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IMPRESA DOMINANTE
Definizione: Cosa accade a un monopolista se altre imprese con costi più elevati entrano nel
mercato? O, analogamente, che cosa accade se un’impresa con costi inferiori entra in un
mercato con molte imprese che hanno costi superiori e accettano il prezzo come dato?
- Se un’impresa fissa il prezzo e si trova di fronte ad altre imprese più piccole che
invece sono price-taker, la prima viene denominata impresa dominante (price
maker) e tipicamente possiede una grande quota del mercato
- Le imprese più piccole, che non fissano il prezzo, sono denominate imprese
marginali di tipo concorrenziale; esse hanno ciascuna una piccola quota del
mercato anche se tutte insieme possono detenere una quota sostanziale del fatturato
dell’industria e sanno che non possono influire sull’equilibrio di mercato.
C’è un'impresa dominante PRICE MAKER e contemporaneamente tante altre piccole PRICE
TAKER.
Perché alcune imprese sono dominanti?
1. Hanno costi inferiori rispetto alle imprese marginali, accade perché:
• Sono più efficienti (migliore tecnologia o migliore gestione)
• Sono presenti nell’industria sin dall’inizio (alte economie di apprendimento)
• Sono cresciute in modo ottimale (pieno sfruttamento delle economie di scala)
• Lo Stato potrebbe averle favorite (campioni nazionali)
2. Producono un prodotto migliore
(Es. Google, è riuscita nel tempo a creare un algoritmo di selezione che è più in linea
con le aspettative degli utenti. Questi algoritmi funzionano tanto meglio quanti più
sono i dati che hanno a disposizione, perché quello che fanno è assegnare un
punteggio a degli elementi e nel momento in cui andiamo a fare una ricerca in un
qualsiasi motore di ricerca, restituiscono una lista di siti, grazie alla keyword che
abbiamo inserito nel campo di ricerca, e hanno tanta più probabilità di essere in linea
con le nostre aspettative quanti sono i dati che l'algoritmo riesce a processare.
Attraverso anche le ricerche fatte prima di noi con la stessa parola chiave, le ricerche
fatte dagli utenti in passato. Questo genera un vantaggio competitivo notevole e
favorisce una posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca).
3. Un gruppo di imprese può agire in modo coordinato in modo da comportarsi come se
fossero un unico soggetto (collusione)
Potere di mercato dell’impresa dominante 62
Che un’impresa dominante possa esercitare o meno potere di mercato nel lungo periodo
dipende da:
a. Numero di imprese che possono entrare nell’industria
b. Differenze nei costi di produzione fra impresa dominante e nuove entranti
c. Velocità con la quale avviene l’entrata
Nel seguito vedremo
1. Modello impresa dominante-imprese marginali di tipo concorrenziale con assenza di
entrata
2. Modello impresa dominante-imprese marginali di tipo concorrenziale con entrata
libera e istantanea
Modello con assenza di entrata
Ipotesi di base:
1. L’impresa è dominante perché è più efficiente (costi più bassi rispetto alle rivali)
2. Tutte le imprese, tranne quella dominante, sono price-taker
3. Il numero (n) di imprese marginali è fisso (assenza nuove entranti)
4. L’impresa dominante conosce la curva di domanda dell’industria D(p)
5. L’impresa dominante può prevedere l’output prodotto dall’insieme delle imprese
marginali di tipo concorrenziale e cioè conosce la curva di offerta delle imprese
marginali S(p)
Per massimizzare il profitto, l’impresa dominante deve considerare anche come le imprese
marginali reagiscono alle sue scelte.
L’impresa dominante fissa il prezzo e lascia che le imprese marginali vendano quanto
vogliono a tale prezzo e gode di una posizione di monopolio rispetto alla domanda residuale.
Determiniamo l’output ottimale dell’impresa dominante in due fasi:
1. Costruiamo la curva di domanda residuale della nostra impresa
2. Consideriamo che l’impresa dominante si comporti da monopolista sulla curva di
domanda residuale
(vedere qual è la curva di domanda residuale tra i due grafici)
21.03
Spiegazione grafico da min… a min 34 pt 2 recap min<38 63
Modello con entrata libera e istantanea
Ipotesi:
1. L’impresa è dominante perché è più efficiente (costi più bassi rispetto alle rivali)
2. Tutte le imprese, tranne quella dominante, sono price-taker
3. Un numero illimitato di imprese marginali di po concorrenziale può entrare nel
mercato
4. L’impresa dominante conosce la curva di domanda dell’industria D(p)
5. L’impresa dominante può prevedere l’output prodotto dall’insieme delle imprese
marginali di tipo concorrenziale e cioè conosce la curva di offerta delle imprese
marginali S(p)
spiegazione grafico da min 36 a
Per capire (La curva di domanda rappresenta la quantità di un bene o servizio che i
consumatori sono disposti ad acquistare a vari livelli di prezzo. La curva di domanda
residuale, invece, si riferisce alla quantità di un bene o servizio che i consumatori sono
disposti ad acquistare da un produttore specifico o da un gruppo di produttori a vari livelli di
prezzo, dopo che sono stati soddisfatti tutti gli altri acquirenti sul mercato. In altre parole, la
curva di domanda residuale tiene conto del fatto che alcuni acquirenti hanno già acquistato il
bene o servizio da altri venditori, quindi mostra la domanda rimanente per quel produttore o
gruppo di produttori a vari prezzi.) 64
26.03
- CAP 5 - OLIGOPOLIO
Si definisce oligopolio un mercato in cui operano poche imprese e, pertanto, questo
comporta ad un primo risultato che l’azione di ogni impresa influenza le altre imprese
nell’industria.
Non è presente un'impresa dominante sull’altra e il tratto caratteristico dell’oligopolio è
l’interdipendenza e la rivalità tra le imprese. (Non ha senso nel monopolio perché in
quest’ultimo, nel lato dell’offerta c’è un’unica impresa.)
Poiché un oligopolista sa che le proprie azioni avranno un impatto sulle altre imprese nel
settore, esso terrà conto delle possibili reazioni dei rivali nel decidere le proprie politiche di
prezzo, gli investimenti in pubblicità, il grado di differenziazione del proprio prodotto, quali
servizi offrire ai clienti.
Classificazioni
Poiché i competitori potranno reagire in molti modi diversi, non esiste un solo modello di
mercato oligopolistico ma diversi modelli – ognuno basato su una particolare risposta dei
rivali all’azione di un’impresa
Tali modelli possono essere classificati come di seguito:
- Oligopolio puro vs oligopolio differenziato
Nell'oligopolio puro le imprese offrono un prodotto o servizio indifferenziato o comunque
molto simile, non c'è quindi una differenziazione del prodotto.
Al contrario nell'oligopolio differenziato le imprese vanno a offrire prodotti e servizi
differenziati, anche solo dal punto di vista del branding oitre che delle funzionalità uniche.
- Oligopolio cooperativo vs oligopolio non cooperativo
Nell'oligopolio cooperativo le imprese collaborano per massimizzare il profitto lavorando
insieme.
Al contrario nell'oligopolio non cooperativo le imprese sono praticamente rivali nel vero
senso del termine, competono senza alcuna forma di collaborazione.
- Oligopolio uniperiodale vs multi-periodale
Le decisioni delle imprese nell'oligopolio uniperiodale tengono conto degli effetti nel breve
periodo.
Al contrario nell'oligopolio multiperiodale si tengono conto degli effetti delle proprie scelte su
più periodi e quindi si parla di effetti nel lungo periodo.
- Oligopolio sulle quantità vs oligopolio sui prezzi
Nell'oligopolio sulle quantità le imprese competono stabilendo le quantità prodotte.
Al contrario nell'oligopolio sui prezzi le imprese competono stabilendo i prezzi. 65
IL MODELLO DI COURNOT
È il modello di oligopolio più temuto.
Equilibrio di Nash
Un insieme di strategie è definito equilibrio di Nash se, mantenendo costanti le strategie di
tutte le altre imprese, nessuna impresa può ottenere una vincita (profitto) maggiore variando
la propria strategia.
Ne consegue che in un equilibrio di Nash nessuna impresa, date le scelte delle altre
imprese, vuole cambiare strategia.
Per introdurre il modello di Cournot l’esempio più semplice è quello del Duopolio.
Duopolio (con costo marginale pari a zero)
Ci sono delle assunzioni per questo modello:
- La struttura di mercato è un duopolio (imprese: A e B)
- I costi marginali delle due imprese sono pari a zero, poiché ogni impresa considera le
azioni delle altre imprese costanti e di conseguenza il costo marginale sarà costante
e sarà una linea orizzontale che coincide con l’asse delle ascisse. (bisogna
immaginare che non hanno materiali e dipendenti)
- Le imprese fissano il livello di output che massimizza il profitto
- Le decisioni relative a tale livello sono prese in modo sequenziale, tramite round
successivi (per capire come si arriva all’equilibrio noi pensiamo che l’impresa
reagisce alla reazione dell’altra impresa)
- Variazione congetturale nulla: ciascuna impresa decide il suo livello di output
assumendo che il suo rivale non reagirà cambiando il proprio
- La funzione di domanda, quindi anche di ricavo marginale, è lineare
Sulla curva di domanda residuale si comporta da monopolista
Ed è utile utilizzare la curva di domanda lineare…min 23-28
La quantità ottima di produzione per l’impresa A è ½ in quanto è l’intersezione tra il ricavo
marginale e il costo marginale.(1°ordine) 66
Se l’impresa A produce 1/2 , l’impresa B deve tener conto che l’impresa A abbia deciso di
produrre 1/2, la domanda residuale di B andrà ad intersecare l'asse delle ascisse nel punto 1
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A
Se l’impresa B produce ¼ la curva di ricavo marginale interseca l’asse delle ascisse nel
punto ⅜ ottenuto moltiplicando ¾ per ½.
L’impresa B…
Se l’impresa B produce 5/16, la curva di domanda dell’impresa A avrà intersezione del punto
11/16 e di conseguenza la quantità ottima di produzione è 11/32.
L’impresa B risponde… 67
L’impresa A andrà a produrre per massimizzare nel punto A e l’impresa B reagisce
producendo in ⅓. Questo vuol dire che abbiamo raggiunto l’equilibrio di Nash e la quantità
che soddisfi la massimizzazione del profitto e non porta a far cambiare la strategia da parte
de