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E.O
con digitopressione della regione sopracitata(sacroiliaca) seguito da esami radiologici che
mettono in evidenza l’articolazione.In questo modo riusciamo a distinguere le lombalgie
l’anca.
vere e proprie dai fenomeni artrosici che riguardano dell’anca
Per poter comprendere adeguatamente la biomeccanica bisogna ben capire
alcuni concetti chiave:
L’angolo di inclinazione descrive un angolo sul piano frontale compreso tra il collo del
1)
femore e il lato mediale della diafisi femorale.Alla nascita questo angolo misura in media
175°-180°. l’attività
Mano a mano con muscolare ed il carico durante la deambulazione si verifica una
riduzione di 2° ogni anno tra i 2 e gli 8 anni di età fino a raggiungere un angolo di
inclinazione di circa 125°(valore fisiologico).
dell’angolo
Si possono avere anomalie di inclinazione:
l’interno): l’angolo
-coxa vara(vara= piegare verso in questo caso di inclinazione sarà
<125°,solitamente intorno ai 105° l’esterno):in l’angolo
-coxa valga(valga=piegare verso questo caso sarà >125°,solitamente
intorno ai 140°
Queste condizioni patologiche predispongono a deficit posturali che possono determinare
entesiti( ),tendiniti e fenomeni
infiammazione che colpisce l'inserzione di un muscolo su un osso
artrosici precoci.Sarà dunque importante il riscontro radiologico in questi soggetti di una
dell’anca.
eventuale alterazione della biomeccanica
L’angolo di torsione del femore è quell’angolo che si instaura tra diafisi e col lo del
2)
femore. Normalmnte il collo e la testa del femore sono proiettati in avanti ,tra gli 8° e 20°
(solitamente 15),rispetto alla diafisi del femore.
Parliamo di antiversione eccessiva quando abbiamo un angolo >15°( fino a 35°),mentre
parleremo di retroversione eccessiva quando abbiamo un angolo <15° (fino a 5 °)
Queste variazioni dell’angolo possono dunque determinare patologie di carattere
ortopedico.
Nel neonato l’angolo di antiversione è di circa 40° e ciò è fisiologico.Con la crescita
l’angolo
ossea,aumento del peso e attività muscolare si ridurrà fino 15° entro i 16 anni.La
articolare.Quest’ultima
persistenza di questa antiversione predispone a degenerazione o
un’eccessiva antiversione(25°,45°,80°) può determinare una intrarotazione compensatoria
dell’arto inferiore nel bambino(come nelle paralisi cerebrali)
l’osso
STRUTTURA DEL FEMORE: è lungo più voluminoso del corpo e rappresenta lo
scheletro della coscia.Prossimalmente è articolato con l’acetabolo dell’osso
dell’anca,invece distalmente
si articola con tibia e rotula.
Dal punto di vista strutturale è costituito esternamente da osso compatto ,nella corteccia,
che garantisce resistenza a forze tangenziali e torsioni ed internamente da osso
spugnoso che forma la rete trabecolare mediale e arcuata che conferisce elasticità
all’osso.
Testa del femore= la testa del femore forma circa 2/3 di una sfera completamente
ricoperta da cartilagine articolare ,eccetto la regione centrale chiamata fovea.Il ligamentum
teres(o legamento rotondo della testa del femore) si trova tra il legamento trasverso
dell’acetabolo e la fovea, dove all’interno passa l’arteria acetabolare utile per fornire
neonato;nell’adulto
sangue alla testa del femore nel serve relativamente a poco,in quanto il
nutrimento è dato dalle arterie circonflesse mediali e laterali.La principale funzione
nell’adulto è quella di aumentare la sensibilità propriocettiva in quanto è particolarmente
ricco di meccanocettori.
ACETABOLO: è una profonda cavità emisferica che accoglie la testa del femore .Il ciglio
acetabolare è incompleto e presenta una apurtura inferiore dai 60° ai 70°.È presenta una
incisura acetabolare che è ricoperta da cartilagine ,mentra la fossa acetabolare(cioè la
porzione centrale profonda)non presenta cartilagine ma è presente uno spazio per il
legamento teres.
Il labbro acetabolare è un robusto anello fibrocartilagineo ,importante dal punto di vista
sull’acetabolo)e
biomeccanico in quanto fornisce stabilità(della testa del femore mantiene
una pressione intra-articolare negativa.
Le lesioni del labbro acetabolare sono lesioni insidiose in quanto essendo una regione
scarsamente vascolarizzata presenta una scarsa capacità di guarigione spontanea.
DELL’ANCA: L’osteocinematica
OSTEOCINEMATICA (dal greco ostéon = osso e kínema
–atos = movimento) studia i movimenti osservabili delle ossa nello spazio, rappresentati
dell’angolo
da un cambiamento tra segmenti scheletrici adiacenti.
Essa si suddivide in: dell’anca
-osteocinematica femorale-pelvica
è la rotazione del femore rispetto alla pelvi che è fissa.
Possiamo valutarne diversi piani e gradi:
dell’anca:
1) Flessione è quel movimento che ci permette di portare il ginocchio verso
l’addome.Arriva fisiologicamente a 120°
dell’anca:
2) Estensione è quel movimento che ci permette di portare posteriormente il
ginocchio.Arriva fisiologicamente a 20°
dell’anca:è l’esterno
3) Abduzione quel movimento che ci permette di portare verso il
ginocchio.Arriva fisiologicamente 40°
dell’anca:è l’interno
4) Adduzione quel movimento che ci permette di portare verso il
ginocchio.Arriva fisiologicamente a 20°
dell’anca
5) Movimenti di rotazione sul piano orizzontale : la rotazione interna è di 35°
, la rotazione esterna 45° dell’anca
-osteocinematica pelvica-femorale :
è la rotazione del bacino rispetto al femore fermo(è il classico movimento che noi
compiamo quando ci abbassiamo per raccogliere un oggetto)
Anche qui possiamo valutarne diversi piani e gradi:
flessione in avanti di circa 90° da seduto oppure flessione in avanti di circa 30 ° in
1)
posizione eretta,il tutto in condizione fisiologiche
estensione di 15° del bacino rispetto al femore
2) abduzione(cioè in questo caso è il bacino che si allontana dal femore) di 30° del bacino
3)
rispetto al femore
adduzione di 25° del bacino rispetto al femore
4) Movimenti di rotazione del bacino rispetto al femore:rotazione interna ed esterna di circa
5)
15°.
Questi concetti basici di biomeccanica sono fondamentali per la riabilitazione. Dunque è
l’articolarità
importante conoscere fisiologica del soggetto per poter valutare una eventuale
riduzione dell’osteocinematica sia sia per quanto riguarda il piano che l’angolo.Questi
l’alterazione patologica del paziente e
concetti sono fondamentali per descrivere a 360°
stabilire qual è il piano riabilitativo più appropriato.
Quali sono i muscoli che permettono questi movimenti?
I muscoli che permettono tutti questi movimenti sono gli adduttori, gli abduttori ,il retto
dell’addome , il bicipite femorale,il retto femorale (questo è importante perché permette di
l’anca
flettere ed estendere il ginocchio).
–
Lezione 7 11/11/2020 all’attività
Nella riabilitazione una delle tappi fondamentali è il recupero delle autonomie e il ritorno
l’impianto
della vita quotidiana. Dopo di protesi di anca, maggiormente nei soggetti anziani, questo
diventa essenziale. Normalmente la protesizzazione d’anca avviene per coxartrosi importante,
quando il paziente ha eccessivo dolore, oppure dopo frattura.
L’articolazione coxo-femorale è fondamentale da
visionare all’imaging radiologico, in quanto di
supporto alla clinica. La rima articolare deve
L’articolazione dell’anca
essere ben rappresentata.
è una enartrosi che permette movimenti in
flessione, estensione, adduzione, abduzione,
rotazione. Nei punti di carico c’è una maggiore
rappresentazione della cartilagine articolare, che
purtroppo nell’artrosi e nell’invecchiamento
diminuisce il che suscita dolore. dell’anca
Gli stabilizzatori sono molto importanti
perché, dopo protesi o trattamento con mezzi di
l’anca
osteostintesi (placche e viti), diventa meno
stabile e la protesi può andare incontro
lussazione. L’acetabolo, che racchiude la resta
del femore e il labrum acetabolare (anello
cartilagineo che circonda la testa del femore)
permettono una maggiore profondità e stabilità
all’interno,
della testa del femore ovviamente poi i
muscoli e ligamenti consentono all’anca i
movimenti.
Ci sono dei legamenti intracapsulari e altri extracapsulari che garantiscono questa stabilità.
Ci sono degli angoli da considerare, quando
parliamo di anatomia, perché da questi
dipende l’eventuale coxa vara e valga che
poi si ripercuote anche su ginocchio e
caviglia, sul piano morfologico-funzionale.
l’angolo di inclinazione cervico-diafisario,
che normalmente deve essere 125° e
l’angolo di declinazione o antiversione che
di solito è di 15°. Quando entrambi gli angoli
sono diminuiti parliamo di Coxa Vara, che è fisiologica nel lattante, che poi crescendo va
incontro ad un valgismo fisiologico fino a 6-7 anni per infine normalizzarsi. Coxa Vara anche in
rachitismo, coxartrosi, fratture del collo del femore. Coxa Valga , quando entrambi gli angoli sono
aumentati e può essere congenita, da alterazione della distribuzione di carico per compensare
deformità di rachide, femore e ginocchio.
Possiamo vedere come una coxa valga si ripercuota sul ginocchio causandone un valgismo e sul
piede causandone una eversione della tibio-tarsica. Spesso questa anomalia è solamente
dinamico, durante l’appoggio nella deambulazione, ma con il tempo può dare problemi anche a
livello del menisco. Quindi una coxa vara o valga vanno comunque trattate.
Radiologicamente nell’artrosi vediamo la rima articolare che si fa sempre più sottile fino a
un’adeguata
scomparire in alcuni punti. Ci sono geodi e aree di osteofitosi che non permettono più
congruenza tra testa e acetabolo, causando dolore e impotenza funzionale (si sente bloccato in
dell’anca).
flesso o estensione
La degenerazione artrosica di tutte le articolazioni può essere idiopatica o secondaria. Le più
l’usura
frequenti possono essere sia da invecchiamento, ma anche da sforszi eccessivi, come chi
ha caricato molti pesi.
Questo causa disabilità, in quanto causa dolore al paziente che comporta una mancata