L’impresa è in una situazione di equilibrio finanziario se:
Rapporto corrente > 1
Gli indici di equilibrio finanziario a breve termine: IL QUICK RATIO (o test
acido)
Un indicatore maggiormente stringente della capacità dell’impresa di far
fronte agli impegni a breve termine è il quick ratio (anche denominato indice
secco di liquidità o test acido).
Esso è ottenuto sottraendo all’attivo corrente le rimanenze, le quali ne
rappresentano la componente meno liquida.
L’impresa è in una situazione di equilibrio finanziario se:
Quick ratio > 1
INDICI DI EQUILIBRIO FINANZIARIO (a lungo termine)
Il rapporto di indebitamento: l’indice di struttura maggiormente utilizzato
nelle analisi è il rapporto di indebolimento, il quale misura la proporzione fra
i mezzi di terzi ed i mezzi propri.
Tale indice pone in evidenzia la proporzione esistente tra il debito (mezzi di
terzi) e il capitale netto (mezzi propri).
L’indice è pari a 0 in assenza di indebolimento e a 1 quando vi è parità tra
mezzi propri e mezzi di terzi.
Copertura delle immobilizzazioni: questi indici sono costruiti sul
presupposto che le immobilizzazioni (in quanto componenti dell’attivo
destinate ad essere utilizzate dall’impresa per un periodo lungo) debbano
essere coperte con finanziamenti a lungo termine.
Valori del quoziente superiori a 100 indicano situazioni tendenzialmente
equilibrate in quanto il capitale permanente (fonti di finanziamento che non
devono essere restituite a breve) è superiore alle immobilizzazioni.
Può essere calcolato anche ponendo al numeratore il solo capitale netto.
RICLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DELLO STATO PATRIMONIALE
L’unica cosa che cambia è che i debiti non si distinguono tra debiti che
bisogna saldare a breve o lungo termine, ma ci sono debiti nei confronti dei
fornitori, per effetto del normale ciclo acquisto-produzione-vendita e debiti
finanziari nei confronti delle banche.
Ciò che rileva la riclassificazione funzionale è la natura del debito (e dei
soggetti con il quale è contratto) e non la durata.
Il rapporto tra il valore della produzione e del capitale investito o totale
dell’attivo oscilla tra 1 e 2. (es. per arrivare ad un valore della produzione di
1.000.000 euro mi serve almeno del capitale investito tra 500.000 o
1.000.000 di euro, impresa manifatturiera). In un’impresa di servizi tale
rapporto sarà superiore.
Il valore aggiunto è la differenza tra il valore della produzione e il valore di
tutti i consumi di merci e servizi.
Il margine operativo lordo (MOL) è la parte del valore della produzione che
serve per restituire e remunerare il capitale (differenza tra valore della
produzione e consumi di merci e servizi e spese di personale).
Il risultato operativo è la differenza tra valore e costi della produzione (A-B,
nel bilancio) destinato a remunerare il capitale. Viene ripartito tra oneri
finanziari, debiti nei confronti delle banche; l’utile, che serve a remunerare
ed aumentare il capitale netto dei soci; e le imposte, tasse.
L’ANALISI DELLA REDDITIVITA’
La redditività indica la crescita del capitale investito nell’attività di impresa e
questo capitale investito viene determinato utilizzando la riclassificazione
funzionale dello stato patrimoniale, ovvero andare a calcolare, guardando il
passivo dello stato patrimoniale, la somma del capitale netto e i debiti di
natura finanziaria.
Quindi il capitale investito è la somma tra capitale netto e debiti finanziari.
Principale indice che viene utilizzato per misurare la redditività (al lordo delle
imposte) del capitale investito. Ci permette di capire quanto è cresciuto,
quanto è stato remunerato il capitale investito dell’impresa. Per essere più
precisi si possono sommare al risultato operativo anche i proventi e oneri
finanziari.
Indice per vedere quanto ha reso il capitale netto. Il risultato d’esercizio
sarebbe l’utile.
SCOMPOSIZIONE IN FATTORI DEL ROI
Il ROI è scomponibile in due indici collegati da una relazione moltiplicativa
Le passività sono valori certi, mentre il valore delle attività è un valore
stimato.
INVESTIMENTI E FLUSSI DI CASSA
Un investimento è un impiego di risorse effettuato al momento presente in
vista di ottenere ritorni in futuro.
La valutazione di un investimento è basata sul confronto fra le risorse
impiegate e ritorni attesi.
Impieghi e ritorni sono misurati dai flussi di cassa in uscita ed entrata.
IMPIEGHI E RITORNI
Gli investimenti costituiscono degli immobilizzi di capitale. La liquidità viene
utilizzata per acquisire beni reali e rimane immobilizzata finché viene
effettuata l’attività produttiva.
Gli investitori che hanno fornito la liquidità necessaria ad effettuare
l’investimento hanno due principali obiettivi:
- Riottenere l’ammontare della liquidità impiegata nell’investimento
(rimborso del capitale)
- Ottenere un’adeguata remunerazione del capitale impiegato al fine di
essere compensati per la rinuncia alla liquidità e per il rischio assunto
La parte del reddito prodotto in un periodo da un’impresa destinata al
rimborso e alla remunerazione del capitale è il margine operativo lordo
(MOL).
Si può affermare che la valutazione economico-finanziaria di un investimento
è basata sul confronto fra l’esborso iniziale per l’investimento e la sequenza
dei MOL che l’impresa riuscirà ad ottenere nei periodi futuri in relazione
all’effettuazione dell’investimento.
Al fine di ottenere la sequenza dei MOL generati dall’attività produttiva
occorrerà effettuare una proiezione dei bilanci dell’impresa per tutti i periodi
associati alla vita utile dell’investimento. Per distinguerli dai bilanci consuntivi
(del passato) tali bilanci previsionali (del futuro) sono detti bilanci pro-forma.
FLUSSI DI CASSA PER LA VALUTAZIONE DI UN INVESTIMENTO
Ai fini del calcolo dei flussi di cassa netti associati ad un progetto di
investimento è necessario costruire uno schema che per ognuno dei periodi
di vita utile dell’investimento specifichi:
- Gli esborsi iniziali
- Il MOL prodotto dall’attività produttiva associata all’investimento
L’investimento va valutato nell’ipotesi che sia finanziato interamente con
capitale di rischio (assenza di debito).
VALORE ATTUALE NETTO (VAN) E TASSO INTERNO DI RENDIMENTO (TIR)
Costo opportunità del capitale è l’aspettativa di rendimento minimo che un
investitore ritiene di voler ottenere nel momento in cui deve prendere una
decisione di investimento, di impiegare la propria liquidità. Consiste nel
rinunciare ad altre possibili alternative e la confronto con la migliore
alternativa di impiego dei miei fondi a parità di rischio.
COSTO OPPORTUNITA’ DEL CAPITALE (tassa di attuazione)
Gli investitori a parità di rendimento atteso sono avversi al rischio (ovvero
che scelgono l’investimento meno rischioso).
Rischioso vuol dire che ha con un’ampia scelta di conclusioni (l’investimento
può andare malissimo come può andare benissimo).
Teoria valida per chi ha disponibilità finanziaria e deve decidere se vale la
pena investire in un progetto.
Per portafoglio intendiamo l’insieme di attività finanziarie che una famiglia o
una istituzione ha in un determinato momento.
MERCATI DEI CAPITALI EFFICIENTI
I mercati dei capitali devono essere efficaci a far incontrare domanda e
offerta; vi sia perfetta informazione e non vi siano asimmetrie di
informazione; che non ci siano troppi costi associati all’acquisto e alla vendita
di attività in modo da differenziare facilmente il portafoglio per poter
acquistare qualsiasi tipologia di attività; le imprese dovrebbero essere in gran
parte quotate in borsa così che i titoli possono essere facilmente acquistabili
e vendibili.
Queste assunzioni si sintetizzano nell’ipotizzare che vi sia un mercato
finanziario efficiente.
Gli investitori, per massimizzare il guadagno, dovrebbero diversificare il
portafoglio per minimizzare il rischio.
Se oltre al capitale di rischio si aggiungono debiti per finanziare il capitale, i
rischi aumentano, in quanto, la banca rivuole indietro il capitale prestato più
gli interessi indipendentemente dall’andamento dell’impresa.
Considerazioni che non vanno confuse con le considerazioni sulla
convenienza di un investimento.
Analisi di sensibilità: quali sono i dati che cambiano di più i risultati di un
investimento
Analisi dello scenario: cambio tutti i dati e vedo quale è lo scenario migliore
tra tutti quelli ipotizzati.
FUNZIONI DI COSTO E MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Il costo è il valore degli input che utilizziamo.
Le funzioni di costo sono i costi in funzione degli output.
Per quanto riguarda un’impresa non è importante quando si va verso dx del
grafico (posso decidere di non andarci), ma quando si va verso sx (quando
non c’è domanda) perché in questa direzione non posso decidere di non
andarci.
Questa rappresentazione è valida solo se mettiamo un limite a Q.
Per trovare la quantità che devo raggiungere per uguagliare i costi ed i ricavi,
uso questa formula:
Q= quantità
CF= costi fissi
P•V= differenza tra prezzo di produzione e prezzo di vendita di ogni prodotto.
Economia di scala:
man mano che aumenta la dimensione degli impianti, quindi anche
dell’impresa, il costo medio diminuisce.
Nella realtà:
Il breve periodo è quell’orizzonte temporale nel quale l’impresa può variare
solo parzialmente l’impiego degli input:
- Si assume che nel breve periodo possano essere variate la quantità di
lavoro, di materie prime e di beni intermedi, ma non la quantità di
capitale.
Per scala di produzione di un impianto si intende la quantità prodotta alla
massima efficienza da una determinata combinazione produttiva.
Si parla di economia di scala quando all’aumento della scala il costo medio di
produzione di un determinato bene o servizio diminuisce.
Uno dei casi dove questa curva di domanda non è valida, è quello di uno
studio dentistico, dove si possono richiedere tanti soldi a tutti i clienti per una
prestazione non eccellente. Molte persone vanno in questo studio dentistico
perché si dice che la qualità è molto alta ma in realtà il prezzo è molto alto e
la qualità non è altrettanto alta.
Le tariffe delle autostrade non sono liberamente dec
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