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Il ciclo endometriale durante la gravidanza
Accanto al ciclo ovarico è presente il ciclo endometriale, il quale coinvolge l'endometrio e quindi la grande parete muscolare che riveste l'utero. È diviso in tre fasi, e il giorno 1 coincide col primo giorno di mestruazioni: 1. Fase mestruale: flusso di sangue, muco, cellule morte che portano fuori dall'utero l'ovulo degenerato; 2. Fase proliferativa: si ha l'accrescimento dell'endometrio che punta a creare un ambiente ideale per l'annidamento dell'ovulo fecondato. È regolato da estrogeni e FSH; 3. Fase secretiva: guidata da LH e progesterone, è una fase in cui l'endometrio produce tutto il necessario per l'annidamento dell'ovulo fecondato nella parete uterina. Se non c'è fecondazione, la secrezione di queste sostanze viene bloccata, l'endometrio si sfalda dando mestruazione e il ciclo ricomincia. 1 2 ,3E corrispondono alla fase follicolare mentre la A quella luteinica
È presente poi il ciclo della cervice dell’utero, ovvero quello riguardante la parte più interna del canale vaginale. Questo condotto modifica i secreti prodotti da esso sotto influenza del ciclo ovarico: prima dell’ovulazione, gli estrogeni liberati dalle cellule della granulosa inducono la produzione di un muco liquido e fluido che facilita la fecondazione, raggiungendo il massimo di fluidità al 14° giorno; dopo l’ovulazione, invece, il progesterone prodotto dal corpo luteo induce la produzione di un muco più mucillaginoso e denso, che provoca la formazione di una sorta di tappo che impedisce ad un eventuale ovulo fecondo di fuoriuscire dall’utero.
Possiamo considerare anche una sorta di 4° ciclo, ovvero quello riguardante la T corporea: al momento dell'ovulazione, infatti, si ha un aumento di 0.5/1 °C della T corporea, il quale può essere
utilizzato per determinare se il soggetto è fertile o meno. ’ 28TUTTI QUESTI CICLI AVVENGONO INSIEME NELL ARCO DEI GG
Il governo dell’asse ipotalamo – ipofisi – gonadi parte dall’ipotalamo, il quale libera i GnRH relativi a FSH e LH e che, agendo sull’ipofisi, permettono la produzione e liberazione delle gonadotropine. Queste vanno ad agire sull’ovaia: FSH influenza sul trofismo delle cellule della granulosa, e quindi sullo sviluppo dei follicoli e sulla produzione di estrogeni, mentre LH agisce sulle cellule della teca inducendo la produzione di ormoni androgini, rimanendo molto attivo (l’LH) durante la fase luteinica.
Gli estrogeni hanno il compito di promuovere la proliferazione e lo sviluppo di cellule riproduttive specifiche dell’apparato riproduttivo, di mantenere il trofismo di utero, vagina e tube e di permettere lo sviluppo della maggior parte dei caratteri sessuali secondari femminili; il progesterone, invece, è
Il processo di fecondazione avviene a livello delle tube uterine. I gameti, che hanno un corredo cromosomico aploide, si fondono formando una cellula diploide chiamata zigote. Solo uno dei milioni di spermatozoi che si dirigono verso l'ovulo riesce a penetrare nella cellula. Questo processo è mediato dall'azione dell'acrosoma, che contiene enzimi proteolitici in grado di aprire un varco nella corona radiata, ovvero lo strato di cellule della granulosa che circondano l'ovulo anche dopo l'ovulazione (cumulo ooforo). Una volta aperto il varco, le due membrane plasmatiche si fondono e il nucleo dello spermatozoo entra nell'oocita, permettendo il completamento della seconda fase meiotica. Viene quindi liberato il corpo polare e si ha la fusione dei due nuclei aploidi.
Nel momento in cui lo spermatozoo entra nell' oocita, la membrana plasmatica di quest'ultimo viene calcificata per impedire l'ingresso di altri spermatozoi e quindi la generazione di zigoti poliploidi e anomali. Dopo ca. 30h dalla fecondazione, lo zigote comincia a moltiplicarsi e a spostarsi verso l'utero; dal momento dell'ovulazione, l'ovulo ha una vita di circa 1-2 gg, e siccome il suo tragitto per arrivare fino all'utero impiega ca. 4 gg, l'incontro deve avvenire nelle tube; allo stesso tempo, gli spermatozoi possono sopravvivere ca. 72 h nell'utero ma sono in grado di fecondare con successo l'ovulo per ca. 2 gg. Inoltre, gli spermatozoi diventano in grado di fecondare l'ovulo grazie a un processo detto capacitazione, che avviene all'interno dell'utero, grazie a determinate sostanze prodotte da questo, in un tempo di ca. 10h. Dopo 3 divisioni, e quindi arrivati ad 8 cellule, lo zigote prende il nome di morula.
la quale si annida nell'utero per dare inizio allo sviluppo dell'embrione e di tutte le strutture necessarie per la formazione della placenta e del mantenimento della vita del feto; con le successive divisioni, al centro della massa cellulare si viene a formare una sacca di liquido detta blastocisti, costituita da due strati di cellule:- Trofoblasto: strato più esterno, svolge un ruolo fondamentale nell'impianto uterino e, successivamente, si trasformerà in placenta dopo ca. 12 settimane. Possiede enzimi proteolitici che permettono la fusione del trofoblasto con le cellule endometriali, aiutato anche dagli alti livelli di progesterone in circolo;
- Embrioblasto: strato più interno, è composto da cellule (embrioblasti) che daranno origine all'embrione.
chiamato tale fino a 2 mesi dalla fecondazione, data oltre il quale l'organismo informazione prende il nome di feto.
Possono nascere situazioni complesse quando, dopo la fecondazione, lo zigote si fissa a livello della tuba senza spostarsi verso l'utero; si ha quindi una gravidanza extra-uterina (o ectopica), ma essendo che la tuba non ha le strutture necessarie per lo sviluppo dell'embrione si entra spesso in aborto spontaneo.
Placenta
La placenta è una struttura, derivata dal differenziamento del trofoblasto, con funzione nutritiva dell'embrione e secretoria di ormoni molto importanti. Dal trofoblasto si ha anche la formazione del cordone ombelicale, ovvero un tessuto contenente i vasi sanguigni che metteranno in comunicazione madre e feto; inoltre, placenta e cordone producono il liquido amniotico, ovvero un liquido in grado di proteggere il feto dagli urti meccanici. La placenta non circonda tutto il sacco amniotico, ma è situato solo da una parte.
Il circolo materno e il circolo fetale rimangono completamente separati tra di loro, proprio grazie all'azione di filtro che svolge la placenta. È un organo a tempo determinato, poiché al momento del parto si ha una prima fase in cui i vasi contenuti nel cordone ombelicale collassano, isolando madre e neonato; successivamente, in un processo detto secondamento, anche la placenta viene partorita distaccandosi dalla parete uterina. Le funzioni della placenta sono:
- Sostituito di intestino, polmoni e reni fetali: si occupa degli scambi respiratori, del filtraggio dei liquidi, dell'eliminazione delle sostanze di scarto e del rifornimento di sostanze nutritive;
- Ghiandola endocrina: produce ormoni quali:
- βHCG: prodotta dal trofoblasto, inizialmente, e successivamente dalla placenta in fase di sviluppo e per tutto il resto della gravidanza; la sua concentrazione raggiunge valori tali da essere rilevata in siero e urine (100 mUI/mL) dopo 7-15 gg dall'inizio
La placenta è un organo temporaneo che si forma durante la gravidanza (viene utilizzata per i test di gravidanza domestici). La sua funzione principale è quella di mantenere in vita il corpo luteo tanto quanto basta perché la placenta completi la sua formazione e possa quindi prendere il suo posto. La placenta è importante anche per attenuare le contrazioni della muscolatura dell'utero facilitando l'annidamento dello zigote. La sua presenza nel sangue diventa nulla al momento del parto.
L'ormone lattogeno placentare, detto anche somatomammotropina corionica umana, ha una funzione simile al GH stimolando gli anabolismi nella donna. Stimola la lipolisi e contrasta l'azione dell'insulina, causando un aumento della glicemia.
Il progesterone placentare mantiene il feto, rilassa il miometrio evitando l'aborto, inibisce la produzione di latte e riduce la sensibilità all'ossitocina. Ha inoltre un'azione inibitoria nei confronti del sistema immunitario materno, il quale potrebbe indurre il rigetto del feto.
Gli estrogeni
placentari: i loro livelli raggiungono il massimo in prossimità del parto. Hanno diverse funzioni quali l'aumento delle dimensioni delle mammelle, l'inibizione della produzione di latte, la preparazione del miometrio al parto, la crescita dei dotti alveolari a livello delle mammelle e, grazie alla relaxina, anche la modifica della struttura della sinfisi pubica e dell'elasticità dei legamenti pelvici, permettendo così una migliore espansione dell'utero favorendo l'annidamento. ca. 5 ,LA PLACENTA PROPRIAMENTE DETTA SI FORMERÀ DOPO SETTIMANE DALLA FECONDAZIONE ca. 12° STABILIZZANDOSI DOPO LA SETTIMANA Parto Qualche giorno prima del parto, principalmente per gravità, la testa del feto si dispone verso la cervice stimolandola meccanicamente con conseguente invio di un'informazione all'ipofisi che induce la liberazione di ossitocina: questa andrà ad agire su miometrio ed endometrio inducendo contrazioni ritmiche di
intensità via via crescente. Questa fase è detta travaglio, e vede una frequenza nelle contrazioni pari a 1 contrazione ogni 10-15 minuti. Le contrazioni partono dalla parte alta dell'utero, propagandosi verso il basso in modo da spingere il feto contro la cervice uterina; grazie alla pressione esercitata dal feto, la cervice si dilata fino a 10 cm circa: questo fenomeno, unito alla contrazione uterina e a quella volontaria addominale, permettono lo scorrimento del feto lungo il canale cervicale e quindi anche lungo quello vaginale. Il parto è seguito dal secondamento, e quindi dalla fuoriuscita della placenta.
Allattamento
Fenomeno controllato dagli ormoni: durante la gravidanza, ormoni quali estrogeni, progesterone, PRL e somatomammotropina preparano la mammella alla suzione, impedendo allo stesso tempo la produzione di latte poiché non necessario. La ghiandola mammaria è una ghiandola alveolare (o acinosa), ovvero contenente camere, dette alveoli.
che secernono un secreto esocrino in dotti circondati da cellule mioepiteliali, con funzione essenziale nei processi di eiezione de