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Eroine dei fumetti e oggetti banali: l'arte di Mel Ramos e Claes Oldenburg
Mel Ramos, Senorita Rio, 1963, litografia
Eroine dei fumetti, in cui ritroviamo ugualmente la sensualità spinta fino all'inverosimile nelle generose rotondità delle figure; figure femminili oggetto di un desiderio sessuale ben preciso, adesso sublimato e riscattato da imprese più o meno rocambolesche in cui sono coinvolte. Pensiamo all'universo femminile della fumettistica americana (da Cat Woman a Wonder Woman, ai tempi modelli di trasgressione non di poco conto). Sessualità prorompente poteva essere esibita senza imbarazzo alcuno (giustificata nell'ambito della loro eccezionalità di eroine femminili). Si fa veicolare un immaginario di grande presa, soprattutto nella repressiva e puritana civiltà americana precedente, che si scandalizzava per molto meno.
Claes Oldenburg, Clothespin, 1975, Cor-ten and stainless steel, Chicago
Oggetti banali e quotidiani, pop. Si parte da oggetti di consumo femminile; più che gli uomini, se non per
prodotti specificatamente aloro dedicati (es. industria automobilistica o sigarette, in cui spesso si gioca più che altrove su espliciti riferimenti sessuali) è il pubblico femminile il primo destinatario di questo consumismo sfrenato (la donna che amministra soldi di casa, ha tempo libero per sfogliare giornali, guardare televisione… la più psicologicamente incline a raccogliere messaggi subliminali delle pubblicità).
La classica molletta da bucato (la pinza per stendere panni all’aperto) diviene, nell’irriverente gioco a metà fra celebrazione e denuncia, nuovo monumento a cultura pop e americana. Anche veri e propri oggetti di arredo urbano su scala monumentale che scatenano anche gare cittadine per comprarli. Omologano, a loro modo, cultura del vivere quotidiano che si voleva standardizzata secondo modelli culturali condivisi (da Milano alle grandi metropoli londinesi e nord-americano).
Non tutti erano d’accordo
Nell'uniformarsi e omologarsi a questo standard di vita. Altro scultore è George Segal, specializzato in calchi in gesso, prelevati dalla realtà e ricomposti in queste figure di isolante estraneamento.
George Segal, Couple in a Bed, 1965, Plaster and metal. Chicago Art Institute
Molti miti americani (Segal grande cultore della rivista di Hopper, pittore precisionista americano che ritrae America silente estraniata nella vita notturna, nelle camere d'albergo, costretti in modi di incomunicabilità, successivi al crack del 1929 e grande depressione di anni Trenta e che ritroviamo in Bar, che sembra traduzione in 3d del celeberrimo Nightwalks di Edward Hopper)
Andy Warhol, Green Coca-Cola Bottles, 1962, Acrylic, screenprint.
Giovane emigrato in America, nato e cresciuto a Pittsburgh, dove aveva frequentato Kennedy Institute. A fine anni Quaranta si trasferisce a New York (capitale internazionale di arti moderne), dove inizia a lavorare come grafico pubblicitario (da
Un lato), inevitabilmente allineato a un lessico proprio della comunicazione pubblicitaria dell'epoca, e vetrinista (dall'altro) o visual merchandiser.
Personalità straordinaria: bambino albino, gracile, emaciato, preso di mira dai compagni (in quanto estraneo e outsider, anche rispetto a modello culturale americano ben preciso che tipizza figure di adulti e bambini maschi, con berrettino da baseball, la bicicletta, impegnati in attività come lavaggio di auto, boy-scouts...; poi le bambine, con fisionomia precisa e dalle occupazioni altrettanto definite. Paradigmi da cui era difficile sottrarsi, se non a costo di grandi e dolori strappi).
Esplode come fenomeno artistico quando avvia la cosiddetta "factory", un atelier-studio d'artista, ma ispirato ai meccanismi di produzione industriale; idea di scomparsa di artista-genio, a beneficio di produzione auratica in serie, in cui artista non interviene più su produzione di oggetti (lo fa la sua equipe).
L'artista ha in mente l'idea; poi gli altri la realizzano. Oggetti di consumo prelevati da quotidianità e destinati a divenire icone di uno stile di vita: CocaCola oggi è su ogni tavola; ancora negli anni Sessanta era la bibita americana per eccellenza. Chi si dichiarava filo-americano la beveva anche per ragioni ideologiche: bere o non bere la CocaCola negli anni Sessanta e Settanta in Italia aveva qualcosa di ideologico: abbandono pieno e incondizionato dello stile di vita americano o forma di resistenza (es. si beveva il vino o il chinotto). Oggi, in tempi di citazioni e recuperi di vintage è tornata di moda e si impone con la stessa forza con cui è nata. Andy Warhol, Campbell's tomato soup can, 1968, Acrylic and silkscreen ink Non più riprodotte come oggetto 3d, ma iconizzate come fossero manifesti pubblicitari; prelievo della realtà ora reso artisticamente e pittoricamente. Processo relegato da alcuni oggetti di consumo alimentare; presto.si trasferisce al mondo delle dive e star del cinema; celeberrima è l'icona della lavanderia Marylin. Residuo di manualità che concorre a dare un barlume di fragile umanità alla figura di Marilyn; figura triste di questo consumo e di questo mondo che macina star, le sfrutta all'inverosimile e poi le getta, sostituendole con altre più nuove e giovani. Per il fatto di essere morta giovane, Marilyn ha bloccato per sempre la sua condizione di icona pop; la stessa che Warhol assegnerà a dive come Liz Taylor (francese). Andy Warhol, Liz #3 [Early Colored Liz], 1963, Acrylic and silkscreen ink on linen,. Chicago Art Institute. Imbruttimento, determinato da pittura svogliata (bad painting), che non sta dietro al carattere di verosimiglianza di fotografia, da cui peraltro prende le mosse, per tradire carattere mobile, transeunte, residuo di umanità in fondo nella stessa sensibilità dell'artista. Artista giudicato cinico, freddo calcolatore, attento.Parsimonioso, noto per la sua taccagneria (proprio di chi proviene da condizione di povertà, che ha grande rispetto del denaro); imprenditore di se stesso con mille iniziative, maturate sempre all'interno dell'ambiente della factory (lungometraggio "Sleep" del 1963, che ritrae artista dormiente per oltre 6 ore a camera fissa / Empire, 8 ore di camera fissa sull'Empire State Buildings, grattacielo icona di New York e del mito generale più in generale).
Negli anni Sessanta rivista Interview (sempre in ambito Factory); oggi troviamo numeri di anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Uno dei primi rotocalchi destinato al mondo delle celebrities.
Warhol è ossessionato da questo mondo, a cui cerca di partecipare egli stesso, anche conducendo stile di vita al di sopra di... Factory: intellighenzia, show business, America in vena di bagordi e deboscia.
Diviene centro di mondanità, che concorre a fare di Warhol un reuccio, primo protagonista
dellascena americana. Non ci sarà ricco, nuovo ricco, europeo, francese, spagnolo... che non abbia commissionato un ritratto a Warhol (da famiglia dei principi di Monaco, agli Agnelli, ad alcuni designer di moda come Valentino...). Tutti si fanno ritrarre da Warhol come riconoscimento di appartenenza a società di Happy Few (ricchi mondani, danarosi, gaudenti, privilegiati) su cui Warhol costruirà la sua intera fortuna. Fu tale il successo e l'antipatia provocata da un modello di questo tipo che una femminista tentò di uccidere Warhol (irruzione nella Factory del 1968, puntando al petto dell'artista, che riuscì a sopravvivere, coltivando da allora vita ancora più eccentrica, logorata da ipocondria). Morirà per complicanze in seguito a operazione chirurgica, vita ritirata, esclusiva verso pochi iniziati. Anche politica del dissenso, iniziando a confrontarsi con estetica del dolore inizialmente legata a fenomeni di dolore.mediatico (icona della first Lady, nel giorno dell'assassino del marito e poi dei funerali), ora lavorando su scene di morte e incidenti stradali o immagini di camere della morte (nelle carceri americane), ora prendendo in prestito emblemi di politica internazionale (falce e martello, ad es.)
A. Warhol, MAO, 1973, Acrylic, silkscreen ink, and pencil on linen, Hamburg
Tutto può essere rivisto e corretto nel solco dell'estetizzazione pop, che tutto riassorbe e metabolizza.
Culto di celebrità e notorietà. Frase per cui è rimasto famoso Warhol (a nessuno sarebbe stato negato un quarto d'ora di celebrità). Tv che pesca nel torbido della quotidianità, con protagonisti quotidiani, senza spesso nemmeno sceneggiatura o programmatica, non dichiarata, apparente, in cui spesso persone sono vittima di vanità e aspirazioni.
Esiste anche pop art italiana, polarizzata intorno a Milano. Pittura ispirata a fumetto e pubblicità, ma con
estraniamento e alienazione, che per europei rappresentava deriva del modello americano (attitudine critica e contestataria). Valerio Adami, Privacy, scena borghese – Una cameriera di buon cuore, 1966, acrilico su tela. Coll.privata Interni alienanti, privi di umana presenza. Spettro di pittura metafisica di De Chirico (che innesca filone di iconismo surrealista, caratterizzato da presentificazione di icona e immagine come alternativa alla realtà esperita in presa diretta nell’esperienza quotidiana, vissuta al filtro dell’esperienza dell’arte). Seduzione per universo di immagini prelevato da cultura di massa popolare: tra i tanti Mario Schifano, che lavora su frammenti di scritte commerciali (Coca-Cola, Esso…), analoghe asperimentazioni che operava Warhol negli stessi anni (1962-63) O anche… Nel 1912 allestiscono mostra all’estero (futuristi), tentando di difendere primato dell’avanguardia italiana a livello internazionale. Anche questiArtisti cercano di sottrarsi a poetiche di informale europeo per riconquistare scena internazionale anche dal punto di vista commerciale. Artisti che aspirano a salto di qualità sociale-mondano, che in parte condiziona e rovina le loro stesse esistenze (finiranno per fidanzarsi con nobildonne o cercheranno matrimoni d'interesse per farsi portare in USA, o assecondando meccanismi di mercato che poi li bruceranno).
Tano Festa, La creazione dell'uomo, 1964, Collezione privata. Anno in cui si celebrava quarto centenario della morte di Michelangelo. Michelangelo rivista in chiave pop. Ci si confronta con universo spesso fardello ingombrante con cui fare i conti e da cui, spesso, non riescono a sottrarsi.
Mario Ceroli, La Casa di Dante (1965; pino di Russia, 248 x 353 x 154 cm; proprietà dell'artista). Intagli in legno. Giocattoli, giochi di marionette intagliate in legno. Carattere moderno. Massificazione anonimato del singolo (tutti uguali!!) amplifica nello sviluppo
plastico l'idea di serialità e riproduzione usque ad infinitum che era propria della cultura pop. Michelan