Questo modello può essere esteso facilmente in un contesto di economia aperta. Se la Germania e l’Italia vogliono formare un
UM, e la BCE ha le stesse preferenze anti-inflazionistiche della Bundesbank, per la Germania non cambia nulla, mentre per
l’Italia la situazione migliora notevolmente: • Minore inflazione; • Stesso livello di disoccupazione nel lungo periodo.
Benefici di una UM:
Alcuni benefici macroeconomici sono per es. che paesi con governi poco credibili e BC non indipendenti possono legarsi le
mani e godere della credibilità di un’istituzione indipendente con benefici significativi in termini di inflazione (Modello di
Barro-Gordon). I benefici però sono più di natura microeconomica:
a) Minori costi di transazione dovuti al cambio tra valute, l'adozione di una moneta comune elimina le commissioni di
cambio, con un risparmio evidente per i cittadini europei. Le banche ricavavano circa il 5% dei loro profitti dalle commissioni di
cambio, una fonte di guadagno che scompare con l'unione monetaria. Nel medio-lungo periodo, le banche troveranno però il
modo di diversificare le fonti di profitto, puntando su altre attività economiche.
Il sistema Target 2:
E’ il sistema di pagamenti interbancari dell’area euro, serve a regolare i movimenti di liquidità tra le BC nazionali
dell’Eurosistema e la BCE. Vantaggi del sistema: a) Sistema in Tempo Reale, i pagamenti da una banca all’altra arrivano
istantaneamente, entro pochi secondi o minuti. Essi sono anche sicuri e affidabili; b) Integrazione Finanziaria dell’EZ, rende
possibile una vera unione monetaria, senza barriere nei pagamenti (facilita la trasmissione della politica monetaria); c)
Trasparenza e Tracciabilità, ogni operazione è registrata e le BC sanno sempre chi deve cosa a chi.
Target 2 è un sistema di regolamento lordo in tempo reale. Questo significa che ogni pagamento avviene subito, ma solo se la
banca emittente ha effettivamente i fondi nel proprio conto presso la BC.
Un beneficio indiretto dell’eliminazione dei costi di transazione è che l’euro favorisce la trasparenza nei prezzi, permettendo ai
consumatori di confrontare i prezzi in un'unica valuta. Questo confronto dovrebbe aumentare la concorrenza e ridurre i prezzi,
avvantaggiando i consumatori dell'Eurozona.
Nonostante l'introduzione dell’euro, la discriminazione di prezzo rimane evidente. Ad es. nel 2011, in Finlandia, i beni di
consumo erano 22% più costosi rispetto alla media dell'Eurozona. In Slovacchia, invece, erano 30% meno costosi rispetto alla
media. In America così come in Europa, i confini nazionali agiscono come potenti barriere alla convergenza dei prezzi,
mantenendo differenziali elevati. Il fenomeno sottolinea come i confini segmentino i mercati, rendendo complessa la riduzione
dei differenziali di prezzo nonostante l'adozione di una moneta comune.
b) Eliminazione del rischio di movimenti nel tasso di cambio:
La variabilità del tasso di cambio crea incertezza sui ricavi, un fattore critico per le imprese che operano in mercati
internazionali. Individui ed imprese tendono a preferire rendimenti meno incerti; un rendimento maggiore è necessario per
accettare rischi aggiuntivi (premio per il rischio). Eliminare il rischio di cambio stabilizza i ricavi attesi, migliorando il benessere e
facilitando pianificazioni aziendali più sicure.
Profitti dell’impresa in condizioni di certezza:
1) Tasso di cambio fisso, consideriamo la curva dei costi marginali di un’impresa. P è il prezzo e q è
la quantità prodotta; p1 è il prezzo prevalente nel mercato di esportazione e moltiplicato per il tasso di
cambio (Non c'è incertezza riguardo al prezzo); L’Impresa produce fino al punto B dove CM = p1;
I profitti sono dati da differenza tra prezzo (p1) e costo marginale; L’ Area FGp1 sono i costi (profitti
negativi); Area grigia sono i profitti (profitti positivi); I profitti totali dell’impresa sono l’area grigia al
netto dell’area FGp1.
2) Tasso di cambio variabile, p1 è il prezzo prevalente nel mercato di esportazione (Prezzo incerto
perché tasso di cambio fluttua casualmente); Supponiamo che a seconda del tasso di cambio, il
prezzo può essere p2 o p3 e supponiamo che p3 - p1 = p1 - p2; Se p2, i profitti totali sono l’area
−
2 22;
Se p3, i profitti totali sono area − Rispetto a p1, p2 ci porta a profitti minori, p3 ci porta
3 33.
profitti maggiori;
Quindi in un regime variabile, i profitti tendono a essere mediamente superiori grazie alla maggiore
produzione nei periodi di cambio favorevole (triangolo grigio superiore). Durante i periodi di cambio
sfavorevole, la produzione si riduce, limitando le perdite (triangolo grigio inferiore).
Il benessere aumenta o cala?
L’Impatto complessivo è potenzialmente ambiguo. La media più alta dei profitti va bilanciata con la maggiore incertezza.
← All’aumentare degli scambi, sono maggiori i benefici dai minori costi di transazione.
← Il punto di intersezione tra la retta dei costi e quella dei benefici
determina il livello critico al di sopra del quale conviene entrare in una
UM con i propri partner commerciali.
Unioni Monetarie Incomplete → Qui ogni paese mantiene una politica di bilancio indipendente. Es. di unioni incomplete:
Eurozona, Bretton Woods, SME. Abbiamo 2 tipi principali di UM incomplete: 1) Sistema dei tassi di cambio fissi (il più
semplice e meno completo); 2) Eurozona (una moneta unica gestita da una BC comune, ma senza unione di bilancio).
La fragilità di un sistema di cambi fissi dipende da due caratteristiche fondamentali:
a) Problema di Credibilità, Le autorità promettono di mantenere un tasso di cambio fisso. C'è però la possibilità che questa
promessa possa non essere mantenuta. Le crisi si manifestano quando il regime di cambi fissi non è più vantaggioso per
l’interesse nazionale.
b) Limiti delle Riserve in Valuta Estera, Per difendere il tasso di cambio, i paesi possono far uso delle riserve in valute estere.
Es: Abbiamo 2 paesi, Italia (con la lira) e Germania (con il marco). Supponiamo che l’Italia abbia deciso di mantenere 1.000 lire
= 1 marco. Ora succede qualcosa (magari l’inflazione in Italia è alta) e gli investitori iniziano a perdere fiducia nella lira. Tutti
vogliono scambiare lire per marchi, perché pensano che la lira stia per perdere valore. Se lasciamo fare al mercato, la lira si
svaluta: servono più lire per comprare un marco, tipo 1.200 lire = 1 marco. Quindi il cambio fisso salta.
Cosa può fare Banca d’Italia per tenere il cambio fisso? Potrebbe comprare lire vendendo marchi. Questo fa due cose:
- Diminuisce l’offerta di lire sul mercato (perché la Banca d’Italia se le prende). - Aumenta l’offerta di marchi (perché li sta
vendendo). Quindi il valore della lira torna a salire rispetto al marco e il tasso di cambio fisso viene mantenuto.
I due problemi visti prima possono generare una dinamica pericolosa: - La limitatezza delle riserve diminuisce la credibilità del
tasso di cambio fisso. - La scarsa credibilità provoca vendite speculative della moneta nazionale. Questo costringe la BC a
utilizzare le riserve in valuta estera, peggiorando ulteriormente la situazione (un vero e proprio circolo vizioso).
Modello di Prima Generazione di Fragilità → Consideriamo che un paese è in un regime di cambi fissi e subisce shock
asimmetrico che peggiora il saldo delle partite correnti ( ad es. perdita di competitività che porta ad un deficit delle partite
correnti). Cosa fare?
1) Mantenere il tasso di cambio fisso, Aumento delle tasse, riducendo il reddito disponibile per le famiglie ↑ ↓.
⇒
Riduzione della spesa pubblica ↓ ↓. Le conseguenze sono che potrebbe aumentare la disoccupazione e si potrebbe
⇒
entrare in recessione.
2) Svalutare la moneta, La svalutazione rende nuovamente competitive le esportazioni ↑ & ↑ & ↑.
↓⇒
Una soluzione meno politicamente costosa rispetto alla difesa del tasso di cambio fisso.
Quindi, prima o poi, uno shock abbastanza grande renderà non più credibile il regime di cambi fissi, portando alla sua fine.
Modello di Seconda Generazione → Introduzione del concetto di equilibri multipli: anche in presenza di uno shock modesto
(ε < ε₀), una crisi può verificarsi se gli speculatori si aspettano una svalutazione (Gli speculatori sono pessimisti). Abbiamo 2
curve dei benefici: - Curva BU, Benefici della svalutazione senza aspettative speculative, quindi i mercati non si aspettano una
svalutazione; - Curva BE, Benefici della svalutazione con aspettative speculative, i mercati si aspettano una svalutazione.
Shock Forte >
2
Tre possibili vie d’uscita da questa fragilità:
1) Unione Monetaria (Eliminare alla radice il problema
degli attacchi speculativi abolendo i tassi di cambio e i
relativi mercati);
2) Maggiore Flessibilità del Cambio (Permettere una
maggiore flessibilità per ridurre la vulnerabilità agli
attacchi speculativi);
3) Currency Board, E` un sistema in cui la moneta di
un paese è ancorata rigidamente a un’altra valuta (di
solito una valuta forte, come il dollaro). La BC non può
stampare moneta liberamente, ma può emetterla solo
se ha riserve equivalenti nella valuta estera.
Il valore del peso è sempre garantito, perché chiunque può cambiarlo in dollari a tasso fisso. Questo crea fiducia nella moneta,
ma limita anche la politica monetaria: non si possono abbassare i tassi o “stampare moneta” in caso di crisi.
I currency board funzionano meglio nei paesi piccoli, che accettano di rinunciare alla politica monetaria autonoma. Es. esistenti:
Bulgaria, Saint Lucia, Hong Kong. Le conseguenze sono che se ad es. I us↑, il paese legato al dollaro deve adeguarsi anche
contro gli interessi nazionali. Fragilità dell'Eurozona
L'Eurozona rappresenta un'UM incompleta, poiché manca di un'unione fiscale, creando fragilità simili ai regimi di cambi fissi.
L’Eurozona ha una sola autorità monetaria, la BC Europea, ed ha molteplici autorità fiscali nazionali, ciascuna con bilanci propri.
Il problema è che i governi nazionali emettono debito in una moneta (euro) che non controllano direttamente, esponendoli a
vulnerabilità simili a quelle dei regimi di cambi fissi.
Amplificazione di shock asimmetrici → Consideriamo shock asimmetrico di domanda temporaneo (la domanda in Francia cala
e aumenta in Germania). Che cosa succede ai conti pubblici in Francia?
In Francia la recessione aumenta il deficit pubblico, se i mercati hanno aspettative
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