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RIFERIMENTI LEGISLATIVI PER L’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA
I riferimenti legislativi per l’esercizio dell’attività infermieristica sono stabiliti dalla L. 42/99 e sono:
• Profilo professionale: D.M. n° 739/94;
• Regolamento didattico
• Codice Deontologico.
• Iscrizione all’albo
• Virginia Henderson : La funzione specifica dell’infermiere è quella di assistere l’individuo sano o
malto, per aiutarlo a compiere tutti quegli atti tendenti al mantenimento della salute o alla
guarigione (o a prepararlo ad una morte serena) atti che compierebbe da solo se disponesse della
forza, della volontà o delle cognizioni necessarie e di favorire la sua partecipazione attiva in modo
da aiutarlo a riconquistare il più rapidamente possibile la propria indipendenza
• Presupposti iniziali: negli ultimi decenni, si ha avuto la trasformazione del servizio sanitario
nazionale (con specifiche normative) e una crisi del sistema per:
1. l’aumento esponenziale della domanda sanitaria
2. la mancanza di fondi per la copertura totale dei costi 11
Ciò ha portato alla revisione del sistema stesso secondo logiche economiche/finanziarie e di equità
per tutti
• È intesa come l’entità che si esprime a sé stesso nell’atto in cui intende, vuole e ama e
proprio perché essere è pensa vuole e ama la persona diventa un soggetto e non può
essere considerata semplicemente un oggetto
• Così la persona che è nel mondo non ha un ruolo passivo ma altresì attivo nel processo
terapeutico EPOCA PRE/MODERNA EPOCA MODERNA EPOCA POSTMODERNA
LA BUONA PERSONA/ infermo/malato paziente/utente cliente/persona
CLIENTE osservante partecipante soddisfatta
IL BUON INFERMIERE Paramedico/esecutore Facilitatore della manager responsabile
delle decisioni mediche comunicazione a della qualità dei servizi
beneficio di una persona forniti
autonoma
BUON RAPPORTO alleanza terapeutica parthnership Stewardship
(dottore e paziente) (professionista e utente) (professionista fornitore
di servizi cliente/pers.)
LA BUONA ASSISTENZA quale trattamento porta quale trattamento quale trattamento
maggior beneficio al rispetta l’utente ottimizza l’uso delle
paziente? nei suoi valori e risorse e produce una
delle sue scelte persona/cliente
soddisfatta?
• Diritti umani e bioetica:
1. Diritti di I generazione (diritti civili: vita e libertà): nati per difendere il cittadino dal potere
dello stato
2. Diritti di II generazione (diritti sociali: salute, lavoro, istruzione, informazione): richiedono
l’incremento degli interventi statali
3. Diritti di III generazione (solidarietà, sviluppo, pace internazionale, ambiente protetto,
comunicazione..):
4. Diritti di VI generazione (diritti delle generazioni future, patrimonio genetico non
manipolato..)
Evoluzione storica nella definizione del concetto di salute, sollecitata dall’approfondimento scientifico,
sociale, politico e dallo studio fra individuo e ambiente.
1. Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – 10 Dicembre 1948
Art.1: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di
ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
2. Definizioni date dall’Organizzazione Mondiale Della Sanità (OMS) – 1948
“stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto assenza di malattia”
3. Costituzione della Repubblica Italiana – 1 Gennaio 1948
Art.32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere
obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
4. Convenzione di Oviedo – Consiglio d’Europa 1997
Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e la dignità dell’essere umano
riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina (biomedicina). 12
13
PERSONA
• Articolo 2, Codice deontologico: “l’assistenza infermieristica è servizio alla PERSONA, alla famiglia e alla
collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale,
tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa”
1. Persona: La persona è soggetto individuale, sostanziale, dotato di spiritualità, capace di
intenzionalità, relazionalità, interiorità, autodominio, libertà.(E. Sgreccia, bioeticista)
2. SERVIZIO: eguaglianza e equità, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione,
efficacia e efficienza (la carta dei servizi sanitari D.P.C.M. del 19 maggio 1995)
• Modelli: MODELLO PERSONALISTA NEOUTILITARISMO (BENTHAM MILLS)
• •
La PERSONA è soggetto individuale, sostanziale, La QUALITÀ DELLA VITA diventa soggetto,
dotato di spiritualità e pertanto intrinsecamente sostanza e di conseguenza viene considerata di
capace – anche se talora ‘non ancora’ o non più qualità solo quella vita che presenta le
in grado- di intenzionalità, relazionalità, caratteristiche ritenute necessarie per
interiorità, auto dominio, libertà. l’esistenza della persona umana e non umana
• priva quindi di valore e indegna di essere vissuta
L’uomo è persona perché è l’unico essere in cui quella vita che non raggiunge tale livello
la vita diventa capacità di riflessione su di sé, di qualitativo.
autodeterminazione, è l’unico vivente che ha la •
capacità di cogliere e di scoprire il senso delle Secondo le critiche di Amartya Sen e Bernard
cose e di riempire di significato le sue Williams, due autori contemporanei uniti da un
espressioni e il suo linguaggio cosciente. comune giudizio negativo dell’utilitarismo, esso
si basa su una concezione notevolmente
ristretta dell’essere una persona, considerata
come una sorta di recipiente di utilità, tanto che
una volta considerata l’utilità della persona,
l’utilitarismo non ha alcun ulteriore diretto
interesse a qualsiasi altra informazione su di
essa. L’utilitarismo si rivela quindi indifferente
nei confronti dell’identità e dell’individualità
delle persone, dei loro propositi e delle loro
ambizioni
• Conseguenze neoutilitarismo:
1. Non considerazione nell’ambito della tutela degli interessi degli individui ‘insensibili’ ossia non
dotati della facoltà sensitiva (embrioni , quantomeno sino allo stadio della formazione del
sistema nervoso, individui in stato vegetativo permanente…) questi soggetti vengono anche
definiti NON COMPETENTI
2. La giustificazione dell’eliminazione di individui senzienti per i quali la sofferenza eccede sul
piacere o di individui che provocano negli altri più dolore che gioia (gli handicappati, i feti
malformati e i morenti)
3. La giustificazione di interventi anche soppressivi sulla vita umana con la sola condizione che si
eviti la sofferenza (liceità dell’aborto, anche in stadi avanzati della gestazione, purché con
pratiche indolore per il feto). 14
DEFINIZIONI
• La morale o vita etica è la tendenza o tensione propria dell’uomo a realizzare il bene o i valori
• L’etica è l’insieme dei valori condivisi a cui devo riferirmi perché socialmente riconosciuti
• La deontologia pone la domanda sulla correttezza dell’agire e riguarda i doveri professionali
ETICA
• Disciplina che studia valori, principi e norme di comportamento in relazione a ciò che è lecito o non
lecito e ne ricerca le fondazioni e le giustificazioni.
1. ETICA GENERALE: Si occupa delle fondazioni, dei valori, dei principi e delle norme
2. ETICA SPECIALE: Si occupa della applicazione di tali valori, dei principi e delle norme in campi
specifici (etica delle scienze della vita e della salute (bioetica), etica delle professioni, etica
professionale o deontologia, etica politica, etica economica)
Le etiche speciali costituiscono una risposta dall’ultima parte del XX secolo al problema etico, in
quanto, le etiche generali sono rimaste incapaci nel dare risposte ai problemi di nuovo genere
che investono l’uomo contemporaneo
• La sperimentazione selvaggio negli USA:
1. Willowbrook State Scool di New York (1956-1970): 800 bambini furono volontariamente
infettati con il virus dell’epatite
2. Jewish Chronic Disease Hospital di New York (1964): 22 anziani a loro insaputa furono iniettate
cellule viventi di cancro.
3. Tuskegee Syphilis Study (1932-1972): 600 mezzadri e braccianti di colore furono privati delle
cure per la sifilide anche quando nel anni ’40 la penicillina era facilmente disponibile.
CODICE DEONTOLOGICO E SVILUPPO MORALE DEL PROFESSIONISTA
• Gli apporti derivanti dalla deontologia e più in generale dall’etica devono essere considerati non come
una competenza ulteriore oltre quella clinica, ma come un substrato valoriale su cui impiantare le
strategie e le competenze professionali.
• “L’autonomia e l’assunzione di professionalità dei professionisti trovano nelle norme deontologiche un
supporto, ma sicuramente la qualità delle decisioni del singolo infermiere dipende molto dalla sua
maturità etica. Egli è infatti un agente morale, cioè una persona che compie scelte di natura etica
poiché il suo agire è condizionato, ma non interamente determinato, dalle disposizioni che riceve,
dall’organizzazione del lavoro e dalle richieste degli altri professionisti della salute.” (Calamandrei,
D’Addio 1999)
• La professione infermieristica richiede ad ogni suo professionista responsabilità e competenza 15
• Formare un professionista che sia: moralmente responsabile e abile nella presa di decisioni etiche
MODELLO DI SVILUPPO MORALE DEL PROFESSIONISTA SECONDO JAMES REST (1994)
• Si compone di:
1. Sensibilità morale: la capacità di identificare e interpretare la natura morale di una situazione
2. Riflessione morale: formulazione di un ideale morale e capacità di decidere cosa fare
(presuppone la comprensione di quali valori prof stanno dietro alle azioni)
3. Motivazione morale: spinta ad agire
4. Caratterizzazione morale: mantenere saldi i propri principi e avere la capacità di portare avanti
un’azione morale
• Intraprendere un’azione morale richiede aver chiaro lo scopo morale dell’assistenza infermieristica:
1. Promuovere il benes