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INIZI DELLA GUERRA FREDDA
Nel 1946 il clima d’equilibrio subì un deterioramento. Churchill, in un discorso all'università di Fulton
negli USA, affermò che era calata sull’Europa una cortina di ferro, che separava il mondo
occidentale, che si rifaceva agli USA, dalla sfera d’influenza sovietica.
In tale contesto Nell’estate del 46 nella conferenza di Parigi furono conclusi i trattati di pace con Italia,
Romania, Ungheria, Bulgaria e Finlandia. Furono stabiliti i nuovi confini tra URSS, Polonia e
Germania. L’URSS guadagna i territori persi prima dello scoppio della WWI tra cui le ex repubbliche
baltiche, parte della prussia orientale e della Finlandia; inoltre riprese dal Giappone le isole Curili e la
parte meridionale dell’isola di SAkhalin. La Polonia ricevette gli ex territori tedeschi della Prussia
orientale, la Pomerania e la Slesia: ciò causò l’emigrazione di 12 mln di profughi tedeschi, che
scappavano per rimanere all’interno della propria Germania. Germania, che continuò ad essere
divisa in 4 zone.
Una prima crisi internazionale si ebbe con una disputa tra URSS e Turchia per il controllo sullo stretto
dei Dardanelli. L’URSS voleva rivedere a proprio favore una convenzione firmata nel 1936, che
poneva la libera navigazione nel canale sotto la tutela della Turchia. Intervennero gli USA, offrendo
sostegno al governo Turco. I due blocchi si scontrarono nuovamente nel ‘47, in occasione della
guerra civile in Grecia tra i partigiani comunisti e le forze di destra che avevano vinto le elezioni.
Infatti dopo la liberazione del paese (autunno 1944) da parte dei britannici e di due eserciti di
liberazione nazionale (uno di sx e uno di dx), Churchill impose lo scioglimento delle formazioni militari
di sinistra per evitare la formazione di un governo comunista. I contrasti si radicalizzarono quando i
partiti comunisti boicottarono le elezioni del 46, vinte dai partiti di dx. Prima che ne approfittasse
l’URSS, intervenne il presidente Truman con aiuti economici e militari, assicurandosi così la sconfitta
del partito comunista e l’adesione della Grecia al blocco occidentale.
Pochi giorni prima del discorso di Churchill sulla cortina di ferro, il diplomatico statunitense in
missione a Mosca, George Kennan, espresse il timore di una volontà espansionistica sovietica nelle
zone non comprese nella sua sfera di influenza e suggerì di attuare una politica di contenimento.
Discutendo di questa tesi, nacque, ad opera del giornalista americano Walter Lippmann, il termine
guerra fredda. Truman decise di dar seguito agli avvertimenti di Kennan e in un congresso degli Stati
Uniti tenuto nel marzo del 47, espresse i fondamenti di quella che sarebbe stata la politica estera
statunitense nei decenni successivi, definita dottrina Truman. Secondo il presidente gli USA
sarebbero stati il modello di democrazia per il mondo e avrebbero impedito l’imposizione di regimi
totalitari. Si trattava quindi di una legittimazione dell’intervento politico, economico e militare
americano ovunque si presentasse il pericolo di un’espansione sovietica.
LA FORMAZIONE DEI DUE BLOCCHI IN EUROPA
Gli USA, in linea con la dottrina Truman, misero in atto un piano di aiuti economici all’Europa, noto
come Piano Marshall, dal segretario americano George Marshall che la ideò. Il piano aveva anche
una valenza politica, in quanto sarebbe servito come antidoto contro l’affermazione dei partiti
comunisti europei. I principali fini del piano erano quello di creare governi stabili e di trovare uno
sbocco economico per l’accresciuta produttività degli USA.
Il piano fu accolto con entusiasmo dai paesi europei, che dovevano ricostruire il continente distrutto
dalla guerra. Il programma contribuì pure a creare un legame di tipo culturale con Europa Ovest e
USA. Il piano Marshall rappresenta pure lo stimolo per un primo passo di integrazione europea.
Infatti, per creare uno spazio economico internazionale, gli USA imposero la creazione di un ente
unitario per la gestione dei finanziamenti. Nacque nel 48 l’OECE, Organizzazione europea di
cooperazione economica, alla quale aderirono pure Canada e Stati Uniti. Gli USA volevano creare
così un’Europa forte e unita, un ottimo partner nella lotta contro il comunismo.
Il piano marshall fu proposto pure ai paesi dell’Europa dell’Est e all’URSS, ma da Mosca arrivò
l’ordine di rifiutare gli aiuti. L’URSS cercò pure di convincere i partiti comunisti dei paesi occidentali a
denunciare il piano come strumento imperialistico statunitense, ma questi fallirono, a causa
dell’opinione pubblica filoamericana.
In risposta al piano MArshall, l’URSS creò il Cominform (1947), che aveva l’obiettivo di coordinare i
partiti comunisti europei; era di fatto una ricostruzione della terza internazionale, ma con un rapporto
di più esplicita subordinazione a Mosca. Nel 1949 fu costituito il Comecon (consiglio per la mutua
assistenza economica), inizialmente tra URSS, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria e
Romania, con lo scopo di creare stretti legami commerciali. L’imposizione del rublo accrebbe
l’egemonia dell’URSS.
A seguito della fine della WWII, La Germania rimaneva divisa in 4 zone di influenza assegnate ai 4
vincitori. Anche Berlino, all’interno della zona di influenza sovietica, fu divisa in 4 zone ognuna retta
da un governatore: la zona ovest era sotto l’influenza delle 3 potenza occidentali, mentre quella est
sotto il controllo sovietico.
Dopo una fase di denazificazione, USA, UK e Francia decisero di unificare economicamente le loro
tre zone d’influenza per creare uno Stato tedesco democratico. Questo fu incluso nel piano Marshall
e fu dotato del marco come moneta nazionale. L’URSS vide ciò come una violazione degli accordi di
Potsdam, che stabilivano la sovranità collettiva dei 4 vincitori sulla Germania. Mise così nel giugno
1948 in atto il Blocco di Berlino, bloccando ogni via di comunicazione tra Berlino Ovest e il resto del
paese. Questa fu la prima grande crisi della guerra fredda. Le 3 potenze occidentali organizzarono
immediatamente un imponente ponte aereo per rifornire Berlino usando come appoggio l'aeroporto di
Tempelhof. Nel maggio 1949 i sovietici, schiacciati anche sul piano ideologico, visto che la questione
berlinese aveva assunto la valenza simbolica di difesa del mondo libero, tolsero il blocco.
A seguito della crisi nel maggio del 49 furono creati due nuovi stati: la BRD (repubblica federale
tedesca) con capitale Bonn a Ovest e la DDR ( repubblica democratica tedesca)con capitale Berlino
est a EST. Il paese perse così la sua unità nazionale.
Berlino Ovest divenne un avamposto in territorio nemico, che venne sfruttato dagli americani per
renderla una vetrina del capitalismo e del mondo libero per dimostrare la propria superiorità. Nel
1949 il paese tornò a libere elezioni, dove vinse il partito cristianodemocratico, il cui leader Konrad
Adenauer divenne il primo cancelliere. Ebbe così inizio l’Età Adenauer (fino al 63)caratterizzata da
una straordinaria ripresa economica: grazie al sostegno degli USA, che rinunciano pure a richiedere i
debiti di guerra, il sistema industriale tedesco crebbe enormemente e il marco divenne la valuta più
forte in Europa.
La DDR invece era retta da un regime a partito unico sul modello sovietico, dominato dal Partito
socialista unificato tedesco e dal suo segretario Walter Ulbricht. La rinascita economica fu ostacolata
dalla mancanza di aiuti simili a quelli previsti dal piano Marshall, dall’ingenti riparazioni di guerra
richieste dall’URSS, che con questo pretesto si impossessò anche di importanti impianti industriali, e
dall’economia pianificata sovietica, che privilegiava l’industria pesante e comportava l’eliminazione
dell’iniziativa privata. Tutto ciò determinò un esodo di tedeschi dalla Germania est a quella ovest.
Si vennero a creare 2 organismi di cooperazione politica e militare. Nel 1949 fu stipulato a
Washington il patto atlantico, inizialmente da 12 paesi, successivamente pure da Turchia e Grecia. Si
trattava di un’alleanza militare a scopo difensivo. Il patto si concretizzò tra il 50 e il 52 con l’istituzione
della NATO, dotata di forze armate comuni dislocate in numerosi basi sul territorio europeo. Pure la
BDR nel 1955 aderì alla NATO. L’URSS si vide costretta a creare anch’essa un’alleanza militare, fu
quindi sottoscritto nel 1955 il Patto di Varsavia, un sistema di difesa militare tra i paesi dell’Est sotto il
comando sovietico.
URSS E IL BLOCCO SOVIETICO
Sul fronte interno URSS si trovavano in svantaggio rispetto agli USA. LE gravi perdite e le distruzioni
in seguito alla WWII imponevano la ricostruzione e il rafforzamento del sistema economico. Per
portarsi al livello americano i dirigenti sovietici optarono per l’industrializzazione forzata e
l'intensificazione della produttività. La priorità rimase l’industria pesante e in particolare quella bellica,
che permise il potenziamento bellico del paese e di dotarsi già nel 1949 della bomba atomica.
In campo economico furono raggiunti notevoli risultati mediante una durissima repressione di ogni
infrazione alla disciplina e di ogni elemento di dissenso. Al culto popolare di Stalin fu affiancata anche
l’attività della polizia segreta, guidata da Lavrentij Beria, al quale fu affidata pure la supervisione dei
Gulag. Il tenore della vita rimase modesto, ma parve, almeno in un primo momento, compensato
dall’orgoglio di rappresentare il paese guida del blocco anticapitalista.
L’ITALIA REPUBBLICANA
IL DOPOGUERRA E LA NASCITA DELLA REPUBBLICA
La guerra aveva lasciato l’Italia distrutta e in miseria. Infatti il paese fu pesantemente colpito dai
bombardamenti alleati, dagli scontri duretti tra i due schieramenti e dai conflitti interni. Un terzo delle
abitazioni era inagibile e anche la produzione delle industrie del Nord era calata del 30%. Inoltre
aumentò il costo della vita, si fece più grave la mancanza di beni di prima necessità e cibo, aumentò
la disoccupazione, si diffuse la criminalità e le violenze verso gli ex fascisti.
Alla fine della guerra risulta ancora più marcata la differenza tra Nord, che aspirava al cambiamento,
e Sud, in cui l’autorità della monarchia non si era indebolita.
Dopo il conflitto ci fu la piena rinascita dei partiti di massa:
-Partito socialista di unità proletaria (PSIUP) guidato da Pietro Nenni e diviso al suo interno tra una
corrente riformista e una massimalista;
-Partito comunista (PCI) guidato da Palmiro Togliatti, che contava su un ampio consenso dei
lavoratori e di molti intellettuali, e che si era aperto alle altre istituzioni;
-Democrazia cristiana (DC), erede del Partito popolare di Don Luigi Sturzo, il cui segret