Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ACF.
- Per quanto riguarda il surplus del produttore è zero perchè per trovare l’area del
ricavo totale bisogna moltiplicare qc x c, ma se ci andiamo a calcolare l’area del
costo totale è data sempre da qc x c. Di conseguenza rimane zero.
Quindi in concorrenza perfetta il benessere corrisponde al surplus del consumatore. 49
Invece nel monopolio il benessere corrispondente all’equilibrio di monopolio è il trapezio
ABCE.
Nel passaggio dalla concorrenza perfetta al monopolio il surplus del consumatore è
diminuito: una parte è finita nelle tasche del monopolista in quanto diventata profitto,
mentre una parte è andata completamente persa, perdita secca di monopolio, data dal
triangolo BEF.
15.03 recap min <27
Domande d’esame: Spiegare come si arriva all’equilibrio, come si determina il profitto del
monopolista, il livello di benessere.
Definizione barriera all’entrata e descrivere le barriere di Bain
Sovrapprezzo di monopolio: in generale in tutti i mercati in cui un'impresa può fissare un
prezzo superiore al costo marginale si dice che quell'impresa ha potere di mercato. Il potere
di mercato è una caratteristica del monopolio, price maker. La differenza fra prezzo e costo
marginale viene chiamata sovrapprezzo, in questo caso sovrapprezzo di monopolio. È un
elemento utile per misurare il potere nel mercato del monopolista. La differenza tra il prezzo
e costo marginale è un elemento utile per misurare il potere di mercato dell’impresa. 50
Come si misura il potere di mercato dell’impresa?
Attraverso l’indice di Lerner, creato per misurare il potere di mercato
Indice di Lerner
In equilibrio il costo marginale è uguale al ricavo marginale per massimizzare il profitto.
Possiamo sostituire l’elemento a destra con P che moltiplica 1+1/ε.
Il che vuol dire che otteniamo che il costo marginale è uguale a -P/ε.
Dividendo per P entrambi i termini vediamo che -1/ε.
Questa relazione rappresenta l’Indice di Lerner, preso in considerazione per attribuire una
misura al potere di mercato dell’impresa del monopolista.
L’indice di Lerner dice che quanto più la domanda è elastica, tanto più il prezzo fissato dal
monopolista sarà vicino al costo marginale, al prezzo di equilibrio di concorrenza perfetta.
Quanto più la domanda è rigida tanto più si allontanerà dal prezzo di equilibrio di
concorrenza perfetta cioè al costo marginale.
L’indice di lerner mette in relazione l’elasticità della domanda con il margine prezzo-costo. 51
Altri aspetti del monopolio
Costi del monopolio
- la perdita secca di monopolio: se un mercato è organizzato sotto forma di
monopolio rispetto a un mercato di concorrenza perfetta il livello di benessere è
inferiore rispetto a un mercato di concorrenza perfetta. È un costo del monopolio
perché è una diminuzione di benessere sociale rispetto al massimo a cui possiamo
ambire.
- la ricerca di posizioni di rendita: i profitti di monopolio possono essere considerati
una perdita per la collettività, perché rappresenta una spesa che non contribuisce
direttamente alla produzione di beni o servizi. In altre parole, le risorse impiegate
nella ricerca di posizione di rendita vengono usate per ottenere un vantaggio
competitivo sfruttando il suo monopolio e invece potrebbero essere utilizzate in modo
più efficiente e produttivo in altri settori dell'economia.
- I profitti di monopolio e la perdita secca di monopolio variano al variare
dell’elasticità della domanda. (Vedere grafico sopra).
- Se la domanda è elastica (più orizzontale), i profitti del monopolio tendono ad
essere più bassi perché l'azienda non può aumentare significativamente il
prezzo.
- Se la domanda è rigida (più verticale), i profitti del monopolio possono essere
più alti perché l'azienda ha più margine per aumentare il prezzo.
La perdita secca di monopolio, che rappresenta il surplus del consumatore che viene
trasferito al monopolista, sarà maggiore in presenza di una domanda più rigida,
poiché il monopolista sarà in grado di aumentare il prezzo in modo più sostanziale.
Viceversa, se la domanda è più elastica, la perdita secca di monopolio sarà inferiore
perché il monopolista avrà meno margine per aumentare il prezzo.
Benefici del monopolio:
- Incentivo ad innovare: l’innovazione può essere coperta da un brevetto, l’impresa
che l’ha sviluppata sarà l’unica a poter produrre quel prodotto e di conseguenza ad
essere il monopolista.
- Efficienza dinamica: perché il monopolista essendo l'unica impresa che produce
quel prodotto se investe in termini di miglioramenti di efficienza, abbatte i costi e
ottiene un maggior profitto a parità di domanda.
Come creare e mantenere un monopolio
Esistono molti modi in cui un’impresa può diventare e rimanere
monopolista:
1. Tutte le imprese si combinano in un’unica impresa (fusione) oppure si mettono
d’accordo, il cartello opera da monopolista, ossia le varie imprese operano come se
fossero un’unica impresa (cartello). Hanno interesse a fare ciò perché una volta
coalizzate, analizzano i benefici del monopolista e a quel punto ripartiscono i profitti
del monopolista mettendosi d'accordo con i prezzi e le qualità.
2. L’impresa intraprende azioni strategiche per prevenire l’entrata di altre imprese; 52
3. Vantaggio della conoscenza: l’impresa può essere monopolista perché essa soltanto
conosce il modo per produrre un determinato prodotto o può produrlo a un costo
inferiore rispetto alle altre e quell’impresa obbligherà l’uscita dal mercato da parte
delle altre imprese;
4. Monopoli creati dallo stato (es. brevetto) dove lo stato cerca di tutelare queste
imprese.
Troviamo una curva di domanda, una curva di costo marginale MC che indica il costo
1
marginale di tutte le imprese presenti in questo mercato.
In concorrenza perfetta bisogna vedere l’intersezione tra costo marginale e la domanda e in
questo caso vengono scambiate Q quantità al prezzo p .
1 1
L’ipotesi è che una di queste imprese individua una tecnica per abbattere i costi fino ad
avere un costo marginale MC e succede che l’impresa se non riesce ad operare a un costo
0
così basso si trova una curva di domanda residuale che ha il primo tratto orizzontale pari al
prezzo p e poi da questo punto in giù corrisponde alla curva di domanda. (Tratto azzurro)
1
Se questa impresa ha di fronte a sé una curva di domanda residuale avrà la possibilità di
determinare il ricavo marginale. Di solito il ricavo marginale corrispondente ad una curva di
domanda ad angolo di solito è una funzione discontinua, cioè ha un primo tratto che
corrisponde al tratto orizzontale e poi invece nel tratto decrescente dovrebbe rispettare le
condizioni del ricavo marginale del monopolista, ossia intersecare l’asse delle ascisse nel
punto centrale del segmento compreso tra l’origine degli assi e l’intersezione della curva di
domanda con l’asse. Quindi il tratto decrescente inizia dopo il salto del ricavo marginale in
corrispondenza del livello di produzione che segna l’angolo della domanda residuale.
Una volta individuato il ricavo marginale, l’impresa si comporta come una monopolista nei
confronti della curva di domanda, ossia trovare l’intersezione tra il ricavo marginale e il costo
marginale e da quest’ultimo trova la quantità e il prezzo di vendita. 53
MONOPOLIO NATURALE
Si definisce monopolio naturale una forma di mercato in cui un’unica impresa (il
monopolista) riesce a produrre l’output di produzione domandato dal mercato, a un costo
,
inferiore rispetto a quanto possono fare due o più imprese.
Questo succede perché la funzione di costo è subadditiva e quando la funzione di costo è
subadditiva è necessario che si instauri il monopolio.
Supponiamo sia l’output delle imprese presenti in un mercato che produce un
1,..., (≥2)
prodotto identico, l’output totale di mercato è dato dalla somma dell’output delle singole
imprese: +...+
= 1
Se ciascuna impresa ha una funzione di costo e se vale la seguente disuguaglianza
(q1)
()<(1)+(2)+...+()
Allora il modo meno costoso (e dunque più efficiente) di produrre è che una sola impresa
produca tutte le unità e la funzione di costo si definisce subadditiva.
Supponiamo che la curva dei costi medi di un monopolio naturale abbia pendenza negativa,
e che l’impresa possa produrre 100 unità a un costo medio unitario di 10
- Per l’impresa il costo totale di produzione di tali unità è 1000
Supponiamo ora che nel mercato subentri una seconda impresa con costi identici. Se
ciascuna delle due imprese produce 50 unità, il loro costo medio di produzione è maggiore
rispetto a prima perché la curva di costo medio ha pendenza negativa.
- L’ipotesi è se il loro costo medio è di 15 per unità, per esempio, il loro costo totale
combinato per la produzione di 100 unità è 1500 (dato da 1000 + 500)
Perciò una singola impresa può produrre 100 unità a un costo inferiore rispetto a due
imprese
Regolamentazione del monopolio naturale
● La concorrenza è lo strumento migliore per ristabilire l’efficienza
allocativa(distribuzione delle risorse) da cui il monopolio, con i suoi prezzi elevati,
tende ad allontanarsi
● La regolamentazione è la migliore alternativa quando, a causa della presenza di
condizioni di monopolio naturale, la concorrenza non è possibile.
SONO TRE: FIRST-BEST, AVERAGE COST PRICING E PRICE CAP 54
FIRST BEST
Se il monopolista vende a Pr il ricavo totale non sarà sufficiente a coprire i costi totali,
pertanto avrà una perdita pari a F. Con questo modo si raggiunge la massima efficienza
allocativa, ossia non avviene una perdita secca. 55
AVERAGE COST PRICING
Questo succede perchè qui l’obiettivo non è massimizzare i profitti, ma massimizzare la sua
quota di mercato e coprire sia i costi fissi che quelli variabili e se possibile ottenere un
profitto. Garantendo che l’impresa continui ad operare senza generare troppi profitti.
PRICE CAP
Una terza soluzione consiste nel fissare un tetto al tasso di crescita dei prezzi (price cap)
- Generalmente l’autorità di regolamentazione stabilisce il tetto massimo ai prezzi che
l’azienda può applicare ai suoi prodotti o servizi con l’applica