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Conseguenze della definizione di imprenditore agricolo
L'impresa agricola non è tenuta a redigere un bilancio poiché paga i tributi in base ai redditi catastali, ha agevolazioni fiscali e contratti di lavoro specifici. Tutto ciò perché secondo la definizione l'imprenditore agricolo produce cibo e gestisce il territorio (evitando molti rischi), ovvero due funzioni indispensabili per la società.
Piccole imprese (C.C. art. 2083): "sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un'attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia".
In questa definizione, quindi, il fattore principale è la prevalenza di lavoro familiare sul lavoro impiegato in azienda, per cui le dimensioni fisiche ed economiche dell'impresa non contano.
Per quanto riguarda il coltivatore diretto, come definito nel 203/82 art. 6,
È sufficiente che venga apportato almeno 1/3 delle ore che il fondo richiede per la sua conduzione per rientrare in tale definizione. Tale qualifica è usata per l'iscrizione all'INPS e per il versamento dei contributi. In generale in Italia la figura del coltivatore diretto è molto diffusa poiché sono numerose le imprese in cui l'imprenditore apporta personalmente molti fattori produttivi e quasi sempre il lavoro.
IMPRENDITORE AGRICOLO PROFESSIONALE (IAP) (DGLS. 99/2004): “colui che in possesso delle conoscenze e competenze professionali, dedichi alle attività agricole (art.2135) almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e ricavi almeno il 50% del proprio reddito da lavoro”. In zone svantaggiate la percentuale passa al 25%. Questa definizione permette di creare una qualifica specifica dell'imprenditore agricolo (art.2135).
GIOVANE AGRICOLTORE: imprenditore agricolo con meno di 40 anni.
10° CLASSIFICAZIONE
DELLE IMPRESE PER SOGGETTO GIURIDICO
Le imprese, in base al numero di imprenditori, si dividono in:
- Impresa individuale: un solo imprenditore, il soggetto giuridico è una persona fisica che risponde con i propri beni per gli eventuali debiti dell'impresa. In questa situazione, l'impresa non ha individualità patrimoniale e anzi c'è una forte commistione tra aspetti economici della vita della persona e dell'impresa. Concettualmente sono simili all'impresa individuale quella familiare (capofamiglia e familiari) e quella coniugale (marito e moglie).
- Impresa societaria: più imprenditori o soci, normalmente con potere decisionale diverso.
Le imprese societarie si dividono in 3 categorie: società di persone, società di capitali, società di cooperative.
- Società di persone: hanno autonomia patrimoniale imperfetta (il patrimonio della società non è perfettamente distinto da quello dei soci quindi i creditori possono rivalersi anche sul patrimonio personale dei soci).
patrimonio dei soci (responsabilità illimitata). Il fisco interagisce direttamente con i soci e non con la società.
Società semplice (S.s.): per gestire un'attività (agricola o professionale = studio associato) o un patrimonio immobiliare.
Società in nome collettivo (S.n.c.): tutti i soci sono responsabili delle obbligazioni della società (in modo uguale tra i soci e con tutto il proprio patrimonio).
Società in accomandita semplice: in cui si individuano 2 tipologie di soci = gli accomandatari e gli accomandati. Gli accomandatari amministrano la società e rispondono con tutto il loro patrimonio, i soci accomandati invece non amministrano ma investono solo del capitale rispondendo al fisco ed ai creditori solo limitatamente con il capitale conferito.
Le società di capitale e le cooperative hanno organi di governo e gestione: assemblea dei soci, consiglio di amministrazione, collegio dei sindaci, collegio dei probiviri (organo
consultivo per mediare in controversie tra i soci).Società di capitali: soggetti giuridici con autonomia patrimoniale perfetta (patrimonio dei soci ben distinto da quello della società) per cui creditori e fisco possono rivalersi solo sul patrimonio societario, quando il patrimonio si esaurisce i debiti restano insoluti. I soci pesano in base al capitale apportato, le possibili forme societarie sono:
- Società a responsabilità limitata (S.r.l): i soci apportano quote di capitale e rispondono solo per la quota apportata. Il capitale minimo è 10.000€ da versare per il 25% presso un istituto di credito. Esistono srl unipersonali.
- Società per azioni (S.p.a.): il capitale è diviso in azioni, il capitale minimo versato è maggiore di 120.000€. L'assemblea dei soci elegge gli amministratori che rimangono in carica per 3 esercizi. L'amministrazione è controllata dal collegio sindacale.
- Società in accomanditaformattare il testo fornito utilizzando tag html.
Per azioni (S.i.a.p.a.): come per accomandita semplice.
In ambito agricolo le società di persone e le società per capitali sono poco usate poiché l'impresa agricola paga le tasse sul reddito catastale e non sul bilancio, la redazione di un bilancio a fine esercizio quindi non è obbligatoria per l'impresa agricola per cui fare una società risulta solo un costo per l'imprenditore agricolo.
Società cooperative: particolare forma societaria caratterizzata dallo scopo mutualistico ovvero l'aspetto economico è subordinato a quello sociale quindi la maggior parte degli utili va reinvestita.
Le cooperative possono emettere azioni acquistabili da privati o dal pubblico, così facendo si creano 2 tipologie di soci: soci cooperanti e soci che hanno comprato azioni.
Aspetti peculiari soc.coop.:
- Variabilità del capitale sociale = dovuto al fatto che i soci entrano ed escono liberamente e che sono gli stessi soci ad
conferiscono in cooperativa vengono proposti prezzi di favore ed in alcuni casi vi è un guadagno sulla trasformazione (es. stalla conferisce latte, la coop. Vende il formaggio, gli utili vengono trasformate in € per unità di latte e sarà un prezzo maggiore rispetto a quello che viene offerto per la vendita di latte sul mercato libero).
Consorzio: è un contratto fra imprenditori che ha il fine di disciplinare e svolgere determinate fasi delle rispettive imprese. Tale forma giuridica condivide con le soc.coop. il fine mutualistico poiché l'attività svolta dal consorzio è nell'interesse di tutte le imprese associate. Si differenzia dalle soc.coop. in quanto vi è una gestione amministrativa particolare e la divisione proporzionale delle responsabilità in base alle quote sottoscritte dalle imprese.
I consorzi si classificano in base al tipo di attività:
- Attività interna: regolano i rapporti tra le imprese associate per la realizzazione di determinate fasi produttive;
- Attività esterna: regolano i rapporti tra il consorzio e terzi per la commercializzazione dei prodotti o servizi;
- Attività mista: comprendono sia attività interne che esterne.
Dal registro delle imprese si possono ottenere visure camerali dei bilanci, pretesti ed altri tipi di atti.
ORGANIZZAZIONI PROFESSIONALI: organizzazioni volontarie che hanno come obiettivo la difesa e la promozione degli interessi delle imprese che rappresentano. Possono anche offrire servizi tecnici/economici/legali (gestione fiscale, contributiva, dei subordinati, richiesta PAC e documenti). Nel comparto agricolo sono: Coltivatori diretti (centro dx), Confagricoltura (grandi proprietari terrieri, destra), confederazione italiana agricoltori (CIA, centro sx, poche imprese ma più innovative). Iscrivendosi ad un'organizzazione professionale si può usufruire ai servizi erogati dalla stessa che mediamente hanno prezzi inferiori che sul mercato libero.
CARATTERISTICHE DEL SETTORE AGRICOLO
- Terra = fattore produttivo limitato
- Cicli biologici = su cui si basano i processi dell'impresa e che richiedono periodi di attesa.
- Fattori esogeni
- Collocazione dei boschi = zone difficili da raggiungere e marginali (colline e montagne).
- Settore strategico = beni primari per autoapprovvigionamento per lo Stato.
- Manutenzione del territorio = regimazione delle acque.
- Servizi ecosistemici = manutenzione del paesaggio.
STATISTICHE DELL'ATTIVITÀ AGRICOLA
L'agricoltura apporta il 2% del valore aggiunto nazionale e richiede il 3,4% degli occupati.
Il suolo italiano disponibile per l'agricoltura è pari a 17.277.000 di ha mentre la superficie agricola utilizzata è pari a 12.885.000 di ha, per cui ci sono circa 5.000.000 di ha non utilizzati.
Il 48% dei seminativi è occupata da cereali ed il 30% da foraggere avvicendate, il 38% delle colture permanenti è occupata dalla vite, il 46,5% da olivo e le fruttifere per il 22,4%.
L'Italia è tra i paesi più sviluppati nel settore.
Terziario per cui l'agricoltura ricopre un ruolo marginale sul PIL nazionale (2,1%).
11° SETTORE AGRICOLO - AZIENDE AGRARIE