Q
tra il delta pressorio tra la pressione parziale di ossigeno arteriosa in
entrata e quella capillare media periferica alla fine, ed il massimo
consumo di ossigeno: VVO2max
R = (P – P ) /
Q aO2 capO2
Abbiamo già visto che la pressione parziale di ossigeno a livello arterioso
arriva ad un valore massimo di 100-110mmHg, ma per conoscere il valore
di quella capillare media è necessario andare ad analizzare cosa succede
a livello periferico ed in particolare la dinamica degli scambi di ossigeno
tra capillari periferici e tessuti metabolicamente attivi.
Componente Periferica
A livello periferico il sangue ossigenato che arriva dalla grande
circolazione arriva ai capillari periferici e qui è in grado di scambiare gas
con i tessuti metabolicamente attivi. Anche a questo livello gli scambi
tengono conto di due aspetti: uno diffusivo ed uno convettivo, legati alla
diffusione di gas attraverso la membrana capillare e la perfusione di
sangue all’intero dei capillari stessi.
I due principi che regolano questi fenomeni sono:
VVO2
- = A x k x ΔP / d ; regola la diffusione
Legge di Fick: VVO2max QVmax
- = x (C – C ) ; regola la
Principio di Fick: aO2 vO2
perfusione
Anche in questo caso nella legge di Fick ad esercizio massimale il rapporto
tra il prodotto di area di scambio e costante fratto lo spessore della
membrana può essere considerato come una sola costante di diffusibilità
dell’ossigeno stavolta muscolare, quindi D , che ancora una volta
MO2
rappresenta il gradiente di pendenza della retta rappresentante la legge.
Ulteriormente, in questo caso il gradiente pressorio è individuato dalla
differenza tra la pressione parziale di ossigeno capillare media e quella
mitocondriale. Sapendo che la seconda può essere approssimata a zero, la
legge di Fick per la diffusione a livello periferico può essere scritta come:
VVO2 = x P
D capO2
MO2
Il principio di Fick, invece, afferma che il massimo consumo di ossigeno
può essere ottenuto tramite il prodotto tra la massima gittata cardiaca e
la differenza tra le concentrazioni di ossigeno nel sangue arterioso e
venoso.
Avendo due equazioni per il VO2max è possibile rappresentarle sullo
stesso grafico, così facendo si potrà andare a vedere in quale punto le due
linee si incontrano e questo sarà il punto che rappresenta il valore vero
del consumo di ossigeno del soggetto a livello periferico.
Quando il sangue ossigenato arriva alle zone periferiche la pressione
parziale di ossigeno ad esercizio massimale è uguale a 100-110mmHg.
Una volta che il sangue entra nei capillari la maggior parte della diffusione
avviene nei primi millisecondi di perfusione, causando una rapida
diminuzione esponenziale della pressione parziale. Maggiore è la capacità
di estrazione di ossigeno più grande sarà la decaduta pressoria a livello
dei capillari, arrivando ad una pressione parziale di ossigeno capillare
media di 30-10mmHg in base alle caratteristiche del soggetto.
A parità di aspetti diffusivi, migliorando gli aspetti perfusivi legati al
principio di Fick, in particolare la gittata cardiaca, si va a spostare più
verso destra la curva.
A parità di aspetti perfusivi, migliorando gli aspetti diffusivi legati alla
legge di Fick, in particolare il coefficiente di diffusione muscolare
dell’ossigeno, si va ad aumentare il coefficiente angolare della curva.
L'insieme di questi due aspetti portano la curva e la retta ad incontrarsi in
un punto che corrisponde ad un valore di VO2max più alto. Questo è vero
però solo in una situazione di supply limitation, dove il fattore limitante
alla prestazione aerobica è la disponibilità di ossigeno e non l’efficienza
del suo consumo.
La resistenza periferica R è composta da due componenti:
P
- Componente diffusiva, dipendente dalle caratteristiche della
membrana capillare.
- Componente mitocondriale, dipendente dalle caratteristiche e
capacità ossidative dei mitocondri.
Ognuna di queste avrà allora un suo peso nel determinare il valore della
resistenza periferica.
La componente diffusiva è caratterizzata da una pressione interna al vaso
capillare ed una interna alla fibra muscolare, separate da una membrana
che avrà caratteristiche diverse a seconda del tipo di fibra e dalla sua
capillarizzazione.
La prima differenza ha a che fare con il tipo di fibra muscolare:
- Fibre lente di tipo 1 sono più vascolarizzate;
- Fibre veloci di tipo 2 sono meno vascolarizzate.
La legge di Fick per la diffusione è influenzata dalla totale area di scambio
tra i due ambienti. Un maggiore numero di capillari e la quantità di
superficie a contatto con il tessuto muscolare porta ad una diffusione più
rapida.
La velocità di diffusione a livello periferico è influenzata principalmente
dal numero di capillari e dal modo in cui questi sono posti a contatto con
la fibra muscolare.
A livello perfusivo un maggiore flusso di sangue all’interno del capillare
periferico ne causa una vasodilatazione e di conseguenza l’aumento
dell’area a contatto con la fibra muscolare e diminuendo lo spessore della
membrana muscolo-capillare.
Con lo stress portato dall’allenamento si va a promuovere una ipertrofia
muscolare, aumentando il numero di fibre muscolari e quindi la
dimensione del tessuto, ma a questo si accompagna l’attivazione di
alcune vie metaboliche che danno il via ad un processo di angiogenesi,
ossia la costruzione di nuovi vasi e capillari. In questo modo il corpo va a
garantire un maggiore apporto di ossigeno ad un muscolo che aumenta il
numero delle sue fibre e quindi il suo bisogno energetico.
Ci sono diverse molecole con effetti pro-angiogenetico ed anti-
angiogenetico, tra le principali:
- Pro-angiogenetico: VEGF, HIF, ILGF, TGF;
- Anti-angiogenetico: trombospondina.
La componente mitocondriale è influenzata da due aspetti principali:
- Strutturale, dimensioni e numero dei mitocondri all’interno della
fibra muscolare;
- Funzionale, attività enzimatica mitocondriale che ne determina la
capacità ossidativa.
Anche in questo caso questi aspetti possono essere migliorati con l’attività
fisica che va ad attivare vie metaboliche che portano alla produzione di
proteine necessarie per la formazione di nuovi mitocondri, accrescimento
del volume di quelli già esistenti e vanno a produrre una maggiore
quantità di enzimi utilizzati nei processi ossidativi o che sono in grado di
attivare un maggior numero di recettori.
Tutti questi fattori vanno ad aumentare il valore del VO2max del soggetto,
che essendo inversamente proporzionale alla resistenza va di
conseguenza a diminuire il valore della resistenza a livello periferico.
VVO2max VVO2max
R = (P – P ) / = (110 – 0) /
P capO2 mitoO2
Frazioni Percentuali
Sappiamo che il condotto virtuale di conduzione dell’ossigeno per il
sistema è suddiviso nelle sue quattro componenti principali: ventilatoria,
polmonare, cardiocircolatoria, periferica; ognuna con una sua percentuale
con la quale influenzerà la resistenza totale del sistema, ossia le loro
frazioni percentuali.
In una situazione dove la non linearità del sistema viene ignorata è
possibile calcolare facilmente le frazioni percentuali delle varie
componenti semplicemente misurando le diverse pressioni parziali ed il
VO2max e facendone il calcolo percentuale.
In questo caso si possono trovare dei valori di frazioni percentuali del tipo:
- Soggetto sedentario: ventilatoria-polmonare 35%, cardiocircolatoria
50%, periferica 15%.
- Soggetto allenato: ventilatoria-polmonare 45%, cardiocircolatoria
45%, periferica 10%.
Resistenze ventilatorie e polmonari spesso vengono considerate insieme e
sommate perché rappresentano la parte del condotto a diretto contatto
con l’ambiente esterno.
In entrambi i soggetti allora è evidente che le componenti con la maggiore
influenza sulla resistenza totale del sistema al flusso di ossigeno sono
quella ventilatoria-polmonare e quella cardiocircolatoria, mentre il
contributo della componente periferica è ristretta in entrambi i casi.
Sembrerebbe allora che in questo caso il miglior modo per andare a
migliorare il valore del VO2max ed il livello di prestazione aerobica la
scelta migliore sia quella di lavorare sulle componenti ventilatorie-
polmonari e cardiocircolatorie, mentre avrebbe poco senso lavorare su
quelle periferiche perché la loro influenza sulla resistenza totale è molto
più bassa rispetto alle altre.
Nel reale però si introduce una condizione di non linearità del sistema
causato dalla curva di dissociazione dell’emoglobina, in particolare dalla
sezione associativa dove al variare della pressione parziale di ossigeno
non ci sono modificazioni al livello di saturazione dell’Hb.
Andando ad analizzare le frazioni percentuali delle diverse componenti nel
sistema non lineare troveremo che questi valori cambiano di molto:
- Soggetto sedentario: ventilatoria-polmonare 5%, cardiocircolatoria
75%, periferica 20%.
- Soggetto allenato: ventilatoria-polmonare 10%, cardiocircolatoria
70%, periferica 20%.
L’introduzione della non linearità del sistema causa un crollo della frazione
percentuale della componente ventilatoria-polmonare, ed un aumento di
quella cardiocircolatoria e periferica.
Nell’effettivo allora andare ad allenare la componente ventilatoria-
polmonare ha un effetto minimo sulla prestazione e sul VO2max, mentre
lavorare sulle altre due porterà a maggiori risultati.
Esiste però una situazione reale che si avvicina di più alle caratteristiche
del sistema non lineare: l’alta quota.
A quote molto alte, quindi in un ambiente di naturale supply limitation, i
valori delle frazioni percentuali in un sistema in cui è presente la non
linearità diventano:
- Soggetto sedentario: ventilatoria-polmonare 25%, cardiocircolatoria
45%, periferica 30%.
- Soggetto allenato: ventilatoria-polmonare 30%, cardiocircolatoria
45%, periferica 25%.
In una condizione di alta quota quindi le frazioni percentuali delle diverse
componenti raggiungono valori tutti piuttosto simili.
Questo effetto è dovuto all’ambiente naturalmente più scarso di ossigeno
in condizioni di alta quota che causano una diminuzione generale del
VO2max, con un crollo in particolare delle prime tre pressioni parziali di
ossigeno. Le pressioni parziali dei capillari media e quella mitocondriale
rimangono simili la prima perché è comunque necessario che il sistema
sia in grado di ossigenare gli organi vitali, e la seconda è gi&agra
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