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——— LA CURVA DI DOMANDA E LA RENDITA DEL
CONSUMATORE
Il mercato è un luogo fisico o virtuale, è costituito dall’incontro di coloro che vogliono
acquistare e coloro che intendono vendere, dando luogo a transazioni di uno o più
beni o servizi. Diversi tipi di mercato:
Mercati all’ingrosso: i produttori vendono i prodotti ai grossisti, che a loro volta
le venderanno ai dettaglianti;
Mercati al minuto (o al dettaglio): i dettaglianti vendono le merci ai consumatori
finali.
Per ogni bene ci sarà qualcuno che li produce e li offre al mercato (l’offerta) e una
richiesta di questi beni da parte dei consumatori (la domanda). Altre differenze:
Business-to-business: un’azienda vende ad un’altra azienda;
Business-to-consumer: l’azienda vende direttamente al consumatore finale.
Da quali legge sono regolati domanda ed offerta?
La quantità che l’individuo domanda in corrispondenza dei diversi prezzi costituisce la
scheda di domanda individuale.
La quantità che tutti gli acquirenti domandano in corrispondenza dei diversi prezzi
costituisce la scheda di domanda collettiva (o di mercato).
Le domande individuali, normalmente, saranno diverse l’una dall’altra (gusti, reddito
dell’individuo ecc.). Vi è, però, un elemento in comune, ovvero la diminuzione della
domanda in corrispondenza ad un aumento di prezzo: la domanda individuale di un
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Riccardo Tocci
bene varia in senso opposto al prezzo, ovvero è funzione decrescente del prezzo (tranne
che per i beni di Giffen), come lo sarà anche la domanda collettiva (somma delle
domande individuali).
All’aumentare del prezzo, la domanda diminuisce. Superato un certo limite, alcuni
individui non acquisteranno più tale bene e saranno, inoltre, orientati all’acquisto dei
beni succedanei.
Per ogni dato prezzo sommiamo
le quantità domandate da tutti gli
individui e così, dalle curve di
domanda individuale,
otteniamo la curva di domanda
collettiva (o di mercato); è, come
la curva di domanda individuale,
decrescente.
——— L’ELASTICITA’ DELLA DOMANDA
Quando ad un piccolo aumento del prezzo di un bene corrisponde una grande
diminuzione della quantità domandata, si dice che quel bene è a domanda elastica; nel
caso opposto è a domanda rigida (vedi domanda elastica, rigida e anelastica su “teoria
della domanda individuale”).
Il concetto di elasticità può essere facilmente applicato alla curva di domanda di
mercato, considerando la quantità domandata come quella di tutti gli individui e non
quella di un singolo. Come abbiamo detto in precedenza, la curva di domanda
individuale è valida per il breve periodo, quindi questa si modificherà spostandosi a
destra o a sinistra: quando si spostano le curve di domanda individuale, si verificano
spostamenti anche della corrispondente curva di domanda collettiva.
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Riccardo Tocci
——— LA RENDITA DEL CONSUMATORE (O SURPLUS)
Essa è la differenza tra la somma che il consumatore sarebbe disposto a pagare e
quella che, effettivamente, paga.
Essa non rappresenta un guadagno monetario, ma è solo un vantaggio di natura
psicologica: coloro che sono disposti a pagare un bene ad un prezzo alto, superiore al
prezzo di mercato che effettivamente pagano, realizzano un’elevata rendita del
consumatore; viceversa, colui che è disposto a pagare per un bene un prezzo che al
massimo equivale al prezzo di mercato, non realizza alcuna rendita del consumatore
(viene chiamato consumatore marginale).
——— LA TEORIA DELL’OFFERTA
Come i consumatori desiderano acquistare i beni, così le imprese desiderano venderli.
Le quantità individuali che vengono offerte in corrispondenza dei diversi prezzi
costituiscono le schede di offerta individuale.
Le quantità che tutti i venditori offrono in corrispondenza dei diversi prezzi costituisce
la scheda di offerta collettiva.
Ad ogni dato prezzo, ogni venditore è disposto a vendere (offrire) una diversa quantità
del bene (le schede di offerta individuale saranno, quindi, diverse). Vi è, però, un
elemento in comune, ovvero che all’aumentare del prezzo vi è un aumento dell’offerta:
l’offerta individuale di un bene varia nello stesso senso del prezzo, ovvero è funzione
crescente del prezzo, come lo sarà quella collettiva.
All’aumentare del prezzo, l’offerta aumenta. I prezzi elevati di vendita permettono ad
altri produttori di entrare nel mercato (es. quelli che a prezzo basso non avevano
convenienza a produrre per i costi di produzione).
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Riccardo Tocci
La curva di offerta individuale (o dell’impresa)
sarà crescente come in figura qui accanto, in
cui q rappresenta la quantità di un bene
offerta dalla singola impresa, e p il suo prezzo.
La curva di offerta collettiva (o di mercato) è
costituita sommando le quantità del bene
considerato che le diverse imprese sono
disposte ad offrire in corrispondenza di ogni
singolo prezzo; è crescente.
——— SPOSTAMENTI DELLA CURVA DI OFFERTA
Come per le curve di domanda individuale, anche quelle dell’offerta sono valide per il
breve periodo, in quanto nel lungo periodo
cambiano le curve dei costi, che determinano degli
spostamenti della curva di offerta (es. innovazione
tecnologica ecc.); analoghi spostamenti si verificano
sulla curva di offerta collettiva verso destra.
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Riccardo Tocci
——— L’ELASTICITA’ DELL’OFFERTA
Essa è il rapporto tra la variazione percentuale della quantità offerta del bene e la
variazione percentuale del prezzo dello stesso bene.
Al crescere di p, la quantità q aumenta, a variazioni positive (negative) di p
corrispondono variazioni positive (negative) di q: per cui il valore dell’elasticità
dell’offerta è positivo.
Offerta rigida (o anelastica) = Una variazione di prezzo non provoca
cambiamenti nell’offerta;
Offerta elastica = Ad un piccolo aumento di prezzo del bene vi è un notevole
aumento dell’offerta dello stesso.
Si distinguono, in questo ambito, tre periodi:
Breve periodo = I beni tendono ad avere un’offerta rigida, in quanto le
imprese per aumentare la produzione hanno bisogno di un certo tempo;
Medio periodo = L’offerta tende ad essere più elastica, in quanto aumenta
la produzione e lo sfruttamento degli impianti;
Lungo periodo = L’offerta tende ad essere molto elastica, poiché aumenta
la produzione e si ampliano gli impianti, i terreni, le tecniche ecc.
——— L’EQUILIBRIO DEL MERCATO
Esempio:
Vediamo che l’unico prezzo in corrispondenza del quale domanda e offerta si
equivalgono è 2.50 €, ed equivale al prezzo di equilibrio = Prezzo che rende eguali la
quantità domandata e la quantità offerta di un bene; esso realizza l’equilibrio del
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Riccardo Tocci
mercato. La quantità (domandata e offerta) corrispondente al prezzo di equilibrio è
chiamata quantità di equilibrio. Nel nostro caso 22 (quantità di equilibrio) è la quantità
di domanda e offerta con prezzo a 2,50 euro: equilibrio del mercato.
Se il prezzo superasse quello di equilibrio, la quantità offerta sarebbe maggiore di
quella domandata, cosa che porterebbe la merce a rimanere invenduta, motivo per cui
le imprese abbasserebbero i prezzi. Se il prezzo fosse inferiore a quello di equilibrio, la
quantità domandata sarebbe inferiore di quella offerta e le imprese alzerebbero i prezzi
per aumentare gli introiti.
Questa è la rappresentazione grafica dell’equilibrio di mercato (la croce Marshalliana).
DD (demand) = Curva di domanda
collettiva.
SS (supply) = Curva di offerta collettiva.
L’intersezione tra la curva di domanda e
la curva di offerta determina il prezzo di
equilibrio e la quantità di equilibrio.
Il prezzo di equilibrio è definito per due date curve di domanda e offerta e lo
spostamento di una o di entrambe determina un nuovo prezzo di equilibrio. Nel breve
periodo, il prezzo di equilibrio è dato prevalentemente dalla domanda mentre, nel
lungo periodo, il prezzo di equilibrio è dato sia dalla domanda che dall’offerta.
——— IL CONTROLLO DEI PREZZI
Il controllo dei prezzi avviene nel momento in cui è presente un bene (di prima
necessità) che ha un prezzo troppo alto. Qui entra in gioco lo Stato, il quale attua una
politica di controllo del prezzo, imponendo ai venditori di vendere il bene a un prezzo
più basso di quello di equilibrio (prezzo amministrato, politico o calmierato).
Inoltre, se le autorità decidessero di dare la possibilità a tutti di ottenere una certa
quantità del bene, potrebbero introdurre il razionamento, facendo divieto ai negozianti
di vendere ad un individuo una quantità maggiore del bene stesso. Anche in questo
modo, però, i problemi non scompaiono, poiché i negozianti non venderanno una parte
della merce nei negozi e l’andranno a vendere illegalmente a prezzo più alto, per quelle
persone che possono permetterselo: nasce così il mercato nero.
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Riccardo Tocci
CAP. 7 - L’EQUILIBRIO DEL MERCATO IN REGIME DI
CONCORRENZA PURA
——— LE DIVERSE FORME DI MERCATO
Il comportamento delle imprese è diverso a seconda del contesto in cui operano,
ovvero a seconda della forma di mercato. Le principali forme di mercato sono:
La concorrenza pura (o concorrenza perfetta, o libera concorrenza);
Il monopolio;
La concorrenza imperfetta (o monopolistica);
L’oligopolio.
——— LA CONCORRENZA PURA: CARATTERISTICHE
Polverizzazione (o atomizzazione) del mercato: presenza di moltissime piccole
imprese, che producono tutte lo stesso bene (es. le arance). Quindi non è
possibile che una singola impresa riesca ad influire sul prezzo di vendita delle
arance. Anche i consumatori sono moltissimi;
Omogeneità del prodotto: queste piccole imprese producono tutte lo stesso
bene (che è quindi omogeneo).
Libertà di entrata nel mercato: imprese piccole producono beni con metodi
semplici; per un imprenditore che voglia produrre quel bene, è facile farlo, cioè è
facile entrare nel mercato.
In concreto queste condizioni difficilmente si verificano in quanto non esiste la
polverizzazione del mercato, perché esistono delle grandi imprese che sono in grado di
influenzare il prezzo di vendita del prodotto (soprattutto per que