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FASE PIASTRINICA
Fattore di Von Willebrand: proteina prodotta dalle cellule endoteliali e circola nel plasma in forma inattiva. Inoltre, è presente anche al di sotto dell'endotelio (subendotelio), ma in forma ATTIVA.
Quando si verifica la lesione e si rompe l'endotelio, c'è l'esposizione del subendotelio e quindi del fattore attivo. Nel momento in cui c'è la lesione, il flusso diventa turbolento e casualmente le piastrine vanno a sbattere contro i recettori subendoteliali e aderiscono.
Dopo l'adesione, le piastrine si ATTIVANO e liberano dei mediatori chimici che richiamano le altre piastrine → AGGREGAZIONE.
Formazione del trombo piastrinico (trombo primario). Questo è un trombo debole perché non stabilizzato. Nel momento in cui riparte il flusso laminare, verrebbe portato via.
FASE PLASMATICA
È così definita perché per la produzione di fibrina c'è...
bisognodell’attivazione a cascata dei fattori della coagulazione. La via coagulativa prevede una via intrinseca ed una estrinseca e poi c’è una comune. Via intrinseca parte dal FXII (attivato dall’esposizione del collagene e del F.VonWillebrand in seguito alla lesione) e poi arriva al FX. Via estrinseca che parte dal FVII (in seguito al FT) e arriva al FX. Da qui, il fattore X attiva la PROTROMBINA trasformazione in TROMBINA trasforma il FIBRINOGENO in FIBRINA. Il fattore VII per attivarsi ha bisogno del fattore tissutale (f.intracitoplasmatica presente nel sub endotelio) e se a Slides profcarico del tessuto subendoteliale c’è un processo infiammatorio rottura cellule subendotelio queste cellule contengono tanto FT attivazione fattore VII. La FIBRINA va a stabilizzare il trombo primario. Si forma il tappo emostatico secondario (trombo definitivo). FASE FIBRINOLITICA Serve per modulare il processo coagulativo (iltrombocrescerebbe a dismisura fino ad ostruire il vaso) epredisporre il ripristino del flusso corretto.
Inizia con l'attivazione del plasminogeno (tramite CALLICREINA, presente nel subendotelio leso; ma anche tramite FXIIa e anche la tPA) in PLASMINA.
Questa attacca sia il fibrinogeno, sia la fibrina solubile che quella stabile, portando alla digestione della fibrina e Slides profquindi alla lisi del coagulo.
FASE RIPARATIVA
Deposizione di Fibroblasti e cellule endoteliali
FISIOPATOLOGIA DELL'EMOSTASI
Emostasi primaria➔ Fase vascolare➔ Fase piastrinica Sono fasi che si susseguono rapidamente, quasi→Emostasi secondaria fase plasmatica simultaneamente.→Fibrinolisi
Emostasi terziaria
Quando parliamo di emostasi primaria ci riferiamo più che altro alla fase piastrinica, quindi alle piastrine.
Quando c'è una coagulopatia che interessa l'emostasi primaria (piastrine), si verifica un sanguinamentomucosale, cute e sclera. E sono emorragie di piccole
dimensioni (ecchimosi, petecchie e soffusioni), perché se la patologia non interessa l'emostasi secondaria c'è comunque l'attivazione della fase plasmatica. La fibrina viene prodotta e la lesione viene chiusa. È un sanguinamento che poi si arresta! Sanguinamento non grave a meno che non c'è interessamento del tessuto cerebrale. I disturbi dell'emostasi secondaria producono dei sanguinamenti molto più importanti, sanguinamenti cavitari (versamenti estesi nel sottocute ed anche nel muscolo, veri e propri ematomi di grandi dimensioni). Sono più gravi e al prelievo li abbiamo a distanza (cioè una volta fatto il prelievo, l'animale sanguina più tardi). Questo avviene perché interviene l'emostasi primaria, si forma il tappo piastrinico, ma poi, non essendo stabilizzato, viene portato via dal flusso. Quindi, se clinicamente abbiamo un sanguinamento cavitario o un grande ematoma, HA
SENSO FARE UN PROFILO COAGULATIVO e i test per l'emostasi secondaria. Se abbiamo un sanguinamento superficiale NO.
Test per i disturbi dell'emostasi primaria:
- Conta piastrinica
- Funzionalità piastrinica→ Si usa il PFA 100 che valuta l'aggregabilità piastrinica
- →Tempo di sanguinamento della mucosa buccale o BMBT (fase vasculo-piastrinica) valuta sia la fase vascolare che quella piastrinica. Si fa un taglietto sulla mucosa buccale e si vede in quanto→tempo si forma il coagulo (2-3 min fisiologicamente se funziona l'emostasi primaria) no elevata sensibilità e specificità. Cioè se c'è un deficit importante piastrinico, il tempo aumenta notevolmente, quindi ci dà indicazioni utili. Per le alterazioni lievi, no.
TEST diagnostici di base per emostasi secondaria e terziaria
I primi 4 sono detti "tempi di coagulazione".
- aPTT (activated Partial Thromboplastin Time)
- ACT
- (Activated Coagulation Time)
- PT (Prothrombin Time)
- TT (Thrombin Time)
- Fibrinogeno
- FDP (Fibrin Degradation Products)
- D-Dimeri della fibrina
- ATIII (Antitrombina III)
- Tromboelastografia (TEG)
- Tromboelastometria (ROTEM)
- Sonoclot
- Trombocitopenia
- Trombocitopatia
- Malattia di von Willebrand (vW)
- Deficienza di vit.K o presenza di antagonisti della vit.K
- Coagulazione Intravasale Disseminata (CID o DIC)
- Emofilia A
- Trombosi
- Epatopatie
- 1: il più diffuso carenza generalizzata della maggior parte dei multimeri
- 2: carenza di multimeri a PM elevato
- 3: forma più grave di tutte carenza di tutta la proteina
PT e aPTT sono i test che si fanno più frequentemente, soprattutto in emergenza.
Test per la valutazione GLOBALE del processo emostatico:
Sono dei test NON laboratoristici utilizzati in emergenza e in sala operatoria. Ci danno una valutazione globale del processo emostatico, quindi ci dicono se il processo ha un problema coagulativo che riguardi le piastrine piuttosto che l'emostasi secondaria.
I tempi di coagulazione sono una misura indiretta della quantità di fattori pro-coagulanti presenti. Se diminuiscono questi fattori, aumenterà il tempo.
aPPT e ACT valutano la via INTRINSECA e la via COMUNE. aPPT è un test di laboratorio. ACT è un test che si fa con delle provettine all'interno delle quali c'è
un'alga che funge da subendotelio mettiamo il sangue, si agita vediamo il tempo di coagulazione. È un test grossolano, ma se ci sono dei disturbi importanti dell'emostasi secondaria, il tempo aumenterà notevolmente e quindi sarà sicuramente significativo. (es. avvelenamento da rodenticidi)
PT= valuta via estrinseca e via comune. Quindi la quantità di FVII.
TEMPO DI TROMBINA= Tempo necessario affinché la Slides proftrombina attivi il fibrinogeno in fibrina; è una misura indiretta della concentrazione di fibrinogeno. Infatti, aumenta in caso di ipofibrinogenoemia.
FIBRINOGENO= è il fattore primo della coagulazione, ma anche una delle più importanti proteine del processo infiammatorio. È il parametro più importante in determinate condizioni come la CID, nelle quali la componente infiammatorie e coagulativa collaborano per indurre questa condizione.
ANTITROMBINA III= inibitore della coagulazione; è il
Il più potente anticoagulante perché inibisce la trombina. Ma ha anche un'attività su altri fattori.
FIBRINOLISI → Plasminogeno attivato a plasmina questa attacca il fibrinogeno, fibrina solubile e fibrina stabile produzione di FDP e nel caso della fibrina stabile anche di D-Dimeri (quindi se abbiamo un aumento dei D-Dimeri siamo sicuri che ci sono dei trombi in circolo; se invece sono aumentati solo i FDP e i D-D sono normali, è probabile che ci sia un processo di iperfibrinogenolisi).
PRINCIPALI DISTURBI DELL'EMOSTASI
MALATTIA DI VON WILLEBRAND (vW)
La carenza di questo fattore determina un disturbo dell'emostasi primaria perché indispensabile all'adesione piastrinica a livello della lesione endoteliale.
È anche strettamente correlato al FVIII, quindi interviene indirettamente nell’emostasi secondaria.
3 tipi:
Porta a sanguinamenti importanti.
Nei casi di sospetto è utile fare il test di tempo di sanguinamento della mucosa buccale, che verrà particolarmente elevato, in caso.
DEFICIT DI VIT.K O PRESENZA DI ANTAGONISTI DELLA VIT.K
La vit K è indispensabile per alcuni fattori, prevalentemente per il FVII, ma anche FII, FIX e FX utilizzano come cofattore, la vit K.
Presenza di antagonisti della Vit K: avvelenamento con rodenticidi questi si sostituiscono alla Vit K e i fattori non funzionano più. In genere, a livello clinico, i pazienti si presentano con versamenti cavitari.
(perché è un deficit di emostasi secondaria, quindi non si forma
Il trombo definitivo (sanguinamenti importanti). →Il primo fattore ad alterarsi è il PT aumentaDeficit di Vit K = patologie colestatiche che non permettono l'assorbimento di questa vitamina, che è liposolubile.
COAGULAZIONE INTRAVASALE DISSEMINATA (CID)Patologia trombotica SECONDARIA ad una patologia sistemica sottostante che consiste in una produzione e disseminazione sistemica di microtrombi. Si può presentare in una forma non clinica, ma può arrivare a dare una grave insufficienza d'organo esfociare in gravi processi emorragici.
In genere, le patologie che predispongono alla CID, si sanno, dal libro. È importante sapere il meccanismo della CID perché in base alla fase in cui si trova, avremo o meno dei segni clinici e Slides prof→laboratoristici non sempre si riesce a diagnosticarla! Soprattutto nelle prime fasi!
La CID viene fuori dall'INTERAZIONE tra il SISTEMA COAGULATIVO e l'INFIAMMAZIONE. → →Es: focolaio
ere prodotta in grandi quantità, portando alla formazione di microtrombi. Questi microtrombi possono essere inattivati dal sistema inibitorio, ma se la flogosi sistemica persiste e gli inibitori sono sovrastati, la trombina continua ad essere prodotta. Questo può portare alla disseminazione dei microtrombi in tutto il corpo, causando la coagulazione intravascolare disseminata (CID). La CID è caratterizzata da una serie di alterazioni cliniche e di laboratorio, ma può non essere visibile clinicamente o evidente nei segni di laboratorio nella fase iniziale.