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ASPETTO IN PIÙ PER VOTO ALTO.
Sia Akt che la proteina chinasi C, PKC,
possono indurre l’esposizione di Glut-4;
così come la PI3-chinasi può attivare
l’AMP-ciclico-fosfodiesterasi e quindi
portare alla diminuzione di AMP ciclico
che è una condizione importante affinché
la cellula vada in mitosi.
L’insulina, quando funge come fattore di
crescita attivando la via Gbr SOS Ras
MAP-chinasi, induce non solo geni
importanti per la mitosi, ma una volta che
il glucosio è entrato nelle cellule,
l’insulina stimola la glicogeno-sintesi e
quindi l’accumulo di riserve. Questo
porterà all’attivazione di enzimi impegnati nella glicogeno sintesi. Quindi
nelle cellule muscolari, del fegato ecc. l’insulina stimola la glicogeno
sintesi ed inibisce la glicogeno lisi.
In questa immagine possiamo ancor meglio come
Akt attiva un vario numero di situazioni: uptake del
glucosi, sintesi proteica, sintesi dei lipidi e la sintesi
del glicogeno.
Ricordiamo che i trasportatori Glut sono diversi per le varie cellule; il
Glut-4 è il trasportatore, indotto dall’insulina, che trasporta il glucosio
in varie cellule, soprattutto muscolari e adipose.
I vari Glut hanno tutti affinità diverse per il glucosio.
-
Glut 1: altamente specifico per il glucosio.
-Glut 2: NON è altamente specifico per il glucosio; trasporta
glucosio, galattosio, fruttosio.
-Glut 3: altamente specifico per il glucosio.
-Glut 4: altamente specifico per il glucosio.
-Glut 5: trasporta fruttosio.
Cosa accade dopo il rilascio dell’insulina.
Abbiamo innanzitutto visto che l’insulina favorisce l’ingresso di glucosio
a livello del tessuto muscolare e del tessuto adiposo.
L’insulina è in grado di agire non solo sul metabolismo degli zuccheri,
vediamo cosa succede attraverso la figura.
Il primo organo che riceve insulina è il
fegato; qui il 50% dell’insulina viene
degradato.
A livello del fegato l’insulina entra senza il
bisogno di Glut-4 e stimola la glicogeno
sintesi; stimola la sintesi proteica e stimola
anche l’utilizzo del glucosio come precursore
di grassi e trigliceridi (anche se poco).
A livello muscolare l’insulina entra attraverso
i Glut-4 e stimola l’uptake di glucosio il
quale a sua volta viene utilizzato per
stimolare la glicogeno sintesi; stimola
anche l’ingresso (attraverso dei sistemi di
trasporto) degli amminoacidi per la sintesi
proteica.
A livello del tessuto adiposo l’insulina entra attraverso i Glut-4 e
stimola l’utilizzo del glucosio per sintetizzare acidi grassi e alfa-
glicerofosfato, ovvero lo scheletro su cui vengono posti i grassi per
produrre trigliceridi; stimola l’assunzione di lipoproteine (fonte di
grassi) attraverso un enzima detto LPL sempre per produrre trigliceridi;
anche in questo caso aumenta la captazione degli aminoacidi e la
sintesi proteica (anche se poco).
Il tessuto adiposo non è solo un sito di deposito dei grassi, ma
contribuisce moltissimo alla regolazione dell’omeostasi glicemica, dell’
appetito, dello stato di sazietà e produce ormoni che possono arrivare
anche al cervello.
In tutte le cellule l’insulina non solo stimola la glicogeno sintesi, ma
anche la glicolisi, ovvero la produzione di energia nella cellula.
Tutto ciò accade dopo un pasto, quando la concentrazione di insulina è
più alta della concentrazione del glucagone; quello che cambia in realtà
nel nostro sangue è il rapporto tra insulina e glucagone.
Questi processi sono dovuti all’effetto anabolizzante dell’insulina.
A digiuno tutte le vie sono invece stimolare dal glucagone, l’ormone
antagonista dell’ insulina, rilasciato dalle cellule alfa durante il
digiuno.
Il glucagone andrà a mobilizzare le riserve.
A livello del fegato il glucagone stimola la
glicogeno lisi, quindi le riserve vengono
mobilizzate per produrre glucosio che
fuoriesce e va nel sangue contribuendo ad
aumentare la glicemia.
A livello muscolare il glucagone stimola la
glicogeno lisi e quindi la produzione di
glucosio che aumenterà, qui però stimola anche
la degradazione delle proteine per produrre
amminoacidi che vengono rilasciati in circolo.
Gli amminoacidi vengono utilizzati poi attraverso un processo di
gluconeogenesi per produrre glucosio.
A livello del tessuto adiposo il glucagone stimola la mobilizzazione dei
trigliceridi con produzione di glicerolo ed acidi grassi che vengono
messi in circolo.
Generalmente è giusto mettere in circolo i grassi i quali andranno
incontro a beta ossidazione; quando però c’è un digiuno prolungato o
una lunga assenza di insulina (poiché l’insulina inibisce il glucagone),
la quantità di grassi messa in circolo è eccessiva, per cui gli enzimi atti
alla beta ossidazione non sono sufficienti e quindi questi grassi vengono
utilizzati dal fegato per produrre chetoni, processi di chetogenesi.
I chetoni sono composto acidi che per una certa quantità sono anche dei
substrati energetici, possono quindi essere utilizzati dai muscoli come
fonte di energia; quando però sono eccessivamente concentrati possono
causare l’acidosi metabolica, ovvero acidificazione del sangue.
L’acidosi metabolica può portare l’individuo in coma e poi a morte.
Andamento temporale del glucosio nel sangue in persone sane.
La glicemia, in persone sane, nel giro di due ore dopo i pasti deve
tornare a valori simili a quelli del digiuno.
In una persona sana inizialmente la
glicemia è normale, dopo un pasto il
glucosio nel sangue sale, per cui la
glicemia aumenta, raggiunge dei valori che
possono anche essere il doppio rispetto al
digiuno e poi nel giro di 2 massimo 3 la
glicemia deve tornare a valori paragonabili
a quelli del digiuno.
L’insulinemia, ovvero la concentrazione di
insulina nel sangue, aumenta con
l’aumentare del glucosio nel sangue; perché
le cellule beta del pancreas sono dei
sensori del glucosio. Quindi dopo un pasto
aumenta la quantità di insulina, raggiunge
un picco, e poi comincia a diminuire, nel giro di 3 massimo 4 ore
ritorna a valori simili a quelli del digiuno.
Questo lo vediamo però in persone sane.
Il diabete mellito.
Quando parliamo di diabete dobbiamo distinguere due forme di questo:
- Diabete nell’ironia di tipo 1, anche detto insulino-dipendente; è una
malattia che colpisce tipicamente nei giovani (bambini e adolescenti). Qui
le cellule beta del pancreas dell’individuo vengono distrutte, tant’è vero
che è una malattia autoimmune e cioè è lo stesso organismo a produrre
attraverso il sistema immunitario degli autoanticorpi che vanno a
distruggere le cellule del corpo stesso, in questo caso le cellule beta del
pancreas.
Essendo quindi non prodotta l’insulina in questo caso l’unica terapia è
quella di iniettare l’insulina, o sostanze analoghe, poco prima dei pasti.
Un individuo affetto da diabete di tipo 1 sarà molto magro poiché non
producendo insulina, non viene inibito il glucagone che, in questi casi,
aumenta e stimola la mobilizzazione delle riserve che portano una
perdita di massa grassa ma anche di massa magra.
Le complicanze acute in questi casi possono essere diverse; partendo dal
fatto che non essendoci insulina aumenta la glicemia, quando questa è
troppo alta e supera la soglia di filtrazione renale ovvero il glucosio, che
non dovrebbe arrivare nelle urine, in questo caso ci arriva e si ha quindi
la perdita di glucosio con le urine anche detta glicosuria.
Il glucosio è una molecola che richiama a sua volta nelle urine l’acqua
per cui si avrà disidratazione. Per questi motivi un soggetto affetto da
diabete di tipo 1 avrà bisogno di bere e urinare molto spesso.
Ricordiamo inoltre che in assenza di insulina aumenta il glucagone che,
per il processo di prima, stimola la produzione di chetoni a partire dai
grassi; può quindi succedere che una quantità elevata di chetoni nel
sangue può portare sia all’acidosi metabolica sia i chetoni ad arrivare
nelle urine, essendo composti acidi attirano elettroliti importanti che
genereranno quindi uno squilibrio elettrolitico.
Nel caso del diabete di tipo 1, se andassimo a guardare i grafici di
glicemia ed insulinemia vedremmo che: il grafico della glicemia dopo
un aumento non avrà una diminuzione dopo 2-3 ore ma la glicemia
resterebbe alta; mentre il grafico dell’ insulinemia risulterebbe basso
anche durante e dopo il pasto, senza avere nessun picco. Questo accade
perché nel caso dei soggetti affetti da diabete di tipo 1 l’insulina non
viene mai prodotta.
- Diabete di tipo 2, anche detto non insulino-dipende o insulino-
resistenza; è una malattia che colpisce solitamente adulti in sovrappeso.
Qui le cellule beta producono l’insulina e la rilasciano normalmente,
quello che non funziona come dovrebbe è il recettore o le proteine a
valle del recettore; è quindi un diabete dovuto alla mancata risposta
delle cellule all’insulina.
Gli individui affetti da diabete di tipo 2 sono quelli in sovrappeso.
Nei casi di sovrappeso si innesca una conduzione detta di low-grade
inflammation, cioè un infiammazione cronica di basso grado che
consiste nel rilascio cronico nel sangue di mediatori
dell’infiammazione; questo perché il tessuto adiposo come detto prima
non è solo accumulo di grassi, questo tessuto a seconda della quantità
di grassi accumulati risponde innescando qualche meccanismo; per
esempio può produrre dei mediatori dell’infiammazione, come le
citochine infiammatorie, che agiscono interrompendo le vie di risposta
all’insulina, cioè attiva delle proteine che inibiscono le proteine coinvolte
nel meccanismo di risposta all’insulina, oppure favoriscono la
fosforilazione inibitoria del recettore.
Nel diabete di tipo 2, all’inizio può succedere che ci sia un iper
insulinemia compensativa, cioè essendo i recettori meno funzionali si ha
un iperproduzione di insulina; alla lunga può succedere poi che le
cellule beta sotto sforzo vadano in necrosi o apoptosi e quindi la
quantità di insulina prodotta si riduce.
Nel caso del diabete di tipo 2, se andassimo a guardare i grafici di
glicemia ed insulinemia vedremmo che: il grafico della glicemia dopo
un aumento non avrà una diminuzione dopo 2-3 ore ma dopo molto più
tempo; mentre il grafico dell’ insulinemia risulterebbe alto durante e
dopo il pasto. Questo accade perché nel caso dei soggetti affetti da
diabete