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DISTURBO DISTIMICO

Quadro clinico

  • Umore depresso associato ad ansia
  • Andatura statica a trascinata
  • Mimica irrigidita in un'espressione di dolore e disperazione
  • Voglia di piangere
  • Stipsi, disappetenza, insonnia
  • Pensieri di morte e suicidio

La gravità dei sintomi nel disturbo distimico è di solito minore che nel disturbo depressivo maggiore.

Assistenza disturbo depressivo maggiore e distimico

  • Promuovere la sicurezza fisica facendo particolare attenzione alla prevenzione del suicidio
  • Assicurare la soddisfazione dei bisogni di base promuovendo il massimo livello di autonomia
  • Assicurare esperienze e interazioni che rivalutano l'autostima
  • Incoraggiare la famiglia a partecipare ad attività che favoriscano una vita soddisfacente e autonoma

Trattamento disturbo depressivo maggiore e distimico

  • Antidepressivi
  • Stabilizzatori del tono dell'umore

PER LA RIDUZIONE DELL'ANSIA

  • Ansiolitici
  • Neurolettici (a piccole dosi)

25 ALTRE FORME DEPRESSIVE SONO:

DEPRESSIONE REATTIVA

  • Evento scatenante riconoscibile (lutto, delusione)
  • Sintomatologia sovrapposta alla depressione maggiore
  • Durata: dipende dal protrarsi dell'evento scatenante. (A volte anche solo per sfinimento)

DEPRESSIONE NELL'ANZIANO

  • Modifica sensoriale, perdita del ruolo sociale e familiare, isolamento ed emarginazione, malattie ricorrenti, crisi nel sistema familiare

Terapia:

  • Antidepressivi
  • Ansiolitici
  • Neurolettico a piccole dosi

Assistenza:

  • Comprensione
  • Stimolare discussioni su interessi della persona
  • Disponibilità all'ascolto
  • Favorire attività occupazionali
  • Valorizzare la persona e le sue potenzialità
  • Sostenere la famiglia

STATI DI ECCITAMENTO MANIACALE

Quadro clinico: È la condizione opposta dello stato depressivo

  • Eccitamento del tono dell'umore: euforia (gaio, luminoso), disforia (cupezza, irritabilità soprattutto in risposta alle limitazioni ambientali)

sensazioni di forza e benessere, aumento libido, ridotto bisogno di sonno, resistenza alla fatica e fame, alterazione dell'affettività

Accelerazione delle idee: il pensiero è accelerato, i nessi tra le idee sono labili e superficiali, contenuti di grandezza fino a deliri espressi lucidamente

Esaltazione della psicomotricità: mimica e gestualità vivacissime, facile allegria, distraibile, preso da ogni stimolo, si coinvolge in ogni sorta di attività, affaccendamento inconcludente

DISTURBO BIPOLARE

È caratterizzato dall'insorgenza di episodi maniacali/depressivi. Fra un episodio e l'altro benessere improvviso.

Disturbo bipolare di tipo I: fasi depressive alternate alla mania

Disturbo bipolare di tipo II: fasi depressive alternate all'ipomania (si distingue dalla mania per l'assenza di sintomi psicotici e per l'impatto negativo inferiore nella vita e nella produttività)

dell'individuo)AssistenzaAvvicinamento non facile che può creare timori

Intervento contenitivo: proteggere il pz e le persone circostanti (familiari, altri pazienti, vicinato)

  • Comportamento chiaro, fermo e calmo
  • Rispettare lo spazio fisico (distanze: es. sociale)

Obiettivo: incolumità fisica e adesione al programma terapeutico

Assicurare la soddisfazione dei bisogni di base, sostituendosi o richiamando il pz alla loro soddisfazione (promuovere autonomia)

Obiettivo: adeguata soddisfazione dei bisogni di base

Assicurare esperienze e interazioni che rivalutano l'autostima

Obiettivo: innalzamento autostima

Favorire il contatto con la realtà

Obiettivo: espressione appropriata dei sentimenti con progettualità per il futuro, recupero delle proprie responsabilità (es. genitoriale, professionale, ecc.) e dell'indipendenza

Ascolto e supporto alla famiglia

ATTENZIONE AL RISCHIO SUICIDIARIO

Controllo frequente della persona, del

linguaggio verbale e non verbale.

Arresto psicomotorio nei casi di depressione maggiore severa: condizione gravissima per gli altri parametri.

Trattamento 26

La terapia varia a seconda del disturbo presente

  • Antidepressivi
  • Sedativi
  • Stabilizzatori del tono dell'umore
  • Psicoterapia
  • Neurolettici (a piccole dosi)

DISTURBI DI PERSONALITÀ

Concetto che fa riferimento all'interezza espressiva del soggetto: particolare modo di vivere, di sentire, di pensare, di agire e reagire di una persona. Questi disturbi si suddividono in:

  1. Gruppo A "strano"
  2. Comportamenti bizzarri ed eccentrici Quelli che parlano con gli alieni

    Disturbo di personalità paranoide

    difficoltà relazionali, sospettosi, convinzione dell'ostilità altrui: questa convinzione porta la persona disturbata a stare sempre allerta ad essere reticente e riservato.

  3. Disturbo di personalità schizoide
  4. grave difficoltà nello stabilire relazioni, non

Disturbo di personalità schizotipico

Individui solitari e insensibili alle critiche e agli apprezzamenti. Mantengono contatto con la realtà, a differenza delle psicosi. Presentano comportamenti bizzarri e illusioni deliranti. Possono anche riportare esperienze allucinatorie, ma è necessaria una diagnosi differenziale con la schizofrenia.

Disturbo di personalità antisociale

Comportamenti impulsivi, esibizionistici e imprevedibili. Non provano senso di colpa o vergogna che li induca ad assumere comportamenti criminosi e violenti.

Disturbo borderline di personalità

Individui che presentano difficoltà relazionali e comportamenti instabili. Possono avere fantasie di successo o potere senza preoccuparsi delle difficoltà altrui.

Disturbo di personalità narcisistico

Individui che si percepiscono come importanti e potenti, pretendendo di avere tutto dagli altri senza ricambiare niente.

scarsaautostima - Disturbo di personalità istrionico comportamenti teatrali per attirare l'attenzione su di sé. Manipolatori, simulano situazioni drammatiche come crisi epilettiche, cardiache, svenimenti. Una conoscenza superficiale li fa apparire come persone sincere, calde, con fascino ma in seguito si rivelano superficiali e non sincere.

Gruppo C "ansioso" Sentimenti di ansia e insicurezza

DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ

Quadro clinico

  • Disturbo dell'identità personale: incertezza su aspetti fondamentali della vita come l'immagine di sé scarsamente definita, orientamento sessuale ambiguo, obiettivi della vita, scelta amici, partner
  • Instabilità emotiva: rapide oscillazioni dell'umore dalla normalità alla depressione, irritabilità, ansia, scoppi di rabbia intensa con litigi e aggressioni
  • Relazioni interpersonali instabili ma intense: alternanza fra idealizzazione e svalutazione

confrequenti crisi. Temono l'abbandono

Carente autocontrollo: comportamenti impulsivi come esplosione di violenza, spese eccessive, abuso di sostanze, furti, atti sessuali sfrenati, guida pericolosa, abbuffate

Sentimenti cronici di vuoto o di noia

Atti di minaccia, tentati suicidi o autolesionismo: es. graffio sui polsi (sfogo di rabbia, manipolazione e ricatto, reazione alla noia/vuoto)

Assistenza

Sono pz molto difficili da trattare

Limitare il comportamento aggressivo e promuovere un comportamento socialmente accettabile

Aiutare a gestire l'ansia e a sviluppare un concetto positivo di sé

Incoraggiare un comportamento assertivo (autocontrollo, costruire relazioni positive con il prossimo, sostenere ed accrescere il senso di sicurezza)

È un pz manipolativo ed irritabile: non accettare le provocazioni, mantenere la giusta distanza emotiva garantendo una presenza costante, reale e rassicurante per contenere l'angoscia

Tollerare i

vissuti contradditori che la relazione fa nascere, cercando di mediarli Mostrare il lato della personalità che rimane nascosto, evidenziare il nesso tra le parti contraddittorie della personalità, attenuare i toni estremi per restituire una immagine più coesa Aspettarsi discussioni accese nel gruppo terapeutico in relazione al comportamento provocatorio ed ambivalente del paziente (necessità di supervisioni) Allontanare spettatori in caso di clamorosità Trattamento Trattamenti psicofarmacologici e psicoterapeutici risultano per lo più inefficaci Agire sul contesto ambientale: inserimento in comunità terapeutica o lavorativo che valorizzino il soggetto I pazienti borderline hanno la tendenza a costruire relazioni coinvolgenti e contraddittorie: l'operatore deve essere in grado di tollerare l'alternanza di messaggi a cui è sottoposto. DISTURBI PSICOTICI Con il termine psicosi vengono indicati disturbi particolarmente

impegnativi caratterizzati da tratti specifici:

  • Gravità
  • Scarsa integrità dell’io: destrutturazione della personalità con disgregazione dell’io, discordanza tra pensiero ed emozioni
  • Distacco dal mondo esterno: il contatto può essere gravemente alterato
  • Perdita del senso di realtà: percezione o interpretazione distorta degli avvenimenti del mondo, presenza di deliri o allucinazioni
  • Alterate modalità di comunicazione: distorte o poco conformi (posture bizzarre/inadeguate, grida, suoni, sospiri, segnali non verbali)
  • Incomprensibilità dei vissuti: mutazione imprevedibile degli stati d’animo con propri nessi e relazioni in cui è difficile immedesimarsi (sforzo interpretativo)
  • Isolamento sociale: difficoltà nell’ambiente sociale, familiare, lavorativo per scarsa aderenza alla realtà e comunicazione alterata (attività riabilitative)
  • Scarsa coscienza di malattia: o gravemente distorta

fatica a collaborare al progetto terapeutico, non vuole relazioni con l'operatore, non chiede aiuto

Perdita di progettualità futura: incapacità di aprirsi agli altri adeguatamente

Qui c'è una caratteristica predominante più persistente: la scarsa collaborazione e si ricorre al tso

Tra i disturbi psicotici ricordiamo:

  • SCHIZOFRENIA (vari sottotipi)
  • DISTURBO DELIRANTE
  • PARANOIA
  • DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO

SCHIZOFRENIA

Rappresenta il disturbo più complesso, inquietante e controverso nell'ambito della patologia psichiatrica

Esordio giovanile (15/35 anni). Colpisce più gli uomini

In alcuni casi oltre i 40 anni schizofrenia tardiva

Influenza genetica e fattori ambientali

Fase prodromica - attiva - residua

DISTINGUIAMO:

Schizofrenia paranoide: deli

Dettagli
A.A. 2023-2024
42 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rossellacovi00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica in disabilità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Daniele Michele.