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TRASMISSIONE: (NON PER VIA ORO-FECALE)
La trasmissione avviene principalmente mediante la contaminazione delle ferite. In rapporto al tipo di ferita si distinguono 4 tipi di tetano: traumatico (in seguito a ferita accidentale), chirurgico (in seguito ad un’operazione), puerperale (in seguito al parto con strumenti non adeguatamente sterilizzati) e neonatale (in seguito a contaminazione del cordone ombelicale. Se si dovesse presentare un caso di tetano chirurgico sarebbe sicuramente un ‘’caso sentinella’’, indice di gravissime carenze nell’asepsi.
In Italia l’incidenza della malattia ha presentato una costante riduzione dal 1968, dopo l’introduzione della vaccinazione obbligatoria.
CALENDARIO VACCINALE:
Il vaccino antitetanico è costituito dall’anatossina tossoide, detossificata con formolo secondo il metodo di Ramon. È una tossina trattata con formalina che ha perso la propria tossicità ma ha mantenuto il
potereimmunogeno. Ad oggi le donne anziane sono la categoria più a rischio perché in Italia la vaccinazione antitetanica era praticata dal 1938 solo ai militari. Dal 1963 è stata resa obbligatoria anche per alcune categorie di lavoratori più esposti al rischio di infezione. Dal 1968 è stata resa obbligatoria per tutti i bambini entro il 2° anno di vita. Mentre dal 1981 la vaccinazione è stata anticipata al 3° mese di vita per essere completata entro un anno.
La vaccinazione di base per i nuovi nati è praticata inoculando una dose al 3°- 5° - 11° mese di vita, assieme all'esavalente (DTPa, IPV, EpB, HiB).
Una dose di richiamo è effettuata al 5-6° anno (età prescolare) con il vaccino combinato contro difterite, tetano, pertosse acellulare (DTPa) e poliomielite (IPV).
Un'ulteriore dose viene effettuata tra i 12 e i 18 anni (difterite, tetano, pertosse acellulare e polio) e infine si prosegue la
vaccinazione con un richiamo ogni 10 anni (difterite, tetano, pertosse). Si effettuano 3 dosi perché:
- La prima dose istruisce il sistema immunitario
- La seconda dose generalizza la risposta immunologica
- La terza dose è una dose di rinforzo che completa la vaccinazione e persiste per anni. I richiami successivi consentono di mantenere costante nel corso del tempo il livello anticorpale protettivo.
In gravidanza la vaccinazione è consigliata fra le donne del 5° e 8° mese per la prevenzione del tetano puerperale, che come dicevamo prima è dovuto a carenze igieniche al momento del parto.
Per gli adulti mai vaccinati si effettuano 3 dosi:
- Prima dose -> tempo 0;
- Seconda dose -> 1-2 mesi dopo la prima dose;
- Terza dose -> 6-12 mesi dopo la seconda dose.
Reazioni avverse: Le reazioni avverse sono trascurabili.
PROFILASSI:
- Nel caso di ferite da taglio netto, causate da oggetti non contaminati non si attua nessuna
- Nel caso in cui si dovesse attuare la profilassi antitetanica, in presenza di ferite profonde, con margini frastagliati e contaminate si tiene conto dello stato vaccinale del paziente:
È un batterio aerobio, gram positivo, asporigeno, immobile.
Il batterio della difterite produce una esotossina costituita da un frammento A (responsabile dell'azione tossica) e un frammento B (responsabile dell'adesione ai recettori cellulari).
PATOGENESIIl batterio della difterite entra e si moltiplica nelle alte vie respiratorie (cavità nasali, faringe, laringe). L'esotossina si diffonde attraverso due meccanismi:
- A livello locale - vengono prodotte delle pseudomembrane e si ha un'infiammazione di tipo fibroso-necrotica
- A livello sistemico - attacca organi come il cuore, i reni e il sistema nervoso. Una delle conseguenze in questo caso è la miocardite.
La sua virulenza dipende dalla
quantità di tossine. In base alla localizzazione si hanno 3 forme cliniche:
- Angina difterica: è localizzata sulle tonsille e sulla mucosa peritonsillare
- Laringite difterica: si presentano fenomeni di asfissia (raucedine, difficoltà respiratoria, anossiemia)
- Rinite difterica: si presentano perdite nasali muco-purulenti
Il periodo di incubazione va dai 2 agli 8 giorni.
EPIDEMIOLOGIA: il serbatoio e la sorgente di infezione sono l'uomo. La trasmissione è interumana sia per via aerea (semidiretta) che per via indiretta (droplets, congiuntive, lesioni cutanee). Nei soggetti non trattati il periodo di contagiosità va dalle 2 alle 6 settimane, mentre i soggetti trattati smettono di essere contagiosi già dopo il quarto giorno. La frequenza aumenta in autunno e inverno. Diffusione: è diffusa in tutto il mondo ma endemica solo in alcune aree del mondo. In Italia i casi che ci sono, sono casi di importazione.
CALENDARIO
VACCINALE: è un vaccino con anatossine (tossoide). Si effettua la vaccinazione, insieme all'esavalente (DTPa, IPV, Hib, EpB) al 3°- 5°- 11° mese di vita. Per la dose di richiamo a 6 anni (età prescolare) si usa il vaccino tetravalente (DTPa, IPV). Se si inizia la vaccinazione dopo i 7 anni si utilizza il vaccino per adulti. Un'altra dose si effettua in età adolescenziale e successivamente si possono eseguire ulteriori dosi di richiamo ogni 10 anni. In Italia la vaccinazione contro la difterite è obbligatoria dal 1939. Nel 1996 ci fu un'epidemia di difterite nella federazione russa per via della diminuzione della copertura vaccinale.
PERTOSSE (BATTERIO): La pertosse è causata dal batterio della Bordella Pertussis. È un batterio aerobio, immobile, asporigeno, spesso capsulato e gram negativo. Presenta una struttura particolarmente complessa. I suoi antigeni biologicamente attivi sono:
- Tossina pertossica (PT): esotossina termolabile,
responsabile della maggiori attività biologiche (patologiche) del batterio.
- Emoagglutinina filamentosa (FHA): componente della parete cellulare, adesione del batterio all'epitelio ciliato del tratto respiratorio.
- Peractina: proteina della membrana esterna con attività agglutinogena.
- Fimbrie: adesine che favoriscono l'adesione alle cellule ciliate delle alte vie respiratorie.
Il batterio della b. Pertussis è molto labile nell'ambiente esterno (viene rapidamente inattivato dagli agenti fisici e chimici, naturali e artificiali).
TRASMISSIONE:
La trasmissione avviene per via aerea. L'uomo è l'unica sorgente di infezione.
PATOGENESI:
La malattia era prettamente infantile e altamente contagiosa. Si presenta come una tosse resistente ai sedativi, che porta a carenza di ossigeno nel cervello e a conseguenti convulsioni.
Il batterio si attacca alle mucose delle prime vie respiratorie. Ha un periodo di incubazione che va dai 7 ai 10
giorni ma può arrivare a 21. Inizia la sintomatologia di tipo catarrale aspecifica che evolve nella fase parossistica. I sintomi possono essere suddivisi in 3 stadi:
- Stadio CATARRALE -> no febbre o modica, congestione nasale, rinofaringite, catarro bronchiale e tosse (notturna, resistenza sedativi). Elevata contagiosità. (1-4 settimane)
- Stadio CONVULSIVO, PAROSSISTICO, SPASMODICO -> tosse stizzosa ed intensa, accessi ripetuti ad intervalli sempre più brevi, timbro e modulazione caratteristici "tosse canina" (5-6 nelle forme lievi fino a 40 e più in quelle più gravi). Muco denso e fluente e spesso vomito. Durante gli accessi di tosse si possono manifestare delle convulsioni determinate da carenza di ossigeno nel cervello per la difficoltà a respirare. (1-4 settimane)
- Stadio della CONVALESCENZA -> accessi diminuiscono di intensità, la tosse non ha carattere parossistico, muco più fluido. Attenuarsi dei sintomi.
(mesi)Specialmente negli adulti appare con forme cliniche lievi ed inapparenti.Nei bambini con meno di 6 mesi si ha una sintomatologia atipica ma frequente apnea e un decorsoparticolarmente grave.Le complicanze gravi possono essere convulsioni, polmonite, encefalopatie e morte.
EPIDEMIOLOGIA è una malattia che può colpire tutti i soggetti di qualsiasi età ma il 70-80% dei casi si manifesta nei bambini tra 1 e 5 anni.Si presenta con delle epidemie ogni 3-5 anni. Nel 2018 ci furono più di 151mila casi di pertosse a livello globale.
CALENDARIO VACCINALE Si inizia la vaccina nel 3° mese di vita, con un richiamo al 5° e all'11° mese, entro il primo anno di vita. Si somministra insieme al vaccino esavalente (DTPa, EpB, HiB, IPV). Si effettua un'ulteriore dose al 6° anno in età prescolare, assieme al tetravalente (DTPa, IPV). Un'ulteriore dose si somministra in età adolescenziale (12-18 anni) e poi si prosegue con dei richiami.
ogni 10 anni. Abbiamo una sacca di popolazione che disattende la vaccinazione. Il vaccino utilizzato dal 1995 e attualmente è un vaccino acellulare. Prima si utilizzava un vaccino a cellule intere di un batterio con elevata reattogenicità. Il vaccino a cellule intere provoca un'alta reattogenicità, diversi prodotti elicitano risposte anticorpali diversi e numerosi eventi avversi. Nel vaccino acellulare sono presenti solo le componenti cellulari importanti per l'induzione della risposta immune protettiva ed è meno reattogenico. Le componenti sono: - La tossina pertussica (PT), Principale responsabile patogenesi (contenuta in tutti i prodotti acellulari) Detossificata con formaldeide/tecniche ingegneria genetica. - L'emoagglutinina filamentosa (FHA), Importante per adesione epitelio respiratorio. Inclusa in tutti i prodotti con almeno due antigeni. - La peractina, Adesione e penetrazione cellulare - Fimbrie, 3 seriotipi, vaccini acellulari 2,3. Il vaccinoContro la pertosse in Italia è obbligatorio dal 2017. È una malattia di classe II -> malattia rilevante perché ad alta frequenza. L'isolamento è di 7 giorni dall'inizio della terapia antibiotica. Bisogna evitare il contatto di lattanti con il malato.
In Italia:
- 1962 vaccino a cellule intere
- 1995 diventa un vaccino raccomandato e acellulare
- Nel 2005 ci furono solo 317 casi
- Obbligatorio dal 2017
In Europa nel 2018 ci furono più di 315 mila casi.
Il calendario vaccinale è nazionale e viene deciso dal ministero della sanità. Nei vari stati il calendario vaccinale è diverso.
Nei paesi industrializzati un parametro cruciale per un vaccino è la sua reattogenicità, mentre nei paesi in via di sviluppo è il costo.
POLIOMIELITE (VIRUS) = malattia del midollo grigio. Fa parte dei virus poliomielitici, della specie degli enterovirus, della famiglia delle picornaviridae. Vi sono