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CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE

La certificazione delle competenze acquisite dagli studenti che completano il proprio ciclo decennale di studi è l'obbligo dal 2010, con il D.M. n°9 DEL 27.01.2010.

Attraverso questo documento la scuola italiana è chiamata a valutare non solo le conoscenze (sapere) e le abilità (saper fare e applicare regole, sulla scorta di una guida) degli studenti, ma anche le loro competenze (sapersi orientare autonomamente e individuare strategie per la soluzione dei problemi) in contesti reali o verosimili.

L'obbligo riguarda gli studenti che completano il ciclo decennale e quindi coincide con il termine del secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado. Sono coinvolte tutte le discipline: il processo che porta alla certificazione è infatti competenza del consiglio di classe e quindi frutto di una operazione e decisione di tipo collegiale. Il modello e ciò che si debba indicare il livello raggiunto per ciascuno dei seguenti.

  1. Assi:
    • Asse dei linguaggi (lingua italiana, lingua straniera, altri linguaggi)
    • Asse matematico
    • Asse scientifico-tecnologico
    • Asse storico-sociale
  2. Livelli raggiunti:
    • Livello base
    • Livello intermedio
    • Livello avanzato

07RAV- RAPPORTO DIAUTOVALUTAZIONE

Il rapporto di autovalutazione è un documento introdotto dal DPR 80/2013 che ha il compito di valutare l'efficienza del sistema educativo di istruzione e formazione attraverso una autoanalisi dell'istituzione scolastica stessa, dei propri punti di forza e punti di criticità alla luce dei dati comparabili (dati INVALSI), al fine di migliorare la qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti. Permette di fornire una rappresentazione della scuola attraverso un'analisi del suo funzionamento e costituisce la base per individuare le priorità di sviluppo verso cui orientare il piano di miglioramento.

compilare questo prospetto sono il DS e un gruppo di docenti scelto che costituisce il cosiddetto Nucleo di Valutazione. Nel Rav si distinguono 5 sezioni: contesto e risorse (si indicano i vincoli e le opportunità tenendo conto del contesto e del territorio per migliorare i risultati degli studenti), esiti (vengono riportati i risultati scolastici degli alunni, sia quelli interni sia quelli derivanti dalle prove INVALSI), processi (si analizzano pratiche educative e didattiche attuate nell'istituzione scolastica e pratiche gestionali e organizzative), processo di autovalutazione (confronto con le autovalutazioni precedenti in cui si delineano criticità, problemi e mancanze), individuazione delle priorità e elaborazione del PDM. A partire dai dati del RAV e dalle priorità individuate, l'istituzione scolastica si interroga in merito alle modalità di miglioramento delle proprie criticità, facendo leva sui suoi punti di forza e stilando il

Piano Di Miglioramento che verrà poi integrato nel PTOF.

10 08PIANO DI MIGLIORAMENTO

A partire dai dati del RAV e dalle priorità individuate, l'istituzione scolastica si interroga in merito alle modalità di miglioramento delle proprie criticità, facendo leva sui suoi punti di forza e stilando il Piano Di Miglioramento. Il Piano di Miglioramento è lo strumento di progettazione strategica in cui si esplicita il percorso di miglioramento e di qualità che la scuola intende intraprendere, alla luce dei punti di forza e di debolezza emersi dal RAV e secondo gli orientamenti contenuti nei riferimenti normativi. È strutturato su quattro sezioni: scegliere gli obiettivi di processo più utili alla luce delle priorità individuate nel RAV; decidere le azioni più opportune per raggiungere gli obiettivi scelti; pianificare gli obiettivi di processo individuati; valutare, condividere e diffondere i risultati alla luce del lavoro.

svolto dal Nucleo Di Valutazione. Data la sua importanza strategica per lo sviluppo dellascuola, il PDM entra a far parte del Piano Triennale dell'Offerta Formativa (art.3 del Regolamentodell'autonomia).

RUOLO DELLE FAMIGLIE/PATTO DICORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA

Uno degli elementi centrali nel successo formativo degli studenti è una buona collaborazione trascuola e famiglia, per il quale è fondamentale un'efficace comunicazione; quest'ultima può avvenirein diversi modi: con colloqui periodici secondo il piano delle attività stabilito dal collegio dei docenti,con comunicazioni generali tramite il sito web dell'istituto o ancora a seguito di convocazionida parte dei singoli docenti. Inoltre, poiché il coinvolgimento attivo di tutte le componenti dellacomunità scolastica è una condizione necessaria per la realizzazione del successo formativo,l'istituzione scolastica richiede di sottoscrivere il

Patto di Corresponsabilità educativa, un documento che enuclea i principi, i valori e i comportamenti che scuola, famiglia e alunni condividono e si impegnano a rispettare. La formalizzazione di questo documento tra scuola e famiglia serve a promuovere una comune azione educativa, creare un clima sereno che possa permettere un pieno sviluppo dei processi di apprendimento e di socializzazione, far crescere rapporti di rispetto, fiducia collaborazione e partecipazione, favorire lo sviluppo del senso di responsabilità e l'impegno personale nel rispetto dei ruoli e delle competenze di tutti e di ciascuno.

FORME DI COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE

La collaborazione interistituzionale rientra nell'ambito della disciplina generale dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, regolamentata dal D.P.R. n.275/99, in particolare gli articoli 6 e 7 che riguardano rispettivamente "l'autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo" e

“l’autonomia di associarsi in rete”. La prima consente alle istituzioni scolastiche, singolarmente o tra loro associate, di rispondere meglio alle esigenze delle realtà locali, e questa può essere realizzata ad esempio attraverso la formazione e l’aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico, innovazione tecnologica e disciplinare, scambi di informazione, esperienze e materiali didattici. Per quanto riguarda la seconda, le istituzioni scolastiche possono promuovere o aderire ad accordi, dando vita a reti di scuole per il raggiungimento delle proprie finalità istituzionali. Attraverso le forme di collaborazione istituzionale è possibile raggiungere diversi obiettivi: migliorare e arricchire la qualità dell’offerta formativa delle scuole; promuovere iniziative, integrazione e scambio di idee e conoscenze utili a delineare un ambiente ad alto tasso di comunicazione e di dialogo interprofessionale; promuovere i

processi di continuità e orientamento; garantire l'accesso a tutti gli alunni ad una didattica universale, capace di valorizzare le differenze e i punti di forza di ogni singolo componente del gruppo classe, favorendo l'inclusione di tutti gli alunni; ridurre la dispersione scolastica; integrare i percorsi curricolari con esperienze che arricchiscono la formazione degli studenti.

VALUTAZIONE

La valutazione consente una continua regolazione dell'attività didattica. Il processo di valutazione consiste nella raccolta di informazioni utilizzate per rivedere le decisioni in corso di attuazione, attraverso adattamenti e autoregolazioni, evidenziando punti di forza e debolezza sui quali far convergere interventi adeguati al fine di perseguire il successo formativo e migliorare l'efficacia del processo di insegnamento/apprendimento. Esistono tre tipi di valutazione:

- Valutazione diagnostica o iniziale: è effettuata prima di intraprendere un nuovo processo

diinsegnamento/apprendimento ed è finalizzata a rilevare la situazione iniziale degli allievi circa il grado di conoscenze e competenze già acquisite su cui fondare le scelte per la programmazione e/o la realizzazione dell'intervento didattico. In questa fase si rilevano informazioni utili a definire sia i livelli di partenza che un allievo possiede, dal punto di vista socio-affettivo-relazionale e disciplinare (competenze), sia i prerequisiti, che sono le competenze che un allievo deve possedere, per attivare un determinato processo. Quindi fornisce le informazioni necessarie per stabilire la programmazione didattica, le scelte metodologiche e gli strumenti di cui avvalersi per conseguire gli obiettivi stabiliti. - Valutazione formativa: si compie in itinere, durante il processo di apprendimento, per rilevare come gli alunni recepiscono le nuove conoscenze. Questa tipologia di valutazione deve rispondere, più che ai criteri della validità e dell'attendibilità,

Al criterio dell'utilità. Quindi la valutazione formativa, monitorando l'apprendimento degli studenti, deve essere utile ad aggiustare il tiro, ad adeguare l'attività didattica alle diverse esigenze e caratteristiche degli alunni, a migliorare il processo di apprendimento mentre sta accadendo, ad aiutare gli studenti ad identificare i loro punti di forza e di debolezza e, per gli educatori, a valutare i loro metodi di insegnamento.

Valutazione sommativa: si effettua per rilevare le conoscenze e le competenze alla fine di un percorso di studi. Tale valutazione ha anche una funzione formativa perché consente di avere l'ultimo dato sull'apprendimento degli allievi e di fornire loro dei feedback sul livello delle loro prestazioni; permette di correggere eventuali errori, di effettuare gli ultimi interventi didattici prima di passare a un altro ambito di contenuti. È un giudizio che attesta se la padronanza e la comprensione di conoscenze.

abilità, processi sono state raggiunte. Attribuendo un giudizio di valore agli esiti dell'apprendimento, il ricercatore osserva, agisce e misura l'efficacia degli interventi didattici sulla base del successo formativo raggiunto dagli studenti, al fine di elaborare strategie didattiche migliorative.
  1. CONTINUITÀ ORIZZONTALE E VERTICALE
Quando si parla di continuità didattica normalmente ci si riferisce a una serie di azioni e iniziative che le istituzioni scolastiche mettono in atto per garantire collegamenti tra un segmento di istruzione e il successivo, al fine di ridurre il senso di smarrimento e disorientamento che caratterizza il discente nel passaggio da una scuola a un'altra. Tali iniziative sono mirate soprattutto ad attenuare le discontinuità in tre aspetti:
  • curricolare,
  • didattico-metodologico,
  • valutativo.
Tale tipo di continuità viene comunemente denominata anche "curricolo verticale", poiché quiil livello di discontinuità è controllato e mitigato in maniera appunto verticale: il c
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A.A. 2023-2024
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher WallaceRi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Isidori Maria Vittoria.