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Consiste nel
utilizzando anticorpi prodotti da un altro individuo di specie identica (omologhi) o diversa
(eterologhi). ha un’efficacia immediata ma di breve durata (4-6 settimane per
L’immunoprofilassi passiva,
le Ig umane e 2 settimane per i sieri eterologhi). E’ un intervento da effettuare in emergenza, a
volte affiancato alla vaccinazione post-esposizione, per ottenere una copertura immunitaria a
breve termine.
I sieri immuni per uso umano sono preparazioni purificate contenenti immunoglubuline ottenute
dal siero di animali immunizzati.
Le immunoglobuline umane sono preparazioni liquide o liofilizzate contenenti immunoglobuline,
principalmente immunoglobulina G (IgG).
Siero immune eterologo—> Un animale di grossa taglia sottoposto ad immunizzazione attiva
con un dato antigene produce un siero con un elevato titolo di anticorpi (specifici per l’antigene).
Prima dell’utilizzo, il siero ottenuto deve essere sottoposto a trattamenti di:
− dealbuminizzazione (l’albumina è anafilattogena)
− concentrazione della frazione gamma-globulinica
“reazioni di ipersensibilità”
Sono sieri animali che possono causare per questo sono sempre
(ES. siero antiofidico o antivipera)
meno utilizzati.
Siero immune omologo—> preparazioni liquide o liofilizzati contenenti
Sono
immunoglobuline. Le immunoglobuline umane vengono preparate a partire da salassi di sangue
(plasmaferesi) “immunoglobuline
di donatori con titolo anticorpale elevato. Vengono utilizzate
normali” cioè ottenute dal siero di molti donatori; queste contengono anticorpi contro morbillo,
parotite, varicella, epatite e altri virus di norma presenti nella popolazione generale. Oppure
“immunoglobuline iperimmuni”
possono essere utilizzate ottenute dal siero di donatori che
possiedono un elevato titolo di anticorpi verso un determinato microrganismo, o per aver
superato la relativa infezione naturale o per essere stati vaccinati di recente.
- Effetti indesiderati dei sieri eterologhi/omologhi (anafilassi, …)
Effetti dei sieri omologhi:
Le immunoglobuline umane possono dar luogo a reazioni indesiderate locali o generali,
generalmente di lieve entità.
Le reazioni sistemiche in genere consistono in artralgie, febbre e diarrea e insorgono dopo
qualche ora o giorno dall’inoculazione (1 episodio ogni 500 – 1.000 inoculazioni).
Effetti dei sieri eterologhi: “reazioni di ipersensibilità”
Contenendo tracce di proteine eterologhe, possono causare con
quadri clinici che possono essere anche estremamente gravi.
Le reazioni di ipersensibilità esprimono un’aumentata suscettibilità dell’organismo nei confronti di
determinati antigeni, piuttosto che un potenziamento della risposta immune; ne esistono 4 tipi:
- di tipo 1 o anafilattiche—> reazioni immediate. reazione allergica immediata
sono E’ una
dovuta alle immunoglobuline-E prodotte in elevata quantità in certi individui, in seguito alla
I mastociti e i basofili
stimolazione con particolari antigeni denominati allergeni. (forma
circolante dei mastociti) hanno sulla loro superficie dei recettori ai quali si legano le IgE.
La reazione allergica viene scatenata dal ponte che si viene a creare tra una molecola di
IgE e l’altra per la presenza dell’antigene. Segue la liberazione di mediatori farmacologici
l’istamina. L’istamina ha azione rapida e agisce su attraverso 2 tipi di
come diversi bersagli
recettori: H1 e H2. I recettori H1 si trovano sulla muscolatura liscia dei bronchi e dei vasi, la
loro stimolazione determina broncocostrizione, vasodilatazione e aumento della permeabilità
I recettori H2
vasale. si trovano nello stomaco e a livello cardiaco, la loro stimolazione porta ad
aumento della secrezione gastrica.
- di tipo 2 o citotossiche—> reazioni immediate. reazioni dirette contro
sono Sono
componenti dell’organismo e definibili come reazioni autoimmuni. Questo tipo di
ipersensibilità dipende dal fatto che anticorpi, diretti contro la superficie delle cellule bersaglio,
interagiscono con molecole del complemento e con le cellule effettrici causando danni cellulari.
citotossica diretta
L’effetto lesivo può essere di tipo diretto o di tipo indiretto. L’azione è
tra anticorpi (IgG) e antigeni posti sulla superficie cellulare con
dovuta all’interazione
attivazione del complemento e lisi cellulare. citotossica indiretta
L’azione invece è dovuta
alla opsonizzazione delle cellule bersaglio.
- di tipo 3 o da immunocomplessi—> reazioni immediate. da
sono Sono dette “malattie
siero”. reazione di ipersensibilità che dipende dalla produzione,
È una da parte del
anticorpi contro le proteine contenute nel siero eterologo somministrato,
paziente, di e a
formazione di complessi antigene-anticorpo
ciò segue la che si depositano sulla parete dei
vasculite.
vasi sanguigni causando
- di tipo 4 o di ipersensibilità ritardata—> reazioni ritardate o tardive
sono
FILE 6)
- Variolizzazione/vaccinazione: l’esperienza di Jenner.
Vaccino—> I vaccini per uso umano sono preparazioni contenenti sostanze antigeniche capaci di
indurre un’immunità attiva e specifica nell’uomo nei confronti di un agente infettante, di una
tossina o di un antigene elaborato da esso. Il vaccino svolge “profilassi attiva” la quale prevede
che provocando un incontro artificiale ed innocuo con un patogeno, si può indurre una risposta
che genera memoria immunologica e conferisce protezione.
Variolizzazione—> “vaiolo”
Alla fine del 18° secolo il o “variola” era la malattia infettiva più
variolizzazione
diffusa in Europa. Per combatterlo venne messa in atto una procedura nota come
che consisteva nel venire a contatto con materiale biologico proveniente da soggetti affetti da
Variolæ minor , una forma lieve di vaiolo. Dopo circa una settimana la persona contagiata
sviluppava il Variolæ minor da cui guariva senza riportare esiti cicatriziali, ottenendo
Variolæ major
contestualmente un’immunità permanente nei confronti anche del cioè la forma
grave della malattia.
La pratica della “variolizzazione” non era immune da rischi; infatti le persone trattate potevano
contrarre la malattia in forma grave e durante il periodo della loro malattia potevano divenire
sorgenti potenziali di contagio e innescare la diffusione di piccole epidemie.
Tuttavia, si calcolò che la “variolizzazione” provocava meno morti del vaiolo stesso ed era quindi
ritenuta vantaggiosa. Edward Jenner vaiolo bovino
La svolta si ebbe quando scoprì che i mungitori che contraevano il
venivano resi immuni all’infezione da quello umano, quindi ebbe l’intuizione di diffondere il vaiolo
vaccino (Cowpox) per proteggere la popolazione nei confronti del vaiolo umano.
Quindi, estrasse del pus dalle pustole di una donna infettata dal vaiolo bovino e lo iniettò nel
corpo di un bambino malato di vaiolo umano il quale guarì dopo 10gg; in seguito somministrò allo
stesso bambino, del pus estratto da pustole di vaiolo umano ma questo non si ammalò.
dal “variolae vaccinae” nacque il “vaccino” e la procedura
Così come lo conosciamo oggi
della “variolizzazione” divenne la “vaccinazione”.
FILE 7)
- Classificazione dei vaccini:
I vaccini vengono classificati in base alla modalità di preparazione:
- vaccini a virus o batteri vivi attenuati—> mantengono la capacità di moltiplicarsi nel sito di
inoculazione e facendo ciò, riescono ad attuare tutti i passaggi della risposta primaria,
secondaria e della fissazione della memoria immunitaria. È infatti necessaria una sola
somministrazione. La controindicazione, però, è proprio il fatto che contengono dei
microorganismi vivi e quindi devono essere conservati a basse temperature per evitare che il
vaccino diventi inutilizzabile. L’attenuazione dei microorganismi può essere ottenuta ponendo le
colture in condizioni non ottimali o sottoponendoli a tecniche di ingegneria genetica.
Essi stimolano l’attivazione di tutte le classi di immunoglobuline e di solito inducono una
(Es. vaccini contro malattie
risposta immunitaria superiore a quella degli altri vaccini.
esantematiche)
- vaccini a microorganismi uccisi o inattivati—> costituiti da virus o batteri uccisi tramite
calore o raggi UV o mezzi chimici che però mantengono la loro antigenicità.
Rispetto ai vaccini contenenti microorganismi vivi, possono essere conservati a temperatura
ambiente, ma hanno bisogno di più somministrazioni per attivare tutte le riposte immunitarie e
la fissazione della memoria immunitaria. Alcuni vaccini inattivati provocano spesso reazioni
indesiderate al punto di inoculazione o reazioni generali. Per ovviare a questi inconvenienti
vaccini “split” costituiti da virus frammentati, ma senza purificazione
sono stati preparati
degli antigeni protettivi, che risultano meno reattogeni e sufficientemente immunogeni.
- vaccini ad antigeni purificati—> Per alcuni microrganismi è noto che certi antigeni di
superficie svolgono un ruolo essenziale per la loro virulenza e nell’induzione della risposta
immunitaria dell’ospite. L'impiego di antigeni protettivi offre il vantaggio di poter utilizzare
vaccini purificati da altre componenti tossiche dei microrganismi e di ridurre le reazioni
indesiderate. Appartengono a questa categoria i vaccini antinfluenzali a subunità costituiti dagli
emoagglutinina neuroaminidasi.
antigeni di superficie purificati e
- vaccini ad anatossine o tossoidi—> vaccini costituiti da tossine con potere immunogeno ma
non più tossico. Le tossine vengono trattate con calore (per un mese a 38-40°) o con composti
chimici.
- vaccini a DNA ricombinante—> Questa tecnica consente di modificare il DNA di un
organismo inserendo in esso i geni di un altro organismo. Il gene del virus che codifica per una
proteina capsidica, viene inserito in un plasmide (vettore di trasferimento) (di solito il
“saccaromices sereviciaes”. Il primo è stato quello contro la rabbia nel 1986.
- Costituenti di un vaccino: di sospensione,
Un vaccino, oltre a contenere l’antigene immunizzante, contiene anche il liquido
conservanti, stabilizzanti, antibiotici e “adiuvanti”.
“adiuvanti”
Gli vengono aggiunti al vaccino per aumentarne l’immunogenicità:
- alluminio-idrossido/fosfato—> forma un precipitato insolubile nella soluzione che deve
bloccare il determinante antigenico per farlo entrare in contatto gradualmente con l’