore e rami marginali.
Nello specifico, la coronaria destra irrora:
- Per il 55% il nodo seno atriale
- Per il 90% il nodo atrio ventricolare
- Il ventricolo destro
- La parete inferiore del ventricolo sinistro
Un’occlusione a livello dell’arteria coronaria destra, si manifesterà con ipossia tissutale, ischemia e
necrosi tissutale con conseguente infarto del miocardio del ventricolo destro e della parete
posteriore del cuore sinistro.
Nel momento in cui vi è un infarto a livello della coronaria destra, questo si ripercuoterà anche nel
nodo seno-atriale, venendo meno la funzionalità del principale pacemaker cardiaco, quindi il paziente
tenderà ad essere bradicardico. Pertanto, bisogna sospettare di un infarto del miocardio destro
quando vi è la presenza di una bradicardia marcata, in assenza improvvisa dell’onda P oppure se il
paziente sviluppa il blocco di branca destra (probabile che quest’ultima condizione sia uno stemi).
Il primo tratto della coronaria sinistra prende il nome di tronco comune e si suddivide in due branche:
la discendente anteriore, detta anche IVA (ramo interventricolare anteriore), e l’arteria circonflessa
sinistra.
La coronaria di sinistra irrora:
- Atrio sinistro
- Ventricolo sinistro
- Sistema interventricolare
- Nutre il sistema di conduzione dei ventricoli, quindi il setto interventricolare
Un’occlusione a livello coronarico di sinistra inficerà sulla performance del setto e della parte sinistra
del cuore, spesso portando ad insufficienza ventricolare, quindi cardiaca.
Nella maggior parte de