Se li prendo dagli indenni, devo assicurarmi che siano stati testati in un periodo non superiore
ai 30 giorni precedenti o devo testare entro i 30 giorni dall’arrivo.
Una volta entrati stanno in 40ena.
Per animali e compravendita di bovini inferiori alle 6 settimane, siccome si può pensare che il
sistema immunitario non sia sviluppato soprattutto i linfociti T, posso fare quarantena e
politest.
Se non volessimo comprare altri animali, ma il seme, dobbiamo sincerarci che sia da un
allevamento indenne o da un laboratorio che ha prelevato il seme da animale testato che
arriva da un allevamento indenne.
B,d,e.
La prima intradermoreazione che si fa è la bovis, poi l’avium, poi il gamma interferon.
Per lo spostamento da un allevamento indenne a un altro che tempi servono?
30 giorni prima dall’arrivo o 30 giorni post arrivo in cui sono in quarantena.
22-9-2025
Trattazione focolaio vero e proprio:
unità di crisi centrale che fa referenza al capo dei servizi veterinari, centrale intesa come
Ministero. Poi regionale e locale. Questo è l’algoritmo delle decisioni.
È a livello di unità di crisi locale che avviene la sorveglianza, sia esso dipendente della asl o
libero professionista.
Parliamo di malattie SOTTOPOSTE A DENUNCIA.
Ministero difesa presente nella u.c.c. perché se va difesa la popolazione da una malattia, serve
l’interesse dell’esercito/polizia.
Nas sono centrali come figure per esempio come nuclei anti sofisticazione per esempio ad
ispezione, negli allevamenti: tubercolosi, afta epizootica e peste suina africana.
A livello regionale è attiva la UCR= unità di crisi regionale. Il responsabile della UCR è il
direttore del servizio veterinario regionale che stabilisce le attività previste sul territorio, in
ottemperanza delle direttive dell’unità di crisi centrale.
A livello regionale c’è il capo dei servizi veterinari, ogni regione ne ha uno. Questo è il fulcro
perché ha potere decisionale sull’attività di crisi locale e tramite lui c’è il confronto con
l’unità di crisi centrale.
- Direttore del servizio veterinario regionale
- Responsabile dell’osservatorio epidemiologico
- Direttore izs
- Direttori servizi veterinari delle asl (UOC: unità operative complesse)
- Amministrativo regionale
Spesso izs forniscono anche il responsabile dell’osservatorio epidemiologico perché l’izs è il
laboratorio ufficiale delle malattie denunciabile, hanno tutti i dati sullo storico.
In fase ordinaria:
- Individua le risorse umane, particolarmente esperte della malattia in questione,
necessarie alla piena operatività
- Costituisce nuclei altamente preparati in grado di intervenire attivamente in caso di
emergenza
- Fornisce l’equipaggiamento necessario alla gestione delle attività di emergenza
- Predispone le procedure amministrative ed economiche necessarie
Virus afta epizootica dal punto di vista di caratterizzazione del virus, ha una trasmissibilità
elevata.
Nell’equipaggiamento ci sono due grandi buste di plastica dove riporre i panni per non farli
infettare.
IN CASO DI EMERGENZA: viene coordinata l’azione delle unità di crisi locali fornendo
supporti organizzativi e tecnico scientifici.
Raccoglie i dati delle indagini epidemiologiche effettuate dalle unità di crisi locali.
Definisce le zone di restrizione (zone di protezione e zona di sorveglianza) se l’estensione
dell’emergenza riguarda territori appartenenti a più comuni.
L’unità centrale comunica all’unione europea che c’è un sospetto di malattia di classe A.
Zone di protezione: è la seconda zona, perché la prima è quella infetta o sospetta infetta dove
c’è stato il nostro caso 0. Dai 3 ai 5 km. E poi quella di sorveglianza fino ai 10 km. Le unità
di crisi locali e regionali si danno del tempo per vagliare per due motivi: 1) motivo di ordine
geografico 2) motivo di dislocazione degli allevamenti, di ampliare o restringere gli
allevamenti.
Se ho un sospetto di afta epizootica in un altopiano montano, come ci si comporta?
Ci si focalizza sulla densità di popolazioni animali e su quali e quante specie.
L’afta epizootica è la malattia più controllata, e anche quella che mette più timore, perché
colpisce artiodattili.
Se c’è un sospetto in una zona altamente popolata, come quelle ad alta industrializzazione
dell’emilia romagna, una zona di sorveglianza fino a 10 km, rientrano milioni e milioni di
suini e altri animali. Se il sospetto ce l’ho in montagna, mi preoccupo allo stesso modo ma ho
meno animali e meno movimenti da controllare.
L’unità di crisi locale è composta da:
1) Direttore del servizio veterinario di sanità animale
2) Almeno tre veterinari esperti cui affidare le operazioni di indagine, controllo ed
estinzione del focolaio, l’indagine epidemiologica, la definizione delle zone da
sottoporre a restrizioni e l’applicazione delle conseguenti misure di controllo;
3) Responsabile o suo delegato dell’istituto zooprofilattico sperimentale competente per
territorio
4) Amministrativo della asl competente per territorio
L’unità di crisi locale è fisicamente localizzata presso la sede della asl.
Lombardia ed Emilia Romagna = IZS afta.
Compiti dell’unità di crisi locale: in fase di emergenza interviene in caso di sospetto focolaio
o di focolaio. Applica le misure restrittive previste dalla normativa, coordina le direttive
impartite dall’UCR.
Dispone l’abbattimento degli animali, la distruzione delle carcasse e di tutto il materiale
contaminato, le operazioni di disinfezione e di risanamento.
Definisce insieme all’ucr le zone di restrizione.
- Comunicazione / ricezione dell’evento
- Individuazione del pericolo
- Valutazione della condizione del rischio
- Ricaduta sull’ambiente e sulla sanità pubblica
- Protocollo di intervento per l’eliminazione del problema
Focolaio: territorio in cui si ha localizzazione primaria dell’agente eziologico di una malattia.
[vedi bene le classi da a ad e].
Malattie elencate:
- Elevata trasmissibilità
- Con potenziale di diffusione molto ampio e rapido
- Che producono gravi conseguenze sanitarie
Peste equina:
+ epistassi, ulcere cavo orale, stomatite, ulcere anche gengivali.
1) Sospetto (tutto il periodo prodromico alla prima visualizzazione del sintomo)
2) Indagine
3) Conferma
4) Risposta
5) Contenimento ed estinzione
Si basa tutto sulla capacità di fare diagnosi differenziale.
Tra sospetto e indagine si mette tutto sotto sequestro.
Fase di sospetto: può prendere avvio da: indagine di campo o esiti di controlli veterinari (un
controllo veterinario positivo può verificarsi al macello o alle stalle di sosta); segnalazione
del titolare di azienda zootecnica, del responsabile di mattatoio o del veterinario aziendale;
risultati di laboratorio, emergenza a seguito di disastro naturale perché è molto forte la
possibilità di una movimentazione animale e possono rompersi barriere e recinti, liberando
sia liquami che animali, quindi non riesco a localizzare dove sono posizionati sia gli animali
che i resti della loro produzione, minaccia di bioterrorismo sospettata o confermata e
informazione da parte di istituzioni diverse.
Nella fase di sospetto quindi il veterinario aziendale ha l’obbligo della immediata
segnalazione e in attesa dell’intervento del veterinario ufficiale, dovrà adottare tutte le misure
atte a impedire la diffusione della malattia.
L’anamnesi riguarderà:
- Sospetto diagnostico formulato
- Sintomatologia individuale e/o di gruppo
- Data del primo ingresso in azienda
- Terapie eventualmente praticate
- Censimento degli animali di specie recettive
- Elenco degli allevamenti visitati prima e dopo l’ingresso nell’allevamento
A seconda della specie animale coinvolta cambia il quadro di sospetto.
- Pets
- Animali da reddito
- Pesci crostacei e molluschi
- Avicunicoli
- Api
- Fauna selvatica
Se mi chiamano da un allevamento e mi dicono che c’è una lesione sul cercine gengivale che
faccio?
Avverto al asl e faccio un sopralluogo. Si utilizzano i dpi adeguati, equipaggiamento consono.
L’asl locale informa l’unità di crisi regionale, che informa quella nazionale.
Nell’allevamento manca ancora l’izs. Arriverà un delegato o il responsabile dell’izs per la
fase di campionamento.
Si entra, visito gli animali (gli altri non quello segnalato) dai più lontani, perché un conto è
l’occhio dell’allevatore e un conto il nostro. Si visita per capi tutto l’allevamento fino ad
arrivare al mio sospetto e si preleva il campione.
Si torna fuori poi e si va dal responsabile dell’izs.
C’è il fermo nel mentre, il sequestro dell’allevamento, quindi da lì non entra e non esce più
nulla. Non solo gli animali, anche le persone perché se parliamo di peste suina africana o afta,
anche il movimento della persona può rappresentare un fattore di rischio. Anche il vet che va
lì deve dichiarare lo storico delle sue precedenti movimentazioni.
Fase di sospetto: diverse infatti sono le azioni da intraprendere in relazione alle produzioni e
alla possibilità di trasmettere la patologia all’uomo.
In concreto, mentre in caso di focolaio di leishmaniosi nel cane poche sono le misure da
adottare per prevenire il contagio, nel caso di patologie che colpiscono animali da reddito, o
che producono alimento per l’uomo, si deve tener conto anche e soprattutto delle produzioni
animali interessate.
- Leptospirosi
- Parassitosi (toxoplasma, echinococcosi, giardiosi, rabbia, tenie (cestodi), nematodi tra
cui toxocara).
In un focolaio di malattia vescicolare del suino sono interessati solo carne, derivati carnei e
sottoprodotti; in un focolaio di tbc bovina sono coinvolti anche il latte e i suoi derivati, il
seme, ovuli e embrioni; in un focolaio di influenza aviare bisognerà tener conto anche delle
uova, delle penne, delle piume e dei loro derivati; in un focolaio di brucellosi degli ovi
caprini anche della lana perché si contamina, degli unghielli e dei peli; in un focolaio di peste
americana delle api saranno interessati miele, cera e loro derivati.
Dove si fa il campionamento extra allevamento: selvatico. Sul delta del Po, le acque di
superficie vengono campionate per le rotte di passaggio degli uccelli migratori perché sono
animali che hanno deiezioni a livello di superficie acquatica.
Fare questo campionamento ci dà questa informazione: ceppo di influenza aviare cir
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Ispezione dei prodotti trasformati- Gestione delle emergenze non epidemiche
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Appunti di Gestione delle emergenze epidemiche
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Appunti di Gestione delle emergenze non epidemiche
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Ispezione e controllo dei prodotti trasformati di origine animale, modulo “Gestione emergenze non epidemiche”