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Estratto del documento

Nel 1905-07 Wright costruisce lo Unity Temple (1905-07):

complesso formato da due volumi cubici, una chiesa e una scuola

presbiteriana, che Wright progetta simile al Larkin Building per la

luce zenitale che arriva all’interno attraverso dei lucernari quadrati

che bucano la piastra del soffitto. Per aumentare il misticismo del

luogo, aggiunge anche una fascia di vetrate colorate tra l’attacco

della copertura e i muri, così da arricchire l’interno con toni anche

caldi. Particolare è anche la scelta di porre gli accessi alla sala delle

celebrazioni ai lati dell’altare, così che, uscendo, i fedeli vadano

verso l’oggetto sacro e non lontano da esso. Esternamente l’edificio

religioso però sembra non dialogare con lo spazio circostante,

perché si presenta come un unico volume compatto e massiccio.

Con la casa Avery Coonley (1907-08) e la casa Frederick C. Robie (1908-09) Wright ottiene la piena realizzazione delle ricerche per

un’architettura organica: con la casa Robie esaudisce il desiderio della committenza di avere una casa perfetta con un dialogo con

l’esterno che però mantenga una certa privacy, il tutto corredato da arredi unici e spazi funzionali. Il risultato è un piccolo edificio

articolato in pianta e in rapporto con la natura del lotto, su cui la casa si movimenta attraverso gli aggetti delle coperture, dei

camini, dei balconi e dei cambi di quota delle murature, continuate verso l’esterno.

Nel 1905 Wright si reca per la prima volta in Giappone e realizza a Tokyo l’ Imperial Hotel (1915-22): il grande rischio sismico e

l’obbligo di utilizzare materiali ignifughi porta Wright ad un attento studio dei carichi e delle fondazioni nelle fondazioni pone dei

micropali affondati della sabbia per ottenere in caso di terremoto un effetto a cuscinetto, e i solai li costruisce a mensola per una

maggiore elasticità. Con il terremoto che colpì il Giappone nel 1923, l’hotel fu uno dei pochi edifici a rimanere in piedi, ma

nonostante ciò fu distrutto negli anni ’60. Gli apparati decorativi si ispirano invece alle culture precolombiane, così come aveva

fatto i Midway Gardens (1913-14), simbolo dell’incontro tra la cultura

europea e quella dei nativi americani.

A partire dagli anni ’30 Wright entra in una nuova fase che però rimane

profondamente intrisa dei lavori per le case della prateria. Il viaggio in

Europa si rivela per Wright un grande successo: vengono dedicate a lui

mostre e pubblica i suoi scritti e disegni nel Wasmuth Portfolio (1910).

Rientrato negli USA riceve l’incarico di costruire la Hollyhock House (Los

Angeles, 1917-20): una villa con annesso un teatro, un cinema, una

foresteria e un centro commerciale. La villa risulta l’unico edificio costruito

in cui rinuncia alle costanti che avevano caratterizzato lo “stile prateria”

(eccetto per il camino) per dare spazio a costruzioni in cemento armato,

movimentate da decorazioni originali di ispirazione precolombiana.

L’architetto così vuole liberare il cemento armato dalla sua tradizionale

freddezza e grigiore e inventa il textile blocks, cioè la sovrapposizione di

blocchi in calcestruzzo prefabbricato, lavorati sulle superfici con motivi

decorativi geometrici, con la funzione di rivestire l’edificio. Il textile blocks

per la prima volta vengono applicati nella Casa Millard (1923-24) in

California. Negli stessi anni muore anche Sullivan in estrema povertà e

Wright lo ricorderà come Liebermeister.

Nel 1911 Wright aveva costruito una comunità di lavoro, Taliesin East, nel Wisconsin, che però venne bruciata dopo l’omicidio della

fidanzata. Più volte devastata da incendi insieme a tutti i disegni dell’architetto e i suoi discepoli, poi nel 1924 Wright la sposta in

Arizona inaugurando Taliesin West.

Nel 1932 Wright pubblica The Disappearing City, con cui mostra la sua idea di urbanistica: attacca le città concentrate ed è più

orientato verso un’idea di città dilatate sul territorio e servite da grandi reti stradali. Broadacre City: ogni abitante ha un acro di

terreno a disposizione per fare la sua casa, di solito una villa monofamiliare in pieno rapporto con la natura. Da queste idee appare

una visione egalitaria della società così come lo è per Garnier o Le Corbusier, da cui si distacca solo per il costante rapporto

elemento-natura e la presunzione della proprietà (Casa, automobile, ecc).

Dettagli
A.A. 2015-2016
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SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gian.luca.mazza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Montanari Guido.