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Tassi di letalità
Esistono anche i tassi di letalità che mi dicono quanto è grave una malattia e quanto questa porta alla morte rispetto a chi si ammala. Infatti il numero di morti per una causa fratto numero dei malati.
La letalità la calcolo vedendo quanto sono morti di tetano rispetto a quanti si sono malati di tetano per esempio (molto bassa ma se mi ammalo poi ho il 37% di probabilità di morire).
La morbosità è la numerosità di uno specifico evento morboso (malattia) nella popolazione in un determinato periodo di tempo (quanti nuovi casi di malattia ci sono). Questo è un indicatore di prevenzione primaria quindi per ridurre la presenza di nuovi casi per cui se ho incidenza/prevalenza bassa vuol dire che sto facendo bene la prevenzione primaria.
Se la letalità della malattia è bassa questo mi dice che sto facendo ben prevenzione secondaria ovvero i casi di malattia sono in grado di guarire o migliorare e non.
arrivare alla morte, scopro i casi appena sorgono.JON SNOW 4Jon Snow è un medico nato a York a inizio '800; vissuto a Londra; è stato un medico britannico; ha fatto anestesia alla regina Vittoria quando doveva partorire il figlio. Considerato tra i pionieri nel campo dell'anestesia, dell'igiene e dell'epidemiologia.
Nel 1848 a Londra, in cui le condizioni igieniche erano scarse perché sistema fognario o all'aperto o non c'era ecc, si verifica una grave epidemia di colera che provocò oltre 15.000 morti (batterio con una specie di codina, nelle acque stagnanti, alghe; cresce bene con componente organica quindi scarti dell'uomo per cui se trova condizioni ambientali a lui favorevoli può venire a contatto con l'uomo, ingerito con acqua e/o cibi contaminati, provoca infezione, tossine ecc quindi diarrea massiva, si perdono molti fluidi e può portare alla morte).
Nella Londra dell''800
L'acqua veniva fornita dal Tamigi che veniva anche bevuta ma qui venivano anche scaricate le fogne. C'erano la Southwark e la Lambeth, ovvero due società di approvvigionamento idrico che vennero colpite (ma pescavano direttamente dal Tamigi l'acqua). Esaurita l'epidemia, nel 1854 si verifica una nuova epidemia di colera, in particolare nel quartiere di Soho e nel frattempo la Lambeth aveva spostato i punti di prelievo a monte (più in alto rispetto a dove veniva scaricata le fogne). Snow aveva già iniziato a interessarsi e nel 1854 ancora di più. All'epoca non si sapeva niente sui batteri, microorganismi ecc; anzi: malattie causate da miasmi ovvero cose che impastavano l'aria e quindi ci si ammalava per questo (infatti si accendevano incensi per purificarla ma inutile). Ma Snow dice che se fosse stato veramente così si sarebbero dovuti ammalare tutti quelli di una zona quindi decide di fare delle indagini, girando e
raccogliendo dati. Si era fatto l'idea che non fosse il problema l'aria, ma, vedendo casi di concentrazione attorno a una fontanella d'acqua, dice che forse il problema era nell'acqua della fontanella gestita dalla Southwark (che continuava a pescare dal Tamigi). Però c'erano anche casi lontani dalla fontanella però bambini che andavano a scuola lì vicino quindi la prendevano lì l'acqua. Inoltre casa enorme vicina alla fontanella in cui non si è ammalato nessuno ma quella era una fabbrica di birra dove agli operai veniva data birra ogni giorno per cui non bevevano l'acqua. Snow ci aveva visto giusto! Infatti poi la fontanella venne chiusa. Nel 1883 Koch identifica il Vibrione del colera ovvero il minuscolo esserino che lo causa (Filippo pacini l'aveva già scoperto nel 1854 ma venne trascurato). Con questa scoperta si dà a Snow il merito della sua scoperta. Il suo metodo ha messo le basi perl'epidemiologia moderna. GLI STUDI sono studi descrittivi che mi fanno descrivere le malattie; studi analitici e sperimentali che mi fanno capire se c'è un'associazione tra fatto e malattia; studi valutativi per verificare l'efficacia degli interventi sanitari. STUDI DESCRITTIVI Per lo studio devo se io sperimentatore faccio studi sperimentali o se mi limito a osservare ciò che vedo (studi osservazionali). Se faccio quest'ultimo studio e analizzo un solo gruppo rientro nell'ambito di studi descrittivi (case report, studi trasversali ecc) che descrivono ciò che vedono ovvero chi si ammala, dove e quando; mi permettono di fare delle ipotesi, ad esempio compilando un questionario, che poi andrò a testare sulla popolazione più grande. Il case report è la descrizione di un caso clinico e deduco dei test che devo fare per valutare se la disabilità del paziente è dovuta da qualcosa o altro. Anche case series in cuianalizzo la stessa cosa in più pazienti, non solo in uno, e come li ho gestiti. Gli studi trasversali, detti anche di prevalenza, vedono la prevalenza di una malattia in un momento o periodi. Studi che non comportano un grande sforzo perché spesso mi baso su dei dati che ho già e posso anche impiegare poco tempo, posso osservare più variabili assieme e se analizzo in modo casuale il dato che ricavo probabilmente si può estendere a tutta la popolazione. Tra gli svantaggi è che non si addicono a malattie molto rare e di breve durata (es. 1 persona su un milione potrei anche non trovare nessuno con i dati); i dati relativi ad esposizioni pregresse possono essere poco attendibili; non forniscono indicazioni sull'incidenza del fenomeno in studio. Ma studi importanti che mi fanno avere qualche ipotesi come capire la distribuzione geografica della malattia (es. vedo che Alzheimer prevale in Turchia forse perché fumano molto ecc quindi approfondisco).poi Brasile un po' meno), ma non mi dice le cause o come prevenirla. Posso vedere l'andamento temporale della malattia con un grafico. Inoltre studi importanti perché prima del 1980 c'era il sarcoma di Kaposi, tumore raro negli USA con 3 casi e anche polmonite rara; nel luglio 1981 26 casi di sarcoma in omosessuali e ad agosto ancora di più 108: vedo che in comune hanno che colpisce maschi omosessuali quindi così viene scoperta l'AIDS con identificazione dell'HIV. Vedo anche come era la mortalità in un momento e com'è la componente dell'aria, dell'atmosfera. Quindi studi ecologici o di correlazione in cui analizzo dei dati aggregati nella totalità bensì nella popolazione quanti hanno malattia e quanti fanno quella determinata cosa; mi fanno vedere se c'è una correlazione (es. fumo e mortalità). Il rischio di uno studio così è quello di incappare in associazioni.che mi sembrano esserci ma in realtà sono coperte da altro (es. al posto del fumo analizzo la quantità di caffè che bevo e dico che è associato; esempi bevono tanto caffè, ma anche fumano tanto, quindi più probabilità di tumore ai polmoni). STUDI ANALITICI A quel punto devo verificare se il fattore è legato alla malattia quindi ricorro agli studi analitici. Mi dicono se il fattore è associato alla malattia o no, in modo positivo (dieta senza grassi non mi fa venire l'ictus) o negativo (fumo). Gli studi trasversali analitici permettono di stimare la prevalenza di fenomeni morbosi (tasso di prevalenza) e quella di fattori protettivi o di rischio (vedo chi fuma e chi ha tumori); stimare associazioni tra fattori di rischio e condizioni di salute, associazioni tra patologie o tra fattori di rischio. Il limite di questi studi è che non li posso usare bene con una malattia rara o di breve durata; inoltre non riesco acapire la prevalenza, se si manifesta ancora e ci sono molti casi oppure se non si presenta più. Oppure donne in menopausa con voce diversa perché sembra essere associata ad una terapia ormonale. Gli studi che mi fanno ottenere numeri migliori per farmi capire l'associazione tra un fattore o meno sono quelli di tipo coorte o quelli di tipo caso-controllo (negli studi analitici che mi forniscono numeri che mi fanno capire se il fattore associato alla patologia abbia effettivamente un ruolo); ma ci sono anche gli studi trasversali. Gli studi di tipo coorte arruolano un gruppo di persone con molte caratteristiche in comune che viene seguito nel tempo per vedere se si verifica il fenomeno che mi interessa che all'inizio non è presente e vedo le persone esposte al rischio e quelle non esposte (due gruppi diversi) vedendo poi quanto e se quella malattia si è verificata (eventi che si manifestano). Questi studi seguono il passaggio del tempo: parto dal tempo 0 in cui facciamo partire lo studio, va avanti per un tot.tempo durante cui valuto l'insorgenza o meno della malattia. Questo studio si divide in: - Prospettico: parto da un momento e arrivo a un tempo determinato (es. studio dell'influenza del fumo sulla mortalità durato 50 anni dal 1951 chiedendo ai vari dottori e si è visto che nel gruppo dei medici che fumava c'erano più malattie, mortalità a un'età più bassa ecc). - Storico o retrospettivo: analizzo le persone nel passato e faccio lo stesso studio che faccio adesso; devo conoscere la data di inizio all'esposizione al fattore di rischio e la data di insorgenza della malattia (l'ordine deve essere sempre questo ovvero prima esposizione e poi malattia); per esempio vedo se chi ha lavorato con amianto ha avuto problemi. Per vedere quanto sono significativi i dati calcolo: - Rischio assoluto: rapporto tra casi osservati negli esposti e il numero di soggetti esposti; probabilità assoluta di andare incontro alla malattia.malattia rischio relativo; maggiore probabilità di sviluppare la malattia da chi appartiene agli esposti al fattore di rischio rispetto ai non esposti; rapporto il rischio incidenza cumulativa oppure i tassi di incidenza di sviluppare la malattia negli esposti rispetto ai non esposti (es. chi ha peggiorato la vista tra chi usa il computer rispetto chi ha peggiorato la vista e non ha usato computer). Il RR può avere valori <1 (il fattore è protettivo rispetto alla malattia perché trovo la malattia meno in chi è stato esposto al fattore rispetto a chi lo è stato) >1 (il fattore è di rischio per la malattia ovvero l'incidenza negli esposti è maggiore rispetto all'incidenza nei non esposti) oppure 1 (il fattore non c'entra con la malattia es. usare computer o no non cambia niente con la perdita della vista) rischio attribuibile negli esposti; differenza tra il rischio (o tasso di incidenza) negli esposti e il rischio (o tasso di incidenza) nei non esposti.rischio● nei non esposti; mi dice i casi che non si sarebbero manifestati in assenza dell'esposizione (casi evitabili/prevenibili). Definisco bene la popolazione, la seguo nel tempo; gli eventi sono registrati secondo l'evento naturale ovvero