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FOGLIO DATI SUL PRODOTTO E SULLE QUANTITA'

quando studiamo il layout il prodotto ancora non lo conosciamo perfettamente, quindi iniziamo a raccogliere informazioni. Facciamo un primo caso: prodotto singolo→ le prime informazioni che devi raccogliere (1A) riguardano TRASFORMAZIONE/TRATTAMENTO:

  • nome del prodotto
  • condizioni ingresso del prodotto (volume di ingombro, densità, massa unitaria, forma)
  • condizioni finali del prodotto

Ma il pezzo potrebbe venire da un assemblaggio di componenti (1B):

  • nome del prodotto finale e descrizione
  • condizioni di ingresso singoli componenti
  • condizioni finali prodotto finito

Poi devi capire quali sono le quantità previste per gli anni successivi, se ci sono variazioni stagionali e così via (2A); infine le tendenze del prodotto (2B).

Se poi i prodotti sono diversi cercheremo di raccogliere i dati essenziali in una tabella per confrontarli in maniera dettagliata.

TUTTO QUESTO MACELLO NON BISOGNA STUDIARLO, MA È PER DIRE CHE

Introduzione al progetto sistemico di layout

Introduzione al progetto sistemico di layout: Parte I, II

Autore: Niccolò Mulinari

Data: 11 Marzo

Materia: Impianti

Il layout di un prodotto richiede informazioni specifiche che devono essere raccolte. Gli elementi fondamentali per studiare il layout sono la conoscenza di P (prodotti) e della quantità Q. Passiamo subito al diagramma P-Q, immaginando che la nostra azienda voglia produrre 20/3 prodotti diversi, rappresentati sull'asse delle ascisse, con una certa quantità annua prevista per ciascuno di essi. Nel gergo industriale, i prodotti sono identificati tramite codici, che influiscono sul layout. L'obiettivo dell'azienda è ridurre al minimo il numero di codici da riportare nel diagramma P-Q.

ZONA 1: rappresenta i prodotti con una grande quantità

ZONA 2: rappresenta i prodotti con una piccola quantità

ZONA 3: rappresenta la zona intermedia

Tuttavia, è importante notare che questo grafico non è rigido e potrebbe non essere presente una zona specifica.

intermedia, avendo una curva P-Q molto rigida oppure potrebbe rimanere soltanto la zona centrale: Andiamo a vedere in base alle zone di quel diagramma come evolve il layout, perché se io prendo la zona 1 e nella zona 1 devo realizzare due soli prodotti ma in quantità alte (prodotti A e B) io faccio due linee: linea A metto le macchine in sequenza in base al ciclo produttivo. Se la quantità è tale da giustificare tale layout (cioè il layout lavora per 8 ore filate), ho realizzato il layout di linea del prodotto A. Per il prodotto B, faccio un'altra linea perché cambia la sequenza produttiva.

Data Materia Autore: 11 Marzo Impianti Niccolò Mulinari

Titolo: INTRODUZIONE AL PROGETTO SISTEMATICO DI LAYOUT: PARTE I, II

Andiamo ora a definire il layout di linea (che si usa nella zona 1):

  • Elevata produzione di poche varietà (produzioni di massa)
  • Elevato grado di meccanizzazione o automazione macchine e attrezzature dedicate
  • Sistemi di trasporto
utilizzati per evitare interruzioni nella produzione- Difficoltà di gestione delle variazioni di prodotto- Difficoltà di gestione delle variazioni di volume di produzione- Difficoltà di gestione delle variazioni di mix di prodotto- Difficoltà di gestione delle variazioni di qualità del prodotto- Difficoltà di gestione delle variazioni di tempi di ciclo- Difficoltà di gestione delle variazioni di richiesta del mercatodei magazzini locali posti vicino alle macchine in modo che le macchine vicino a quelle guaste continuano a lavorare- Investimenti elevati Adesso passiamo alla situazione in cui quei due prodotti non saturano il tempo di una linea, perché sono in quantità abbastanza limitate e quindi magari un layout di linea per quel pezzo lavorerebbe due ore su otto. Allora non faccio più due linee ma modifico completamente il layout, cioè raccolgo in aree omogenee le varie macchine che mi servono, ovvero: guardiamo per esempio la sequenza che serviva per il prodotto A. Nel reparto 1 tutte le fresatrici, nel 2 le macchine per la rettifica e così via; questo tipo di layout si chiama layout per processo. Il problema principale del layout per processo è che le linee di flusso si intersecano e con molte varietà di prodotti avremo il caos. L'unico modo per venirne fuori è adottare il layout per reparto ma disponendo i reparti con criteri per ridurre le

intersezionidi linee al minimo. 5Data Materia Autore

11 Marzo Impianti Niccolò Mulinari

TitoloINTRODUZIONE AL PROGETTO SISTEMATICO DI LAYOUT :PARTE I, II

Andiamo a definire i punti di forza del layout per processo (per la zona 2):

  • Investimento ridotto (minor duplicazione di macchine e apparecchiature fisse)
  • Maggior flessibilità di produzione (rapidi avvii di nuove produzioni)
  • Scarsa obsolescenza perché le macchine sono delle macchine non dedicate a una certa operazione masono macchine universali.
  • Possibilità di miglior controllo dei processi ad alta precisione e/o molto complessi
  • Piú possibilità di applicare metodi incentivanti

Punti di debolezza layout per processo:

  • Elevati tempi di attraversamento dei materiali (bassa rotazione) cioè produzione più lenta del prodottorispetto a layout di linea
  • Elevato WIP (maggiori aree di stoccaggio e immobilizzi di scorte)
  • Scarsa saturazione delle macchine (difficoltà di gestione

della produzione)- Maggiori costi di manodopera- Qualità meno omogenea- Scarsa prevedibilità tempi di consegna

Il processo di standardizzazione (cioè prodotti diversi con pezzi omogenei) e quello di intercambiabilità favoriscono il passaggio dalla zona 2 alla zona 1. Esiste anche il layout a punto fisso, dove il pezzo da lavorare è fermo e sono i macchinari che si muovono. I vantaggi di questo layout sono:-enrichment (cioè investimenti di capitale molto bassi)-flessibilità di produzione- minimo investimento di capitale

Come si fa a progettare questi layout?

  1. conoscenza del ciclo produttivo
  2. esame critico di ogni fase del processo, cioè ogni operazione va studiata e poi può essere eliminata o combinata con altre

I metodi di rappresentazione del flusso dei materiali sono di 3 tipi:

  1. foglio del processo operativo (operation process chart), si usa per un solo prodotto o al massimo per 3/4 prodotti (perché senno diventa un

caos) e per ogni prodotto avrò un foglio dove analizzo la sequenza

6Data Materia Autore

11 Marzo Impianti Niccolò Mulinari

Titolo

INTRODUZIONE AL PROGETTO SISTEMATICO DI LAYOUT :PARTE I, II

delle varie operazioni per cercare di linearizzare il ciclo produttivo ed evitare ritorni di flusso (per ogni prodotto)

2- quando i prodotti iniziano a diventare più di 4 non ci capisco più niente e faccio una sintesi: F.P.O. multiprodotto (multiproduct process chart) Se io avessi solo il pezzo A avrei le operazioni 1245 in linea. Se passo a B il flusso è altrettanto lineare. Il pezzo C ha un ritorno di flusso, come anche per E ed F ho dei ritorni. Se io avevo solo i prodotti A e C per esempio potrei cercare di linearizzare i processi. Quando i pezzi diventano molti devo fare questa tabella e vedere se riesco a linearizzare tutte le sequenze, quindi fare un esame critico delle fasi del progetto.

Per moltissimi prodotti: foglio origine/destinazione.

Vediamo questi tipi di

rappresentazione sul grafico P-Q: Analizziamo i singoli casi di rappresentazione: FPO MONOPRODOTTO (simbologia asme): Ogni materiale, quando si muove lungo il suo processo, può essere sottoposto a cinque operazioni: 1. può essere lavorato e formato, oppure può essere montato e smontato con altri materiali 2. può essere mosso e trasportato 3. può essere contato, controllato ed ispezionato 4. può aspettare per una operazione successiva o per l'arresto del suo lotto di produzione 5. può essere immagazzinato Data Materia Autore 11 Marzo Impianti Niccolò Mulinari Titolo INTRODUZIONE AL PROGETTO SISTEMATICO DI LAYOUT: PARTE I, II Nella rappresentazione grafica poi vanno rappresentati anche altri dati come tempo di lavorazione, numero, verniciatura, intensità di flusso (in tonnellate per ora). Una forma più standard di rappresentazione è una tabella in cui nella prima colonna riporto tutte le operazioni a cui il materiale può essere sottoposto.

può essere sottoposto un prodotto, nella seconda colonna isimboli. Il pezzo parte dal magazzino, e per andare allamacchina subisce un trasporto e cosi via seguendo il flusso;poi abbiamo nelle altre colonne la distanza di trasporto, laquantità che passa per ogni stadio, il tempo ecc.

Criteri di ottimizzazione del flusso dei materiali:

  1. Modificare, se possibile, il ciclo tecnologico del prodotto eliminando, combinando o cambiando la sequenza delle operazioni di trasformazione;
  2. Ridurre il numero di operazioni "senza valore aggiunto", ovvero trasporti e attese;
  3. Avvicinare, il più possibile, i reparti tra di loro riducendo le distanze di trasporto e/o i tempi di percorrenza.

Il terzo metodo di rappresentazione è quello della from to chart (foglio origine/destinazione): i pezzi sono talmente tanti che le altre due rappresentazioni non riescono a dare un'illustrazione semplificata e facile da comprendere.

L'insieme delle operazioni da

realizzare vengono elencate sullacolonna e sulla riga. All'interno delle caselle andiamo a riportare ilflusso dei materiali: le caselle in nero significa che non consideriamoil flusso dei materiali all'interno dello stesso reparto (ma non vuoldire che non c'è movimento). Tutte le caselle che sono interessatenella parte superiore di questa generatrice (sopra la diagonale neradi caselle per intenderci) hanno flusso monodirezionale, vale a direche passano da un reparto a quello con numerazione successiva. Le caselle al di sotto della generatrice,indicano un flusso in senso opposto. Se per quei 3 prodotti sotto riesco a invertire le operazioni e fare inmodo che sotto ho tutte caselle vuote, ho linearizzato il flusso. 8Data Materia Autore11 Marzo Impianti Niccolò MulinariTitoloINTRODUZIONE AL PROGETTO SISTEMATICO

Dettagli
A.A. 2018-2019
239 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/17 Impianti industriali meccanici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andrea.simonetti97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Impianti meccanici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Giacchetta Giancarlo.