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RETI IDRICHE
All’interno degli stabilimenti industriali, l’acqua può essere usata per impieghi industriali, potabili e antincendio.
È bene che le reti di distribuzione rimangano distinte perché si possono conseguire dei risparmi di esercizio, la
portata dell’acquedotto può essere insufficiente, le disposizioni normative sull’uso dell’acqua potabile e
eventuali problemi di contaminazione.
L’acqua industriale è destinata ai seguenti impieghi: mezzo di raffreddamento, materia prima nelle lavorazioni
che richiedono acqua, mezzo di lavaggio o solvente, agente meccanico negli impianti, transfer termico,
produzione di vapore, trasporto di materie (prime o di scarto), raffrescamento aria ambiente.
APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
DIAGRAMMA REGOLARE Si allaccia direttamente alla fonte di
approvvigionamento con una pompa avente
capacità e portata uguale a . Quando la
portata raggiunge il valore ≅ 0.8
inserisco una valvola che regola la portata.
DIAGRAMMA REGOLARE CON PRESENZA DI PICCHI ACCENTUATI
Si possono usare due pompe in parallelo, che
1
lavora a portata e la pompa che
=
1 2
lavora a portata . Le due pompe
=
2
funzionano in maniera alternata e mai in
contemporanea (la portata comunque non
raddoppierebbe). Quando la portata è elevata,
lavora la pompa che lavora a portate maggiori,
2
mentre per portate basse, lavora la pompa che
1
lavora a portate maggiori. Si utilizza questo
schema per evitare un funzionamento
continuamente regolato delle pompe. 18
IMPIANTI MECCANICI UNIVPM – A.A. 2023/24 CHRISTIAN MAURI
DIAGRAMMA IRREGOLARE Quando la richiesta dell’utenza è fortemente
irregolare, l’impianto richiede l’impiego di un
serbatoio di accumulo, dove si accumula acqua
quando la richiesta è bassa, e che fornisce acqua
quando la richiesta è elevata.
VERIFICA ECONOMICA
In genere si utilizza la soluzione con serbatoio per ragioni di sicurezza (servizi antincendio) e per sopperire a
eventuali picchi di richiesta non previsti.
ACCUMULO
Si ricorre all’accumulo dell’acqua per affrontare la variazione di consumo e di portata. Tramite questa
operazione ci posso essere sensibili risparmi sull’approvvigionamento. La capacità del serbatoio deve quindi
essere tale da garantire l’alimentazione delle utenze e la raccolta dell’acqua. I serbatoi di accumulo hanno
quindi il compito di evitare un costante funzionamento in regolazione delle pompe, per farle invece funzionare in
condizioni di massimo rendimento.
I sistemi di accumulo possono essere di accumulo (o di
compenso), oppure di accumulo pressurizzati.
SERBATOI DI ACCUMULO O DI COMPENSO
Lavorano a pressione atmosferica. I serbatoi posso essere:
• SOPRAELEVATI: garantisce il più alto livello di affidabilità nella
fornitura del servizio idrico. Costituisce sia una riserva di acqua
che una riserva di energia potenziale. Tali serbatoi possono
essere di acciaio o calcestruzzo, avere varie forme (cilindrica,
sferica e a fungo) e un’altezza variabile: se usato nella rete
antincendio ha un’altezza di almeno 35m, mentre negli altri casi
solitamente intorno ai 25m. Questi serbatoi hanno un forte
impatto visivo. Il dimensionamento del serbatoio richiede la
definizione del suo volume utile, la minima altezza di
posizionamento e la scelta della pompa di carico.
• INTERRATI O SEMI-INTERRATI: usati nel caso in cui la pressione di mandata richiesta sia troppo elevata
per fare un serbatoio sopraelevato. Questo serbatoio ha un adatto sistema di pompaggio per
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IMPIANTI MECCANICI UNIVPM – A.A. 2023/24 CHRISTIAN MAURI
l’alimentazione delle utenze. Sono generalmente realizzati con vasche in cemento armato. La linea
antincendio è collegata a una motopompa, in modo da poter fornire acqua anche quando non c’è
disponibilità di energia elettrica.
• FUORI TERRA: rappresentano una soluzione più economica rispetto ai serbatoi aerei. Lo schema
impiantistico è simile a quello dei serbatoi interrati. Normalmente c’è anche una serpentina di
riscaldamento per evitare il congelamento dell’acqua.
SERBATOIO DI ACCUMULO PRESSURIZZATO - AUTOCLAVE
L’autoclave si usa quando è necessario
incrementare la pressione dell’acqua.
Un generico impianto è costituito da un serbatoio
di accumulo, una pompa elettrica (centrifuga), in
contenitore a pressione (chiamato polmone) che
contiene una camera d’aria, un pressostato
(interruttore in grado di accendere la pompa in
funzione della pressione dell’acqua.
L’acqua viene spinta nel polmone con una
pressione maggiore a quella di rete. Qui dentro la
camera d’aria, per effetto della pressione,
comprime l’acqua al suo interno. La camera
d’aria agisce come una molla, in modo da tenere
l’acqua in pressione, senza che la pompa si
accenda e spenga continuamente. Il pressostato
avvia la pompa quando la pressione è inferiore a
un determinato valore. La presenza dell’aria nel
contenitore evita una rapida caduta di pressione
nel momento di prelevamento del liquido. Il
serbatoio pneumatico agisce come
accumulatore e consente alla pompa di dilatare il
periodo di funzionamento su un periodo di tempo maggiore.
La bolla d’aria può essere a contatto DIRETTO con l’acqua (l’aria solubilizza nell’acqua, per cui è necessario
ripristinarne periodicamente il volume con un compressore) o separata dall’acqua con una MEMBRANA
ELASTICA (previene il problema della perdita di aria, ma limita le dimensioni dell’impianto e riduce l’affidabilità).
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IMPIANTI MECCANICI UNIVPM – A.A. 2023/24 CHRISTIAN MAURI
DIMENSIONAMENTO
Il volume effettivo del serbatoio è dato dalla somma del volume utile, del volume antincendio, del volume di
sicurezza (tiene conto della domanda non prevista o di eventuali espansioni dell’impianto), del volume franco
superiore (tiene conto del galleggiante) e il volume franco inferiore (tiene conto di eventuale deposito di fanghi
che non devono essere pescati dalla rete)
= + + + +
PIPING
INTRODUZIONE
La progettazione di un impianto di distribuzione di fluidi deve essere improntata all’economicità (di installazione
e di gestione), al risparmio energetico, alla sicurezza, all’espandibilità, alla manutenibilità e all’affidabilità.
Con l’ANALISI FUNZIONALE si formalizzano i requisiti di business e vincoli progettuali, si elaborano soluzioni di
alto livello comprensibili all’utente finale e si forniscono indicazioni agli sviluppatori per poter redigere l’analisi
tecnica. Con l’ANALISI TECNICA si fa il progetto vero e proprio delle funzionalità. Essa dipende dalla tecnologia
usata.
Il piping è l’insieme connesso di tubazioni, giunti, valvole e altri accessori atti al trasferimento di un fluido dalla
sorgente all’utenza. Apposite normative regolano la scelta e l’utilizzo degli elementi del piping.
Per definire compiutamente una componente di piping occorre specificare le caratteristiche dimensionali, il
materiale e lo stato di fornitura e la normativa di riferimento (quelle internazionali (ISO (internazionale) e EN
(europeo)) emettono delle normative generali recepite dai vari enti normatori nazionali (ad esempio in Italia UNI,
in Germania DIN e negli Stati Uniti ANSI).
PROGETTAZIONE DELL’IMPIANTO
Dovendo immaginare di collegare tra di loro
tre cisterne, per prima cosa scegliamo le
tubazioni (pipes). Successivamente diventa
necessario quindi scegliere gli accessori
(pipe fittings) che permettono il raccordo tra
due o più tubi, anche di diametri differenti:
gomiti, riduttori, raccordi a T, connessioni
terminali, ecc.). Si valuta poi l’installazione
di valvole (diverse in base alla costruzione e
alla loro funzione), che fermano il flusso
quando necessario. Nel caso in cui potrebbe
esserci una espansione del fluido, si
utilizzano i giunti di espansione, che
permettono l’espansione mantenendo la
loro funzionalità e integrità strutturale. Si
possono poi inserire degli strumenti di misura per il controllo del flusso all’interno dell’impianto. L’impianto
delle tubazioni deve essere sostenuto da supporti, che in base al posizionamento dei tubi possono essere aerei
(cavi), da terra o da parete) e dipendono anche dalla scelta compiuta dal progettista.
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IMPIANTI MECCANICI UNIVPM – A.A. 2023/24 CHRISTIAN MAURI
Le reti di distribuzione devono essere visibili, ispezionabili e chiaramente individuabili. Mentre non devono
essere di intralcio, poter essere danneggiate dal transito di veicoli, occupare spazi di lavoro e costituire barriera
alla luce naturale.
ELEMENTI CARATTERIZZANTI DI UNA TUBAZIONE
Gli elementi di designazione di una tubazione dipendono dagli enti preposti alla normazione:
• Per UNI EN, ISO e DIN EN sono:
1) Diametro nominale DN: indicazione convenzionale che rappresenta approssimativamente il
diametro interno [mm] della tubazione. La norma unifica i valori di DN da 1 a 2500 attraverso la
10
serie di Renard R10 ( ). Identifica tutti gli elementi di una tubazione (tubi,
= ∗ √10
+1
flange, saracinesche, ecc.)
2) Pressione nominale PN: pressione convenzionale [bar] utilizzata per la scelta della tubazione
idonea alle condizioni di esercizio ed è legata allo spessore della tubazione. La normativa
unifica i valori da 1 a 1000. Dalla pressione nominale sono definite tre condizioni di esercizio:
I. Pressione di esercizio pari al 100% della pressione nominale: fluidi non pericolosi e
con temperature inferiori a 120°C
II. Pressione di esercizio pari al 80% della pressione nominale: fluidi non pericolosi con
temperature comprese tra i 120°C e i 300°C oppure con fluidi pericolosi a
temperatura non superiore a 120°C
III. Pressione di esercizio pari al 64% della pressione nominale: fluidi non pericolosi con
temperature comprese tra 300°C e 400°C oppure per fluidi molto pericolosi
3) Tipo di materiale: dipende dalle caratteristiche chimico-fisiche del fluido da trasportare e dalle
condizioni ambientali esterne. I materiali normalmente usati sono acciaio, cemento
(acquedotti e acque tecnologiche inquinate), plastica (resistente alla corrosione e leggera, ma
PN<16 e difficoltà di tenuta per fluidi caldi). Il materiale ideale presenta corrosione non
superiore a 0.05 mm a