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BENESSERE INDIVIDUALE E BENESSERE SOCIALE
JEREMY BENTHAM: aggiunse che il benessere di una società è dato dalla somma
del benessere dei singoli individui. Il benessere è quindi una grandezza cardinale
vero una grandezza con la quale si possono effettuare operazioni.
WILFREDO PARETO: affermò che misurazione del benessere sociale non può
essere un valore cardinale in quanto dipende esclusivamente dal modo in cui sono
distribuite le risorse. La condizione ottimale è quella in cui le risorse (rinnovabili e
non) sono distribuite in modo equo ed efficiente.
SISTEMA DI MERCATO ED EFFICIENZA PERFETTA: le risorse ambientali
dovrebbero essere utilizzate in modo efficiente (efficienza allocativa), poiché l'utilizzo
ecco di queste consente il benessere.
efficienza = benessere
Pareto aggiunse che "il sistema economico è efficiente quando è impossibile
(concorrenza perfetta- sistema ideale)".
Bisogna ragionare per distribuzione delle risorse, immaginiamo di avere
delle risorse distribuiti a tutti, per misurare riduco le quantitá di
risorse e le ridistribuisco , se nessuno si sente peggio quindi c’era
uno sfruttamento di risorse, se invece qualcuno soffre vuol dire che la
distribuzione precedente era equa ed efficiente, equa vuol dire che
tutti l’hanno presa, efficienza significa che tutti stanno bene.
Il mercato dovrebbe essere condizione dove il consumatore e il
produttore ragionano e valutano se il mercato è equo ed efficiente.
CONCORRENZA PERFETTA: ci sono numerosi consumatori, molti produttori,
nessuna influenza da
parte degli operatori sul prezzo di fattori e prodotti, trasparenza delle
informazioni.
Ha diverse caratteristiche:
• Domanda e offerta concorrenziali determinano prezzo e quantità nei vari
mercati.
• Le curve di domanda di mercato derivano dall’utilità marginali dei beni.
• I costi marginali dei beni determinano le curve di offerta.
• Le imprese calcolano costi e prodotti marginali in termini di valore dei
fattori, scegliendo livelli
di input ed output che massimizzano i profitti.
• La somma dei prodotti marginali in valore di tutti gli input determina la
domanda dei fattori di
produzione.
• La domanda di tutti i fattori interagisce con l’offerta in modo da
determinarne il prezzo (rendita,
salari e tassi di interesse).
• I prezzi e le quantità dei fattori determinano i redditi che sono essenziali
per determinare la
domanda.
La condizione di equilibrio che cercano entrambi è che il consumatore
si spingerá ad acquistare un prodotto fino a quando il prezzo è uguale
all’utilitá marginale, il produttore ragiona alla stessa maniera ma con
il costo marginale, quando è superiore al prezzo non li converrá.
All’equilibrio costo marginale, utilità marginale e prezzo sono
uguali. Qui ci dovrebbe essere efficienza ed equità.
L’equilibrio si instaura attraverso le interazioni fra consumatori e
produttori, che cercano di
massimizzare la propria utilità:
• I consumatori distribuiscono il loro reddito fra i diversi beni cercando la
massima soddisfazione che si ottiene quando le utilità marginali in valore
degli stessi beni sono identiche.
• I produttori, che mirano alla massimizzazione del profitto, fissano il
livello di output in modo che il costo marginale di produzione eguagli il
prezzo di vendita.
All'equilibrio l'utilità marginale eguaglia il costo marginale che a sua volta
uguaglia il prezzo.
L’allocazione delle risorse è Pareto-efficiente se i consumatori
massimizzano l’utilità ed i
produttori massimizzano il profitto. Però non è possibile migliorare le
condizioni di qualcuno senza peggiorare quelle di qualcun altro.
TEORIA DELLA PRODUZIONE
PREMESSA: La teoria della produzione si basa su un postulato teorico,
l’imprenditore è una figura astratta. In economia impresa e azienda
sono due cose differenti, per azienda si intende un luogo fisico dove ci
sono gli strumenti della produzione per poter ottenere la produzione.
L’imprenditore fa diventare una azienda un’impresa facendo delle
scelte e assumendosi la responsabilitá di queste ultime, deve conoscere
le tecniche piú avanzate per produrre il suo prodotto. Alla fine,
l’imprenditore andrá a sommare i costi della sua produzione e lì andrá
a confrontare con il prezzo che il mercato gli offre. Nella teoria, per
marcare la capacitá di scelta, l’imprenditore è puro, non ha nessuno dei
fattori e si confronterá sempre con il mercato e confronterá sempre
l’utilitá con il prezzo.
Dobbiamo trasformare questo ragionamento in un modello matematico,
il fattore è l’input (variabile indipendente) e il prodotto è l’output
(variabile dipendente).
Nella teoria neoclassica l’impresa svolge il compito di produrre cioè
trasformare beni e/o servizi (input) in altri beni e/o servizi (output).
E la teoria neoclassica gli input sono:
• LAVORO:l’imprenditore deve scegliere quanto lavoro deve mettere.
• MATERIE PRIME:sono quelle materie che l’imprenditore ha dalla natura,
dalla terra, la lavora attraverso i capitali.
• CAPITALI: beni prodotti e reimpiegati nella produzione
Nella teoria dell’impresa neoclassica si ipotizza che: Il proprietario
dell’impresa è anche il manager di essa. L’obiettivo dell’impresa è
massimizzare i profitti (differenza tra ricavi e costi). I benefici e gli oneri
sono espressi da ricavi e costi.
La teoria dell’impresa neoclassica studia le scelte che l’impresa opera
avendo l’obiettivo di
massimizzare i profitti, sotto i vincoli imposti:
• CONOSCENZA DELLE TECNICHE: insieme delle tecniche accessibili
all’impresa.
• STRUTTURA DEL MERCATO: a seconda del tipo di mercato si dovranno
attivare una strategia e una tecnica di vendita diversa per migliorare la
vendita stessa. Abbiamo diversi tipi di tecnica in base ai diversi mercati:
1) CONCORRENZA PERFETTA 2) CONCORRENZA MONOPOLISTICA 3)
OLIGOPOLIO
L’impresa sceglie di produrre la quantità in corrispondenza della quale il profitto è
massimo.
RMa < CMa → producendo un'unità in più i ricavi sono maggiori dei costi.
Conviene mantenere questa situazione.
RMa > CMa → producendo un'unità in più i ricavi sono minori dei costi.
Conviene ridurre la
produzione.
Secondo Alfred Marshall le scelte dell’impresa sono riferite a due momenti:
• BREVE PERIODO: periodo di tempo che consente aggiustamenti all’impianto e alla
sua capacità
produttiva e/o variazioni dei livelli produttivi in risposta alla domanda. Si può
cambiare poco
perché i fattori sono considerati costanti, ci si può solo adattare. Almeno un fattore è
fisso.
• LUNGO PERIODO: periodo di tempo in cui tutti gli input risultano variabili, l’impresa
potrà quindi scegliere dimensione e tipo di impianto. Tutti i fattori sono variabili.
SCELTE DELL’IMPRENDITORE NEL BREVE PERIODO: l’imprenditore deve
decidere la quantità di output da produrre, in base alla capacità dell’impianto e ad
altri 2 vincoli:
• MERCATO DI RIFERIMENTO: per semplicità il mercato di concorrenza perfetta.
• TECNICA UTILIZZATA: insieme finito di tecniche di produzione Pareto efficienti.
Una tecnica è Pareto non efficiente se si può ottenere lo stesso output con un
impiego inferiore di almeno un input. L’insieme delle tecniche Pareto efficienti
nell’ambito delle quali l’imprenditore può operare la sua scelta in breve periodo è
definito dalla funzione di produzione.(y=f(X))
Nell’ipotesi in cui avessimo 3 fattori → L lavoro, M materie prime e K
capitali disponibili.
LUNGO PERIODO: tutti i fattori di produzione sono variabili. Y = f (L, M, K)
BREVE PERIODO: la funzione di produzione rappresenterebbe l’insieme delle
tecniche efficienti per produrre nell’unità di tempo. Y = f (L, M, K(fisso))
L’andamento della curva che definisce la funzione di
produzione di breve periodo è spiegata dalla LEGGE
DEI RENDIMENTI DECRESCENTI: la capacità di
influenzare
un fattore, superata una certa soglia, diminuisce.
Ogni fattore impiegato nella produzione di una merce,
determinato oltre
un certo limite, determina incrementi meno che
proporzionali nel volume della produzione. La
capacità di influenzare la crescita del prodotto è la produttività o prodotto marginale.
PRINCIPALI PROPRIETA’ DEGLI ISOQUANTI
• Gli isoquanti non si possono intersecare, altrimenti si andrebbe a ledere
la condizione di
efficienza tecnica. → nel punto in cui si incontrano avrei la produzione di
due quantità diverse e
questo va contro la definizione di isoquanto.
• Gli isoquanti hanno forma discendente da sx a dx, a parità di output
posso aumentare un input
solo se riduco l’altro. Per spostarmi su un isoquanto devo diminuire M e
aumentare L o viceversa.
• Gli isoquanti sono convessi verso l’origine, perché risentono della legge
dei rendimenti variabili.
SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE TECNICA: valore assoluto della
pendenza di un isoquanto di produzione, ci fa capire la convenienza migliore lungo
l’isoquanto. Lungo la curva la
capacità dei fattori di influenza il
prodotto cambia, ma la quantità
di esso no. A cambiare è quindi
la pendenza (produttività) che è
data dal rapporto tra le due
produttività.
SMSTl,M = dL/dM
Lungo ciascun isoquanto deve
risultare:
dy = (dy/dL)/dL x (dy/dM)/dM = 0
Deve essere uguale a 0 perché non deve cambiare la produttività, non ci deve
essere un incremento di prodotto altrimenti ci si sposterebbe su un altro isoquanto.
COMBINAZIONE OTTIMALE DEI FATTORI
• Gli isoquanti rappresentano le combinazioni tecnicamente efficienti corrispondenti a
dati livelli di output. • L’imprenditore deve scegliere la combinazione “migliore” tra le
diverse alternative. • La scelta deve essere basata su motivazioni economiche, tra
tutte le alternative sceglierà quella che costa meno (minimizzazione dei costi). • E’
necessario introdurre il concetto di valore economico degli input: prezzi dei fattori.
RETTA DI BILANCIO PER L’IMPRESA: vediamo come la scelta di un'impresa varia
in base al costo dei fattori. Ogni impresa ha un budget che corrisponde i soldi che
vuole spendere nell'acquisto di L o M, scelgono quindi la quantit&ag