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C D
( &
'
- = domanda di saldi monetari reali, ovvero L(r,y)
C D
(
quindi l’equilibrio sarà:
Z [ = (, )
Domanda aggregata (DA)
Descrive la relazione tra P e Y nel breve periodo. Si rappresenta sul piano (Y,P) ed ha pendenza
negativa interpretata come: se consideriamo diversi livelli dei prezzi, il livello del reddito di
equilibrio di breve periodo è minore quando il livello dei prezzi è maggiore, e viceversa.
Ciò dipende dal fatto che se il livello dei prezzi fosse superiore, allora l’offerta di saldi monetari
reali, dato un valore di M, sarebbe inferiore e quindi il tasso di interesse di equilibrio sul mercato
dei saldi monetari reali sarebbe superiore. Questo porterebbe a minori investimenti e minore
reddito.
Partendo dal modello IS-LM troviamo la domanda aggregata:
Il modello IS-LM è utile per spiegare gli spostamenti nel piano della domanda aggregata:
- Se viene attuata una politica monetaria espansiva sappiamo che la LM si sposta verso il
basso e il reddito aumenta-> la domanda aggregata si sposterà verso destra quindi
aumenterà ( con una politica restrittiva accadrà il contrario)
- Se viene attuata una politica fiscale espansiva sappiamo che la IS si sposta a destra e il
reddito aumenta-> la domanda aggregata si sposterà verso destra e aumenterà (contrario
con la politica restrittiva)
Offerta aggregata (OA)
Nel breve periodo i prezzi sono flessibili ma non pienamente.
All’aumentare di Y i prezzi tendono ad aumentare di poco o rimanere costanti, quindi la curva di
offerta del breve periodo avrà pendenza leggermente positiva (orizzontale se i prezzi sono
costanti) nel piano (Y,P)
Mettendo insieme la domanda aggregata con l’offerta aggregata troviamo un punto di equilibrio
che corrisponde al PIL REALE:
Un aumento della domanda aggregata provoca un lieve aumento dei prezzi e un notevole
aumento di Y
Legge di Okun
Indica la relazione tra disoccupazione e PIL, in particolare
∆% = − × ∆%
È possibile dunque fare previsioni sul tasso di disoccupazione, partendo da variazioni del pil reale e
stimando i due parametri.
Questa legge può essere utilizzata per mostrare che se l’obiettivo di uno stato è ridurre la
disoccupazione, allora può intervenire aumentando il Pil reale; quindi attuando politiche fiscali e
monetarie espansive. In particolare, i keynesiani affermano che per ridurre la disoccupazione è
necessario attuare una politica fiscale espansiva, aumentando cosi di poco i prezzi, quindi
contenendo l’inflazione.
Curva di phillips
Relazione empirica tra il tasso di variazione dei prezzi ovvero inflazione, e il tasso di
disoccupazione. Essa presenta quindi il trade-off disoccupazione-inflazione:
Una riduzione del tasso di disoccupazione si può conseguire con politiche fiscali espansive
è che aumentano il reddito
L’aumento dei prezzi generato dalle politiche fiscali espansive è nullo o minimo secondo i
è keynesiani
Lezione 12: ESERCITAZIONE
1) Utilizzando il modello IS-LM spiegate cosa accade se partendo da un equilibrio di
sottoccupazione viene adottata una politica fiscale espansiva. In particolare, spiegate:
a. Cosa accade sul mercato dei beni
b. Come cambia l’equilibrio economico di breve periodo
c. Come cambia l’occupazione
Immaginiamo che aumenti G. Ne segue un aumento della domanda, aumenta la
è produzione e aumenta il reddito in misura maggiore rispetto all’aumento G (moltiplicatore
keynesiano). Sul mercato dei beni avremo uno spostamento della IS in alto a destra. Se la
LM è costante, ovvero non vi è nessun intervento della BCE, allora aumenta sia il reddito di
equilibrio che il tasso di interesse. In questo caso l’aumento del reddito di equilibrio è
inferiore rispetto a quello potenziale indicato dal moltiplicatore (1/1-PMC)
Se la BCE adotta invece una politica monetaria espansiva, la LM si sposta in basso a destra
e quindi il tasso di interesse di equilibrio si riduce e il reddito di equilibrio aumenta di più
rispetto all’ipotesi precedente.
Poiché aumenta la produzione e il reddito, aumenta di conseguenza l’occupazione.
Secondo la legge di Okun è possibile calcolare esattamente la riduzione della
disoccupazione dovuta all’aumento del reddito.
2) Se il tasso di interesse aumenta:
a. Aumenta il costo del capitale e quindi si riducono gli investimenti
b. Aumenta il costo del capitale e quindi aumentano gli investimenti
c. Si riduce il costo del capitale e quindi aumentano gli investimenti
3) In che cosa consiste il paradosso del risparmio
a. Nel fatto che all’aumentare della propensione marginale al risparmio aumenta il
valore del moltiplicatore
b. Nel fatto che al diminuire della propensione marginale al risparmio aumenta il
valore del moltiplicatore
c. Nel fatto che all’aumentare della propensione marginale al consumo si riduce il
valore del moltiplicatore
4) Nella domanda aggregata di beni e servizi
a. I consumi dipendono interamente dal reddito mentre gli investimenti sono fissi
b. I consumi sono in parte fissi e in parte dipendenti dal reddito, gli investimenti sono
positivamente correlati al tasso di interesse
c. I consumi sono in parte fissi e in parte dipendenti dal reddito, gli investimenti sono
in parte fissi e in parte negativamente correlati al tasso di interesse
5) Immaginate di sapere che, quando la LM è perfettamente orizzontale, l’aumento di 1€ di
spesa pubblica genera un aumento di 5€ del reddito di equilibrio. Quanti euro di aumento
del reddito di equilibrio genera 1€ di riduzione delle imposte?
a. 4
b. 5
c. 0,8
Questo perché il moltiplicatore di G sarà 5 e quindi PMC è uguale a 0,8. Sostituiamo PMC al
moltiplicatore di T e troviamo la variazione
6) Secondo i classici:
a. L’incremento di un euro di spesa pubblica genera un incremento di un euro di
reddito
b. Incremento di un euro di spesa pubblica comporta una riduzione degli investimenti
e nessun incremento del reddito
c. Incremento di un euro di spesa pubblica genera un incremento in più di un euro di
reddito
7) Se ogni euro di incremento della base monetaria genera 1,8 euro di incremento della
moneta circolante e se rr=0,2 vuol dire che ogni euro di depositi genera (devo trovare cr)
a. 1,6 euro in più di circolante
b. 0,8 euro in più di circolante (basta applicare la formula del moltiplicatore)
c. 0,2 euro in più di circolante
8) Immaginate che le riserve delle banche commerciali siano remunerate dalla BCE. Se la BCE
vuole attuare una politica monetaria espansiva:
a. Riduce il tasso di remunerazione delle riserve
b. Aumenta il tasso di remunerazione delle riserve
c. Il tasso di remunerazione delle riserve non può essere utilizzato per la politica
monetaria
9) Un titolo di stato decennale del valore 100 viene venduto oggi a 90euro. Se tra un mese si
prevede che sarà vendibile a 95 euro significa che si prevede:
a. Che il tasso di interesse odierno sia più basso del tasso tra un mese e quindi che
non convenga comprare il titolo oggi
b. Che il tasso di interesse sia costante
c. Che il tasso di interesse odierno sia più alto di quello tra un mese e quindi convenga
comprare il titolo oggi
10) Usando il modello IS-LM nel breve periodo:
a. Incremento di un euro di spesa pubblica genera un incremento di un euro di reddito
b. Incremento di un euro di spesa pubblica genera un incremento di più di un euro di
reddito anche se la LM non è perfettamente orizzontale
c. Incremento di un euro di spesa pubblica genera un incremento di più di un euro di
reddito solo se la LM è perfettamente orizzontale
11) Se oggi il reddito è pari a 100, la PMC è 0,6 e la LM ha pendenza positiva, usando il modello
IS-LM possiamo dire che il reddito di equilibrio dopo un aumento di 10 della spesa pubblica
sarà:
a. Superiore a 100 ma inferiore a 110
b. Superiore a 100 ma inferiore a 106
c. Superiore a 100 ma inferiore a 125
(utilizziamo formula del moltiplicatore di G e troviamo variazione di Y)
lezione 13
INFLAZIONE
L’inflazione consiste in un aumento generalizzato del livello dei prezzi, in un determinato sistema
economico. È un aumento generalizzato, ovvero che riguarda l’intera economia direttamente
oppure nasce in determinati settori per poi diffondersi in tutta l’economia.
Può essere misurata analizzando le variazioni del Pil, in particolare analizzando la distinzione tra Pil
nominale e Pil reale. Altro metodo è utilizzare degli indici di prezzo, noi utilizzeremo degli indici di
prezzo al consumo.
L’inflazione comporta dei costi sociali, ovvero conseguenze negative sul sistema economico, ed è
per questo motivo che è un problema per il sistema economico.
Il fenomeno opposto all’inflazione è la deflazione, ovvero la riduzione generalizzata nel livello dei
prezzi.
Come già sappiamo il Pil misura il valore della produzione moltiplicando le quantità di beni e
servizi prodotti per il loro prezzo.
Il Pil si distingue in:
PIL nominale= utilizza i prezzi correnti
è PIL reale= utilizza i prezzi di un anno base; quindi nella moltiplicazione varierà solo la
è quantità
confrontando il Pil nominale con il Pil reale otteniamo una prima misura dell’inflazione, ovvero il
deflatore.
Le variazioni del Pil nominale possono essere dovute a variazioni nei prezzi o variazioni nelle
quantità; invece le variazioni del Pil reale sono dovute solo alle variazioni di quantità.
Confrontando quindi i due pil possiamo comprendere l’inflazione.
ESERCIZIO: 2011 2012 2013
P Q P Q P Q
Burro €30 900 €31 1,000 €36 1,050
Cannoni €100 192 €102 200 €100 205
PIL NOMINALE=
2011: 30x900+100x192= 46,200
2012: 51,400
2013: 58,300
PIL REALE
2011: 46,200
2012: 50,000
2013: 52,000= 30x1050+100x205
Deflatore= pil nominale anno t/ pil reale anno t
Quindi nel 2011 sarà pari 1 (non c’è stata variazione dei prezzi), nel 2012 sarà 1,028 e nel 2013
sarà 1,121.
L’inflazione sarà pari ( deflatore-1 e tutto %) Inflazione
2011 0
2012 2,8%
2013 12,1%
Indice dei prezzi al consumo (IPC)
Indica quanto variano i prezzi dei beni e servizi per i consumatori finali da un periodo di tempo
all’altro.
Esistono però diversi tipi di consumatori finali, in quanto non tutti consumano allo stesso modo,
ad esempio coloro che hanno reddito basso consumeranno principalmente in beni di