Estratto del documento

Frank Llyod Wright (1867-1959) è considerato uno dei più grandi architetti del XX secolo. Originario del

Wisconsin, negli Stati Uniti, è noto per il suo stile innovativo e non convenzionale, che ha rivoluzionato

l'architettura e ha avuto un impatto duraturo sullo sviluppo dell'architettura moderna.

Nel 1939, durante una conferenza a Londra, Lloyd Wright dichiarò che "ogni grande architetto è,

necessariamente, un grande poeta" e che il compito dell'architetto è essere un interprete originale del proprio

tempo e della propria epoca.

La sua carriera attraversa due epoche culturali diverse fra loro. Nonostante la modernità, Wright continuò a

mantenere all’interno delle sue opere degli ideali provenienti dall’America di fine Ottocento. Caratteristico

come Wright volesse tener costante la tradizione e le radici antiche mentre portava avanti quel desiderio di

rinnovamento ed ottimismo del periodo. Egli, mantenendo questi ideali, cercherà di tradurre in spazio e

forma il concetto di un continuo divenire.

Il suo obiettivo era creare forme architettoniche che potessero plasmare la vita dell’uomo in modo poetico, in

moduli ritmici che rispecchiavano una bellezza intrinseca e naturale.

Con lui quindi si parla di architettura organica, in cui ci si riferisce all’idea che l’architettura doveva essere in

armonia con il paesaggio naturale circostante, come se un edificio nascesse o emergesse dal terreno. Anche

nell’uso dei materiali, Wright utilizza la pietra e il legno.

Negli Stati Uniti c’era l’esperienza delle case del “cowboy”, caratterizzate da pareti in legno e dal camino di

pietra al centro della casa. Si trattava di case abbastanza libere. All’interno c’era un pian sopraelevato e un

piano loggiato, ovvero un posto ombreggiato che permetteva di stare all’esterno ma con un senso di

maggiore sicurezza, determinato, appunto, dalla sopraelevazione.

Saranno queste case, i primi cottage, che costruiranno la città americana: casette di mattoni e legno, con

aspetti pittoreschi, con pianta cruciforme e con un camino con tre fuochi rispetto le tre stanze, assenza di

porte, solo zona giorno con scale che portano alla zona notte, con un esterno pittoresco.

Wright aveva anche un attaccamento all’individualismo nietzschiano, che si traduceva nella sua necessità di

distaccamento dalle forme architettoniche preesistenti. Secondo lui ogni architetto doveva creare in modo

assoluto e indipendente, senza dipendere dalla tradizione, ciò significava che egli era consapevole e

fiducioso nelle sue capacità di saper creare qualcosa di unico e originale. Disprezzare le forme

architettoniche preesistenti, significava rifiutare l’architettura classica, ovvero quella ellenica, che Wright

considerava “separata dalla natura”.

Wright verrà anche influenzato da diverse tradizioni architettoniche, come quella giapponese e quella

precolombiana. Creava forme rifacendosi ad altri modelli, senza mai copiarli. Anche qui, con l’esposizione

di Chicago, viene a conoscenza del tempio Ho-o-Den, caratterizzato da un’architettura essenziale, sollevata e

sorretta da pilastri. Nella casa giapponese le stanze non hanno un nome e sono presenti solo porte scorrevoli,

infatti è interessante come Wright venga influenzato riguardo alla fluidità degli spazi. Queste case sono

costruite su un aspetto razionale, che si basa su un pavimento interno formato da pannelli rettangolari

modulari. Tutto è flessibile tranne i bagni, le cucine e il tokonoma, ovvero un piccolo altare che costituisce il

centro della casa. La veranda è un altro elemento importante, che si apre verso il paesaggio.

La sua carriera si caratterizzò per una continua ricerca di equilibrio tra la parte concreta e quella poetica.

Nel 1902, con casa Willitts, Wright realizza una delle sue prime “Prairie Houses”, che esprime continuità

spaziale, e che parte dal focolare centrale e si apre verso terrazze e portici.

Per capire meglio il concetto, possiamo far riferimento alla pianta centrale del XVI secolo, come la Rotonda

del Palladio. Con Palladio, l’uomo è al centro della casa, mentre con Wright c’è un individuo che si muove

attorno a un centro già definito, che non è un punto statico, ma un flusso dinamico.

La pianta di Wright, inoltre, rappresenta un’immagine tipicamente americana, dove le linee orizzontali

richiamano il paesaggio della prateria o le acque del Mississippi, avendo come simbolo l’idea di libertà e

dinamicità. Le “Prairie Houses” sono allora ispirate agli spazi aperti, alle Grandi Pianure americane, e in

architettura si traducono in linee orizzontali con tetti a falde basse, grandi finestre orizzontali, tetti sporgenti

e profondi e design geometrico, che enfatizza forme lineari e simmetriche ed evitano dettagli decorativi

complessi.

In questi anni, Wright intraprese diversi viaggi, compiendo passi in avanti ma allo stesso tempo anche

indietro, imparando dai propri errori e giustificandosi da tali.

Nel frattempo, l’influenza di Wright in Europa cresceva, e le sue opere venivano pubblicate e apprezzate

anche da architetti di grande fama. Ricordiamo Gropius e I membri del gruppo De Stijl che si ispirarono ai

suoi lavori, ma anche Mondrian, che risentì dei ritmi geometrici delle composizioni spaziali.

Nonostante ciò, Wright non riusciva a comprendere le innovazioni del periodo del Movimento Moderno.

Egli le considerava fredde e quasi prive di sostanza, in quanto era legato ad una visione organica

dell’architettura.

Anche l’America subì un cambiamento tra il 1910 e 1930, a tal punto che Wright iniziò a sentirsi fuori luogo;

di conseguenza, l’architetto cercò un ritorno al passato, nelle forme precolombiane. Questa crisi si tradusse

nel magazzino A.D. German del 1915, dove le forme massicce e la monumentalità, richiamano l’architettura

maya.

Negli anni successivi al 1920, Frank Lloyd Wright affrontò un periodo di scarsa attività professionale,

durante il quale la sua ricerca architettonica si fece più ansiosa e sperimentale.

Questi furono anni di crisi economica, caratterizzati da una diminuzione delle attività progettuali. Durante

questo periodo, Wright si concentrò sulla creazione di una "cultura ideale", come per esempio Broadacre

City, una città suburbana distribuita nella campagna, con piccole case su lotti separate.

DARWIN D. MARTIN HOUSE:

La Darwin D. Martin House è stata costruita tra gli anni 1903 e 1905, ed è considerata uno tra i progetti più

importanti di Frank Llyod Wright, dello stile architettonico definito “Prairie Style”.

Il complesso residenziale era stato costruito per l’imprenditore di Buffalo, Darwin D. Martin e per la sua

famiglia. Questa casa unifamiliare è composta da sei blocchi abitativi, e riesce a tradurre perfettamente le

esigenze della famiglia.

Si tratta di una composizione integrata di edifici collegati fra loro, con un lungo pergolato che collegava una

serra, una rimessa per carrozze-scuderia e la residenza della sorella maggiore di Martin, Delta, e suo marito

George F. Barton.

Presenta uno spazio totalmente dedicato al lavoro, in quanto il signor Martin veniva considerato come un

workaholic, cioè un maniaco del lavoro. Infatti, egli era incaricato della contabilità del business all’interno

della Larkin Soap Company, una fabbrica di sapone che nel 1920 registrò un fatturato annuo di 28,6 milioni

di dollari.

Frank Lloyd Wright decise di creare un ambiente apposito alle esigenze del suo committente, infatti progettò

uno spazio intimo e raccolto che poteva permettere maggiore concentrazione durante le ore di lavoro. Per

evitare la curiosità delle persone, Wright decise di inserire una porta dalla quale vi si accedeva all’esterno

dietro un basso muro di mattoni e all’interno dietro un’altra piccola apertura che dava sul soggiorno. La zona

lavoro era situata vicino all’ingresso principale, così che Darwin potesse ricevere gli altri uomini d’affari,

senza disturbare il resto della famiglia. Un altro fattore interessante sono le vetrate, posizionate sopra gli

scaffali, così che Martin non venisse distratto dall’esterno. Oltre alle vetrate, Wright comprese dei muri

spessi, che riducevano il rumore.

Come già accennato, l’edificio rappresenta l’ideale di Prairie School, ed è comparabile ad alti grandi lavori

della sua carriera, come la Robie House in Chicago e la Dana-Thomas House a Springfield Illinois.

Il complesso è costituito da sei blocchi abitativi:

1. Martin House.

2. Barton House: fu il primo edificio di Wright ad essere costruito a Buffalo. E’ caratterizzato da una

pianta cruciforme.

3. Rimessa per carrozze: inizialmente fungeva da stalla per cavalli, un fienile e un deposito per una

carrozza, ma ben presto diventò un garage.

4. Cottage del giardiniere: costruito in legno e di modeste dimensioni.

5. Serra: presenta un tetto in vetro e metallo sostenuto da pilastri in mattoni. Caratterizzata da un calco

in gesso della Vittoria alata di Samotracia.

6. Pergolato: è lungo circa 30 metri, ed è al centro della tenuta, che corre da nord a sud tra la Martin

House e la serra.

L'ingresso della Martin House, è definito da una porta solida e sobria, che conduce a un ampio soggiorno, un

ambiente spazioso e luminoso. Il salone è uno dei luoghi più affascinanti dell'abitazione, grazie alla

configurazione open space che favorisce una fluidità tra le stanze. Le finestre a nastro, un tratto distintivo

delle case della Prairie School, permettono alla luce naturale di invadere gli spazi interni, creando

un'atmosfera calda e accogliente.

Nel salone troviamo il camino, simbolo di calore e convivialità: costruito in pietra calcarea, lo stesso

materiale utilizzato per la struttura esterna della casa, creando così una continuità tra l’interno e l’esterno. Il

camino non è poi un semplice oggetto decorativo, bensì è integrante all’atmosfera. Se si fa caso, si trova

proprio al centro della stanza e presenta una struttura semplice, ma robusta, con un fronte basso e largo che

dà l’impressione di solidità, mentre le linee e i dettagli decorativi, come le piastrelle in ceramica colorata,

aggiungono un tocco di raffinatezza senza appesantire l'insieme.

Nel progettare le sue case, Wright riprende un principio del Settecento, mantenutosi durante l’Ottocento, che

era quello di posizionare il camino al centro della casa, come punto di partenza della pianta, attorno a cui si

articolavano i diversi ambienti. Si può parlare di una “pianta a mulino a vento”, caratterizzata da stanze che

si estendono verso l’esterno come le pale di un mulino, formando una croce: le

Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 6
Frank Lloyd Wright Pag. 1 Frank Lloyd Wright Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 6.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Frank Lloyd Wright Pag. 6
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Acquista con carta o PayPal
Scarica i documenti tutte le volte che vuoi
Dettagli
SSD
Ingegneria civile e Architettura ICAR/14 Composizione architettonica e urbana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher criistiana di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di progettazione architettonica i e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Malacarne Gino.
Appunti correlati Invia appunti e guadagna

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community