vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ACCERTAMENTO DELLA CURA DI SE’: VALUTARE:
la capacità e volontà della persona di attuare le cure del corpo personali
la capacità e volontà di curare il proprio aspetto
la capacità e volontà di vestirsi e cambiarsi
la capacità di provvedere all’uso del gabinetto
la capacità di esprimere i bisogni di lavarsi, vestirsi, andare in bagno
la presenza di supporti sociali quali famigliari, partner, figli, badanti
abitudini, preferenze, modelli culturali della persona alla cura del corpo
il significato attribuito dalla persona alla cura del corpo e del proprio aspetto
la presenza di fattori che possono influenzare la cura di sé
FATTORI CHE POSSONO INFLUENZARE LA CURA DI SÉ
fattori che aumentano il bisogno di cura di sé: incontinenza urinaria o fecale, uso di
pannoloni, situazioni di discomfort come febbre, sudorazione profusa
fattori che possono ridurre la volontà, il ricorso del bisogno o la capacità di decidere:
deficit cognitivo – stato d’animo (depressione)
fattori che compromettono la capacità motoria o funzionale temporanea o permanente:
coma, emiplegia, paraplegia, tetraplegia, dolore, astenia; presenza di dispositivi
(drenaggi, fleboclisi, ossigenoterapia)
fattori ambientali: barriere architettoniche (rubinetti dell’acqua troppo duri, vasche da
bagno con bordi alti, scale per accedere ai servizi, bagni piccoli)
fattori che richiedono cure specifiche della cute e del cavo orale: eritemi, lesioni da
decubito, stomatiti
Durante l’accertamento, l’infermiere può servirsi delle scale di valutazione:
SCALA KATZ: per le attività di vita quotidiana
INDICE BARTHEL: per le attività di vita quotidiana. Punteggio massimo = 100. 100 – 91
= quasi autosufficienza. 90 – 75 = dipendenza lieve. 74 – 50 = dipendenza moderata.
49 – 25 = dipendenza grave. < 25 = dipendenza completa.
SCALA CRICHTON: grado di autonomia alla vestizione
Interventi assistenziali orientati al raggiungimento del maggior grado di autonomia possibile,
nel rispetto delle abitudini e dei valori culturali. Approccio assistenziale orientato
all’educazione e al coinvolgimento nelle cure della persona e dei famigliari.
Istruire la persona a realizzare la cura del corpo in base alle capacità residue
(stimolare!!!!!)
Adattare l’ambiente della persona alla nuova condizione per utilizzare le sue capacità.
Esempio: assistito con ridotta tolleranza alla sforzo: preparare il materiale per l’igiene
del viso accanto al letto.
Rinforzare il successo con ritorni positivi e supportare la persona senza sostituirsi.
Concordare con la persona la modalità di esecuzione delle cure, l’orario e il grado di
coinvolgimento della persona e di eventuali caregiver. Esempio: igiene prima della
colazione o dopo? Vestizione da seduto o in posizione eretta?
Rispettare le abitudini della persona. Esempio: cura del corpo da persona dello stesso
genere, prodotti utilizzati al domicilio (detergenti, profumi, creme), scelta
dell’abbigliamento.
Rispettare l'intimità e coinvolgere la persona durante la cura del corpo. Esempio: se
igiene eseguita da due operatori evitare di escludere l’assistito dalla comunicazione.
Istruire il caregiver alla realizzazione delle cure personali in modo sicuro per se stesso e
per la persona. Esempio: utilizzo di prodotti che rispettino il pH cutaneo (4,2-5,6) e il
film idrolipidico, istruire all’utilizzo dei materiali, alla movimentazione a letto della
persona
IN CASO DI DIFFICOLTÀ O INCAPACITÀ A VESTIRSI:
Concordare e istruire paziente e famigliare alla selezione e all’uso dell’abbigliamento.
La scelta degli abiti normalmente dipende dai gusti personali e dalle abitudini del
singolo. Una condizione nuova, come una riduzione di autonomia, può comportare la
necessità di modificare in parte la scelta di alcuni capi. Capi da preferire per aumentare
l’autonomia: Comodi, elastici, pratici da indossare; Facili da infilare e sfilare dalla testa
con ampie aperture; Facili da aprire e chiudere con chiusure lampo o velcro (evitare
bottoni, specialmente se piccoli – evitare cerniere); Preferire calzature con chiusure a
velcro con suola antiscivolo.
Alcuni consigli durante la vestizione: Incoraggiare la persona ad utilizzare vestiti
normali piuttosto che il pigiama o la camicia da notte; Preferire la posizione seduta per
la vestizione; Predisporre i capi d’abbigliamento da indossare nelle vicinanze; Utilizzare
ausili (esempio: calza scarpe); Se la persona ha difficoltà motorie in un lato del corpo o
emiplegia, consigliare di partire dalla parte plegica per la vestizione e dalla parte sana
nella svestizione.
IN CASO DI DIFFICOLTÀ A PROVVEDERE ALL’USO DEL GABINETTO:
Posizionare il campanello di chiamata a portata di mano
Stimolare all’adozione di tecniche di trasferimento. Esempio: utilizzo ausili:
deambulatore, carrozzina
Utilizzare la padella, il pappagallo o l’urinale da donna solo se necessario.
Selezionare e insegnare l’uso di ausili adattivi per la cura della persona e l’uso del
gabinetto. Esempio: sedia da doccia basculante, pettine a manico lungo, tappeto
antisdrucciolo, rialzo per WC, carrozzina da comoda.
Allenare e ricordare la cura del corpo alla persona con dimenticanza. Esempio: utilizzare
immagini, promemoria nei luoghi di passaggio, registrazioni con istruzioni circa la cura
del corpo, ripetere le attività tutte le mattine alla stessa ora e con la stessa sequenza
(allenare la persona alla routine.
PRINCIPI GUIDA NELLE ATTIVITÀ DI CURA DEL CORPO (DAL PULITO ALLO SPORCO E
DALL’INTERNO VERSO L’ESTERNO):
Preparare un ambiente confortevole e adeguato: Scelta del luogo per l’effettuazione
della cura del corpo e controllo della temperatura ambientale.
Rispettare dignità e privacy: Mantenere coperto l’assistito con un asciugamano e
scoprire solo le zone interessate; tirare le tende o mettere un paravento; chiudere la
porta della stanza/bagno.
Evitare traslocazione della flora batterica cutanea: procedere all’igiene dal distretto più
pulito (con minor contaminazione batterica) al distretto più sporco (contaminato);
Esempio: bagno a letto: parte superiore arti inferiori piedi zona genitale; igiene
intima: area genitale perineo zona gluteo/sacrale.
Garantire la sicurezza della persona assistita: Lavaggio delle mani della persona e
dell’operatore; ausili e supporti (tappetto antisdrucciolo); scelta dei prodotti;
temperatura dell’acqua.
Economizzare l’energia delle persone: Limitare le azioni; distribuire le azioni nel tempo;
modificare la sequenza (igiene intima a letto, viso in bagno)
PRODOTTI PER LA CURA DEL CORPO: La DETERSIONE ha il compito di rimuovere dal nostro
corpo il materiale che si deposita che può essere esogeno (dalla contaminazione ambientale)
e/o endogeno (detriti tessutali e dalle secrezioni sebacee). Lo «sporco» si deposita sul e nel
film idrolipidico. La detersione ideale, quindi, dovrebbe rispettare il più possibile il film
idrolipidico di protezione e al tempo stesso rimuovere efficacemente lo sporco. Due modi per
detergere il corpo:
Detersione mediante tensioattivi: Detergente: acqua + tensioattivi; Molecole
tensioattive: sono lipofile (si lega al film idrolipidico) e idrofila (si lega all’acqua); Le
molecole tensioattive si legano in parte allo sporco e in parte all’acqua; durante il
risciacquo, avviene la rimozione dello sporco. Esempio: sapone tradizionale, detergente
sintetico
Detersione per affinità: Agisce rimuovendo con sostanze grasse il grasso della cute
stessa (film idrolipidico) e lo sporco adesso adeso; Sono sostanze lipofile; contengono
altre sostanze come emulsionanti e conservanti che se permangono sulla cute possono
causare dermatiti. Esempio: latte detergente; Detersione per affinità.
ALCUNI DETERGENTI:
Sapone tradizionale: Appartiene alla categoria dei tensioattivi; A contatto con l’acqua
libera un acido debole e una base forte conferendo alla soluzione un pH alcalino (pH =
9- 11); può causare un’eccessiva rimozione del film idrolipidico.
Detergenti sintetici o syndet o saponi non saponi: Tensioattivi + sostanze eudermiche
(es. principi idratanti) che regolano il valore di pH.
Detergente intimo: Per l’igiene femminile deve essere dotato di un pH < 5; in presenza
di infezioni micoticobatteriche, pH = 3,5.
Creme barriere: Hanno l’obiettivo di isolare l’epidermide dall’aggressione chimico-fisica
e dalla contaminazione ambientale (es. in caso d’incontinenza); esempio: pasta
all’ossido di zinco.
Salviette detergenti di sapone non sapone: Sono stati sperimentati per eliminare la
potenziale contaminazione durante il bagno causata da lavandini sporchi e catini
contaminati; Esistono confezione di salviette detergenti di sapone non sapone per il
bagno a letto dove ogni pacchetto contiene delle soffici salviette monouso
preumidificate con un sapone non sapone che non richiede risciacquo. La confezione si
scalda nel microonde; Cuffia shampoo per detergere i capelli senza effettuare il
lavaggio.
VALUTAZIONE DELL’IGIENE ORALE DELLA PERSONA: Necessità di aiuto: valutare il grado di
autonomia, il grado di conoscenze, presenza di deficit cognitivi, assisiti con particolari
condizioni (coma, intubazione, disfagia, SNG), assistiti sottoposti a determinati trattamenti
(cortisonici, chemioterapici, antibiotici). Cavità orale: indagare il colorito, l’idratazione,
l’aspetto della mucosa, del palato, delle gengive e della lingua; lo stato dei denti; la presenza
di alitosi; presenza di dolore, xerostomia, scialorrea. Stili di vita e abitudini: prodotti utilizzati,
frequenza igiene, accesso al dentista, fumo e alimenti.
ORAL HEALTH ASSESSMENT TOOL (OHAT)
Una scarsa salute del cavo orale influisce sulla qualità di vita! Influisce sulla comunicazione,
sull’alimentazione, sul sonno, sulla percezione di se stessi E non solo… I microrganismi orali
sono responsabili d’infezione dell’endocardio, delle valvole, delle meningi, del mediastino,
ecc. No igiene orale> aumento microrganismi nella saliva e rischio ingestione e/o aspirazione.
RACCOMANDAZIONI: Almeno due volte al giorno: Al mattino dopo il risveglio, Alla sera prima
di coricarsi. Controllo del cavo orale: Popolazione non a rischio: 1 volta all’anno, Popolazione a
rischio: ogni 6 mesi.
PRODOTTI PER L’IGIENE ORALE:
Dentifricio = pasta o gel che contiene sostanze per lucidare e detergere il dente e/o
principi attivi ad azione preventiva o terapeutica – negli assistiti con disfagia vanno