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UNA PRIMA MISPERCEPTION

Una "misperception" è un gap tra il mondo per come esiste realmente e il mondo come esiste nella mente di chi lo percepisce. Si basa sul fatto che ci sia una sola oggettiva realtà e molte realtà soggettive. Non è un sintomo per un fallimento politico e non sempre condiziona le scelte politiche.

La mal percezione ha effetto sulle scelte politiche quando le politiche non sarebbero state prese con circostanze più accurate o una comprensione completa.

Inoltre, ha sia cause situazionali sia individuali. È più probabile in situazioni di ambiguità che involvono complesse interazioni tra gli attori e dove molte interazioni accadono contemporaneamente.

La natura della politica internazionale, come ha affermato Robert Jervis è multilaterale e interattiva. Quindi non si opera con uno stato che percepisce un ambiente passivo, ma con molti stati che percepiscono e reagiscono a un altro.

In questo ambito si

comunica mandando segnali e ricevendone. Necessariamente le politiche internazionali sono caratterizzate da informazioni incomplete e spesso contraddittorie sulle interazioni con gli attori internazionali. Per quanto riguarda invece la mal percezione individuale piuttosto che quella situazionale, è data dai bias umani sulla processione di informazioni. Inoltre, la percezione umana si basa sulla teoria. Questi principi guida spaziano dalla conoscenza molto generale -la natura fondamentale del mondo- a quella molto specifica -riguardante un particolare attore nel mondo o un particolare evento passato. Questo porta a:
  1. Forte influenza su ciò che le persone notano
Questo porta alla maggior parte delle cause di mal percezione: i decision makers tendono a vedere cosa si aspettano di vedere e che possono ignorare o in parte segnali che non rientrano nella loro visione interna del mondo.
  1. Conservare risorse cognitive fornendo mappe pre-impostate sulla natura della situazione a cui

corrispondono conseguenzespecifiche.Inoltre, il decisionmaker prende scelte e valuta le informazioni ancherispetto a eventi passati.

3. Il sistema cognitivo difende le teorie esistenti dalla falsificazione.I decisionmakers vedono ciò che si aspettano di vedere e usano lacombinazione di caratteristiche per riempire i buchi. Vengono guidati dalloro già esistente sistema di conoscenza.

Quando si considera un altro stato, un decisionmaker forma la teoria rispetto allanatura, obiettivi e abilità dello stato terzo. Questo può essere definito“immagine”, che una volta formata diventano filtri rispetto alla qualesuccessivamente tutte le informazioni rispetto al paese passano attraverso.USA e Iraq sviluppano immagini dell’altro attraverso la ponderazione di quelleche erano viste come parti dispositive dell'informazione; le successiveinformazioni sono state interpretate alla luce di preesistenze; e la dinamica èdiventata tale che le

immagini - e gli errori - diventano più che meno radicate nel tempo.

FONTE DI DATI PER COMPRENDERE LA PERCEZIONE USA E IRAQ
Alcune problematiche nel capire i processi di decisionmaking in regimi chiusi:
  1. In primo luogo, il Progetto Prospettive irachene del Comando delle Forze Unite ha sfruttato i documenti di regime catturati durante l'operazione per rovesciare Saddam. Questi documenti hanno costituito la base per una serie di analisi preziose delle politiche e delle percezioni del regime. Anche se i documenti sono preziosi non ci si può basare solo su quelli.
  2. Questo punto si ricollega al fatto che dopo la cattura di Saddam sono state condotte ricerche (soprattutto dall'Iraq survey Group istituito da Bush - Duelfer) che hanno portato a una più approfondita visione del mondo di Saddam.

PROSPETTIVA DELL'IRAN
Misperceptions:
  1. Sottostimato due volte la reazione degli USA che hanno portato due volte alla decisiva sconfitta militare dell'Iraq.

Sopravalutato le capacità dell'intelligence USA. Tanti piccoli errori di comprensione hanno portato alla successiva realtà. I due errori di calcolo relativi alla volontà degli Stati Uniti di impiegare la forza militare sono stati preceduti dalle errate letture di Saddam sulla politica internazionale:

  1. La prima fu la fine della guerra fredda. Difficile da cogliere le implicazioni locali della caduta del muro di Berlino NATO/ Patto di Varsavia. Le forze U.S. non erano più legate in Europa cercando la minaccia sovietica. Saddam, tuttavia, lesse la fine della guerra fredda ma in termini più immediati.
  2. La seconda fu quella della caduta del muro di Berlino.

Articolo: Bargaining, Enforcement and International Cooperation by James D. Fearon. "Cooperation theory" o "neoliberal institutionalism" punti più importanti delle recenti evoluzioni di relazioni internazionali. Si focalizzano su problemi su come e gli Stati coopererebbero per

  1. Bargaining
  2. Coordinamento
  3. Problemi di azione collettiva
  4. Asimmetrie di informazione
  5. Problemi di compliance
EnforcementFearon sviluppa un modello di game-theorette che vede i problemi dellacooperazione in due fasi:
  1. Nella prima fase i paesi contrattano su una particolare materia
  2. Nella seconda fase i paesi eseguono la scelta
Seppure una "long shadow of the future" potrebbe mettere in atto un accordointernazionale più semplicemente, potrebbe anche incentivare una più difficilecontrattazione portando a un ritardo dell'esecuzione al fine di contrattare meglio.

STRUTTURA STRATEGICA E I PROBLEMI DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

I leader statali hanno bisogno di coordinare le loro politiche e le loro azioni sevogliono raggiungere benefici di cooperazione. Secondo gli studiosi, i problemidiversi dovrebbero essere analizzati secondo una struttura strategica deldecision problem: 2x2 game che prevede due scelte politiche possibili per ognistato che sono solitamente "defeat" o "cooperate".

Due punti chiave:

  1. Due problemi di diverso settore hanno

diverse strutture strategichecon diverse conseguenze

2. La maggior parte dei settori hanno strutture che possono essereripetibili del dilemma del prigioniero e quindi potrebbero permettereuna cooperaizone tramite il tit-for-tat simil regime se i leaderpercepiscono un "shadow of the future" sufficientemente lungo.

Gli Stati si interfacciano con due problemi nella cooperazione internazionale, chesono definiti da Stein come "coordination versus collaboration" e da Snidal come"coordination versus Prisoner's dilemma". Entrambi affermano che le differenzenei regimi internazionale potrebbero essere spiegate rispetto a se loro siconcentrano nel risolvere il problema di coordinazioni o in una collaborazionedipendentemente dalla natura del problema in questione.

Una tesi simile è stata supportata da Oye in "cooperation under anarchy" Cheha cercato di spiegare tramite la 2x2 game theory una delle tre maggiori variabiliindipendenti per la

internazionali sono spesso più complessi. Le variazioni nella cooperazione internazionale rispetto alle variazioni di casi e problemi dei settori hanno avuto tre importanti conseguenze per l'evoluzione della ricerca nella cooperazione internazionale: 1. Interazione tra attori interni: l'idea che diversi attori interni con obiettivi diversi interagiscano per influenzare le preferenze della politica estera e le strategie dei capi di governo. Questo ha portato a una maggiore comprensione delle dinamiche interne che influenzano la cooperazione internazionale. 2. Problemi di coordinazione: è emerso che i problemi di coordinazione sono più comuni rispetto ai problemi di fallimento di mercato. Ciò significa che la cooperazione internazionale spesso richiede sforzi per coordinare le azioni degli attori coinvolti, piuttosto che risolvere problemi di mercato. 3. Contrattazione internazionale: definendo il regime delle possibilità come coordinazione, si è creato un po' di confusione su come le teorie delle relazioni internazionali dovrebbero affrontare la contrattazione internazionale. I modelli di gioco 2x2, che sono modelli minimali dei problemi di contrattazione, non rappresentano adeguatamente la complessità dei problemi di contrattazione che si trovano nella letteratura delle relazioni internazionali.

Internazionali sono addirittura genericamente non compresi come teorie sulla contrattazione. Quindi questo gioco del dilemma del prigioniero è meglio compreso come un modello del problema dell'attuazione.

Nella classica teoria elaborata da Nash e Schelling, il problema della contrattazione si riferisce a una situazione in cui ci sono molteplici accordi che si auto eseguono o che si conclude con due o più parti che preferiscono un non accordo affatto. Quindi si continua la contrattazione nella speranza che uno dei due faccia concessioni punto un significativo aspetto del bargaining e che solitamente si va a involvere incertezza o informazioni private rispetto alla reale bottom line e quindi le alle possibilità per la finzione o la mal interpretazione.

Nella pratica la risoluzione rispetto al problema della contrattazione trova soluzione in una serie di offerte e controfferte. Inoltre, ovviamente, l'incertezza rispetto al minimo che l'altra parte accetterebbe.

è spesso importante nella negoziazione internazionale. Una più ampia visione delle modalità, arrivare a una cooperazione internazionale comprende problemi di contrattazione e problemi di monitoraggio ed esecuzione. Si considerano i modelli nel quale il problema della contrattazione e dell'esecuzione sono combinati in una sequenza al fine di esaminare come interagiscono. Empiricamente i problemi della cooperazione internazionale potrebbero evolvere sia la contrattazione rispetto alle divisioni del nuovo o potenziale beneficio oppure un tentativo di rinegoziazione di un accordo di cooperazione esistente in cui una parte minaccia di non cooperare se un termine presente non è aggiustato. Nel primo caso nuove idee o una più consensuale conoscenza scientifica potrebbe portare gli Stati a vedere un potenziale beneficio dalla cooperazione. Nel secondo, gli Stati c
Dettagli
A.A. 2022-2023
95 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessandro_Maria_Brenci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Studi strategici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof De Petris Andrea.