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SAGGIO SULLA TRADIZIONE

Bisogna partire dalla stretta relazione col concetto di memoria, un aggancio che ci dice che possiamo rinvenire alla memoria per concetto di umanità del mondo. Memoria del dolore storico, razionalità che diventa selvaggia: agganciare la memoria all'elemento umano razionale. La tradizione deve entrare in una teoria critica perché mette in gioco una modalità che riguarda la memoria, il ricordo del passato. Nella dialettica negativa del 1966 vi è l'idea di tradizione nelle ultime pagine dell'introduzione definita come sapere del passato. Assume il ruolo di un quasi trascendentale. Trascendente ha assunto diversi significati. Per Kant riguarda una condizione di possibilità due punti dei principi che seguono l'intelletto, analitici e sintetici. Come la facoltà del giudizio guidata dal principio di finalità senza scopo. Il trascendentale è una condizione dell'esperienza, il rapporto.

dialettica tra ciò che è empirico e contingente e ciò che permette che vada in un certo modo. La tradizione è un sapere del passato quasi trascendentale punto e comunque un fattore che non si può eliminare dal giudizio della realtà storica, in quanto il sapere del passato aiuta a capire, anche se non giustificare, il presente. Ci permette inoltre di non essere completamente schiavi del Progresso, del futuro. La secolarizzazione è la trasformazione da religioso a laico, ad esempio la scissione del potere politico da quello religioso. L'idea del Progresso è una secolarizzazione dell'idea di un collegamento delle cose. L'idea di progresso traduce altre idee che hanno cercato di legare le idee. Per Adorno la tradizione come sapere del passato è anche un bilanciamento di possibile accesso nel futuro, che potrebbe cadere in un oblio, nella disumanizzazione o azzeramento del male commesso. Ci si preclude di imparare dalla storia.

Tradizione e condizione di possibilità di comprensione del presente. Ci fa pensare che c'è qualcosa di oggettivo, quasi perché siamo costituiti del nostro passato che non è propriamente soggettivo ma ha uno spessore oggettivo di cui dobbiamo aver conto. L'empirico è il conducente, il trascendente e la condizione. Siamo a pagina 27: la tradizione incontra il posizione con la razionalità, ma solo nella sua natura più astratta. Perché essa operi, non c'è bisogno di un lavoro razionale, c'è una sorta di automatismo del passaggio del passato nel presente. Vi è immediatezza di passaggio della tradizione nella sfera spirituale del pensiero. Questa idea più classica è andata in disuso con lo sviluppo dei nuovi valori borghesi, non è più importante il luogo d'origine. Ora la tradizione sospetta, ad esempio nel multiculturalismo. Vi è un'idea di continuità.

temporale: viene messa da parte, non è più un valore. Il riferimento alla dimensione Mercantile, dei prodotti culturali si riferisce a ciò che non diventa merce e viene dimenticato. L'arte è lo specchio dei procedimenti, e un'arte che non segue i modelli, nella decadenza della tradizione, la sua reazione la porta a perdere l'ovvietà dell'oggetto nei suoi materiali e nei procedimenti. L'opera esibisce i suoi procedimenti. E questa crisi che subisce nei confronti della tradizione. La razionalità degli scopi ha a che fare con gli effetti pragmatici, scopi economici e politici. La tradizione non è più valore, anche a causa dell'industrializzazione e del capitalismo che danno importanza al consumo. Da una parte abbiamo la decadenza della tradizione, anche se non se ne accorgiamo perché viene sempre invocata. L'accanimento che ingigantisce poveri e ricchi, il mondo organizzato amministrato: quanto più.

questo va con i propri mezzi a conseguire i propri obiettivi, tanto più cresce la violenza sugli uomini. C'è bisogno di trovare razionalità nei processi della tradizione. Il sistema cerca di agganciare alla tradizione senza pensarci sopra, quindi il sistema economico politico fa in modo di agganciare a se stesso un elemento di valori che giustifica il sistema stesso: il suo raggiungimento di scopi punto l'elemento tradizionale vale come elemento irrazionale. È qualcosa di attaccato, un ornamento da buttare, come una tossina che avvelena. Con Adorno vi è un tentativo di ridefinizione di dialettica. Il riferimento a Hegel è chiaro: tesi, antitesi, sintesi punto e una dialettica che lavora con la negazione cioè trovare l'opposto e definirlo per contrasto. Si tratta di stabilire una negazione determinata, è una dialettica di bianco e nero che porta a un grigio cioè a una sintesi punto significa che approfondisco la

qualità di qualcosa e capisco tutto lo spessore fino al suo rovesciopunto è un procedimento che utilizza Adorno ma rifiutando di approdare a una sintesipunto la dialettica resta di adica, su due rette parallele. e il razionale versol'irrazionale: coppia di opposti che entrano in relazione punto Ad esempio inarchitettura con Loos prevale il razionale, il funzionalismo. Adorno invece insistemolto sull'elemento costruttivo razionale e su quello mimetico, il fatture irrazionale: idue elementi convivono. la tradizione ha una sorta di elemento irrazionale:tradizionale e nuovo stanno in situazioni di tensione. la tensione non costituisce unasintesi ma un mastice che tiene in relazione due aspetti opposti. è una dialettica chenon si risolve e non si scioglie. Nella novità vi è un fattore di esplosione ovvero che ilnuovo può essere da un lato rischioso, una novità di facciata che si riduce allariproposizione del sempre uguale edall'altro fiducia nella modernità, un movimento che ha stravolto la produzione culturale verso una direzione di maggiore unicità, poiché non vuole modelli. Il nuovo che merita un'attenzione è quello della modernità che rischia anche l'assurdo, che si muove al confine tra diversi generi. Nel momento in cui l'arte attiva un sensorio che oltrepassa un sensore comune, ci offre degli scenari, aperture di senso percettivo e di significato: è portatrice di una nuova consapevolezza. Fare un oggetto di domanda, di interrogazione, strumenti per aprirsi a nuovi significati, anche di emancipazione, tentare attraverso l'arte di migliorare il mondo. L'autarchia genera mostri: in Adorno si è denuncia dell'autarchia della ragione. Nel terzo paragrafo vi è un punto di vista soggettivo, nel quarto paragrafo il punto di vista è oggettivo e si aggancia all'elemento del linguaggio. Adorno propone di assumere.La visione dell'artista, In che modo affidarsi ai modelli. si è creata una tradizione più recente come quella di letteratura mondiale, globalizzata. ciò che è a disposizione si sente in diritto di andare ad attingere. postmoderno nasce in ambito artistico, in architettura nei primi anni Settanta: accedere a nuovi canoni, fare ibridi, possibilità di avere tutto a disposizione, creare una falsa tradizione. falsa perché non viene usata per comprendere la realtà autenticamente. ciò che sembra ampliamento di risorse si trasforma in un magazzino confuso, in cui si prende ciò che serve. questa idea di utilizzabilità si rivela falsa punto tutti i canoni sono posti allo stesso livello. Adorno dice che già Hegel descriveva così l'arte romantica: c'è più libertà dell'artista che può usare più canoni e più materiali. l'artista, divenuto autonomo, sembra

Poter attingerea qualsiasi cosa. Questo artista disinvolto in realtà non fa parte in senso stretto maun'arte applicata, rinuncia alla costruzione dell'Opera, applica qualcosa di giàesistente. Autonomia intesa non come arbitrio soggettivo, ma è una sorta di illusione. L'artista assume delle forme che ripropone così come sono. La relazione tra forme e contenuto per Hegel diventava qualcosa che era incluso nell'apparire sensibile dell'idea. Con Adorno il vero modo di costruire arte autonoma e quello di strutturare contenuto e forma, non fare affidamento su canoni e forme già esistenti, ma costituire una nuova forma portatrice di un contenuto. Questa forma non deve cedere. L'accelerazione dell'arte, questa realtà in continua mutamento, deriva da una coazione, un impulso irrazionale, del rifiuto del vecchio. Il rapporto con la tradizione si trasforma in canone del proibito, una specie di elenco di tutto ciò che non

si può fare,un guscio vuoto. l'artista può provare a fare a modo proprio ma si ritrova di fronte a gusci vuoti, a forme prive di contenuto che egli ripropone senza alcun elemento di ideazione. Guarda la traduzione attraverso una lista del rifiuto. Dal punto di vista oggettivo la storia ha ancora un potere, è qualcosa di cui dover prendere atto. Dobbiamo da una parte rifiutare l'autorità della tradizione solo perché è passato punto dall'altro prendere atto di fattori storici, recuperare un valore tradizionale senza cadere né l'imitazione pedissequa dell'adeguamento di regole già esistenti. Esiste un elemento oggettivo: la lingua, non solo nella sua storia ma tutta la lingua nel suo insieme che si deposita nella lingua viva. Le parole si portano dietro la storia e nella sua composizione e portatrice di nuovi contenuti con l'aggancio e il contrasto di elementi specifici dell'arte. È una sorta di

Acquisizione piena del linguaggio in cui assumiamo elementi di tradizione ma passano solo quelli elementi ancora utili nel presente. La dimenticanza della tradizione, basandosi solo sul Hic et nunc è una sorta di apoteosi del puritanesimo, da renderla quasi reale e astratta. La rinuncia non deve essere un oblio piuttosto reacciuffare elementi e rinunciare ad essi con dolore, cioè dopo un confronto che ci fa capire che una ripresa è impossibile. L'obbligo a qualcosa da cui rifuggire. A volte la tradizione porta elemento di felicità, di irrazionalità. Non è collegata alla fatica ma ha una dimensione di piacere. La felicità che colleghiamo alla tradizione, uno sguardo all'indietro, non è solo una ripresa razionale ma ci porta a riflettere quando la realtà presente ci fa soffrire. Il nuovo può avere una componente di sofferenza, nevrotica. In questo caso la tradizione può essere un punto di aggancio di speranza.

per il futuro. l'obiettivo disumano, fa dimenticare le sofferenze accumulate. È una dialettica insolubile: da una parte eccessiva propensione per sofferenze e dolore, La storia è gran parte

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fabiolamazz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Tavani Elena.